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Migliore piattaforma di trasmissione musica liquida generalista


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Inviato
Il 24/9/2022 at 14:36, Masino ha scritto:

temo che i provider modellino un po' il suono per avere il ' proprio family feelig'

Come arrivi a questo sospetto? Non ci scommetterei, non possono permettersi di modificare il sound dei dischi, e poi il digitale è tale, loro lavorano tutto in dominio digitale e non producono la musica. Chi sente differenze temo che sia psocoacustica.

Inviato

Non ho potuto fare confronti approfonditi, ma Qb con Roon va benissimo. Apprezzo molto il trovare dischi di classica, jazz, wordmusic, folk, e tollero qualche mancanza (poche per la verità) rock, il contrario non andrebbe bene per nulla. In più Qb è europeo e non americano, utilizza flac e non astrusi e inutili mqa…

Inviato
1 ora fa, Pinkflo ha scritto:

non possono permettersi di modificare il sound dei dischi, e poi il digitale è tale, loro lavorano tutto in dominio digitale e non producono la musica.

E il formato MQA chi lo produce? 

Inviato
9 ore fa, Masino ha scritto:

E il formato MQA chi lo produce? 

Universal Music Group ha firmato un accordo con MQA nel 2017 per applicare la codifica MQA al proprio catalogo come anche Warner Music Group nel 2016.

Anche altri hanno accordi con MQA come Tidal, Xiami Music (Alibaba) e Merlin.

Questi possono produrre in formato MQA la propria musica.

Pertanto Tidal dovrebbe ricevere da UMG e WMG il formato MQA mentre può produrre in proprio il formato MQA da file provenienti da altre fonti.

Inviato
18 ore fa, Pinkflo ha scritto:

Chi sente differenze temo che sia psocoacustica.

Sono convinto che ce ne sia tanta, ma quando fai prove in doppio cieco e ci becchi è culoacustica? 😂

 

Questo argomento è supervecchio, quindi supertrattato. Ricordo di un utente una volta, che aveva analizzato lo spettro musicale di brani provenienti da diverse piattaforme (ovviamente le stesse incisioni) dimostrandone la differenza.

Inviato
14 minuti fa, mimmo69 ha scritto:

Ricordo di un utente una volta, che aveva analizzato lo spettro musicale di brani provenienti da diverse piattaforme (ovviamente le stesse incisioni) dimostrandone la differenza.

@PinkfloAnche su AudioReview (n.440 marzo 2022) è uscito un articolo al riguardo … psico..ottica?

Inviato

Vedo che avete alcuni argomenti, la logica sostiene l'assurdità di modificare la musica da parte di una piattaforma. Se Spotify diffonde in MP3 non vuol dire che "produca" la musica, semplicemente effettua una conversione che a parte le conseguenze dovute al formato, non modifica altri parametri quali, equalizzazione, masterizzazione, mixaggio, ecc. Così dovrebbe ovviamente succedere per tutti gli altri formati. Valga l'esempio della compressione DR, che è identica in tutti i file e trasversale ai formati. Altro non so dire, e ammettere che tocchino altri parametri oltre al formato equivarrebbe a invalidare tutto il metodo dell'ascolto della liquida. Quindi va bene i vari argomenti, prove di riviste (ma chissà mai cosa cercano) ma esistono argomentazioni ed auspici logici e di buon senso fondamentali che devono essere rispettati.

Inviato
17 minuti fa, Pinkflo ha scritto:

la logica sostiene l'assurdità di modificare la musica da parte di una piattaforma

… a me non pare tanto assurdo … basta applicare un po’ di loudness, mica c’è bisogno di fare grosse manipolazioni come masterizzazione e mixaggio.

Molti percepiranno un suono più “pieno” e saranno quindi maggiormente attratti da quella piattaforma che applica quel po’ di loudness.

È questione di marketing … credi davvero che questi servizi siano immuni da strategie che portino loro più mercato?

Riguardo a Spotify ci pensa già la conversione a mp3 a fare il lavoro, gli algoritmi di conversione mp3 infatti applicano l’equalizzazione necessaria per sopperire al taglio di alcune frequenze indispensabile per ridurre il “peso” dei file, ovvero la loro dimensione in byte. Questi algoritmi sono stati creati proprio basandosi sugli studi di psicoacustica … (che è una scienza)

… la logica e il marketing viaggiano su binari diversi …

  • Melius 1
Inviato

Quello che davvero non capisco di Qobuz , che da un punto di vista audio ritengo la piattaforma migliore, è la scelta della compilation settimanale personale (My weekly Q) elaborata , immagino, da un algoritmo assolutamente casuale,  che in realtà sembra non tenere alcun conto di ciò che ascolto realmente tramite Qobuz..

