mom Inviato 9 Gennaio 2022 Inviato 9 Gennaio 2022 Ode al primo giorno dell’anno . Come se fosse un cavallino diverso da tutti i cavalli. Gli adorniamo la fronte con un nastro, gli posiamo sul collo sonagli colorati, e a mezzanotte lo andiamo a ricevere come se fosse un esploratore che scende da una stella. Come il pane assomiglia al pane di ieri. Come un anello a tutti gli anelli: i giorni sbattono le palpebre chiari, tintinnanti, fuggiaschi, e si appoggiano nella notte oscura Vedo l’ultimo giorno di questo anno in una ferrovia, verso le piogge del distante arcipelago violetto, e l’uomo della macchina, complicata come un orologio del cielo, che china gli occhi all’infinito ripetersi delle rotaie, alle brillanti manovelle, ai veloci vincoli del fuoco. Oh conduttore di treni fuggiasco verso stazioni nere della notte. Questa fine dell’anno senza donna e senza figli, non è uguale a quella di ieri, a quella di domani? Dalle vie e dai sentieri il primo giorno, la prima aurora di un anno che comincia, ha lo stesso ossidato colore di treno di ferro: e salutano gli esseri della strada, le vacche, i villaggi, nel vapore dell’alba, senza sapere che si tratta della porta dell’anno, di un giorno scosso da campane, fiorito con piume e garofani. La terra accoglierà questo giorno dorato, grigio, celeste, lo dispiegherà in colline, lo bagnerà con frecce di trasparente pioggia e poi, lo avvolgerà nell’ombra. Così è: piccola porta della speranza, nuovo giorno dell’anno, sebbene tu sia uguale agli altri come i pani a ogni altro pane, ci prepariamo a viverti in altro modo, ci prepariamo a mangiare, a fiorire, a sperare. Ti metteremo come una torta nella nostra vita, ti infiammeremo come un candelabro, ti berremo come un liquido topazio. Giorno dell’anno nuovo, giorno elettrico, fresco, tutte le foglie escono verdi dal tronco del tuo tempo. Incoronaci con acqua, con gelsomini aperti, con tutti gli aromi spiegati, sì, benché tu sia solo un giorno, un povero giorno umano, la tua aureola palpita su tanti cuori stanchi e sei, oh giorno nuovo, oh nuvola da venire, pane mai visto, torre permanente! . Pablo Neruda 1
mom Inviato 10 Gennaio 2022 Autore Inviato 10 Gennaio 2022 Per l’anno nuovo. […] Oggi ognuno si permette di esprimere il suo augurio e il suo più caro pensiero: ebbene, voglio dire anch’io che cosa oggi mi sono augurato da me stesso e quale pensiero quest’anno, per la prima volta, m’è venuto in cuore – quale pensiero deve essere per me fondamento, garanzia, dolcezza di tutta la vita futura! Voglio imparare sempre di più a vedere il necessario nelle cose come fosse quel che v’è di bello in loro: cosi sarò uno di quelli che rendono belle le cose. Amor fati: sia questo d’ora innanzi il mio amore! Non voglio muover guerra contro il brutto. Non voglio accusare, non voglio neppure accusare gli accusatori. Guardare altrove sia la mia unica negazione! E, insomma: quando che sia, voglio soltanto essere, d’ora in poi, uno che dice sì!Friedrich Nietzsche
mom Inviato 11 Gennaio 2022 Autore Inviato 11 Gennaio 2022 Anno nuovo . A noi che siamo tra il vecchio e il nuovo, la sorte dona queste ore liete; e il passato impone d’aver fiducia a guardare avanti e a guardare indietro. Johann Wolfgang Goethe
mom Inviato 12 Gennaio 2022 Autore Inviato 12 Gennaio 2022 L’inverno è la stagione della comodità, del buon cibo e del calore, del tocco di una mano amica e delle chiacchiere accanto al fuoco: è il momento della casa.Edith Sitwell
mozarteum Inviato 12 Gennaio 2022 Inviato 12 Gennaio 2022 Poi arriva la primavera ed escono fuori i chili di troppo mozarteum 1
