Gaetanoalberto Inviato 30 Giugno 2022 Autore Inviato 30 Giugno 2022 4 ore fa, Jack ha scritto: Ho avuto cūlus, tanto, ma mi sono accorto che valeva la pena di sfruttarlo il cūlus. Questo vorrei che facessa la gente del mio paese. E questo vorrei che insegnasse Scusa, ma tu questa cosa dove l'hai fatta? In Polinesia o in Italia? Perché se l'hai fatta qui confermi quello che dico. Sai cosa insegnavo io? Ai tanti allievi che, in pieno boom leghista, sottolineavano i privilegi del bidello etc. o I famosi 3 mesi di ferie degli insegnanti, ricordavo che godiamo di libera scelta. Ricordo il Presidente di un partito di tifosi, che diceva, a fronte dei bassi stipendi: ma si, la sera si arrotonda con un lavoretto in nero, ma non era socialista, anzi, lo era stato. Quindi anche in questo paese si può lavorare in proprio, creare impresa, fare il lavoratore subordinato... Insomma, non è la pianificazione centralizzata che ti educa a libro e moschetto o falce e martello. Dov'è sta scritto che l'obiettivo del singolo è di accontentarsi? Poi i salari li fissano quelli che hanno avuto culus. Potrò essere contento del fatto che, quantomeno, siamo un filo meglio degli USA, dove tu non avresti preso quel diplomino aggratis? È comunque mettere foto da diffondere a polizia, vigili del fuoco, infermieri, insegnanti, camerieri e altri miserabili che si accontentano... 😝
Gaetanoalberto Inviato 30 Giugno 2022 Autore Inviato 30 Giugno 2022 @melos62 E non c'è niente da fare, il Sabaudo è destinato a soccombere. Franceschiello avrebbe dovuto riempire le bombarde a buccacciello!
Savgal Inviato 30 Giugno 2022 Inviato 30 Giugno 2022 Un mio piccolo contributo, tornando al tema iniziale del thread. Mead era una antropologa, studiava le società primitive, in cui vi erano legami tra i suoi componenti che si sono dissolti. Le società primitive erano fondamentalmente delle comunità. Per l'analisi delle caratteristiche della comunità (contrapposta alla società) un riferimento fondamentale è il sociologo tedesco Ferdinand Tönnies (1855-1936). Per Tönnies la comunità è una struttura associativa caratterizzata da relazioni tra i partecipanti basate su un ethos e un’identità comuni. Il concetto è usato soprattutto in contrapposizione a quello di società. Mentre in questa l’ordine poggia su relazioni di tipo contrattuale, nelle comunità l’ordine è assicurato dall’integrazione morale del gruppo, tanto che identificazione, dedizione, abnegazione e altruismo sono considerati atteggiamenti tipici, funzionali al perseguimento di interessi e fini collettivi, cui subordinare gli interessi e i fini individuali. Nonostante queste caratteristiche, la comunità non ha tuttavia necessariamente costituzione egualitaria, così che spesso vi si è l’esistenza di un ordinamento gerarchico e di una stratificazione del prestigio, del potere e del reddito. Specifiche di questa struttura associativa sono le forme di allocazione delle posizioni di autorità e la distribuzione dei compensi sociali (status), definite in base al contributo fornito dagli individui nell’esercizio dei ruoli, quasi sempre in relazione al servizio reso alla collettività.La comunità è una collettività dotata generalmente di una certa continuità nel tempo e la cui dimensione può variare anche di molto: dalla famiglia alla nazione e alla classe. Nelle scienze sociali e nella storiografia il riferimento alle comunità concrete va solitamente alle collettività di dimensione limitata: il villaggio, il quartiere, la comunità di fabbrica, la parrocchia, ecc. Questa identificazione della comunità con le comunità intermedie – intermedie tra il cittadino e lo stato – si spiega con l’attribuzione alle relazioni comunitarie di tratti peculiari, quali il carattere intimo dei rapporti personali, il coinvolgimento morale, l’interazione quotidiana, la condivisione di un luogo. 1
Jack Inviato 30 Giugno 2022 Inviato 30 Giugno 2022 2 ore fa, Gaetanoalberto ha scritto: in Italia ma ti pare?
Gaetanoalberto Inviato 1 Luglio 2022 Autore Inviato 1 Luglio 2022 @Jack Miiiiiiiiiiiiiiiinxia! Eqquantosiamodifficili... Allora calo sul piatto la libertà di emigrazione e gli accordi transfrontalieri (se si tratta della Svizzera), oppure la fondazione della Cee è quindi della UE (se si tratta di Spagna) Attendo foto segnaletica!