La cosa che più rimpiango di Spotify sono proprio le playlist personalizzate proposte dal programma stesso, realmente affini ai miei gusti ed a quello che ascoltavo.

Inviato

@Masino ribadisco che il gioco è tutto nel fatto che per differenze non troppo grandi sentiamo ciò che volgiamo sentire cioè le aspettative si tramutano in apparenti percezioni uditive

io personalmente non ho mai potuto notare diversità non frutto di aspettative tra CD  Hi-Res (sia di qobuz che d a file) e MQA e dirò di più neanche da MP3 320 fixed rate fatti da me partendo dal CD e usando encoder recente

però gli MP3 320 di Tidal ho avuto modo di sentirli in lungo e in largo e suonano nettamente peggio del  CD

mi fermo qui      intendo dire che a mio avviso tutte queste qualità per i miei gusti sono ottimi sostituti del CD e non lo fan rimpiangere      la qualità CD fu quella che scelse Karajan tra i vari campionamenti PCM e sembra che scelse la qualità che consentiva di far stare in un solo CD la nona di Beethoven  aveva forse intuito a orecchio che l'aspetto fondamentale era proprio l'usabilità ben più che i peli delle uova ipotetici   quella qualità CD a distanza di tanti decenni resta ancora il riferimento per nulla superato in modo chiaro   e già che son qui a farmi tirar le pietre addosso vorrei tributare un applauso enorme all'ing italiano che in Germania ha inventato la codifica MPEG che è cosa articolata raffinata complessa e evolutiva e che alle massime qualità che sono state chiamate "for achivial purpose" è non certo facilmente e chiaramente distinguibile dal CD occupando una frazione di spazio

Inviato

@coldturkey io me le trasferisco. Ogni lunedì e venerdì le riporto pari pari su Qobuz tramite TuneMyMusic. Per ora faccio così, nell'attesa di decidere con quale continuare.

Inviato

@Nacchero io ho disdetto qualche tempo fa Spotify (un pò a malincuore), ed ora uso Qobuz

Inviato

@coldturkey sono nei tre mesi di prova. E la differenza di qualità audio si sente bene.

Sull'algoritmo la penso esattamente come te. Però anche se disdico Premium le playlist settimanali dovrebbero rimanere, no? Per un po' ne approfitto.

Inviato
20 ore fa, sandromagni ha scritto:

sentiamo ciò che volgiamo sentire cioè le aspettative si tramutano in apparenti percezioni uditive

Capisco che nel piccolo mondo audiofilo funzioni così con tutto, altrementi non ci sarebbe chi sente il verso dei fusibili.

Però tutto questo ti assicuro non si applica a me, io non ho nessuna aspettativa e non me ne importa nulla se alla fine preferisco Qobuz o Tidal o Amazon o Spotify. Quel che mi piace sottoscrivo e non no nessunissimo interesse a indirizzare le mie scelte con pregiudizi, brochure di marketing, o opinioni altrui.

 

  • Melius 1
Inviato

@ontherun ciao, anch'io ogni tanto ascolto YouTube music, " in versione gratuita"  non so se tu utilizzi quella a pagamento, comunque  volevo dire che mi piace,  però preferisco Dezzer sempre in versione gratuita come qualità musicale, cioè per me si sente meglio di youtube, però youtube è più pratico. 

Inviato

@Masino Bene allora mi interessa sapere se e in quali casi tu senti differenze che ti sembrano chiare e ripetibili tra i vari servizi di streaming e tra varie qualità digitalik

Inviato

@sandromagni ho già spiegato nei post precedenti, provo a dire più chiaramente che:

- non distinuguo mai Qobuz e Amazon, Tidal mi è parso spesso - non sempre - avesse un pelo di loudness. Se mi chiedi se sono certo di identificare Tidal appena lo sento la risposta è ovviamente no

- non sono in grado di distinguere risoluzioni diverse al di sopra di MP3 320, che pure non distinguo a primo ascolto, ma dopo un po' che ascolto una sorgente MP3 percepisco una sorta di 'cupezza' che mi riduce il piacere di ascoltare. Sento chiaramente differenze di qualità fra incisioni ma in generale non sono correlabili alla risoluzione. Digitali e non.

Ad esempio ora sto ascoltando Saxophone Colossus in vinile della DOL che ho provato perchè costava un terzo del BlueNote, ma che appena finisce butterò dalla finestra.

 

  • Melius 1
Inviato
2 ore fa, Masino ha scritto:

del BlueNote,

Pardon, è Prestige, non Blue Note. Difficile da trovare a meno di 50 spedito. Per la precisione 🙂

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