qzndq3 Inviato 16 Marzo 2022 Inviato 16 Marzo 2022 14 minuti fa, melos62 ha scritto: io da ragazzo - prima di conoscere mia mogliera, lo dico a scanso di sanzioni ed embarghi visto che il nemico ascolta - avrei scelto di riposare tra le braccia non pelose di Janet Agren. Purtroppo le condizioni geopolitiche non furono favorevoli e dovetti prendere atto che la libera determinazione talvolta si scontra con fattori esterni oggettivi preponderanti Indipendentemente che Janet Agren fosse d'accordo o meno ad accoglierti, c'è una differenza fondamentale: tua moglie immagino non ti abbia obbligato a sposarla, pootin invece sta obbligando gli ucraini.
Velvet Inviato 16 Marzo 2022 Inviato 16 Marzo 2022 26 minuti fa, melos62 ha scritto: avrei scelto di riposare tra le braccia non pelose di Janet Agren. Eh ma vedi che si parla sempre in prospettiva (o retrospettiva) storica? Ammetto che per questioni anagrafiche (vedo che ha circa l'età di mia madre) mi era sconosciuta, bella pulzella. 1
Gaetanoalberto Inviato 16 Marzo 2022 Inviato 16 Marzo 2022 1 ora fa, Superfuzz ha scritto: Ecco, qui mi pare che ci siamo: https://www.ilpost.it/francescocataluccio/2022/03/15/non-e-colpa-delloccidente/?utm_medium=social&utm_source=facebook&utm_campaign=lancio Oro colato
Velvet Inviato 16 Marzo 2022 Inviato 16 Marzo 2022 Giusto per ribadire (arindanghete) che non siamo solo noi ad aver bisogno del gas russo, ma anche che i russi hanno disperato bisogno che noi glielo compriamo. Regime di equilibrio che non credo saranno i Russi a spezzare, non hanno nessuna convenienza specie ora che resta una delle poche fonti di valuta pregiata per lo zar:
Gaetanoalberto Inviato 16 Marzo 2022 Inviato 16 Marzo 2022 56 minuti fa, briandinazareth ha scritto: non si può fare con la guerra, per via delle solite testate, ma Non so se avete giocato a poker, il mio pessimo passatempo giovanile. Il bluffista prima o poi va scoperto anche a rischio di perdere qualcosa 1
maurodg65 Inviato 16 Marzo 2022 Inviato 16 Marzo 2022 1 ora fa, appecundria ha scritto: Non è che sono vissute. Sono un linguaggio tra superpotenze. Se me le fai alle Hawaii è un messaggio, se me le fai a Taiwan è un altro messaggio. Mah, se devo addestrarmi per uno scenario d’intervento lo faccio nella situazione più simile allo scenario reale, se il rischio paventato è quello dello scenario di guerra che stiamo vivendo oggi a che pro dovrei fare delle esercitazioni alle Hawaii? Poi io non sono un militare e non mi spingo oltre ad un’analisi logica del problema.
criMan Inviato 16 Marzo 2022 Inviato 16 Marzo 2022 3 ore fa, Velvet ha scritto: A me la visione molto romantica pare quella di chi stigmatizza la scelta di un popolo di resistere ed autodeterminare il proprio destino alla luce di quello che sento , non mi riferisco tanto a melius su cui qualcosa si argomenta, di questo modo di vedere le cose alla "prof orsini" ,, penso che il dittatore putinesco abbia sbagliato paese da invadere. Secondo me se tirava dritto sull'Italia l'avrebbe presa in 24 ore. Stuoli di persone che prima si battevano contro la dittatura sanitaria avrebbero accolto a braccia aperte la dittatura dell'uomo forte. L'orsini della situazione avrebbe dato le chiavi di casa. Avremmo cosi' fatto contenti gli orsini francesi , spagnoli e cosi' via. Nella sua manipolazione verbale notare mette avanti i bambini. Cerca di toccare l'animo di chi ascolta con l'immagine del bambino. Vabbe'. PS : siamo nella Nato e non succedera' mai. PS2: la discussione si e' avvitata su se stessa perche' molti trovano i "prof signorini" non accetabile. Se la storia si fosse fatta con i "signorini " saremmo tutti tedeschi di Adolf. 2
Velvet Inviato 16 Marzo 2022 Inviato 16 Marzo 2022 7 minuti fa, maurodg65 ha scritto: non sono un militare Ieri mandavano l'intervista al classico ex qualcosadistatomaggiore italiano (molto appanzato e spaparanzato sotto al portico di quella che pareva essere una casa di villeggiatura) il quale diceva più o meno che le manovre di Pootin sono da manuale. Figuriamoci se non erano da manuale cosa poteva succedere e quanti soldati poteva perdere.... Anche lì, non me ne intendo ma credo ci sia militare e militare... I nostri non sono proprio avvezzi a scenari di guerra se non come forza di peacekeeping o sottoposti della Nato.
