Questo è un messaggio popolare. analogico_09 Inviato 6 Marzo 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 6 Marzo 2022 Il 4/3/2022 at 23:49, diego_g ha scritto: per me la classica può comunicare tutto, ma non l'orrore puro, la durezza, l'insensatezza, la cupa violenza della guerra. Nella classica tutto è cerebrale, artefatto (nel senso buono), mediato, pieno di talento, di studio nel voler ricreare un certo clima: ma tutta questa applicazione è lontana dal sangue, dalle macerie, dalle esplosioni e dagli sguardi vuoti di chi rimane e pazzi di chi combatte. Insomma, sa troppo di rappresentazione. Tutte le arti, compresa la musica, ogni genere musicale, dal "colto" al "popolare", sono "artefizio", "rappresentazione" della realtà. Ma non finisce qui.., non è solo "oleografia". L'arte tutta, le musiche tutte che sono una sola musica, attraverso il rituale della rappresentazione trasfiguratrice la stessa diventa urgenza esistenziale, estetica, metafisica, poetica, visonaria, preveggente, "incarnatrice", non di meno "reale" della realtà stessa. La musica classica, come il rock, come tutte le musiche popolari, di tutto il mondo, porta nelle sue rappresentazioni anche il senso intimamente "vissuto" del "sangue", del dolore, dello strazio della guerra. Abbiamo già postato alcuni esempi di musiche classiche "sangunanti" e altre più "decorative".., vorrei condividere un'opera del novecento che amo molto, la cui intensità espressiva, così drammatica e profonda, fa dimenticare all'ascoltatore attento e disposto a lasciarsi afferrare dalla sue "spire", che in fondo realtà e finzione collimano, forse anche colludono, di sicuro non si ignorano... La tirannia porta sempre in se il segno della guerra. Guerra morale e guerra materiale. La limitazione della libertà è una guerra che si scatena all'interno della società civile. La pena di morte è una guerra. Alla notizia delle leggi antisemite varate dal fascismo Luigi Dallapiccola compose i "Canti di prigionia". per coro e strumenti Tre canti di tre condannati a morte: Preghiera di Maria Stuarda; Invocazione di Boezio; Congedo di Girolamo Savonarola Ricorro ai "sacri" testi dei dotti che ne sanno di più di noi... ""I Canti di prigionia furono composti tra il 1938 e il 1941 da Dallapiccola, il quale così si espresse sulla loro genesi: «Stavo lavorando alla mia prima opera Volo di notte quando presero a circolare strane voci che il fascismo potesse dare il via, dopo l'esempio hitleriano, ad una campagna antisemita... Avrei voluto protestare, ma insieme sentivo che ogni mio gesto sarebbe stato vano. Solo attraverso la musica avrei potuto esprimere la mia indignazione... Proprio in quei giorni avevo terminato la lettura della "Maria Stuarda" di Stefan Zweig in cui avevo scoperto una breve preghiera scritta dalla regina negli ultimi anni di carcere. Tuttavia un solo brano mi sembrava troppo poco per esprimere completamente la mia protesta. Dovevo cercare altri testi, di altri prigionieri famosi». In tal modo nacque il trittico di Dallapiccola, formato dalla Preghiera di Maria Stuarda (O domine Deus! Speravi in Te) per voci miste e strumenti, dall'Invocazione di Boezio (Felix qui potuit boni fontem visere lucidum) per voci femminili e strumenti, dal Congedo di Girolamo Savonarola (Premat mundus, insurgant hostes, nihil timeo) per voci miste e strumenti. Si tratta di canti intensamente drammatici, lanciati come ultimo messaggio da tre prigionieri condannati a morte e in un certo senso traslati alla tragica esperienza vissuta dai popoli europei negli anni '38-'41. Essi appartengono alla cosiddetta protest-music, nella quale i valori della Resistenza hanno trovato la loro più significativa esaltazione estetica. Un complesso strumentale formato da 2 pianoforti, 2 arpe, 6 timpani, xilofono, vibrafono, campane e batteria, si associa alle voci del coro creando un paesaggio sonoro a volte cupo e «senza luce» (come indica il compositore), scosso da brividi e sussulti drammatici e dissolto in stellari atmosfere timbriche; illuminato altre volte dal penetrante lirismo del filo delle voci che cantano a bocca chiusa; pieno di echi persistenti e freddi delle campane e pervaso, come da un nerbo centrale, dal minaccioso e ammonitore Dies Irae gregoriano: quattro note che si prolungano in serie dodecafoniche per costruire una specie di controtema seriale."" https://www.flaminioonline.it/Guide/Dallapiccola/Dallapiccola-Cantiprigionia.html 2 1
ascoltoebasta Inviato 6 Marzo 2022 Inviato 6 Marzo 2022 In questo brano dei Mèsèglise, band Emiliana, il protagonista "caporale Milt" a differenza del "Piero" deandreiano riesce a sopravvivere e a raccontare......
