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Le differenze: non le sento, ergo, non esistono.


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51 minuti fa, gimmetto ha scritto:

Nell'informatica nessuno ha dubbi sulle prestazioni dei processori o oltri componenti attuali rispetto a queeli di 5 anni fa; nel video uguale ecc.

Chissà cosa vorrà dire...

 

Vuol dire che misurare la velocità di un chip è semplice mentre la musica è molto più complessa. È arte e conoscerla nei vari aspetti storici, relativi agli strumenti e strumentisti e così via non è affatto semplice.

Non è bianco o nero come per le prestazioni di un processore, ma esiste una scala di grigi fatta conoscenze ed esperienze che servono appunto a creare una cultura e una consapevolezza nel momento in cui si giudicano dei suoni.

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52 minuti fa, gimmetto ha scritto:

A nessuno sorge il dubbio che le differenze siano minime?

 

Se consideriamo ciò che più conta ovvero il risultato finale offerto dai vari impianti hifi nel loro complesso, le differenze possono essere davvero notevoli. Per estensione, timbro, dinamica...

Viceversa le differenze che intercorrono tra due c.d. player, ad esempio, sono senza dubbio più sfumate, ma pur sempre udibili. 

Una persona normalmente equilibrata sceglierà di dare il giusto peso e prezzo a queste sfumature ( anche in base alla propria disponibilità economica) senza bisogno dei moralismi/pauperismi che talvolta si leggono. 

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7 minuti fa, ClasseA ha scritto:

cui si giudicano dei suoni.

I suoni non sono altro che un segnale elettrico : diventa suono solo nel momento in cui il driver fa muovere l'aria. 

Ergo dalla sorgente ai morsetti delle casse sarebbe tutto molto ma molto confrontabile. Senza dover aver studiato la storia della  musica.

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1 minuto fa, ClasseA ha scritto:

Immagino a causa di qualche complotto...

No, molto più semplicemente perché a nessuno,  anche se lo si grida ad ogni piè sospinto,  interessa ascoltare nel modo più fedele possibile,  ma solo ascoltare nel modo che più gli aggrada.

Tra l'altro son perfettamente d'accordo con questa filosofia. 

Ma , come spesso accade, si predica in un modo e si razzola in un altro. 

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Nel modo più fedele possibile, o che più aggrada. Detta cosi, sembra che una cosa escluda l'altra. 

Dal mio punto di vista, il suono deve piacere, mantenedo ovviamente una attinenza con i suoni reali. Ma non cambierei mai un suono piacevole, ma meno fedele, con uno fedelissimo ma che non mi piace. Alla fine voglo trarre sensazioni positive dall'ascolto della musica, a prescindere da tutto. Il giorno che questo diventa una lotta contro i mulini a vento, alla ricerca della emulazione della realtà,  che mai sarà possibile, e il più delle volte, senza neanche conoscerla ( che ne sappiamo di cosa ha voluto mettere nel supporto il tecnico del suono,)? Mollo tutto. 

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16 minuti fa, senek65 ha scritto:

perché a nessuno,  anche se lo si grida ad ogni piè sospinto,  interessa ascoltare nel modo più fedele possibile, 

 

Ma davvero. In tutto il mondo si fa in un certo modo... Si sarebbe imposta e avrebbe avuto diffusione una tecnologia o un tipo di misurazione capace di sostituirsi all'orecchio umano ( anche solo di avvicinarsi). Si saprebbe.

 

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@ClasseA guarda caro, nel pro, dove è necessario,per motivi professionali, ascoltare fedelmente,  e dove l'ascolto deve essere simile in vari studi, come dice il buon Lincetto i monitor suonano in modo molto simile: suonano nel modo lineare possibile, in ambientii più linearipossibili.  È questo è uno standard, è il riferimento.  

Ma a te interessa ascoltare in modo lineare, in assenza di distorsioni , con le fasi a posto è così via?

Io non credo.

 

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10 minuti fa, senek65 ha scritto:

Ma a te interessa ascoltare in modo lineare, in assenza di distorsioni , con le fasi a posto è così via?

Io non credo.

 

A costo di sembrare immodesto io un'idea sul fatto che un impianto hifi suoni bene o male ( obiettivamente secondo criteri di verosimiglianza e giudizi logici e ben argomentati non perché sinteticamente "piace a me" che come già detto e ripetuto non vuol dire nulla) me la sono fatta nel corso degli anni...