Gaetanoalberto Inviato 1 Luglio 2022 Autore Inviato 1 Luglio 2022 @Savgal Grazie dell'intervento, che riporta la discussione in alveo interessante. Tönnies propone una visione di comunità limitata alle società intermedie. Sull'istante, mi viene da pensare che queste preesistano allo Stato, abbiano consistenza mutevole, e che esse trovino piena realizzazione in uno Stato pluralista, che le riconosce e le promuove, amplificandone il valore. Direi che la più bella del mondo, la nostra Costituzione, è da questo punto di vista esemplare, così come il sostegno di cui spesso godono il movimento associativo, cooperativo, la famiglia, le chiese... Certo, tutto è perfettibile, ma anche le comunità, per svuppare il loro spirito solidaristico, abbisognano o di un terreno di coltura favorevole, garantito dallo Stato pluralista. Faccio per dire: dovessero anche soltanto difendersi dai nemici esterni ed interni, avrebbero molto meno tempo per dedicarsi a sviluppare i propri legami. Quindi, indipendentemente dalla finezza delle distinzioni sociologiche, che pure hanno fondamento, lo Stato avrebbe un ruolo fondamentale anche e semplicemente perché è l'argine che consente al brodo di coltura primordiale tempi e condizioni utili a svilupparsi meglio (o...peggio, a seconda dello Stato e delle comunità di cui si parli). Con tutto il rispetto per il sociologo di fine ottocento, il superbo tuttologo@Gaetanoalberto, sostiene però nei suoi interventi nel famoso bar di Melius, che nel tempo il concetto di comunitá si sia evoluto, e che l'uomo, per meglio coltivare i suoi fini, nel suo universo plurale,abbia creato comunità di più livelli, che si articolano ed integrano per affrontare la complessità dei bisogni. Lo Stato è una organizzazione, con caratteristiche sue proprie, che ha un elemento comunitario costitutivo principale, senza il quale perderemmo l'orizzonte di senso, e cioè il popolo. Tenere distinti stato e comunitá, popolo e comunità, in primo luogo nasconderebbe un fenomeno che è parte della evoluzione naturale, che porta a creare comunità più grandi che mantengono in sé le piccole senza cancellarle ed anzi promuovendole; in secondo luogo dimenticherebbe erroneamente che il popolo, ovvero uno dei tre elementi costitutivi dello stato, è esso stesso una comunità; in terzo (e più pericoloso) luogo, sarebbe la radice del senso di estraneità che alcuni provano per lo stato, quasi che fosse altro dalla piccola comunità in cui i semplici unicamente si riconoscono. Anzi, direi che lo spunto che hai fornito, è un altro elemento importantissimo per valutare i tempi che viviamo. Alle volte le microcomunitâ hanno interesse a coltivare il senso di appartenenza. Possono farlo secondo una visione ampia di integrazione con le altre, oppure puntando xenofobicamente ad una certa esclusivitá e contrapposizione. Non citiamo la mafia o la ndrangheta per non allargari troppo. Una certa visione della comunitá, può essere nemica della comunità più ampia. Quindi gli studi e le citazioni sono sempre uno stimolo interessante, ma ricordiamo che abbeverarsi alla fonte della tuttologia @Gaetanoalbertoaiuta ad inquadrare le interpretazioni del mondo nella giusta dime sione. Perciò, tornando alla giusta dimensione, è proprio una visione antinomica di Stato e comunitá che potrebbe essere vista come concausa di quel disagio che leggiamo nella società. Nostro compito di cittadini o politici illuminati, di educatori, potrebbe forse essere quello di aiutare a sanare una visione di antitesi, e condurla ad una più corretta sintesi. Le comunità, o almeno alcune comunità (alleanze), si integrano tra loro e non si escludono. L'uomo è plurale per sua natura, e fa parte contemporaneamente di più comunità, ugualmente importanti per il suo benessere. Incollo un breve testo, copiato dalla libreria della migliore facoltà mondiale di giurisprudenza, quella di UniCt. Sezione 2 LO STATO E I SUOI ELEMENTI COSTITUTIVI SOMMARIO: 2.1. Stato “istituzione”, Stato “apparato”, Stato “comunità”. – 2.2. Gli elementi essenziali dello Stato. – 2.3. Il territorio: a) la terraferma; b) lo spazio aereo e il mare territoriale; c) extraterritorialità e ultraterritorialità. – 2.4. Il popolo: a) la popolazione; b) la cittadinanza; c) la Nazione. – 2.5. La sovranità. 2.1. Stato “istituzione”, Stato “apparato”, Stato “comunità” Lo Stato è un ordinamento giuridico originario composto da un gruppo sociale, ordinato da regole e stanziato su un determinato territorio. Il termine Stato ha assunto molteplici significati. Innanzitutto, con l’espressione Stato “istituzione” si suole indicare l’ordinamento giuridico statale come corpo sociale e politico organizzato e onnicomprensivo di tutte le altre realtà intermedie ad esso sottoposte. È bene sin da subito precisare che la Costituzione italiana designa sovente lo Stato istituzione con il termine Repubblica. Così, nella disposizione contenuta nell’art. 114 afferma che «La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città Metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato». Con il termine Stato “apparato”, o anche Stato “persona” si intende l’insieme dei governanti, ossia di organi ed enti cui è attribuito il potere di approvare ed applicare le norme attraverso cui lo Stato esprime la propria supremazia e persegue le proprie finalità. È denominato anche Stato “persona” perché esso possiede personalità giuridica ed è sottoposto, parimenti agli altri soggetti pubblici e privati, al diritto stesso. Infine, per Stato “comunità” si definisce la c.d. “società civile”, ossia l’insieme dei governati, cittadini e non cittadini, sottoposti all’autorità dello Stato “apparato” e descrive quel processo di continua integrazione della sfera dell’autorità con quella della libertà (MARTINES).