Velvet Inviato 16 Marzo 2022 Inviato 16 Marzo 2022 3 minuti fa, criMan ha scritto: Secondo me se tirava dritto sull'Italia l'avrebbe presa in 24 ore. Con due o tre forze politiche di maggioranza che sono di fatto filoputiniane (vabbè un paio hanno fatto un tentativo in extremis di rigenerarsi la verginità, ma la memoria non è merce del tutto scomparsa e non sono tutti concordi) avrebbe avuto subito le chiavi del Quirinale e in omaggio una batteria di pentole inox 18/10
Questo è un messaggio popolare. wow Inviato 16 Marzo 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 16 Marzo 2022 a sto punto ce vo' . Se la Storia va in frantumi di Ezio Mauro - Repubblica 14/3 . Finiscono nelle strade ucraine di Kiev i trent’anni a cui non abbiamo dato nemmeno un nome, perché li abbiamo vissuti nella convinzione che non fossero un’epoca a sé stante ma coincidessero con il destino del secolo finalmente risolto, in un’Europa convertita definitivamente alla pace dopo la sconfitta dei due totalitarismi e la fine della guerra fredda. Oggi possiamo battezzarli come i tre decenni dell’illusione. La caduta del Muro di Berlino abbatteva la vera frontiera del Novecento e anche l’idea primitiva ma tenace che la pietra e il filo spinato potessero segnare l’inizio e la fine di due mondi antagonisti, l’Est e l’Ovest; divelta quella pietra angolare, che sorreggeva l’intera corazza ideologica del comunismo fatto Stato e trasformato in impero, tutta la costruzione del socialismo reale è crollata e i popoli satelliti hanno ripreso la loro libertà; infine l’onda di un’Europa ritrovata è arrivata a Mosca cancellando l’Unione Sovietica, mentre la bandiera rossa scendeva per sempre dalla cupola del Cremlino e la mummia eterna di Lenin sulla piazza Rossa tornava uomo. Lo sconvolgimento politico e culturale aveva un vincitore apparente: la democrazia, unica credenza sopravvissuta tra le polveri del Novecento, dunque con la legittima ambizione che la nuova era di pace la rendesse universale. Oggi assistiamo alla ribellione dello sconfitto. Vladimir Putin infatti è stato portato al Cremlino da quel sommovimento, e ora lo respinge. Anzi ha via via risalito il percorso degli ultimi trent’anni, fino a giungere al momento cruciale della fine dell’Urss, rifiutandolo in blocco. Non rimpiange il comunismo, la bandiera rossa, la falce e il martello: ma la solidità del comando che quella dottrina conferiva a Mosca, l’autorità che quello stendardo portava con sé, la differenza originaria e perpetua che quel simbolo attribuiva alla Russia, dandole la potestà di rappresentare l’altra metà del mondo, nella lunga contesa bipolare con l’Ovest. Putin non ha bisogno dell’investitura bolscevica per esercitare un dominio assoluto sul Paese, garantito da un metodo autoritario che ha raso al suolo ogni opposizione, concentrando direttamente sulla sua persona l’esercizio del potere assoluto. Ma è convinto che l’esaurimento dell’esperienza sovietica abbia prosciugato anche l’autorità storica delle Russie, mutilandole non solo del territorio di rispetto che le circondava soggiogato, ma della capacità di influenza che le rendeva soggetto imperiale, autorizzato a far pesare il suo prestigio e a spendere la sua supremazia in tutte le crisi del mondo, al pari degli Usa. Non erano soltanto le due superpotenze che tenevano in mano le sorti della guerra e della pace, ma l’incarnazione ideologica di due modelli di società su cui si giocava la partita planetaria dell’egemonia. Per età, per provenienza e per esperienza Putin raccoglie in sé tutti i segni della tragica contraddizione della Russia, impersonando quella generazione cresciuta nel mito della vittoria patriottica nella Seconda guerra mondiale, diventata adulta nello scenario della competizione imperiale con gli Stati Uniti e infine invecchiata con la frustrazione della sconfitta nella guerra fredda. Si tratta di un sentimento popolare, che non si nutre necessariamente di nostalgie politiche. Anzi, non solo gli oligarchi che hanno depredato lo Stato, ma anche una parte degli intellettuali e della società semi-aperta hanno visto nella caduta dell’Urss un’occasione di liberazione, la fine di un giogo individuale e collettivo e la possibilità per gli individui — passati