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Melius Club

Dynaco Stereo 400


GFF1972

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Inviato

Ciao a tutti.

Chi conosce questo finale vintage a stato solido da 200 w per canale e addirittura 600 w in mono? So che esistono due versioni con e senza v-meter (la versione con i v-meter è esteticamente anche molto gradevole); ma come suona? È ancora attuale?

Grazie,

Gianluca

  • Amministratori
cactus_atomo
Inviato

@GFF1972 è stato uno dei primi finali di potenza elevata, più o meno coevo del phase linear 400, siamo intorno agli inizi del 1970. cme per  quasi tutti i prodotti dell'epoca non dovrebbe essere difficile trovare un service manual per un controllo obbligatorio (dopo mezzo secolo..). a suo trmpo se ne parlava bene ma all'epoca mi potrvo a mala pena permettere il dynaco st120. , totoalmente differente come costruzione e circuitazione

Inviato

E' un bel finale, io molto tempo fa ho ascoltato quello senza vu meter...per come la vedo io e' validissimo tutt'oggi  eccezion fatta per il suono poiche' cosi' come altri bei prodotti dell'epoca (il gia' citato phase linear 400,  il Crown DC-300A  o il SAE 2400 ) hanno una timbrica rotonda, corposa direi agli antipodi delle attuali tendenze che prediligono negli amplificatori il suono iperdettagliato con bassi asciutti, incisivi e veloci, ovviamente tanto dipendera' dal diffusore che Dynaco andra' a pilotare...per es: con le mie Klipsch rf7 prima serie suonerebbe in maniera strepitosa mentre con le Indiana Line Diva 665 suonerebbe gonfio in basso e chiuso...non che le diva non siano dei buoni diffusori ma assolutamente non adatti al finale che gli stiamo affiancando...grande importanza avra' pure il pre e la restante catena audio ambiente e volume d'ascolto compresi.

SALVO.

Inviato

@cactus_atomo Ciao Enrico, grazie; si il service manual si trova. Mi piacerebbe sapere, da chi lo ha avuto oppure sentito, come suona e se il suo suono è ancora attuale.

Grazie,

Gianluca 

Inviato

@magoturi Ciao Salvo, pertanto, il tuo giudizio è positivo. Io lo trovo molto bello e, stranamente, ha un costo elevato, ma non folle!

 

  • Amministratori
cactus_atomo
Inviato

@GFF1972 è un prodotto che ha 50 anni, interesante ma non iconico, costruito da una casa nota sopratutto per prodotti  relativamente economici, realizzati in economia e proprosti anche in kit. cche suonasse bene da nuovo non ne dubito, le rece in rete son positive, ma non è un McIntosh un accuphasenun einson insomma prodotti nati er durare nel tempo

Inviato

@GFF1972 non so che costo ha pero' a me piaceva c'e' solo da stare attenti all'interfacciamento con i diffusori e la restante catena audio, chiaramente: come giustamente afferma @cactus_atomo , non e' un Accuphase P-300 , ne  un Sansui BA5000 o un Marantz model 500 ma non lo sara' neanche nel prezzo....😉

 

SALVO.

 

Inviato

Il Dynaco ST400 fu provato su uno dei primi numeri di Stereoplay, a confronto con altri pesi massimi e mediomassimi del periodo (Marantz 500, Phase Linear 700, Sony TA3200F e qualche altro) ed esibì, se non ricordo male, ottime capacità di erogazione su basse impedenze. Se non ricordo male, uscì intorno al 1972-73.
Tuttavia, secondo me, bisognerebbe dare uno sguardo anche ai suoi fratelli, usciti successivamente che condividevano la stessa circuitazione di base e cioè l'ST410 e l'ST416, che comparivano ancora negli annuari del 1978.

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L'ST410 era una versione semplificata nello chassis e nel circuito di protezione che risultava sostanzialmente più economica. A detta di alcuni, proprio in virtù del circuito di protezione semplificato, suonava meglio dell'ST400.

 

L'ST416, invece ha il doppio dei transistor finali, rispertto all'ST400, infatti è dichiarato esplicitamente in grado di pilotare carichi da 2 ohm.