mom Inviato 12 Gennaio 2022 Autore Inviato 12 Gennaio 2022 Leggere una poesia a gennaio è bello come fare una passeggiata a giugno.Jean-Paul Sartre . . p.s. @mozarteum io, però, ho perso 5kg in tre mesi facendo tutti i giorni passeggiate di almeno 5km, fresche e gelate come oggi. ( e anche stando a dieta! ). Spero proprio di non recuperarli in primavera! 😛
mom Inviato 13 Gennaio 2022 Autore Inviato 13 Gennaio 2022 Canzone dell’inverno . Nella notte d’inverno galoppa un grande uomo bianco galoppa un grande uomo bianco è un omone di neve ha una pipa di legno un omaccione di neve inseguito dal freddo arriva in paese arriva in paese vedendo la luce si sente sicuro in una casetta entra e non bussa in una casetta entra e non bussa e per riscaldarsi e per riscaldarsi si siede sulla stufa arroventata e d’improvviso ecco che scompare e rimane solamente la sua pipa proprio nel mezzo di una pozzanghera e rimane solamente la sua pipa e il suo vecchio cappello. Jacques Prévert
mom Inviato 14 Gennaio 2022 Autore Inviato 14 Gennaio 2022 Etimologia e un po’ di curiosità relative a gennaio: Il nome gennaio (in latino Ianuarius) deriva dal dio romano Giano (Ianus). Giano è raffigurato con una testa bifronte e, proprio perché da un verso guardava davanti e dall’altro didietro, rappresentava il trapasso e il contatto da un anno all’altro. Non a caso, del resto, la janua in latino era “la porta”. Giano era comunque quella specifica divinità chiamata in causa per ogni tipo di passaggio, sia pragmaticamente edilizio come le porte delle città, i ponti, i valichi e i traghetti, sia in senso metaforico attinente comunque sempre a qualche passaggio,mutazione o cambiamento in genere. . Fu papa Gregorio XIII che, seguendo un’usanza diffusa in Francia, fissò definitivamente la data di inizio del mese e la sua durata con la riforma del calendario nel 1582. In precedenza, in altri Paesi europei questo mese aveva altre denominazioni : in Sassonia questo era il mese del lupo: Wulf-monath, mentre nella lingua ceca era il mese del ghiaccio: Leden. Da segnalare anche il mese della farnia (una particolare quercia con ghiande nordiche): Tammikuu. 🙂
mom Inviato 15 Gennaio 2022 Autore Inviato 15 Gennaio 2022 Preghiera in Gennaio Lascia che sia fiorito Signore, il suo sentiero Quando a te la sua anima E al mondo la sua pelle Dovrà riconsegnare Quando verrà al tuo cielo Là dove in pieno giorno Risplendono le stelle Quando attraverserà L'ultimo vecchio ponte Ai suicidi dirà Baciandoli alla fronte Venite in paradiso Là dove vado anch'io Perché non c'è l'inferno Nel mondo del buon Dio Fate che giunga a voi Con le sue ossa stanche Seguito da migliaia Di quelle facce bianche Fate che a voi ritorni Fra i morti per oltraggio Che al cielo ed alla terra Mostrarono il coraggio Signori benpensanti Spero non vi dispiaccia Se in cielo, in mezzo ai Santi Dio, fra le sue braccia Soffocherà il singhiozzo Di quelle labbra smorte Che all'odio e all'ignoranza Preferirono la morte Dio di misericordia Il tuo bel paradiso L'hai fatto soprattutto Per chi non ha sorriso Per quelli che han vissuto Con la coscienza pura L'inferno esiste solo Per chi ne ha paura Meglio di lui nessuno Mai ti potrà indicare Gli errori di noi tutti Che puoi e vuoi salvare Ascolta la sua voce Che ormai canta nel vento Dio di misericordia Vedrai, sarai contento Dio di misericordia Vedrai, sarai contento . Fabrizio De André . Fabrizio De André ha scritto questa canzone al rientro dal funerale di Luigi Tenco ed è a lui che questa è dedicata. .
