Questo è un messaggio popolare. md1809 Inviato 10 Aprile 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 10 Aprile 2022 Riviste Hi-Fi… E’ proprio un argomento ciclico 🙂 Evitero’ di ripetere la mia solfa: sapete (credo) che a me piacciono e che trovo che per tutte ci sia un posto, a patto che siano serie nel ritagliarselo. Magari dai commenti si capisce che, oltre a chi lo dice apertamente, pochi le leggano ancora e sono rimasti agli “eccessi moroniani” (Bebo, e’ un omaggio, non una critica). In realta’, io credo che il problema vero delle riviste, oggi, sia lo scollamento fra platea di lettori e acquirenti degli apparecchi. Il grosso dei lettori e’ oramai depauperato: il Technics di Drummer non solo non lo acquistano, ma non se lo sognano nemmeno piu’, mentre quelli che se lo comprano, mi sa proprio che non lo fanno dopo averne letto su una rivista. Di piu’, il grosso degli acquirenti della attuale High End, a mio avviso, viene in contatto con tali oggetti attraverso canali dedicati e diversi da quelli generalisti della stampa. Mi spinge a questa idea la platea internazionale – non quella nostra provincialotta – che vedo a Monaco, e la pletora di apparecchi “da nababbi” che gira non solo li’: anche ad una manifestazione tutto sommato minore come la mostra di Montreal appena chiusa c’era moltissima roba “d’alto bordo”. Mi spinge a questa idea anche la “reazione” della pubblicazione tradizionale a mio avviso di maggiore riferimento: Stereophile. Atkinson, quando ancora non aveva tirato i remi in barca, aveva fatto un bell’editoriale proprio sulla inutilita’ di prezzi sempre piu’ astronomici. In realta’, non lo diceva apertis verbis, ma sostanzialmente certificava che il “club degli ascoltatori di sterei” poteva considersarsi chiuso, che la cosa non era piu’ considerabile “di massa” (per quanto sempre elitarista) e che il settore industriale si era spostato verso una nuova/diversa fascia di oggetti destinati – per mero censo – ad un ristrettissimo numero di persone, valide solo singolarmente, ma che non rappresentano piu’ una “comunita’ audiofila”. E, da pragmatici anglosassoni quali sono, hanno “sterzato”: visto che SP resta una rivista che ha senso SOLO se c’e’ la “comunita’ audiofila”, ha iniziato a parlare ai suoi superstiti provando cose anche “terrene”, non solo le esagerazioni “da Fremer”, ha provato a incamerare i “gggiovani”, poi mollati per la via perche’ forse troppo in anticipo suoi tempi (ora Mejas e’ PR di Audioquest e scrive di musica per Lavorgna; Jana e’ videomaker e collabora con Darko) e ha puntato molto su Dudley e Reichert. E continua a sopravvivere; con numeri – e finanze – ben maggiori delle nostre rivistine italiche, per me, sia chiaro, SECONDE A NESSUNO, specialmente sotto il profilo tecnico. L’ho gia’ scritto prima del grande disastro del carrello da te’ del ’63 – (e a Corciulo e’ pure piaciuto 😉 – che, per me, dovessero chiudere le riviste, si perderebbe un patrimonio di competenze. Danni fatti dalle riviste? Mi associo a chi ha detto che i danni ce li siamo inferti da soli affidandoci ciecamente ai loro giudizi; specialmente perche’ “allora” i negozi c’erano e non tutti abitavano nel paesello sperduto di montagna. Giornalisti prezzolati? Mah, io non ne conosco, anche se per qualche firma (piu’ oltre Mediterraneo che altro…) il sospetto di leggere una prosa “a richiesta” mi e’ venuto. Scribacchini incompetenti? Anche qui, io devo solo dire grazie agli articoli di Nuti, di Montanucci, di GPM, di Ruggieri, di Aloia (si’, lo so, non ho messo nomi nuovi, e che volete fa’?). Non ci capivo e non ci capisco davvero a fondo, perche’ mi mancano le basi scientifiche; ma la logica penso di conservarla e, devo dire, molte nozioni e spiegazioni me le hanno date. Volevo trovare la “giustificazione” al suono dei cavi? No, non mi interessava allora, ne’ ora. Volevo trovare la spiegazione di “come funziona”? Si’, e devo dire che qualcosa l’ho capita. Volevo vedere se si riesce a correlare misure e ascolto? Si’, ancora oggi mi interessano questi