Questo è un messaggio popolare. appecundria Inviato 1 Luglio 2022 Questo è un messaggio popolare. Inviato 1 Luglio 2022 8 ore fa, Savgal ha scritto: Ferdinand Tönnies (1855-1936) Ho già provato a introdurre Tönnies. Mi hanno risposto con la foto di due palle da tennis. 3
Gaetanoalberto Inviato 1 Luglio 2022 Autore Inviato 1 Luglio 2022 @appecundria Si legga l'intervento del noto Gaetano Alberto.
mom Inviato 1 Luglio 2022 Inviato 1 Luglio 2022 Quale sia il primo segno di civiltà l’ho già scritto nelle prime pagine: un approccio non nemico con un proprio simile ma semmai collaborativo, se non addirittura complice, per raggiungere un determinato scopo utile almeno ad entrambi. Ora segnalo, invece, quello che, per me, è l’ultimo segno di civiltà: la mancanza di rispetto per il prossimo e cioè il razzismo nei confronti di persone non di etnie diverse ma di sesso diverso. Qui sopra, a parole e in altri thread, tutti parlano di uguaglianza, si fanno paladini e propugnatori di vari progetti “Jus”. Parole e parolone, bla bla bla, che vengono proclamati ai quattro venti ma che nascondono sotto il tappeto anche altre verità, dense di acrimonia e grettezza. Non si accettano pacificamente i contraddittori, si travisano e stravolgono i post di qualche malcapitato che ha avuto l’ardire di esporre con franchezza la propria opinione e si passa ormai abitualmente all’offesa pesante. Ci sono maschietti che ambiscono al ruolo di prime donne e, per difendere quella che credono essere la postazione raggiunta, arrivano a dare in escandescenze comportandosi come ( cito un’ espressione più volte usata ma che a me solitamente non piace) “checche isteriche” ( delle donne, invece, si parla di alterazioni dovute al ciclo mensile). Ecco, in sintesi, per me questo è l’ultima espressione di civiltà e di cultura. Altrimenti come si spiegherebbe un invito rivoltomi recentemente a riflettere e a domandarmi perché io, donna, mi permetto di scrivere qui in un ámbito a prevalenza maschile (ma letto e condiviso anche da molte compagne)? Tralascio le illazioni pesantissime quanto obsolete e ridicole che sono state sottintese! Tra l’altro è stata trascurata l’arma a doppio taglio che comprende la generazione LGBTQ! Quelle dove si devono posizionare? Continueranno a dover nascondere il loro indirizzo? Ecco, questo razzismo viscido della superiorità maschile che si limita a riferirsi soltanto a quelli che picchiano le donne e le obbligano a vestirsi e a comportarsi in determinati modi, è, a mio avviso, proprio un pessimo segnale di civiltà. Per fortuna di forumer così non ce ne sono molti qui e poi…fa caldo…😁 Grazie per l’attenzione; chiedo scusa per il marginale (ma non troppo) o.t. Poi per me, ciascuno è libero di pensarla come crede ma non creda di avermi ridotto al silenzio. Le offese, cancellate prontamente dalla moderazione ( ma da me salvate per una eventuale querela) alla fine si sono rivelate un brutto boomerang nei confronti di chi non è neppure capace di chiedere scusa. La mia presenza saltuaria in questi giorni è dovuta alle vacanze, infatti ora vado a fare un bel bagno. Buona giornata a tutti! . 2
nullo Inviato 1 Luglio 2022 Inviato 1 Luglio 2022 2 ore fa, Gaetanoalberto ha scritto: Si legga l'intervento del noto Gaetano Alberto. Beh, tu dai qualche chanches anche a pensieri alternativi. I vantaggi nel rapporto con uno stato e le sue forme di associazione e supporto esistono, ma non andrebbero usate per tacitare rivendicazioni ancorché velleitarie. Mancherebbe lo spazio vitale per dare forme nuove e necessarie al rapporto. Tale rapporto non si basa su regole inalterabili, né su teorie più eo meno grezze e antiche traslate all'oggi. È magmatico e basato su contendibili rapporti di forze e sensibilità che cambiano da individuo a individuo, fra sottogruppi e nell'intero. La perceziome della pervasività delle regole comuni poste in essere dai vari gradi di organizzazione, del loro peso, dell'eventuale vantaggio, non sono né potranno mai essere univoci, quindi supinamente accettati. Ps Rimane il fatto, vuole essere un esempio, che sostituendo lo stato con la famiglia ed il suo ruolo fondante nella educazione e formazione dell'individuo, a parte quando si parte da forme di sottosviluppo marchiano, il risultato non è proprio sempre quello che si possa ritenere opportuno.
