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Guru

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Inviato

I seguenti proverbi definiscono i confini della libera iniziativa economica: 

Chi arte nol sa far, botega el sèra.
(chi non conosce il mestiere, chiude bottega) 

Più che alle arti pratica, dove la competenza è ovviamente necessaria, qui per arte si intendono le capacità propagandistico relazionali, le public relation, anche una certa dose di spregiudicatezza ma non troppa, altrimenti entra in gioco il secondo proverbio: 


Chi no se contenta de l'onesto perde el mànego e anca el zesto. 

Ovvero chi non si accontenta dell'onesto (limitando la bramosia di guadagno) perde il manico ed anche il cesto. Il cesto rappresenta la merce, mentre il manico rappresenta la capacità di trattarla e la fiducia dei clienti. D'altronde un cesto senza manico sarebbe cmq inutile.

Inviato
3 ore fa, giaga ha scritto:

Mi piace molto il termine del mio dialetto per i fiammiferi: saketac. (bel onomatopeico zak e tac) 🙂

Bello! Dialetto di dove?

Da noi i fiammiferi sono detti "sulfanin", da zolfanelli. 

Inviato

Molto belli poi i proverbi legati all'agricoltura.

"Se soffia la candelora da l'inverno semo fora"

 

"Sotto la neve pane, sotto la pioggia fame"

Inviato
6 ore fa, Guru ha scritto:

Bello! Dialetto di dove?

Canneto sull'Oglio (Mantova), ma siamo equidistanti anche da Cremona, per cui ci sono influenze reciproche.

Comunque anche a Canneto si usa (di meno) sulfanei, ma è più veloce e utilizzato saketac.

  • Thanks 1
Inviato
7 ore fa, Guru ha scritto:

Molto belli poi i proverbi legati all'agricoltura.

"Se soffia la candelora da l'inverno semo fora"

"Sotto la neve pane, sotto la pioggia fa

Se piöf a santa crus quaranta dê piuus

Inviato

Normalmente il dialetto usa espressioni molto concise e dice tanto (ed efficacemente) con poco.

Stranamente in dialetto cannette la parola fiaba diventa farfisula.

Annotazione simpatica 

Da piccolo mi capitava di essere presenta quando le mie zie spettegolavano tra loro; ricordo quando, parlando di una loro conoscente, zia Clelia se ne venne fuori dicendo: l'a ga vit n'orgasmo (ha avuto un orgasmo, per intendere che era in grande agitazione).

Per un bel po ho pensato che l'orgasmo fosse una malattia (quando sentivo dire: el ga vit un culp sapevo che quell'uomo aveva avuto un attacco di cuore, quindi la donna aveva avuto un attacco di orgasmo 😄

Inviato
1 ora fa, giaga ha scritto:

Stranamente in dialetto cannette la parola fiaba diventa farfisula

Mi fai venire in mente che da noi filastrocca diventa sirudela.

Inviato

@giaga A proposito, tu che conosci il dialetto Mantovano... Nella parte più a sud della provincia, quella a sud del Po, l'equivalente del veneto "va in mòna" è "sbórat nanu" 😮

Inviato

Più che un proverbio è un modo di dire ..

.

Nun ce stà nu Palm d' terra nett  

.

Non esiste un palmo di terra sana ... (è tutto marcio)

Inviato
12 ore fa, Guru ha scritto:

Da noi i fiammiferi sono detti "sulfanin", da zolfanelli.

I "fulminanti".

(non ho mai capito perché i cosiddetti "svedesi" curiosamente erano detti "cerini-de-fosforo" anche se tecnicamente  non erano cerini e tantomeno di fosforo; venivano richiesti sopratutto dai fumatori di pipa e sigari "parché i sa manco da spussa" ) 

Inviato
Il 12/5/2022 at 23:07, Martin ha scritto:

Un esempio "live" l'ho avuto stasera al bar. Scena: Tizio parla con Caio e giunge Sempronio. (i tre si conoscono) Sempronio porge un euro a Tizio e gli chiede di vendergli due o tre sigarette, perché "aveva dimenticato la tessera sanitaria" per prenderle alla macchinetta. Tizio porge una manciata di sigarette e rifiuta i soldi. "Assa star, no vogio schei, co ti me vedi ti me ofri un'ombra e so-a-posto-cussì"  ("so-a-posto-cussì" è una potentissima formula di manleva cittadina) 

A questo punto Sempronio se ne va con le sigarette e Caio guarda Tizio con aria interrogativa, come per dire "ma non è che..."  e quello, sottovoce, "e si, el ga a barca che fa un atimin de aqua...