mom Inviato 16 Gennaio 2022 Autore Inviato 16 Gennaio 2022 Inverno Come un seme il mio animo ha bisogno del lavoro nascosto di questa stagione. . Giuseppe Ungaretti
mom Inviato 17 Gennaio 2022 Autore Inviato 17 Gennaio 2022 Oggi, lunedì 17 gennaio, viene considerato da qualcuno il blue monday. Questa giornata è stata individuata da uno psichiatra nel 2005. Il medico ricercatore l’ha individuata considerando diverse cause: sensi di colpa per le troppe spese e abbuffate nel periodo delle feste, le giornate di gennaio sono, nel nostro emisfero, le più buie e fredde, e senso di inadeguatezza e ansia per il raggiungimento degli obiettivi. In realtà pare che questa giornata non sia altro che un ennesima occasione per fare marketing e sponsorizzare agenzie che propongono viaggi di sogno. Oggi è anche la giornata in cui si celebra la pizza. Se il termine inglese “blue” oltre al colore, sta a indicare uno stato d’animo malinconico e triste, la pizza, si posiziona esattamente al contrario perché evoca gioia e allegria e momenti di relax possibili per tutti e nell’immediato. 🙂
mom Inviato 18 Gennaio 2022 Autore Inviato 18 Gennaio 2022 Strenna :”… L'usanza delle strenne, deriva da Romolo. Avendo dato origine a quella che, all'inizio, non era che un piccolo centro abitato, e averla protetta cingendola con mura, gli abitanti, come simbolo di gioia e prosperità, regalarono al fondatore un grande fascio di rami verdi, provenienti da un bosco vicino dedicato alla dea Strenia, divinità di origine sabina; dea della fortuna e della potenza. Apprezzando il gesto dei concittadini, Romolo, volle che la cosa si ripetesse ogni anno, a ricordare la fondazione di Roma. Col tempo, si perse il significato originale dell'uso delle strenne. I romani, usavano scambiarsele il 1° del mese, ovvero, alle calende di gennaio. Le strenne, non erano che rami d'alloro e ulivo, all'epoca sacri, ornati da fichi e mele, per augurare un anno dal sapore dai quei frutti. Dalla dea Strenia, simbolo di prosperità, strenia divenne il nome di questa antica usanza. Un altro testo indica, invece, la verbena (Verbena officinalis) come prima strenna . Col tempo, il nome Strenia, si trasformò in strenna e, alloro, ulivo,mele e fichi, divennero doni di altro tipo, da scambiarsi il giorno di Natale. …” ( Enciclopedia Treccani). Usanze: Il giorno di Capodanno, i Sabini offrivano al Dio Giano un dolce simile al panforte toscano composto da datteri, fichi e miele chiamato Janual. Sempre in quella precisa giornata venivano iniziati tutti i lavori e le attività importanti perché si pensava che la cosa portasse fortuna e denaro. I sudditi di Tazio, re dei Sabini congiuntamente a Romolo, si scambiavano visite, doni e auguri. Guai invece a lanciare maledizioni!