da sudditi a bolscevichi senza tappe intermedie, smentendo Marx mentre realizzavano la sua teoria — di diventare finalmente cittadini. Ma per tutti, in fondo all’anima, è rimasto il segno vuoto di una dimensione più ampia e universale che è una vocazione della natura russa, un’espressione del carattere nazionale: una missione metapolitica, addirittura metafisica. Nella prima fase dei suoi 22 anni di regno Putin si è accontentato di rivestire l’eredità sontuosa ma decadente della potenza russa e sovietica, accettando di gestire quel ruolo ridimensionato di Mosca deciso dagli avvenimenti di fine secolo e ponendosi così dentro il flusso universale di una storia comune e condivisa. Ma mentre prendeva atto che l’Occidente leggeva quella storia come una sentenza definitiva di condanna della Russia al rango residuale di potenza regionale, il leader di Mosca vedeva crescere uno spazio immateriale e sovrano di alterità, di differenza e di distinzione: un’obiezione politica all’egemonia dell’Occidente, una strategia concorrente alla supremazia americana, un’opzione alternativa al nuovo ordine mondiale, e soprattutto un’opposizione culturale ai valori della democrazia, la cifra comune che aggiunge una dimensione ideale al potere dell’Ovest, trascendendo la quotidianità della pratica politica. Il trono di un’alternativa ribelle all’Occidente vincitore era vacante. E la Russia aveva nella tradizione, nell’ambizione e nella frustrazione i suoi motivi per provare a conquistarlo. Il prezzo di questa restaurazione antagonista era alto, perché per Putin significava uscire dall’ordine mondiale consolidato, che gli attribuiva automaticamente un rango, anche se ridotto, e i riconoscimenti conseguenti. In più comportava una rottura con l’Europa, alla cui porta la Russia ha sempre avuto la perenne tentazione di bussare. E infine imponeva di reingaggiare un duello con gli Stati Uniti senza più la costruzione sovietica e satellitare attorno al Cremlino, trasformando paradossalmente Putin, sovrano dello Stato più esteso del mondo coi suoi 17 milioni di chilometri quadrati in 11 fusi orari, in un moderno Vladimir Senzaterra, perché privo di una proiezione imperiale. Quel trono rivale però attende da trent’anni nell’immaginario della Russia, è la prefigurazione egemonica surreale di una sovranità anti-occidentale, capace di restituire immediatamente a Mosca il ruolo di eterno contendente dell’Ovest guidato dagli Stati Uniti. Qualcosa che ancora non esiste ma che si può provare a costruire fuori dalla storia, rompendo la convenzione universale di una lettura comune del secolo europeo, negando la cronaca degli avvenimenti correnti e sostituendola con una rappresentazione mitologica che trasfigura il passato a uso e consumo del presente. Putin interpreta questa secessione dalla storia recuperando un mandato mistico per la Russia, un dovere sovrano di obbedienza a un destino della nazione, in una missione sacra in cui confluiscono tutti i segni del comando nei mille anni: la genesi della Rus’ nel profumo d’incenso a Kiev dove tutto è cominciato alle rive slave del Dnepr, frontiera d’acqua con l’Ovest; il battesimo dell’intero popolo a un Dio crocifisso che non abitava a Roma ma veniva da Oriente salendo da Bisanzio; la resurrezione dell’anima russa nel Cremlino di legno del nuovo Gran Principato di Mosca, dopo la distruzione di Kiev da parte dell’orda d’oro mongolica con il Khan scambiato per l’Anticristo; il fondamento della maestà autocratica con gli Zar, che “regnano forti e maestosi per atterrire i nemici”; fino al Segretario Generale che diventa il moderno sovrano dell’impero ideologico, con il Politbjuro comunista che prende il posto della Corte zarista. Tutti questi simboli si radunano intorno alla pretesa neo-imperiale di Putin, che infine spezza il codice su cui si regge l’equilibrio mondiale, infrange il sistema di regolazione dei conflitti, cancella il disegno europeo di coesistenza degli opposti tracciato a Jalta quasi ottant’anni fa. Entriamo in uno spazio incognito e inesplorato, dove non ci sono più regole condivise, una concezione comune dell’ordine e del disordine, un criterio universale di giudizio. Tutto diventa possibile perché sono saltate le tavole della legge e