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Finali Audio Research …


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1 ora fa, emiliopablo ha scritto:

tenuto conto delle regole basilari di compatibilità col diffusore (in generale trovo che i finali AR lavorino meglio sugli 8ohm rispetto ai 4 Ohm) diventa una questione e di gusti. A me piacciono molto i diffusori con woofer dai 25cm a salire, li preferisco ai piccoli woofer in parallelo per quella capacità di assecondare la musicalità e trasparenza della valvola. Detto questo, io mi trovo molto bene con le Acapella High Harlekin. Un match che vedrei bene è con le grandi BBC inglesi (Spendor sp100r2, Harbeth 40.1 o .2,:Graham ecc), ma anche B&W 804 e 803, Tannoy Canterbury …

inosmma, a patto di non voler sonorizzare saloni regali, si può osare un po’ con tutto. 

Eccellenti le Harlekin…poi le High andranno ancora meglio…

Ma il Ref 75 in che classe di funzionamento lavora?

cosa pensi del Ref. 80 attuale?

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@Collegatiper secondo le info ufficiali pubblicate da AR:

 

Lo stadio di ingresso utilizza JFET ad accoppiamento diretto con uno stadio driver basato su due doppi triodi 6H30, uno per guadagno di tensione e uno come cathode-follower. L'accoppiamento dello stadio di uscita è una combinazione di topologia ultralineare e "parzialmente accoppiata al catodo" tipica di ARC, che l'azienda sostiene produca un suono migliore rispetto al funzionamento convenzionale a triodo o pentodo. Il punto di funzionamento (bias) delle valvole fornisce la classe AB1 "arricchita" e soddisferà l'ascoltatore più critico. 

 

Non ho avuto modo di ascoltare il Ref.80 in ambiente controllato. Ma non ho dubbi che sia una gran macchina anche quello … 

 

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2 ore fa, emiliopablo ha scritto:

L'accoppiamento dello stadio di uscita è una combinazione di topologia ultralineare e "parzialmente accoppiata al catodo" tipica di ARC, che l'azienda sostiene produca un suono migliore rispetto al funzionamento convenzionale a triodo o pentodo

Sarei curioso di confrontarli visto che AR ha sempre sostenuto che la sua configurazione classica va meglio di quella a triodo e a pentodo 🤭 

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Che dire… sono pienamente d’accordo , bellissima discussione, si capisce quando scrivono gli appassionati veri !

una cosa è certa , in casa Audio Research di prodotti eccezionali c’è ne sono , è tanti , quasi mi viene da dire che si può benissimo orientarsi sulla “vecchia” produzione che non mancherà di stupire 

proprio pochi giorni fa ho ascoltato i monofonici M300 inserito in un sistema molto curato hanno sfoderato una prestazione di alto livello , oggi si portano via al prezzo di un integrato ….

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Per la mia esperienza con finali ARC concordo che il singolo push pull di 6550 per musicalità si faccia preferire a quello doppio. Molti, ed a ragione, ritengono insuperabile il suono del Classic 30, ma come @bic196060 preferisco anch’io il d70, senz’altro un pelino meno lucente, ma in perfetto equilibrio tra pastosità e risoluzione.

E poi c’è il d79, che secondo me è un caso a parte. Di tutti i finali ARC spicca per la grande presenza della gamma media, da intendersi sia per dinamica che di immagine grande. È come se si aprisse completamente una finestra sul suono rispetto a quella leggermente socchiusa degli altri finali. La timbrica può essere più o meno dolce (d79a) oppure più brillante (d79c), ma la grossa presenza della gamma media rimane. Secondo alcuni tecnici questa caratteristica potrebbe dipendere dall’elevata tensione anodica (600 volts) non più utilizzata da ARC nei suoi finali.
Poco tempo fa da un amico ho sentito a confronto nel suo impianto d79 e Reference 75 e quest’ultimo, pur suonando benissimo su tutti i parametri non aveva la “presenza” in gamma media del suo vecchio antenato. 

  • Melius 2
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  • 2 anni dopo...
Il 26/07/2022 at 09:33, 911 ha scritto:

Molti, ed a ragione, ritengono insuperabile il suono del Classic 30, ma come @bic196060 preferisco anch’io il V70

 

Avuto per diversi anni il Classic60, fratello gemello "sbilanciato" del V70: il miglior finale mai ascoltato nel mio sistema, e penso uno dei migliori finali di sempre al mondo: scena sonora olografica e musicalità strepitosa.

Purtroppo i 60 watt canale, con le splendide 8 KT88 collegate a triodo, da me non erano sufficienti per i nuovi diffusori arrivati diversi anni fa, le Magneplanar 1.7: o uno, o le altre...  ho scelto "le altre" e sono passato allo stato solido.

Bye,

Max

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Il 14/11/2024 at 17:49, mattia.ds ha scritto:

Qualcuno ha mai confrontato in condizioni controllate e conosciute il VT60 con il Classic 30? 

Grazie 

 

Io, diversi anni fa:  non c'è paragone!

Il VT60 ha in più solo i watt, tutto il resto (e dico TUTTO) è inferiore.

Bye,

Max

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@Max440 Grazie. Ho un'ottimo ricordo del mio VT60 che ho avuto per 10 anni con il pre LS7. Non nascondo che prima o poi vorrei tornare ad avere un'amplificazione Audio Research, che rappresenta per me "l'amplificatore HiFi". Ho sentito spesso parlare in modo entusiastico del Classic 30, invece del VT60 ho letto comunque ottime recensioni ma sempre mettendolo in secondo piano rispetto al Classic. Però il buon Bill può aver progettato un finale molto più scarso dopo aver progettato la serie Classic? Non è magari che sia cambiato il tipo di suono, verso magari sonorità più "moderne", che possono piacere di più o meno in base ai gusti e/o abbinamenti? Ma che comunque la qualità complessiva sia la medesima? 

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6 ore fa, Max440 ha scritto:

Io, diversi anni fa:  non c'è paragone!

Il VT60 ha in più solo i watt, tutto il resto (e dico TUTTO) è inferiore.

Bye,

Max

Max non esagerare . 

Sicuro di aver ascoltato un Vt60 originale con valvole originali ? 

Ti assicuro che tutta questa qualità in più del Classic 30 rispetto al Vt60 non la riscontro , a meno che non si inseriscano delle valvole Nos qualsiasi pur di sostituire le precedenti Sovtek bp ed il suono del Vt60 diventa vellutato e lento . 

Del resto anche i super referenziati Classic 120 a livello di risoluzione non sono stati superiori al mio Vt130 a parità di sistema . 

E poi vogliamo mettere la spinta in basso della serie VT ? 

O il Bloom in gamma media , che è tuttora un riferimento . 

 

  • Melius 1
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