Gaetanoalberto Inviato 29 Giugno 2022 Autore Inviato 29 Giugno 2022 49 minuti fa, senek65 ha scritto: generando fasce di popolazione che si possono ammalare e altre che è meglio non si ammalino I absolutely agree with. Ma da noi proprio non sarebbe proponibile. Per non parlare delle assicurazioni obbligatorie, della selezione del rischio...! Però gli americani questa cosa non l'hanno presa dagli inglesi.
Jack Inviato 29 Giugno 2022 Inviato 29 Giugno 2022 1 ora fa, senek65 ha scritto: generando fasce di popolazione che si possono ammalare e altre che è meglio non si ammalino. Del resto una assicurazione ha come fine il profitto, non la salute dell'assicurato Proprio non ne capisci ma vuoi continuare a blaterarne. È perchè siete on off. O USA o Urss. C’è niente da fare
senek65 Inviato 29 Giugno 2022 Inviato 29 Giugno 2022 @Jack dai su... ci fanno pure i film di cassetta sul sistema sanitario bacato. A loro piace così. Spero solo, ma sono dubbioso, che alla fine non arrivi pure qui. La montagna di soldi legata alla sanità fa gola , tanta tanta gola.
senek65 Inviato 29 Giugno 2022 Inviato 29 Giugno 2022 1 ora fa, Gaetanoalberto ha scritto: Però gli americani questa cosa non l'hanno presa dagli inglesi Si lo so. A distruggere il welfare inglese ci ha pensato la Thatcher
Gaetanoalberto Inviato 29 Giugno 2022 Autore Inviato 29 Giugno 2022 8 minuti fa, senek65 ha scritto: distruggere il welfare inglese Mah. Ne ho esperienza diretta: ho sorella con passaporto e nipoti inglesi, mia madre è morta in Inghilterra dopo cure per il cancro al Royal Marsden Hospital, successivo ricovero in centro palliativo ed infine con assistenza infermieristica domiciliare. Diciamo che hanno fatto passi indietro, ma sostanzialmente hanno pregi e problematiche non molto diverse dalle nostre attuali. Partivano da qualche passo avanti.
senek65 Inviato 29 Giugno 2022 Inviato 29 Giugno 2022 10 minuti fa, Gaetanoalberto ha scritto: Partivano da qualche passo avanti. Esattamente. Se non sbaglio il welfare lo hanno inventato loro.
Gaetanoalberto Inviato 29 Giugno 2022 Autore Inviato 29 Giugno 2022 18 minuti fa, senek65 ha scritto: il welfare lo hanno inventato loro. Si, dopo la seconda guerra mondiale. Ogni tanto mi tirano le orecchie perché tifo per la socialdemocrazia europea come modello. È curioso che provenga da un paese che era stato conservatore, che poi lo è ridiventato. Segno che le regole ed il funzionamento concreto di uno stato contano più delle proclamazioni.
Jack Inviato 29 Giugno 2022 Inviato 29 Giugno 2022 @senek65 ma chi cacchio parla degli USA… ma è possibile che siete ossessionati dagli usa?
senek65 Inviato 29 Giugno 2022 Inviato 29 Giugno 2022 @Jack di che parli? Dell'Oman? Della Svezia? Della Bassa Sassonia?
Jack Inviato 29 Giugno 2022 Inviato 29 Giugno 2022 Ok per me basta così. Vi piace avere un paese straccione, lo avete, che dobbiamo dire ancora?
Amministratori Admin Inviato 29 Giugno 2022 Amministratori Inviato 29 Giugno 2022 @Jack il numero dei post viene calcolato sulle 24 ore, non sul giorno solare, come i Melius e tutte le altre funzioni temporizzate.
Jack Inviato 29 Giugno 2022 Inviato 29 Giugno 2022 @Admin si lo so. scherzavo amministratore. Non li conteggiano i forumers del 3ad 🙂 Grazie in realtà ho scoperto che si era incantato qualcosa perché sono sloggato e riloggato e non avevo più il limite 1
briandinazareth Inviato 29 Giugno 2022 Inviato 29 Giugno 2022 3 ore fa, Jack ha scritto: Vi piace avere un paese straccione, lo avete, che dobbiamo dire ancora? che nessuno obbliga nessuno a rimanere in un paese ritenuto straccione... ovvero, queste continue lamentazioni totali e globali lasciano il tempo che trovano, essendo solo chiacchiere da bar.
senek65 Inviato 29 Giugno 2022 Inviato 29 Giugno 2022 5 ore fa, Jack ha scritto: Vi piace avere un paese straccione, lo avete, che dobbiamo dire ancora? Niente, stattene fuori dal paese e goditela.
