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Melius Club

Il mercato della musica


OLIVER10

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Inviato

A parte l’amazzone, i miei pusher sono due negozi, uno di Gallarate e uno di Torino.

Preferirei prendere sempre in negozio, ma, da quando sono in pensione, non vado più regolarmente a Torino per lavoro … mi è più comodo Gallarate.

In compenso a Torino ci vado per qualsiasi guasto audio, è lì la mia persona di fiducia 

Inviato

Il bello del supporto fisico era girare, entrare in negozi spulciare.

lo streaming ha preso il sopravvento bisogna pero’ posare il telecomando una volta che si e’ scelto un disco da ascoltare.

Richiede autocontrollo e disciplina d’ascolto altrimenti diventano sessioni zibaldone senza ne’ capo ne’ coda. Io cerco da qualche tempo di scrivere in una sorta di diario cio’ che andro’ ad ascoltare la sera in streaming per avere un repertorio ben assortito e mai interrotto.

a volte riesco a volte no.

questo e’ il guaio delle streaming.

agli antipodi il vinile: una volta che hai messo giu’ la puntina e’ fatta

Inviato

Personalmente avendo cominciato con le cassette e poi i CD mi piace ancora infilare qualcosa dentro lo stereo.

Lo streaming lo faccio per sentire cose nuove , se poi mi piacciono compro il CD.

 Ultimamente nel mio negozio di riferimento i dischi sono predominanti , mi  dispiace perché il titolare alla lunga diventa un amico e conosce i tuoi gusti quanta musica ho ascoltato e scoperto grazie a lui.

Inviato

@dissonante Mi trovi perfettamente in accordo, aggirarsi per un negozio, parlare con gente che veramente ha passato una vita consigliando e ascoltando musica e il più delle volte ha un immensa cultura musicale. Vedere fisicamente il packaging dei vari CD o Dischi è un'esperienza che in internet non si può avere ed anche le difficoltà che una volta c'erano nel trovare certi album tra gli scaffali dei vari negozi, regalava delle emozioni che fanno parte di questo mondo.

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Inviato
3 ore fa, Look01 ha scritto:

parlare con gente che veramente ha passato una vita consigliando e ascoltando musica e il più delle volte ha un immensa cultura musicale

 


......non ha prezzo!!

  • Thanks 1
Inviato

@dissonante @Look01 Mi pare che abbiate trovato il punto essenziale, la chiave per capire la differenza di quello che è andato perso, con i negozi, e lo svantaggio dello streaming in questo senso.

Andare per negozi, parlando con vecchi esperti, magari pensionati che passavano lunghe ore in negozio solo per parlare con qualcuno più che per acquistare, era una “palestra di vita” e “di cultura” impagabile.

Lo scambio di opinioni di persona mi faceva capire quasi subito, anche se ero un ragazzo, se chi avevo davanti era persona esperta ed affidabile, oppure un “ciarlatano” che parlava senza sapere quello che diceva. Bastava guardare negli occhi quella persona, ascoltare il modo con cui parlava, la voce, le parole usate, le espressioni del volto...

Tutto questo è andato perduto con i Social... con i leoni da tastiera, i guru di internet e gli influencer... che dal vivo non “gli avresti dato una lira”, e avresti pensato fra te “ma guarda un po’ questo povero infelice, questo povero grullo... da lasciar perdere subito”, che sul Web sono diventati profeti e hanno fatto addirittura soldi a palate!

Quindi quello che succede riguarda non solo la musica registrata e i negozi di dischi, ma la “vita” di questi ultimi anni in tutti i suoi aspetti.

In qualche maniera però, proprio perché alcuni di noi sono già esperti, il web, lo streaming, i mercatini digitali per acquistare dischi e cd usati, possono essere assolutamente godibili.

Perché per apprezzare davvero lo streaming, bisogna avere una chiave di navigazione valida...se no ci si perde...

