Questo è un messaggio popolare. emiliopablo Inviato 28 Marzo 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 28 Marzo 2022 La compresenza nel mio impianto di un Ref.75 e un VT100 mk3 mi offre l’occasione per parlare di finali AR. Dopo tanti anni trascorsi col Ref.110 e un serrato ascolto del Ref.150SE, volevo condividere qualche personale opinione su queste splendide macchine che assecondano e completano la vocazione dei loro pre a una ricostruzione scenica monumentale, pur se con le loro peculiari caratteristiche. Il Ref75, recensito entusiasticamente da Stereophile, resta probabilmente il finale più trasparente di AR. Circuitazione semplice, solo due coppie di valvole in push pull. Se vi bastano i watt e i vostri diffusori sono un carico facile, difficile trovare di meglio. Già a basso volume ha una definizione e un contrasto notevoli, che crescono e illuminano l’ambiente al crescere del volume. Per trovare qualcosa di simile, occorre scomodare un autentico campione di trasparenza come il Pass XA25, ma lo spessore della gamma bassa espressa dal Ref75 e l’organicità e coerenza con cui si lega alla media, nel Pass resta solo un’intenzione. Collegando il VT100 mk3, si colgono maggiormente quegli oscuri rinforzi ambientali rispettati dal tono caldo del finale, che riescono a rendere l’evento live in tutta la sua drammaticità. Con grande facilità il VT100 mk3 trasforma l’ambiente domestico nell’ambiente dell’evento. Inutile negarlo, anche l’estetica del suono Audio Research ha gradualmente sposato quella ineluttabile tendenza dei costruttori all’accentuazione dei parametri di trasparenza, micro contrasto e “neutralità”. A mio avviso, a discapito della capacità di coinvolgimento emotivo delle elettroniche. Questa sensazione di un suono riverberante di armoniche, affilato e luminoso da poter toccare con mano i protagonisti, l’ho avuta in particolare all’ascolto del Ref150SE. Ma il tutto come se fosse “sotto vuoto spinto”. È come se tutta quell’aria, quegli orizzonti infiniti disegnati da un finale come il Ref. 110 fosse stata qui prosciugata. La mediazione ambientale in cui si dispiegano le onde sonore sembra ridotta all’essenziale per dare il massimo risalto al timbro e corpo degli strumenti, cangianti e reverberanti come di vita propria nella sala d’ascolto a pochi passi dal punto d’ascolto. Alzando il volume col VT100 mk3 o col Ref.110 la timbrica resta ancorata a solide fondamenta e l’impatto dinamico è di quelli che lascia il segno, ma la sensazione è che ci sia sempre tanta aria nella propria stanza che finisce con ospitare l’ambiente dove è stato registrato l’evento prima ancora dei protagonisti. L’onda sonora si dispiega in un ambiente virtuale che non viene illuminato a giorno sì da perdere identità e credibilità. I protagonisti sono avvolti da quell’aria fine che trasporta le armoniche espandendosi in tutte le direzioni con decadimenti infiniti. Chi conosce AR, sa di cosa parlo. Profanare quell’aria per metter a nudo le corde d’acciaio di una chitarra acustica significa perdere irrimediabilmente qualcosa in termini di informazione ambientale per indulgere in dettagli iper realistici e, soprattutto rischiare lo sbilanciamento timbrico a volumi più impattanti. Non intendo fare classifiche e le differenze esposte sono volutamente accentuate per far meglio comprendere cosa può offrire il mondo AR. Ciascuna di queste macchine lascia quella meravigliosa sensazione di suono appagante, ma nessuna, a mio avviso, compendia e migliora tutte le altre, nessuna è in grado di farvi completamente dimenticare le altre. E questo è il più grande complimento che si possa fare a AR e questo è perchè sono elettroniche ancora molto ricercate e attuali. Trovare lo sweet spot giusto per il proprio gusto e ambiente è una scelta personale e difficile (lo dice uno che forse non si deciderà mai tra il Ref75 e il VT100). Spero solo che queste considerazioni possano dare un piccolo aiuto. 13 4
diego_g Inviato 28 Marzo 2022 Inviato 28 Marzo 2022 Bravissimo! trovo che sia una dote bella usare le giuste parole, le giuste metafore, associando le sensazioni ricavate da campi sensoriali diversi per aiutarci a capire leggendo quello che si può solo capire ascoltando. . Penso che questa ricchezza espressiva ormai manchi un po' troppo al nostro hobby e mi dispiace un po' per chi festeggia per questa scomparsa, accontentandosi di modalità espressive eccessivamente basiche, in ultimo incapaci di comunicare le sfumature. . Scusate l'OT... 1
Monisi Inviato 29 Marzo 2022 Inviato 29 Marzo 2022 Sono d’accordo... Grazie, è un piacere leggerti, perché la tua qualità di scrittura è messa al servizio della possibilità comunicativa dell’esperienza di ascolto e dei tuoi gusti (sui quali sono solidale). Molto adatta la distinzione tra artificioso (per forza di cose), iperrealismo e ascolto della musica che suona in un ambiente con tutta la complessità , scolpitura e articolazione del messaggio acustico trasmesso. Grazie per le foto del bell’ambiente e… i tuoi diffusori? 🤗
verdino Inviato 29 Marzo 2022 Inviato 29 Marzo 2022 @emiliopablo È un piacere leggerti, la tua passione traspare tra le righe che hai scritto nella nostra lingua italiana, senza attingere aggettivi e vocaboli da altre lingue straniere o antiche. Un grazie particolare da chi, come me, nutre ammirazione per il marchio Audio Research. 1
Mxcolombo Inviato 29 Marzo 2022 Inviato 29 Marzo 2022 @emiliopablo Grazie per avere condiviso le tue impressioni. Ho un Ref 110 (abbinato al Ref3 e ref phono) e ho avuto modo di confrontarlo al ref75. Quanto scrivi è in linea con quanto ho riscontrato a suo tempo e mi ha portato a preferire il primo al secondo. Il maggior impatto dinamico del ref110 era ed è decisamente gradito dalle mia care Quad 2095. Mi piacerebbe riprovare il ref75 con le Jamo r909 che da qualche mese alterno alle Quad. Chissà se mi ricapiterà l’occasione.