la politica può essere soppiantata dalla forza. Se manca la regola niente è trasgressione, per qualsiasi arbitrio non serve giustificazione, nessuna autorità riconosciuta e accettata può impartire la punizione. E infatti Putin ha potuto invadere l’Ucraina con le armi perché si è posto fuori dal criterio di moralità politica dell’Occidente, rifiutandolo insieme con la democrazia di cui è figlio: per assegnare a se stesso il compito titanico di invertire il corso della storia con la riconsacrazione della Russia nella maestà perduta, partendo dal ripristino del nucleo slavo delle origini, generatore eterno d’identità nell’unione sacra tra Russia, Bielorussia e Ucraina. Più ancora della pretesa territoriale, dunque, è la paura del contagio occidentale che ha scatenato l’Armata alle porte di Kiev, sparando sui civili per fermare l’infezione democratica. Così il destino della Russia si autonomizza dal destino del mondo, ancora una volta Mosca si separa dall’Europa di cui fa parte, trasforma l’Est in quel nemico ereditario profetizzato nell’Ottocento, sceglie l’Oriente come rifugio della sua diversità irriducibile. La tregua dei trent’anni vissuti dentro la stessa storia è finita: da oggi le storie son o due. 1 2
Akla Inviato 16 Marzo 2022 Inviato 16 Marzo 2022 ITALIAN KAMIKAZE ovvero come ti scateno la terza guerra mondiale https://www.ansa.it/sito/notizie/flash/2022/03/16/-gen.-goretti-nostri-aerei-a-pochi-km-da-guerraattenzione-_f79467d4-265d-450c-a6e2-629ebe5d788e.html
appecundria Inviato 16 Marzo 2022 Inviato 16 Marzo 2022 1 ora fa, qzndq3 ha scritto: Credo tu abbia centrato il punto. Sì centrato ma è evidente. Ho fatto anche l'esempio dei due corpi con diverse temperature. Proprio perché c'è comunanza culturale, il timore degli oligarchi è che l'Ucraina possa contagiare la Russia. Non è come il paesino baltico mezzo tedesco.
criMan Inviato 16 Marzo 2022 Inviato 16 Marzo 2022 @appecundria troverei interessante sviluppare un altro discorso. Questo bubbone presente in Russia , la bestia, avra' una fine? ci sono speranze che si autoestingua come fu per l'Urss?
wow Inviato 16 Marzo 2022 Inviato 16 Marzo 2022 2 minuti fa, appecundria ha scritto: Sì centrato ma è evidente. Ho fatto anche l'esempio dei due corpi con diverse temperature. Proprio perché c'è comunanza culturale, il timore degli oligarchi è che l'Ucraina possa contagiare la Russia. Non è come il paesino baltico mezzo tedesco. E su questo siamo d'accordo. Non riesco a capire il successivo step del tuo ragionamento. 🙂
appecundria Inviato 16 Marzo 2022 Inviato 16 Marzo 2022 22 minuti fa, Velvet ha scritto: le manovre di Pootin sono da manuale Sì ma da manuale della WW2.
gianventu Inviato 16 Marzo 2022 Inviato 16 Marzo 2022 Russia: "Kiev disponibile a neutralità come Austria o Svezia" Secondo il capo negoziatore russo ai colloqui con l'Ucraina, Vladimir Medinsky, Kiev sarebbe disponibile ad assumere uno status di "neutralità stile Austria o Svezia. Lo scrive Interfax. "Sono in discussione tutta una serie di questioni relative alle dimensioni dell'esercito ucraino", ha affermato. Spiragli?
Akla Inviato 16 Marzo 2022 Inviato 16 Marzo 2022 https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2022/03/15/ucraina-raid-su-kiev-esplosioni-in-zona-residenziale_5b9b9cae-2671-472d-a1a4-d1ab77b55947.html @gianventu ho letto ma a Putin non Basta -
maurodg65 Inviato 16 Marzo 2022 Inviato 16 Marzo 2022 1 ora fa, Martin ha scritto: In piccolo è lo stesso motivo "culturale" per cui l'Italia elargì agevolazioni confinarie a nord-est. Il fatto che un "paese comunista" erogasse benzina e sigarette anche americane e tedesche a buon mercato, avesse la tv a colori ed ammettesse il topless in spiaggia era imbarazzante per una "democrazia occidentale" che mandava le ballerine nella tv b-n solo con i collant 100den "color incarnato" e proponeva le "alfa" e le "N - nazionali-senza-filtro"... Erano cose che non si dovevano vedere. Scusami ma le “agevolazioni” hanno solo una motivazione economica, chi vive sul confine valuta la convenienza economica degli acquisti oltre confine, nei decenni precedenti alla tessera per la benzina tutti facevano il pieno in Slovenia, per gli altri beni di consumo era lo stesso.
Messaggi raccomandati