Gaetanoalberto Inviato 1 Luglio 2022 Autore Inviato 1 Luglio 2022 1 ora fa, nullo ha scritto: non andrebbero usate per tacitare rivendicazioni ancorché velleitarie. Mancherebbe lo spazio vitale per dare forme nuove e Dunque, sarò influenzato dalla formazione, che però non cestinerei come si usa nel relativismo storico. La medicina è cambiata, la scienza è cambiata, la giurisprudenza e la legislazione si evolvono, le Costituzioni (meno in Italia) si aggiornano, le forme di Stato sono diverse, si adattano ai singoli paesi, alla loro storia, ed ai tempi che cambiano. Il rapporto tra individui, formazioni sociali, le tipologie di formazioni sociali cambiano. Quindi nelle mie parole non vi è alcun immobilismo. Tuttavia un elemento costitutivo dello Stato è il popolo. In questo momento storico, a mio avviso c'è proprio il rischio di indebolirne il ruolo. Appunto perché "velleitarie" alcune libere esternazioni non sono da trascurare, perché minano alle radici non tanto la possibilità di evoluzione, ma la stessa validità di un'istituzione fondamentale. Dicevano "lo Stato si abbatte e non si cambia". Uno che lo vuol cambiare, prima lo deve conoscere e comprendere.
nullo Inviato 1 Luglio 2022 Inviato 1 Luglio 2022 7 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto: Uno che lo vuol cambiare, prima lo deve conoscere e comprendere. Anche mia moglie di fronte alle mie rimostranze mi dice... Tu non mi capisci!
Savgal Inviato 1 Luglio 2022 Inviato 1 Luglio 2022 Il concetto di comunità può essere meglio compreso contrapponendolo al concetto di società. Il termine di società ha numerosi significati. Come tutti i termini polisemantici il rischio che in un dialogo i soggetti utilizzino lo stesso significante, ma attribuiscano a questo un significato diverso, è elevato. Fatta questa doverosa premessa, in linea di massima è possibile individuare sette possibili significati. Il primo significato di società è un insieme di individui con rapporti organici, è il significato più generale, in questo è possibile far rientrare anche le comunità animali. Il secondo significato di società individua un gruppo umano con una propria identità, quale la famiglia, la tribù, la città. Il terzo significato, il più ampio e vago, indica l’insieme degli uomini (società umana), cui si attribuisce anche una connotazione morale. Nel quarto significato si intende la popolazione umana insediata su di un territorio, connotata da una specifica cultura, quindi con significato vicino al concetto di popolo-nazione, dal fatto di obbedire a un unico governo e alle medesime leggi, quindi con un significato in parte corrispondente al concetto giuridico di popolo. Nel quinto significato per società si intende il sistema di relazioni interpersonali istituzionalizzate, fondate su convenzioni (Gesellschaft), contrapposta alla comunità (Gemeinschaft), intesa invece come organismo naturale, i cui membri si sentono legati da un vincolo immediato di natura affettiva, fondato su valori tradizionali condivisi (il significato attribuito al termine da Tönnies). Nel sesto significato per società si intende il luogo delle relazioni libere, cioè non regolate da norme dello Stato, che corrisponde al moderno concetto di società civile. Infine il settimo come associazione volontaria (società commerciale, società sportiva). Queste, ma anche altre accezioni, spesso si intrecciano e si confondono. L'originario significato del latino societas era quello di associazione volontaria. Nell’antica Grecia non esisteva un termine corrispondente, poiché la nozione di società era ricompresa nel concetto di polis. Se consideriamo la società nel senso di gruppo o comunità integrata un gruppo umano con una propria identità, sorge il problema dell'attribuzione del primato, da un punto di vista ontologico ed etico, tra società e individuo. La questione consiste nel chiedersi se la società costituisce un'entità o una realtà indipendente e precedente i singoli membri che la compongono, o