Sicuramente si può migliorare. Come? Leggendo, ascoltando, studiando, riflettendo... 

In ciò consiste l'amore per la musica e l'hifi, mi pare.

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acusticamente

Mi sembra che spesso si ragioni in termini quantitativi e non qualitativi.

Piccole differenze tra un apparecchio e l’altro sarebbero trascurabili e non influenti sul risultato finale ?

Spesso però differenze anche minime vanno ad incidere sulla percezione e sul godimento della musica riprodotta in modo non proporzionale ma di molto maggiore.

Dipende mi sembra da dove queste si collocano nelle numerose variabili della percezione.

Due visi diversi possono provocare in noi effetti molto differenti ma se descrivessimo le caratteristiche in termini quantitativi cosa potremmo avere ?  Magari differenze minime in termini di millimetri o angoli.  
Eppure un viso può farci innamorare e l’altro no

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captainsensible
9 minuti fa, ClasseA ha scritto:

io un'idea sul fatto che un impianto hifi suoni bene o male ( obiettivamente secondo criteri di verosimiglianza e giudizi logici e ben argomentati non perché sinteticamente "piace a me" che come già detto e ripetuto non vuol dire nulla) me la sono fatta nel corso degli anni...

Ognuno si è fatta la propria idea di come deve suonare un impianto, infatti ci sono 100! impianti diversi.....

 

CS

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59 minuti fa, acusticamente ha scritto:

Piccole differenze tra un apparecchio e l’altro sarebbero trascurabili e non influenti sul risultato finale ?

Spesso però differenze anche minime vanno ad incidere sulla percezione e sul godimento della musica riprodotta in modo non proporzionale ma di molto maggiore

@acusticamente Questo nessuno l'ha mai negato.

Il problema è che in hi-fi si vuol far credere che ad un maggior costo del dispositivo corrispondano sempre differenze in senso migliorativo e questo non è OGGETTIVAMENTE vero! Come tanti altri ho sentito suonare nello stesso ambiente impianti da 200.000 Euro ed impianti da 20.000 e la differenza può essere davvero minima. Peraltro, a seconda del gusto personale,  spesso anche a vantaggio dell'impianto meno costoso. Le considerazioni sulla musica e sull'arte non valgono per la SCIENZA (Elettroacustica) della riproduzione musicale. Ora potete pure scatenarvi, ma la maggior parte delle ipotetiche magie della nostra passione nasce dal marketing, dagli interessi (non solo economici, ma anche filosofici) e dalla suggestione.

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Infatti secondo me il busillis che tanto concerne chi vuole ascoltare musica al meglio, non è

" Le differenze: non le sento, ergo, non esistono."

Ma è: 

"Le differenze:  le sento, ergo, esistono."

La prima affermazione mi pare piuttosto semplicistica

La seconda mi pare ancora più semplicistica ma è il dogma dell'hiend

Le fortune dell'hiend si basano sulla seconda affermazione 

Caduta quella, cade la favoletta hiend

E si svela l'hiend per quello che tutti noi la valorizziamo 

Un collezionismo un po' snob ed esclusivo

Non necessariamente fatto di puro lusso ma all'occorrenza non disdegnamo il lusso fine a se stesso 

L'ascolto della musica al meglio può benissimo farne a meno di questa cosa che chiamiamo hiend,....ma a noi non basta l'ascolto. 

Vogliamo qualcosa che ci sollazzi anche solo alla semplice idea del possesso 

E per renderlo "puro di sentimenti" lo chiamiamo amore per la musica. 

E se necessario facciamo il possibile per sentire anche le cose che non esistono.

 

 

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acusticamente
19 minuti fa, gimmetto ha scritto:
1 ora fa, acusticamente ha scritto:

 

@acusticamente Questo nessuno l'ha mai negato

Può benissimo essere che mi sbagli.  La mia impressione però è che spesso il concetto espresso

sia:  “differenze di costo anche forti portano a differenze minime” ergo non vale la pena (spendere di più, spendere oltre un tot e via dicendo)

Quello che volevo esprimere è che se una differenza anche minima produce un livello emotivo maggiore ne vale benissimo la pena e la spesa.

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Penso che nessuna riproduzione sia perfetta e ognuno di noi dia più importanza (o riesca a sentire, non tutte le orecchie sono eguali) a un aspetto piuttosto che a un altro. Se io non sento le differenze non vuole dire che non ci sono. Vuole dire che non sono disposto a pagare per non sentirle! 

 

Giorgio 

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