mom Inviato 18 Gennaio 2022 Autore Inviato 18 Gennaio 2022 L’ albero nudo . Un albero secco fuori dalla mia finestra solitario leva nel cielo freddo i suoi rami bruni: Il vento sabbioso la neve e il gelo non possono ferirlo. Ogni giorno quell’albero mi dà pensieri di gioia, da quei rami secchi indovino il verde a venire. Wang Ya-Ping
mom Inviato 20 Gennaio 2022 Autore Inviato 20 Gennaio 2022 Tradizioni: Der was im Jänner geboren ist ( Chi è nato in gennaio): questo antico e tradizionale canto conviviale, già noto nel 1774, è molto conosciuto e ancora oggi viene intonato in coro nelle lunghe tavolate familiari e nelle Stube, osterie tipiche tedesche, austriache e ungheresi. Capita di sentirlo anche nelle regioni francesi confinanti e in Svizzera. La canzone inizia proprio invitando chi è nato nel mese di gennaio ad alzarsi in piedi e a brindare con i convitati. Seguirà il turno di coloro che sono nati in febbraio e cosi via scorrendo tutti i mesi e alzando il bicchiere ogni volta…fino a dicembre ( sperando di aver mantenuto un po’ di… lucidità!) 😁 . “Der was im Jänner geboren is, steh auf, steh auf, steh auf, da steht a Glasel Wein auf dem Tisch, trink aus, trink aus, trink aus. Wer jetzt im Jänner geboren ist, steh auf, steh auf, steh auf, do steaht a Glasel Wein auf dem Tisch, trink aus, trink aus, trink aus. Dann zog er in Frieden, in Frieden nach Haus (Segue: Wer jetzt im März, Mai, Juni etc.) Ernst Anschuetz Traduzione : Chi è nato in gennaio, si alzi, si alzi, si alzi, c'è un bicchiere di vino sul tavolo, bevilo, bevilo, bevilo. Chi adesso è nato in gennaio, si alzi, si alzi, si alzi, c'è un bicchiere di vino sul tavolo, bevilo, bevilo, bevilo. Poi se ne va in pace, in pace a casa. (Segue: Chi adesso è nato in febbraio, marzo, ecc.) » . Nota: Per chi fosse interessato ad avere info più dettagliate e filologiche rimando a questo ottimo link: https://www.museosanmichele.it/apto/schede/der-was-im-janner-geboren-ist/ . Tutti gli altri sono invitati all’ascolto… vi regalerà qualche minuto di buon umore. .
LUIGI64 Inviato 20 Gennaio 2022 Inviato 20 Gennaio 2022 Le stagioni umane Quattro stagioni fanno intero l'anno, quattro stagioni ha l'animo dell'uomo. Egli ha la sua robusta Primavera quando coglie l'ingenua fantasia ad aprire di mano ogni bellezza; ha la sua Estate quando ruminare il boccone di miel primaverile del giovine pensiero ama perduto di voluttà, e così fantasticando, quanto gli è dato approssimarsi al cielo; e calmi ormeggi in rada ha nel suo Autunno quando ripiega strettamente le ali pago di star così a contemplare oziando le nebbie, di lasciare le cose belle inavvertite lungi passare come sulla siglia un rivo. Anche ha il suo Inverno di sfiguramento pallido, sennò forza gli sarebbe rinunciare alla sua mortal natura. (John Keats) 1
mom Inviato 21 Gennaio 2022 Autore Inviato 21 Gennaio 2022 Etimologia: L'area su cui sorge Rio de Janeiro venne raggiunta il 1º gennaio del 1502 da esploratori portoghesi nel corso di una spedizione, guidata da Gaspar de Lemos, che comprendeva anche l'italiano Amerigo Vespucci. Poiché gli europei inizialmente credettero che la Baia di Guanabara fosse la foce di un fiume, la chiamarono di fatto "Rio de Janeiro" (ossia "fiume di gennaio" in portoghese). Gli Indios di etnia Tupiche abitavano la baia di Guanabara chiamarono i nuovi arrivati carioca (kara' iwa = uomo bianco e oka = casa, da cui carioca = casa dei bianchi). (Wikipedia).