Questo è un messaggio popolare. Gaetanoalberto Inviato 30 Giugno 2022 Autore Questo è un messaggio popolare. Inviato 30 Giugno 2022 12 ore fa, Jack ha scritto: piace avere un paese straccione, lo avete Veramente, quando ho iniziato il thread con il bell'aneddoto della Mead, da sognatore quale sono (effettivamente un po' straccione per patrimonio personale, ma beatamente soddisfatto di portare avanti la famiglia col lavoro e senza lussi nè invidie), speravo che venisse fuori l'importanza dell'aiutare chi è in difficoltà e dello spirito di servizio e comunitario. Chissà perché finiamo con affermazioni così esageratamente severe e poco generose. Penso che qui dentro siamo tutte persone che hanno un po' viaggiato, che hanno l'esperienza dell'età, della famiglia, del lavoro. Da una parte, rimanendo più strettamente nel tema del TD, un po' tutti riconosciamo il valore della solidarietà. Anzi, a volte mi pare che il tema di fondo su cui ci si accapiglia sia proprio questo: gli USA, l'URSS, la Russia, la UE, la Svizzera, l'anarchia, la sinistra, la destra, la democrazia cristiana - sempre la mejo - guerra si o no, migranti si o no... Sono alla fine tutte divisioni che nascono dal diverso equilibrio che c'è in noi tra idea di organizzazione della comunità, idea dei fini che questa comunità deve avere, ruolo dello Stato, funzionamento dello Stato. Quanto Stato? è la domanda di@mozarteum Perché guardare a modelli meno solidali (USA) ? quella di @senek65 L'aiuto verso chi è in difficoltà ed una qualche forma di auto organizzazione in fondo sono "naturali", tanto da far parte dell'intero mondo animale, ricordano @briandinazareth e @appecundria. Ma perché lo Stato? è la posizione di @Jack, che però in alcuni interventi sembra sostenere che aiutare i deboli sia indispensabile, e dall'altra avere posizioni spiccatamente individualiste. @Gaetanoalberto, in modo non particolarmente premeditato o sottile, ma solo per la bellezza dello spunto, alla fine ha effettivamente toccato un punto dolente di fondo, attraverso le parole della Mead. Ha significato il termine solidarietá? Verso chi però? Quanta? A che prezzo? A chi affidarla? Come praticarla? Che rapporto tra sfera di libertà e compiti individuali e di intervento dello Stato? "Noi siamo al meglio quando serviamo gli altri"? Certo è una tra le componenti della natura umana (e non solo - probabilmente deriva addirittura dall'istinto alla salvaguardia della specie, che è un portato biologico). Non la sola: si mischia ad egoismo, lotta per la sopravvivenza, prudenza, esperienza... etc etc.. Certo che lo sguardo lungo al quale @nullo mi invitava, non può negare che la storia dell'uomo si accompagni alla storia dell'evoluzione da una parte delle tecniche di produzione e sopravvivenza, dall'altra delle forme di organizzazione, sempre più complesse, estese ed articolate. Ed infatti stiamo a parlare di forme di Stato e di rapporti internazionali. Tutto manifesta la complessità dell'equilibrio (o squilibrio e rottura) tra solidarietà, interessi individuali, economia, difesa, interessi generali e particolari... E poi questa insoddisfazione di fondo, che percorre trasversalmente le società, le nazioni, gli individui in questo periodo storico. Certo che, se da una parte i moti dell'umanità si assomigliano, ed il fatto di essere nel primo ventennio di un secolo nuovo richiama tristi precedenti, l'inquietudine non può certo avere a fondamento nè la distribuzione del benessere relativo, nè un confronto con il livello dei servizi che sarebbe impietoso. Apparentemente nessuno rifiuta l'idea della solidarietà, ma ciascuno la coniuga a suo modo, spesso in modo contraddittorio e, paradossalmente, parecchi distinguo li esprimono non solo alcune destre, ma anche alcune sinistre. Però è curioso che, pur nel legittimo esercizio dello spirito critico, molti si concentrino sui difetti dello Stato, e poco su quelli della società e degli individui. Quasi nessuno riflette sulla difficoltà degli immani compiti che ha di fronte chi amministra una società sempre più complicata. Di fatto, di fronte alla complessità, spesso si preferisce semplificare con un vaffa liberatorio. Che dipenda dal grado con il quale si manifesta in noi il sentimento di civiltà di cui parla la Mead? Siamo consapevoli dei vantaggi della vita consociata in uno Stato? Alle volte chi è più sensibile verso l'aspetto più individuale della solidarietà, non concorda sul fatto che lo stesso sentimento può, e probabilmente deve, essere parte naturale anche della convivenza tra gruppi e comunità, e non solo tra individui. L'aiuto reciproco tra stati, le alleanze, la fedeltà a queste, le politiche di lungo periodo... Dovrebbero far parte della nostra natura di comunità di uomini? È quanto del nostro benessere dipende dalla capacità di unirsi di fronte ad un pericolo? 4
nullo Inviato 30 Giugno 2022 Inviato 30 Giugno 2022 1 ora fa, Gaetanoalberto ha scritto: Però è curioso che, pur nel legittimo esercizio dello spirito critico, molti si concentrino sui difetti dello Stato, e poco su quelli della società e degli individui. Quasi nessuno riflette sulla difficoltà degli immani compiti che ha di fronte chi amministra una società sempre più complicata. Di fatto, di fronte alla complessità, spesso si preferisce semplificare con un vaffa liberatorio. Ti inviterei a partire nell'analisi dalla particella più piccola della società, la coppia e le sue difficoltà oggi a reggere e non scoppiare. Poi alla famiglia, e in seguito alla tribù ( olè).... e il come, curiosamente, l'aumento del benessere e di certe garanzie, corrisponda spesso ad una difficoltà nella relazione, quest'ultima percepita come un peso e conseguente pulsione verso altre forme di relazione più "leggere" o all'isolamento. Come se, mentre le possibilità di mutua assistenza crescessero, l'uomo non ne riconoscesse più i vantaggi rispetto ai dovuti compromessi e al "prezzo".
briandinazareth Inviato 30 Giugno 2022 Inviato 30 Giugno 2022 27 minuti fa, nullo ha scritto: Come se, mentre le possibilità di mutua assistenza crescessero, l'uomo non ne riconoscesse più i vantaggi rispetto ai dovuti compromessi e al "prezzo". fino a che non ne ha bisogno... a quel punto cambia tutto.
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