analogico_09 Inviato 6 Marzo 2022 Inviato 6 Marzo 2022 Vivaldi compose perfino un Oratorio "sacro-militare"... Juditha Triumphans - Devicta Holofernis Barbarie Coro iniziale: Chorus Militum - Arma, Caedes, Vindictae, Furores ... non si potrà certamente dire che il "prete rosso" non abbia saputo rappresentare con grande realismo attraverso l'arte dei suoni i guerreschi clamori... in questo caso "eroici"...
mozarteum Inviato 6 Marzo 2022 Autore Inviato 6 Marzo 2022 Leggete i commenti sotto il filmato su you tube
analogico_09 Inviato 6 Marzo 2022 Inviato 6 Marzo 2022 @mozarteum Meraviglioso il Brahms, non conoscevo questo "canto del destino", nella prima parte mi sembra sentire nel coro il "colore" e laprofondità espressiva del Requiem Tedesco, con qualche dissonanza "clandestina" che precede il cambiamento di climax espressivo. C'è una ragione specifica, "storica", letteraria, per la quale il brano sia associabile alla guerra, a parte l'intrinseca , dolente espressione musicale?
mozarteum Inviato 6 Marzo 2022 Autore Inviato 6 Marzo 2022 L’ultima strofa del testo si accorda ai tempi…
analogico_09 Inviato 6 Marzo 2022 Inviato 6 Marzo 2022 La visonarietà ipertrofica e debordante ma vitale di Kusturiza e di Bregovich.., un modo paradossale e grottesco per raccontare per immagini e musiche, fingendo di "nasconderla", la tagedia della guerra dei Balcani... Altro registro del tragico.., altra musica che sembra diegetica, si confonde con i rumori della realtà... 14 minuti fa, mozarteum ha scritto: L’ultima strofa del testo si accorda ai tempi… Grazie, poi lo cerco.
Gaetanoalberto Inviato 6 Marzo 2022 Inviato 6 Marzo 2022 @Bazza Mi hai fregato il brano, avevo il link pronto
Grancolauro Inviato 6 Marzo 2022 Inviato 6 Marzo 2022 L’opera di un russo scritta per ricordare le vittime dei totalitarismi 1
analogico_09 Inviato 6 Marzo 2022 Inviato 6 Marzo 2022 In quegli anni si conviveva in stati di guerra pressochè continui... L'eclettico musicista olandese Jacob Van Eyck, compositore e polistrumentista, ci ha lasciato numerose composizioni anche per flauto solo strumento del quale era specialista. Tra le tante ce n'è una dedicata alla guerra, una musica onomatoperica, imitativa dei "rumori" e altri fragori della battaglia, una sorta di "suite" dove ogni "quadro" rappresenta un momento della tenzone con tanto di titolo didascalico "declamato" dallo stesso strumentista. Batali - per solo flauto dolce o dritto, o a becco... Quasi un divertissment che sembra facile ma .. non è difficile.., è altamente virtuosistico. Peccato che nel tubo non sia presente la storica ed immortale esecuzione di Frans Bruggen. Ma è pregevole anche anche quella di Marion Verbruggen che mi appresto a condividere (se non fosse per quella "Ver" iniziale del cognome.., avevo avuto un'illusione ottica... 😄 )
minollo63 Inviato 6 Marzo 2022 Inviato 6 Marzo 2022 Prima rara versione dell’82, secondo me più bella e drammatica di come sarebbe diventata qualche anno più tardi... Ciao 🏳️🌈 Stefano R.
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