se invece la società è costituita nella somma dei suoi membri, i quali sono dotati di una "dignità" che li rende irriducibili ad altro. Vi sono le teorie organicistiche che sostengono il primato della società. Queste partono dal presupposto che l'individuo sarebbe nulla al di fuori della società in cui vive, che lo condiziona e che anzi lo fonda. L’assunto "ontologico" di queste posizioni è che la realtà non consiste in una somma di cose o sostanze semplici e loro proprietà, ma anche e soprattutto di relazioni, e che l'insieme è qualcosa di più delle parti che lo compongono; l'individuo stesso da altro non sarebbe costituito che da una rete di relazioni. Le teorie che invece sostengono il primato dell'individuo sono definite individualistiche; per esse la realtà è in ultima analisi formata solo da singoli, che sono considerate sostanze autonome, anche se possono entrare tra loro in rapporti di comunicazione. I due orientamenti comportano rilevanti conseguenze, soprattutto dal punto di vista politico. Le teorie organicistiche, sacrificando l'individuo all'insieme, può comportare rischi autoritari e i totalitarismi. Le teorie individualistiche, nel momento in cui sostengono l’assoluta priorità del singolo e delle sue scelte, finisce col giustificare tutte le iniquità; citando Isaiah Berlin "la libertà per i lupi ha significato la morte degli agnelli". Ai due orientamenti corrispondono due diversi sistemi morali. 1
nullo Inviato 1 Luglio 2022 Inviato 1 Luglio 2022 1 ora fa, Gaetanoalberto ha scritto: Dicevano "lo Stato si abbatte e non si cambia". Uno che lo vuol cambiare, prima lo deve conoscere e comprendere Tornando seri, quando non ci sono motivi per fare una rivoluzione, processo che innesca spesso rigurgiti fortemente reazionari, ma ci sono importanti motivi per riformare, ecco che ti scontri con n visioni e relativi veti incrociati. Anche ai massimi livelli tutti riconosco la presenza vessanti storture nel rapporto col cittadino, la presenza di leggi e regolamenti spesso in conflitto tra loro, problemi col fisco, giustizia e molto altro che impedisce progressi in varie direzioni. Eppure... Le cose si possono tranquillamente traslare dal comune, alla regione, allo stato, alla UE. Finisce che molti semplicemte mollano dopo estenuanti quanto inutili iniziative di sintesi. Sul banco rimangono estremisti e matti di vario tipo, a rendere il residuo spettacolo ancora più frustrante. È un modo per comprendere il largo distacco dalla politica.
nullo Inviato 1 Luglio 2022 Inviato 1 Luglio 2022 5 minuti fa, Savgal ha scritto: Ai due orientamenti corrispondono due diversi sistemi morali Una infinità di diverse scale di valori morali che spesso si compenetrano. Così si può leggere di uno che vuole il primato delle proprie libertà sul gruppo e al contempo sostenere la compressione della libertà di altri in nome del suo di gruppo. Qui non si fanno eccezioni.
Gaetanoalberto Inviato 1 Luglio 2022 Autore Inviato 1 Luglio 2022 @Savgal Si, non allontaniamo i troppo dal fatto che la distinzione tra Stato e Società, propria delle società antiche, è recente. Ad ogni modo, tra le opposte visioni, torna sempre migliore quella democristiana 🤣. Stavolta la Treccani la uso io, da leggere tutta. Societá - Treccani
Gaetanoalberto Inviato 1 Luglio 2022 Autore Inviato 1 Luglio 2022 1 ora fa, nullo ha scritto: per comprendere il largo distacco dalla politica. Per comprendere lo comprendo... Condividerlo no! Nella nostra obnubilante insoddisfazione, è qui @Jacknon avrà più, spero, la forza e la voglia di rispondere, neghiamo l'infinita quantità di servizi e di interessi che la politica intermedia, scontrandosi con conflitti di interessi impliciti nella soc, età. Il desiderio di una guida lungimirante lo avremmo tutti, ma i falsi idoli sono pericolosi e sempre pronti. E se invece il problema fosse proprio il desiderio di personalizzazione che semplifica ma non risolve?
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