giggione Inviato 29 Marzo 2022 Inviato 29 Marzo 2022 sono curioso di vedere e sentire i nuovi audio research di TWS enterprise di trent suggs,vediamo se riesce ad avvicinarsi al suono pre fine sounds
emiliopablo Inviato 29 Marzo 2022 Autore Inviato 29 Marzo 2022 @Monisi Acapella High Harlekin, 75kg cad. 90db su 8ohm, impedenza estremamente lineare, sospensione pneumatica, crossover separato. Vanno con una manciata di watt, ma quando c’è da menare le mani, ci vanno giù pesante. 2
Phil966 Inviato 23 Luglio 2022 Inviato 23 Luglio 2022 @emiliopablo Che ne pensi Emilio della serie Classic?
emiliopablo Inviato 23 Luglio 2022 Autore Inviato 23 Luglio 2022 @Phil966tutt il bene di questo mondo … 😅 il Classic 30 se ti bastano quei 30 watt resta una delle macchine più riuscite di AR … semplicità, trasparenza, immediatezza comunicativa … i finali AR a 4 valvole in genere sono una garanzia (occhio sempre al corretto interfacciamenti perché per forza di cose sono a bassa potenza): dal D79, al Classic30, al V35 al VT60 fino al Ref75 … hanno lasciato un segno nel cuore degli appassionati. AR e non solo e guarda caso sono ancora tra i finali più ricercati di AR. Nel Classic 30 c’è tutta la filosofia è il grande suono AR … se la potenza è quella giusta per il tuo combo diffusori ambiente, revisionato, rivalvolato e regolato di bias, resta un finale definitivo 2
goldeye Inviato 23 Luglio 2022 Inviato 23 Luglio 2022 Io ho dal 2004 un finale ARC ma a stato solido,il D300. Pre sempre ARC prima le varie versioni del 2 da molti anni il 25 con 4 Siemens NOS. Soddisfatto
Phil966 Inviato 23 Luglio 2022 Inviato 23 Luglio 2022 @emiliopablo Grazie, Classic 60/V70 perdono un po’ della magia?
emiliopablo Inviato 23 Luglio 2022 Autore Inviato 23 Luglio 2022 @Phil966 non direi. Il D70 dovrebbe essere anche lui un 4 valvole d’impotenza. Dico solo che le 4 valvole rispetto agli 8 - 12 o 16 valvole sono un pelo più trasparenti (e meno problematici da regolare) … questo li rende immediatamente più accattivanti anche per chi non è addentro al suono AR … ma un classic 60 è comunque tanta roba … più lussureggiante come il VT100 perdona meno le sbavature dell’ambiente … se tutto è tirato senza rinforzi o code sono una goduria … 1
Membro_0020 Inviato 23 Luglio 2022 Inviato 23 Luglio 2022 @emiliopablo condivido pienamente quanto affermi, in particolare in relazione al minor numero possibile di dispositivi usati in parallelo per avere un suono “migliore” (secondo i miei gusti). Con quali diffusori sfrutteresti al meglio il Ref.75 ?
bic196060 Inviato 23 Luglio 2022 Inviato 23 Luglio 2022 Personalmente ho preferito il d70 al classic30 e non per la potenza. In ogni caso due grandi finali e dei veri classici. Comunque è IMO una regola generale che un finale a valvole che vada oltre i 70w, potenza di un classico pus pull di 6550, perderà qualcosa sul fronte della musicalità.
emiliopablo Inviato 23 Luglio 2022 Autore Inviato 23 Luglio 2022 @goldeye non conosco il finale ma leggendo le specifiche è un bel l’oggetto in cui sicuramente AR avrà cercato di replicare il suono dei suoi valvolari 1
emiliopablo Inviato 23 Luglio 2022 Autore Inviato 23 Luglio 2022 @Collegatiper tenuto conto delle regole basilari di compatibilità col diffusore (in generale trovo che i finali AR lavorino meglio sugli 8ohm rispetto ai 4 Ohm) diventa una questione e di gusti. A me piacciono molto i diffusori con woofer dai 25cm a salire, li preferisco ai piccoli woofer in parallelo per quella capacità di assecondare la musicalità e trasparenza della valvola. Detto questo, io mi trovo molto bene con le Acapella High Harlekin. Un match che vedrei bene è con le grandi BBC inglesi (Spendor sp100r2, Harbeth 40.1 o .2,:Graham ecc), ma anche B&W 804 e 803, Tannoy Canterbury … inosmma, a patto di non voler sonorizzare saloni regali, si può osare un po’ con tutto.
diego_g Inviato 23 Luglio 2022 Inviato 23 Luglio 2022 2 ore fa, bic196060 ha scritto: Comunque è IMO una regola generale che un finale a valvole che vada oltre i 70w, potenza di un classico pus pull di 6550, perderà qualcosa sul fronte della musicalità. Però il D-115, che eroga circa 100 W/canale, è di musicalità indiscutibile. Offre un suono che definirei rigoglioso, forte, ricco di nuance, avvolgente.
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