Beh ! questo è un atto generoso, straordinaria la metafora della barca che vuol dire "domani potrebbe capitare anche a me" .

Quindi ha usato un atimin e non un fiatin .. un sioretoel gà studia'  🙂  

Inviato
1 ora fa, Martin ha scritto:

I "fulminanti".

Leggera variane padovana i "fuminanti".

MarioVanWood
Inviato

Non c'è cosa più divina che scop... la cugina

  • Haha 1
Inviato
38 minuti fa, MarioVanWood ha scritto:

cugina

È cucina non cugina...😁

Inviato

Le mamme più accorte o le zie smaliziate così avvertivano le fanciulle di casa quando si invaghivano di ragazzi troppo intellettuali: 
 

"Omo studioso, magro moroso". 

  • Haha 1
Inviato

 

A ci no ghe piase el vin el Signor ghe cava l'aqua: Dio tolga l’acqua a chi non piace il vino

Al vento e ale done no se comanda: al vento e alle donne non si danno ordini

Mejo magnar sforsa' che laorar de gusto: meglio mangiare obbligati che lavorare con gusto

A san Bartolomio, ogni fruto l’è compío: il giorno di san Bartolomeo, ogni frutto è maturo

Avanti col Cristo che la processiòn l'è longa: avanti con il Cristo, che la processione è lunga

Ci laora gh'à na camisa e ci no laora do: chi lavora ha una camicia, chi non lavora due

Con le ciàcole no se inpasta fritole: con le parole non si preparano frittelle

No gh'è sponsàr che straca: non c’è riposo che stanchi

L’usel in gabia, el canta da la rabia: l’uccello in gabbia, canta per la rabbia

L'omo pien de vin, el te parla anca in latin: l’uomo ubriaco parla anche in latino

 

 

 

Al vento e ale done no se comanda: al vento e alle donne non si danno ordini

Amor, tosse e pansa no i se sconde: amore, tosse e pancia non si possono nascondere

Caval bianco e bela mojèr, da sempre pensier: cavallo bianco e bella moglie danno pensieri

Che la piasa, che la tasa e che la staga in casa: che piaccia, taccia e stia in casa (la moglie)

Ci dise dona dise dano: chi dice donna, dice danno

Ci dise sposa dise spesa: chi dice sposa, dice spesa

Ci g'a 'na bela mojèr no l'è tuta soa: chi ha una bella moglie, non è tutta sua

Con l'età, l'omo fa pansa, la dona stomego: con l’età l’uomo fa pancia, la donna stomaco

Do omeni i ciàcola, tre done le fa mercà: due uomini parlano, tre donne fanno un mercato

El vin l’è bon vecio, ma le done zòene: il vino è buono vecchio, ma le donne giovani

Fiole da maridar, ossi duri da rosegar: le figlie da sposare sono ossi duri da rodere

Fumo e dona cativa fa scapar l'omo de casa: fumo e donna cattiva fanno scappare l’uomo

I fioi i vien dal cor e 'l marì da la porta: i figli vengono dal cuore, il marito dalla porta

La bona mojèr fà el bon marì: la buona moglie fa un buon marito

La fame fa far dei salti ma l'amor li fa far pi alti: l’amore fa saltare più in alto della fame

Leto fato e dona petenà, la casa l'è destrigà: letto fatto e donna pettinata, casa ordinata

Libri, done e cavai no se inpresta mai: mai prestare libri, donne e cavalli

Omo maridà, osel in gabia: l’uomo sposato è come un uccello in gabbia

La mojer l'è come na scoresa: o te la moli o te la stòfeghi: la moglie è come una flatulenza: o la molli o la soffochi

Le done quando le se confessa le dise senpre quel che no le g'a fato: le donne confessano sempre quello che non hanno fatto

L'e pì fadiga far la guardia a na dona che a 'n saco de pulsi: è più difficile sorvegliare una donna che un sacco di pulci

 

 

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