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intorno al 1977 circa, la Dynaco, partecipò alla "guerra dei microfarad" (la tendenza da parte di molti costruttori ad impiegare capacità di filtro molto elevate sui loro finali di potenza) commercializzando l'unità C-100, venduta solamente assemblata, che era una "batteria" supplementare di condensatori da collegare al finale ST416 e, forse ST400, per aumentarne la capacità di filtro e, quindi, migliorando le performances in gamma bassa.

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I prodotti Dynaco furono importati in Italia ma non raggiunsero la stessa popolarità che ebbero negli USA. Quando iniziai ad appassionarmi all'HIFI (1977-78) erano importati dall'NTC, importatore anche di Luxman e Altec ma se ne parlava pochissimo sulle riviste. Diciamo che la fase calante del marchio era iniziata da alcuni anni ma, probabilmente, anche l'importatore non li "spingeva" molto. Se non erro il marchio chiuse intorno al 1979-80.
La gran parte dei prodotti Dynaco veniva venduta sia assemblata in fabbrica che in kit (i circuiti stampati, però erano preassemblati e pretarati, quando richiesto, in fabbrica), permettendo con quest'ultima opzione, un notevole risparmio.

 

Il progettista e "deus ex machina" della Dynaco, David Hafler, era abilissimo a realizzare circuitazioni abbastanza semplici ma tremendamente efficaci. Lasciò la Dynaco nella 2°metà degli anni 70 e fondò il marchio che portava il proprio nome.

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Non mi pare che ci sia molta disponibilità di prodotti Dynaco nel mercato Europeo e Italiano. La disponibilità è molto ampia sul mercato USA.

Se si pensa di acquistare qualche prodotto Dynaco dagli USA, bisogna tenere presente che i prodotti valvolari (estremamente apprezzati e validissimi) hanno il primario solamente a 110/117V; gli apparecchi solid state, invece, hanno tutti il doppio primario che permette l'alimentazione sia a 110 che a 220V.
Lo scrivo con cognizione di causa perchè, tra me e mio fratello, ci sono passati tra le mani 2 preamplificatori PAT-4 (solid state), 2 finali ST-120 (solid state), un finale ST-80 (solid state), un preamplificatore PAS-3X (a valvole) e 2 coppie di Mark III (a valvole), tutti presi negli USA molti dei quali acquistati in kit nel periodo 73-76.


A mio personalissimo avviso, le quotazioni dei prodotti Dynaco, al momento attuale, sono un tantino elevate.
Dovendo acquistarli usati, bisogna vedere se sono "factory assembled" o kit; in quest'ultimo caso la costruzione potrebbe essere stata eseguita non a perfetta regola d'arte.

In caso di guasti, i componenti son tutti abbastanza facilmente reperibili e i manuali di assemblaggio si trovano molto facilmente in rete e hanno una ricca sezione dedicata alla ricerca guasti per cui, unitamente al fatto che si tratta di circuitazioni non molto complesse, non ci sono grosse difficoltà a riportarli agli splendori iniziali.
Inoltre, si trovano in rete tantissimi upgrades che permettono ulteriori miglioramenti.

 

Mi dimenticavo .... nel 1978, in Italia l'ST410 costava 470.000 lire che era un prezzo irrisorio per un finale di quella potenza e l'ST416 costava 1.100.000 (un SAE 2400L costava circa 1.290.000 lire e un Mitsubishi DA-A10 circa 590.000 lire, per farsi una idea) 
 

 

 

  • Thanks 1
Inviato
14 ore fa, cactus_atomo ha scritto:

ma non è un McIntosh un accuphasenun einson insomma prodotti nati er durare nel tempo

Per esperienza personale, i Dynaco sono costruiti abbastanza bene e, tutto sommato, fatti per durare. La componentistica elettronica adottata era di ottima qualità (nei valvolari i trasformatori di uscita sono considerati tra i migliori), anche se non "military grade".

Le economie erano date dall'utilizzo di circuitazioni piuttosto semplici e dagli chassis di qualità non eccelsa (p.es negli chassis cromati, in qualche punto può fare capolino la ruggine) e dal fatto che erano disponibili anche in kit permettendo un risparmio del 25% circa rispetto al prodotto assemblato in fabbrica.