sforzi. .E’ solo per sfizio? Ma certo che si’: mica poi mi sento Williamson (giusto per citarvi e restare IT 😉 ) Ma ora c’e’ internet, con tutto gratis. Beh, a parte la piacevolezza (magari, anagrafica) di sfogliare la rivista vera, c’e’ gratis e gratis. Lucio e’ duro e puro le tiene quadrate, ma e’ arrivato a un trentennio (mi pare) di one-man band e non so quanto riuscira’ ancora a tenere OGNI COSA sotto il suo personale diretto controllo prima di … rompersele 🙂 La nuova informazione sull’audio ora sono il “vecchio” Guttenberg Audiophiliac e il “nuovo” Darko: non piu’ recensioni, ma video di “pensieri e parole”. E, guardacaso, Darko NON recensisce roba da nababbi, tutt’altro; e indaga le (per noi) “nuove” modalita’ di fruizione dell’audio di qualita’. E ci sono Audioholics, Goldensound e ASR per le “misure” (ma quanto vorrei un bel “battibecco” fra Fabrizio/Gianpiero e Amir, cosi’, per avere due campane, visto che io non ho le competenze per capire dove Amir sbaglia – perche’ mica puo’ essere che dice solo cose giuste, no? Nessuno e’ perfetto). Solo che questa gente NON E’ GRATIS: magari noi non li paghiamo, ma hanno “scoperto” Patreon et similia e si finanziano cosi’. E allora, se vuoi essere un sospettoso complottista, la cosa non la risolvi: intanto troveranno “patroni” (per noi anonimi, peraltro), in quanto il loro prodotto giornalistico avra’ appeal, quindi non potranno mettersi a stroncare tutto il settore e a intessere le lodi solo delle elettroniche Cinesi col SINAD piu’ alto, senno’, sai che noia i loro interventi. Infatti Darko questo lo sa bene, visto che non incentra la sua attivita’ solo sulla “prova”, ma ci mette molto di sue considerazioni, analisi del settore, argomenti collaterali (la battaglia sul gapless, ad esempio), ecc. Vabbe’, come al solito straparlo: ma l’argomento mi sta a cuore 🙂 Omaggi Carlo Iaccarino 5
Folkman Inviato 10 Aprile 2022 Inviato 10 Aprile 2022 @md1809 Complimenti un bel Melius te lo sei meritato alla faccia dei soliti negazionisti da tastiera .Approfondimento ineccepibile , Darko a me piace molto , ASR non è tutto oro quello che luccica , non credo nei Santi .
appecundria Inviato 11 Aprile 2022 Inviato 11 Aprile 2022 13 ore fa, domenico80 ha scritto: Le riviste non capirono che , vendendosi x du spicci , avrebbero devastato un settore che poteva continuare ad esistere . 13 ore fa, domenico80 ha scritto: Alle riviste mai passò il pensiero di valutare sempre il rapporto tecnico / costruttivo Una sentenza senza appello.
Questo è un messaggio popolare. AngeloJasparro Inviato 11 Aprile 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 11 Aprile 2022 15 ore fa, appecundria ha scritto: Guarda che @AngeloJasparro ha scritto un'altra cosa. In effetti è vero, ho scritto un'altra cosa. Provo a sviluppare un po' il ragionamento: Un'azienda sta in piedi solo se i ricavi sono superiori ai costi, e quindi produce un margine operativo. I costi di un'azienda non sono solo quelli dell'acquisto dei materie prime o semilavorati necessari alla produzione di un bene, come a volte parrebbe a leggere certi messaggi. Anzi, capita piuttosto spesso che questi costi incidano in minor misura sul totale del costo del bene stesso. Potete quindi facilmente immaginare che i costi fissi (personale, affitto o acquisto immobili, alcune imposte, pubblicità, fiere, e chi più ne ha, più ne metta) si debbano dividere in base alle unità prodotte (in percentuale sul loro valore economico, evidentemente). Ecco quindi che se avete 100.000 euro di costi fissi e li dividete per 100.000 pezzi, il costo di ogni pezzo (in base al quale calcolerete il prezzo di vendita) è di 1 euro (oltre al materiale necessario per produrlo). Se il mercato si riduce e vendete solo 1000 pezzi, il costo sale a 100 euro a pezzo. Se ne vendete 100, siamo a 1000 euro a pezzo, senza aver comprato neanche una resistenza. Questo è il famoso "conto della serva", molto semplificato perché questa non è la sede. Poi si possono aggiungere valutazioni in base a prestigio marchio, posizionamento sul mercato, differenziazione tra le gamme... Mille altre considerazioni, che nel nostro mercato sono piuttosto marginali. Nell'audio non c'è nessuno che si trova la fila fuori dai negozi il primo giorno di vendita di una novità. Torno al lavoro AJ @md1809 Sempre lucido e sul pezzo, vedo. Bravissimo. A presto, spero. 2 1