Se in possesso di questa chiave ecco che internet, lo streaming, i mercatini digitali, diventano modi diversi di provare lo stesso piacere per il nostro hobby, per le nostre passioni, in maniera diversa e con strumenti diversi, certo, ma lo stesso piacere.

 

Inviato

Ricordo che negli anni '90 comperavo, come tutti, gran copia di CD.
Avrei dovuto capire, dalla fatica immensa che facevo per trovare ciò che m'interessava, che il mio futuro era segnato. Diciamo che già all'epoca ero pochissimo allineato. Ho sempre avuto una venerazione, giusto per dire, per il cantautore brasiliano Chico Buarque De Hollanda, al quale devo la piega che prese, ad un certo punto, la mia cultura musicale, e del quale ancora, a distanza vent'anni, acquisto i vinile; be' ne acquistavo a carissimo prezzo i CD (AAD) presso fornitissimi negozi di CD a Bergamo e Milano, che naturalmente non avevano quelli di Chico Buarque (manco dipinti). Il gestore di uno di questi negozi, molto carinamente, me li ordinava quando avevo accumulato abbastanza risparmi per acquistarne almeno due; dopodiché li andavo a ritirare a sei/sette mesi dall'ordine. 'Sta menata è andata avanti qualche anno.
Quando è partito su scala planetaria il commercio in Rete, ho trovato ogni cosa, presto e bene, ed i miei problemi sono finiti. 

Parliamoci chiaro, se ho la fortuna (perché la considero una grande fortuna) di poter ascoltare certe meraviglie viniliche che ancora oggi vengono prodotte, devo ringraziare il commercio in Rete e benedirlo con l'acqua santa.

Alberto.

 

Inviato

ho iniziato a comprare i vinili nei magazzini standa ma stiamo parlando dei 70, poi sempre negozi super forniti ed ascolti preventivi in radio o per passaparola o tramite riviste specializzate. Mi manca questo modo di comprare, uscire per negozi e parlare con i gestori e gli appassionati. A torino c'erano un bel numero di negozi, la ghironda, caligaris, rock and folk, ed altri ancora. Ora è tutto più facile, informarsi ascoltare e comprare basta un click.

Inviato

mai comprato musica da mediaworld e feltrinelli. Per fortuna sono di Roma e qui negozi di dischi non mancano per fortuna anche per i dischi di etichette audiofile. Ma mi rendo conto che per chi abita fuori città è più complicato purtroppo.

Inviato

Il MW più vicino ce l'ho a Trento e non ci vado da un po', non saprei portare testimonianza dello scaffale cd.
Sicuramente la Trony a Rovereto qualche mese fa stava dismettendo l'ultimo corner rimasto ed è stata l'occasione per trovare una interessante incisione del coro della S.A.T. (per chi non conoscesse, formazione di sole voci maschili, prevalentemente con repertorio alpino), per quell'occasione (a cavallo tra '80 e '90) con le armonizzazioni di Arturo Benedetti Michelangeli.

Il mio punto di riferimento come negozio fisico di cd e vinili è da sempre Diapason di Rovereto (ciao Diego!) che dopo una iniziale apparente cessione a terzi, pare ci farà ancora compagnia (e che compagnia, una vera bibbia in fatto di musica!) fino ai primi mesi dell'estate.

La cosa più appagante è proprio entrare in un negozio di quelli in cui il momento della ricerca e dell'acquisto diventa anche un momento di scambio chiacchiere e culturale: non solo nulla può fare Amazon in questo senso, ma pure taluni altri negozi, pur fisici, che vendono cd come fossero paia di scarpe.

E nel frattempo il Compact Disc, è uscito anche dal paniere ISTAT con l'ultimo aggiornamento...

Inviato

Secondo me, non bisogna vivere la mancanza di punti vendita come una cosa a se stante.

La diminuzione o quasi estinzione dei posti fisici dove si compra è legata al fatto che la musica oggigiorno non è così importante (per tantissima gente) come lo era una volta.

Spesso viene usata come sottofondo, non come espressione culturale e piacere emozionale che apre la mente.