mom Inviato 22 Gennaio 2022 Autore Inviato 22 Gennaio 2022 Proust e la madeleinette : Freddo gennaio 1909: il giovanissimo Marcel Proust, cagionevole di salute, tornando da una passeggiata, cedette alle insistenze della mamma e accettò di fare merenda bevendo una benefica tisana di tiglio nella quale inzuppò dei biscotti a forma di conchiglia. Quel particolare sapore lo riportò a un ricordo specifico e questo folgorante momento, riportato anni dopo nella sua Recherche, è rimasto il simbolo della memoria involontaria e uno dei passi più celebri della letteratura francese del ‘900. . « Un jour d’hiver, comme je rentrais à la maison, ma mère, voyant que j’avais froid, me proposa de me faire prendre, contre mon habitude, un peu de thé. Je refusai d’abord et, je ne sais pourquoi, me ravisai. Elle envoya chercher un de ces gâteaux courts et dodus appelés Petites Madeleines qui semblent avoir été moulés dans la valve rainurée d’une coquille de Saint-Jacques. Et bientôt, machinalement, accablé par la morne journée et la perspective d’un triste lendemain, je portai à mes lèvres une cuillerée du thé où j’avais laissé s’amollir un morceau de madeleine. Mais à l’instant même où la gorgée mêlée des miettes du gâteau toucha mon palais, je tressaillis, attentif à ce qui se passait d’extraordinaire en moi. […] Et tout d’un coup le souvenir m’est apparu. Ce goût c’était celui du petit morceau de madeleine que le dimanche matin à Combray […] ma tante Léonie m’offrait après l’avoir trempé dans son infusion de thé ou de tilleul La vue de la petite madeleine ne m’avait rien rappelé avant que je n’y eusse goûté […]. Mais, quand d’un passé ancien rien ne subsiste, après la mort des êtres, après la destruction des choses, seules, plus frêles mais plus vivaces, plus immatérielles, plus persistantes, plus fidèles, l’odeur et la saveur restent encore longtemps, comme des âmes, à se rappeler, à attendre, à espérer, sur la ruine de tout le reste, à porter sans fléchir, sur leur gouttelette presque impalpable, l’édifice immense du souvenir. Et dès que j’eus reconnu le goût du morceau de madeleine trempé dans le tilleul que me donnait ma tante […] aussitôt la vieille maison grise sur la rue, où était sa chambre, vint comme un décor de théâtre […] et avec la maison, la ville, la Place où on m’envoyait avant déjeuner, les rues où j’allais faire des courses depuis le matin jusqu’au soir et par tous les temps, les chemins qu’on prenait si le temps était beau […] et les nymphéas de la Vivonne, et les bonnes gens du village et leurs petits logis et l’église et tout Combray et ses environs, tout cela qui prend forme et solidité, est sorti, ville et jardins, de ma tasse de thé. » Marcel Proust: « Combray », Du coté de chez Swann, À la Recherche du temps perdu.
mom Inviato 23 Gennaio 2022 Autore Inviato 23 Gennaio 2022 Oggi, 23 gennaio 2022, La Settimana Enigmistica , frutto di un’ardita iniziativa del nobile sardo, Giorgio Sisini e continuata dai suoi discendenti, compie 90 anni. È la rivista che vanta più tentativi di imitazioni ma, alla fine è sempre lei che vince. I suoi cruciverba (di Bartezzaghi in testa), i suoi rebus, i quesiti della Susy, del Corvo Parlante e dei vari ispettori, le rubriche come “Forse non tutti sanno che…” e tante altre, hanno tenuto e tengono compagnia a milioni di lettori generando anche divertenti e appassionanti sfide e confronti tenendo allenata la mente e la memoria di tanti lettori. Una maniera intelligente anche per diffondere cultura e ricchezza di lessico. Segnalo un articolo del Corriere della sera sulla sua storia molto completo e interessante: https://www.corriere.it/tecnologia/22_gennaio_22/settimana-enigmistica-compie-90-anni-storia-passatempo-piu-popolare-sempre-9d983000-7b0d-11ec-bb07-072210d17db2.shtml
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