Membro_0021 Inviato 11 Aprile 2022 Inviato 11 Aprile 2022 Il 8/4/2022 at 11:26, AngeloJasparro ha scritto: Una piccola aggiunta: nella mia carriera mi è capitato solo una volta di provare un prodotto sbagliato, e l'ho scritto chiaramente. Qualcuno se lo ricorderà, forse. Erano i diffusori Escalante Freemont, che pure erano preceduti da recensioni entusiastiche negli USA. Ho scritto chiaramente, nella conclusione, che era un progetto sbagliato, indipendentemente dalla richiesta dei 24.000 eurn unda è fallita, ma non per colpa mia. @AngeloJasparro questo certamente ti fa onore, ma sono le classiche eccezioni che confermano la regola. Il "sistema" è stato ampiamente spiegato da giornalisti "scappati" come Claudio Checchi: il recensore non può scrivere quello che pensa perché poi l'articolo passa sul tavolo del Direttore che ha facoltà di non pubblicarlo. Se l'articolo non viene pubblicato il giornalista non viene pagato, anche se ha speso tempo nella prova e nella stesura dell'articolo. Questa spada di Damocle pesa sulla testa del recensore che deve trovare i sinonimi adatti (un colpo al cerchio e uno alla botte) per cercare di dire quello che pensa senza scatenare le ire del distributore pronto a ritirare la pubblicità sulla rivista....ciò è capitato diverse volte, come quando Am audio ritirò le sue ben tre pagine di pubblicità sulla rivista SUONO, perché un recensore osò scrivere che un finale Classé suonava decisamente meglio (l'episodio venne confermato da Corciulo in un suo editoriale senza citare Am audio, ma il riferimento fu ben esplicito).
Membro_0021 Inviato 11 Aprile 2022 Inviato 11 Aprile 2022 14 ore fa, domenico80 ha scritto: Si poteva provare AM Audio tutti i mesi , nulla da eccepire , ma anche altri prodotti che potevano pure andare meglio . @domenico80 c'è una ragione del perché le recensioni dei prodotti Am audio abbondavano sulle riviste (adesso meno) e si trova nella scelta imprenditoriale di Attilio Conti, ovvero di dare alle riviste quel margine di guadagno che solitamente si dà al negoziante. Ecco spiegato perché gli Am audio costano come i marchi blasonati nonostante la vendita diretta.
eduardo Inviato 11 Aprile 2022 Inviato 11 Aprile 2022 2 minuti fa, veidt ha scritto: ma sono le classiche eccezioni che confermano la regola. Il "sistema" è stato ampiamente spiegato da giornalisti "scappati" come Claudio Checchi: il recensore non può scrivere quello che pensa perché poi l'articolo passa sul tavolo del Direttore che ha facoltà di non pubblicarlo. Se l'articolo non viene pubblicato il giornalista non viene pagato, anche se ha speso tempo nella prova e nella stesura dell'articolo. Questa spada di Damocle pesa sulla testa del recensore che d Purtroppo e' cosi', ma solo in un mondo ideale potrebbe essere diversamente. I costi per la pubblicita' sono una spesa, e una azienda vorrebbe sempre che questi costi pagassero in termini di vendite. Direi che, dal punto di vista di un costruttore, e' comprensibile. Ed, a cascata, diventa comprensibile (entro certi limiti) anche il comportamento della filiera della stampa specializzata (direttore rivista, giornalisti). E chi pensa che ora, finalmente in era internettiana, sia cambiato qualcosa ha ragione. E' cambiato molto, ma non in meglio, anzi. Chiunque, senza arte ne' parte, puo' scrivere quello che vuole; tanto trovera' sempre la sua miriade di seguaci, ciechi, sordi, e disposti subito a bersi qualsiasi cazzata. E allora che si fa ? Si legge, ci si informa, si scambiano pareri; e si ragiona su quello che si legge (per molti e' diventato il passaggio piu' difficile), si ascolta con le proprie orecchie, e si decide autonomamente senza scaricare sugli altri le responsabilita' delle proprie scelte.