La musica mi ha salvato la vita, in tante occasioni, ma ora sono pochissimi gli artisti che non fanno commercialcavolate e oltretutto molti non sono più giovani.

E le novità fuori dal coro vengono quasi sempre dai giovani, in questo campo.

Ho il massimo rispetto di chi lo fa per lavoro e vuole viverci, ma qui diventa un discorso di cosa produci per vivere, infatti non rispetto chi si vende per portare a casa da mangiare.

Inviato
21 ore fa, mozarteum ha scritto:

Richiede autocontrollo e disciplina d’ascolto altrimenti diventano sessioni zibaldone senza ne’ capo ne’ coda

Mi ricordo di mio cugino, quando eravamo ragazzi, che aveva un hard-disc zeppo di giochi piratati per PC: avviava il gioco, guardava la presentazione con la bava alla bocca e poi ci giocava si e no una 30 minuti, prima di passare al gioco successivo.

Mi dava del pirla perchè compravo giochi originali, però non capiva che io mi gustavo molto di più i giochi: mappe, custodie colorate, libretti di istruzioni ecc... e  non ne compravo mai un altro prima di terminare quello a cui stavo giocando.

.

Ecco: lo streaming mi ricorda un pò quel mio cugino... 😉

 

Inviato
21 minuti fa, raf_04 ha scritto:

Ecco: lo streaming mi ricorda un pò quel mio cugino... 😉

Sì hai ragione secondo me, succede anche a me pur essendo un appassionato e uno che vive l'ascolto come un'esperienza a pieno titolo, succede anche a me, con la liquida e soprattutto la sua declinazione online, di essere preso dalla tentazione di ascoltare laqualunque ancora prima di terminare l'ascolto che sto facendo in quel momento.

Per fortuna m'è rimasto (poco) senso critico e appunto autocontrollo, che dominano la situazione e fanno sì che l'ascolto rimanga consapevole. Ma la tentazione ogni tanto indubbiamente c'è.

E non nascondo che è uno dei motivi per cui mi succede di utilizzare ancora i cd: magari in streaming trovo in meno tempo anche la versione hires, ma infilare il cd e "lasciarlo terminare" mi restituisce appunto quella consapevolezza e pienezza d'esperienza che lo streaming mi fa mancare, soprattutto perchè a volte, volendo ampliare i propri orizzonti, possono capitare anche ascolti non facili, che magari richiedono più sessioni per essere compresi: non farsi prendere dalla tentazione del click è anche un modo per costringermi a guardare oltre il mio naso, in fatto di gusti e abitudini musicali.

Inviato

@raf_04

Quello che mi piace e considero un arricchimento è potere quando ascolto un CD informarmi ,in questo caso trovo comodissimo internet, sul cantante o anche sui musicisti che nella copertina sono citati . Conoscere la loro storia, conoscere se possibile il perché questo disco è stato pubblicato.

 

  • Moderatori
Inviato

Non lo darei per spacciato il supporto fisico. Neil Young (anche se per un motivo diverso) ha aperto la strada ad altri artisti che hanno preso la palla al balzo per togliere i loro diritti a Spotify (altri seguiranno..).

Le royalties che pagano agli artisti  queste app è ridicolo rispetto a quello che incassano ( il proprietario di Spotify è uno degli uomini più ricchi del mondo ) .  Gli amanti della app di questo passo potrebbero trovarsi con un palmo di naso da qui a qualche anno. 

Inviato

@marillion

No: i titolari della app diventeranno presto anche produttori e ci sarà la fila dei giovani per farsi scritturare. 

  • Moderatori
Inviato

@dissonante Perdonami ma ho qualche dubbio sulle tue certezze. Tant'è che dati alla mano stanno risalendo a livello mondiale anche le vendite dei cd e sono riuscite persino le audiocassette. 

Il collezionismo esisterà sempre.

Poi la fila per cosa? vatti a vedere quanto pagano le varie app agli artisti.

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