giangi68 Inviato 11 Aprile 2022 Inviato 11 Aprile 2022 15 ore fa, Folkman ha scritto: ora tutti sanno tutto e sputano nel bicchiere dove ognuno di noi ha bevuto , tutti geni e furbi con il senno di poi Non è così per tutti. Abbiamo già detto che ora le novità da internet arrivano più rapidamente delle riviste mensili, poi in particolare io sottolineavo che le recensioni non erano sempre esaustive e che sulla loro scia ho preso prodotti per me non esaltanti come invece li avevano descritti. Inoltre facevo sempre più fatica a comprendere il carattere di un componente visto che sulla carta (ed è vero) vanno tutti mediamente bene. Insomma fatte le ossa sulle riviste per più di 20 anni ho imparato a camminare da solo e sbagliare per mia negligenza non certamente per colpe altrui.
domenico80 Inviato 11 Aprile 2022 Inviato 11 Aprile 2022 1 ora fa, appecundria ha scritto: Una sentenza senza appello. No , una constatazione
domenico80 Inviato 11 Aprile 2022 Inviato 11 Aprile 2022 23 minuti fa, veidt ha scritto: c'è una ragione del perché le recensioni dei prodotti Am audio abbondavano sulle riviste (adesso meno) e si trova nella scelta imprenditoriale di Attilio Conti, ovvero di dare alle riviste quel margine di guadagno che solitamente si dà al negoziante. Ecco spiegato perché gli Am audio costano come i marchi blasonati nonostante la vendita diretta. lo so , le riviste erano i negozianti , correggo , la rivista , quella . Peccato che la creazione di Nuti abbia deviato così , non so se Nuti lo avrebbe permesso , almeno non così platealmente
Membro_0021 Inviato 11 Aprile 2022 Inviato 11 Aprile 2022 23 minuti fa, eduardo ha scritto: I costi per la pubblicita' sono una spesa, e una azienda vorrebbe sempre che questi costi pagassero in termini di vendite. Direi che, dal punto di vista di un costruttore, e' comprensibile. Ed, a cascata, diventa comprensibile (entro certi limiti) anche il comportamento della filiera della stampa specializzata (direttore rivista, giornalisti). E chi pensa che ora, finalmente in era internettiana, sia cambiato qualcosa ha ragione. E' cambiato molto, ma non in meglio, anzi. Chiunque, senza arte ne' parte, puo' scrivere quello che vuole; tanto trovera' sempre la sua miriade di seguaci, ciechi, sordi, e disposti subito a bersi qualsiasi cazzata. E allora che si fa ? @eduardo il problema è il costo alto degli apparecchi audio che obbliga le riviste al prestito e mai all'acquisto. Invece in altri settori non è sempre così; ad esempio alcune riviste acquistano libri, CD, videogiochi dato il basso prezzo e non si ha paura di perdere la pubblicità, perchè le tirature sono più alte pertanto quest'ultima incide meno. Su queste riviste il recensore se deve stroncare un libro o un album lo fa senza porsi troppi problemi. Invece il nostro settore, per via anche dei prezzi folli, è un settore di nicchia pertanto le tirature sono basse, ergo la pubblicità pesa almeno la metà del guadagno complessivo. Certamente il proliferare delle recensioni su Internet ha abbassato drasticamente i costi delle recensioni, perché non hai la carta da acquistare e stampare se poi trovi anche dei recensori che lo fanno per passione...allora puoi fare a meno della pubblicità. Ma gli apparecchi sempre il Distributore te li dovrà fornire.
domenico80 Inviato 11 Aprile 2022 Inviato 11 Aprile 2022 8 minuti fa, veidt ha scritto: Ma gli apparecchi sempre il Distributore te li dovrà fornire. possono andare anche a prestito da qualche appassionato che li acquista. Tuttavia , in casi di rece negativa con allegato test di alboratorio , il distributore / costruttore , in Italia , cosa potrebbe fare ?
eduardo Inviato 11 Aprile 2022 Inviato 11 Aprile 2022 8 minuti fa, veidt ha scritto: il problema è il costo alto degli apparecchi audio che obbliga le riviste al prestito e mai all'acquisto. Certamente questo e' un grosso problema che condiziona molto il nostro piccolo settore. Ma la soluzione, per quanto piu' "faticosa", c'e' e l'ho indicata nel mio post precedente. Alle volte (....) penso che l'audiofilo-tipo non si fidi troppo delle proprie sensazioni, e cerchi conforto in quelle degli altri.
appecundria Inviato 11 Aprile 2022 Inviato 11 Aprile 2022 26 minuti fa, domenico80 ha scritto: No , una constatazione Hai constatato che le riviste italiane sono state in grado di agire pesantemente sulle tendenze globali dei mercati di elettronica di consumo e fruizione di contenuti musicali in audio e video. Insomma, Steve Jobs è una creazione di Bebo Moroni. Poi c'è il mistero del rapporto tecnico / costruttivo, cosa sarebbe?
Membro_0021 Inviato 11 Aprile 2022 Inviato 11 Aprile 2022 2 minuti fa, domenico80 ha scritto: possono andare anche a prestito da qualche appassionato che li acquista. Tuttavia , in casi di rece negativa con allegato test di alboratorio , il distributore / costruttore , in Italia , cosa potrebbe fare ? @domenico80 gli appassionati in genere sono gelosi dei loro apparecchi (in particolar modo se costano una follia) e non amano vederli trasportati in giro con il rischio sempre presente di urti e graffi. Pensa che un audiofilo mi fece ascoltare i suoi costosissimi cavi Stealth nel mio impianto, ma volle collegarli di persona per paura che graffiassi i connettori 😶 la soluzione sarebbe allora una recensione scritta direttamente da chi ha acquistato il prodotto, ma difficilmente sarà obiettiva, perché l'audiofilo tende a difendere quello che ha acquistato (special modo se costa una follia...perché a nessuno piace avere la patente del fesso; tempo fa scriveva su questo forum un audiofilo (non più tra noi) di nome Sandrino; ebbene nonostante passasse da un impianto ipercostosissimo ad un altro sempre ipercostoso, l'ultimo acquistato era sempre quello che suonava meglio).
Membro_0021 Inviato 11 Aprile 2022 Inviato 11 Aprile 2022 18 minuti fa, eduardo ha scritto: Alle volte (....) penso che l'audiofilo-tipo non si fidi troppo delle proprie sensazioni, e cerchi conforto in quelle degli altri. @eduardo le recensioni non sono altro che una guida all'acquisto
domenico80 Inviato 11 Aprile 2022 Inviato 11 Aprile 2022 11 minuti fa, appecundria ha scritto: Hai constatato che le riviste italiane sono state in grado di agire pesantemente sulle tendenze globali dei mercati di elettronica di consumo e fruizione di contenuti musicali in audio e video. Insomma, Steve Jobs è una creazione di Bebo Moroni. Poi c'è il mistero del rapporto tecnico / costruttivo, cosa sarebbe? eddai , non fingere di non capire. una rivista Italiana decise una linea editoriale alcune l'hanno emulata I risultati si vedono le riviste incidono sempre sulle tendenze di mercato , lo hanno scritto in tanti in questo 3ad , anche se non è necessario scriverlo Che c'entra Steve Jobs , che usicta è Steve Jobs ha dimostrato al mondo di essere un genio , vuoi contestarlo ? Vuio affiancarlo all hiend ? Ancora la solita carta ti giochi ? vabbè : il rapporto tecnico costruttivo significa testare un prodotto e valutarne gli esiti strumentali , argomentarne le scelte tecniche commentando misure e schema elettrico ; poi si valuta la costruzione e la componentistica e , da ultimo , ma proprio da ultimo , l'ascolto. Ti espongo un esempio , x chiudere : ti sembra accettabile che un costruttore dichiari uno slew rate di 1.000 volt microsec , una banda di 1 Mghz senza dettagliarne la metodologia del test ? xchè mai nessuno verificò tali dati ? Noi lo abbiamo fatto e sono dati farlocchi , ma noi siamo un ra@@o , le riviste sono ... che cosa ?
domenico80 Inviato 11 Aprile 2022 Inviato 11 Aprile 2022 18 minuti fa, veidt ha scritto: gli appassionati in genere sono gelosi dei loro apparecchi (in particolar modo se costano una follia) e non amano vederli trasportati in giro con il rischio sempre presente di urti e graffi. vero . Io forse sarò stato l'unico poco geloso e portai mio pre e finale ai test : i risultati non poterono essere pubblicati , veto di qualcuno Quindi , rimanendo sempre dipendenti dai distributori si prova quanto loro decidono ed alle loro condizioni , ok Ferrari porsche e Lamborghini sembrano meno gelose quando fan provare e pure meno gelosi i proprietari quando fanno provare le loro supercar
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