Inviato

@Pimpinotto Ciao, veramente grazie per l’esaustiva dissertazione. Mi spieghi meglio cosa intendi quando dici 

5 ore fa, Pimpinotto ha scritto:

gli apparecchi solid state, invece, hanno tutti il doppio primario che permette l'alimentazione sia a 110 che a 220V

cioè il finale a stato solido in questione funziona sia a 110 che a 220 V senza necessità di adoperare alcun trasformatore? 
Inoltre, ricordi per caso come suona? Ha un suono ancora moderno? Infine, il finale in oggetto che ho “puntato” viene venduto unitamente al pre Pat 5: hai esperienza e/o conoscenza anche di questo pre? 

Ultima domanda (scusami se approfitto della tua conoscenza in merito): hai parlato di kit per upgrade; sapresti indicarmene qualcuno?

Grazie,

Gianluca 

Inviato
3 ore fa, GFF1972 ha scritto:
9 ore fa, Pimpinotto ha scritto:

apparecchi solid state, invece, hanno tutti il doppio primario che permette l'alimentazione sia a 110 che a 220V

cioè il finale a stato solido in questione funziona sia a 110 che a 220 V senza necessità di adoperare alcun trasformatore? 
Inoltre, ricordi per caso come suona? Ha un suono ancora moderno? Infine, il finale in oggetto che ho “puntato” viene venduto unitamente al pre Pat 5: hai esperienza e/o conoscenza anche di questo pre? 

Ultima domanda (scusami se approfitto della tua conoscenza in merito): hai parlato di kit per upgrade; sapresti indicarmene qualcuno?

Grazie,

Gianluca 

Riguardo i trasformatori di alimentazione, 'l'ho scritto ..... perchè lo chiedi di nuovo?

Sul suono non mi pronuncio (ho già scritto quali apparecchi Dynaco io e mio fratello possediamo).

Gli apparecchi solid state Dynaco, che possiedo (PAT-4, ST-80 e ST-120) risalgono agli albori dello stato solido e li trovo molto ammirevoli per il periodo in cui sono stati progettati (intorno al 1965-66) ma un pochino superati se confrontati con prodotti più moderni.

Ricordiamoci che a metà degli anni 60 c'era poca conoscenza per determinate problematiche legate all'uso dei  semiconduttori che erano per l'epoca una tecnologia pressochè nuova di zecca, soprattutto in campo audio. Inoltre i prodotti Dynaco, per quanto ottimi non nascevano come prodotti high-end per pochi ma come apparecchi alla portata di  tutte le tasche.

L'ST-400 risale al 1972-73 quindi è stato progettato in un periodo in cui era stata maturata già una discreta conoscenza sulle problematiche legate all'utilizzo dei transistor in campo audio e, soprattutto,  c'era una molto maggiore disponibilita di semiconduttori ben più prestanti rispetto a quelli disponibili nel 1965-66 che dava un grado di libertà ben maggiore ai progettisti.

Il pre PAT-5 (non lo possiedo quindi non posso dare alcun giudizio su 'come suona') risale al 1974 e fu prodotto in 2 versioni: quella 'liscia', la prima che, poi fu sostituita dalla versione 'BIFET' che, mi pare, si distingue dalla versione precedente per l'utilizzo di qualche Fet o di qualche operazionale più moderno con ingresso a Fet (dovrei controllare gli schemi elettrici). Dovrebbe essere un pre di categoria ben superiore, anche nel prezzo, rispetto al PAT-4,  che già possiedo e compariva ancora negli annuari del 1978.

I kit di upgrade (più o meno invasivi) si trovano in rete e/o su ebay.com. Alcuni upgrade sono abbastanza elementari (p.es sul PAT-4 l'implementazione di una alimentazione stabilizzata, oggigiorno molto facile da realizzare con integrati tipo LM317/337); altri sono più invasivi e, in alcuni casi, sono stati ideati da progettisti celebri come Frank Van Alstine.

Inviato

@Pimpinotto Ciao, grazie; la domanda relativa ai trasformatori di alimentazione e, quindi, alla possibilità di poter far funzionare il finale in oggetto sia a 110 che a 220 V nasce perché, non essendo io un tecnico, volevo capire se avevo ben inteso e cioè che questo finale può funzionare sia  a 110 che a 220 V, tramite questo “doppio primario”, che non so cosa sia (ma immagino consenta, appunto, il funzionamento di una elettronica sia a 110 che a 220 V).

Inoltre, relativamente al Pat 5, parli di versione “Bifet” e di “Fet”: di cosa si tratta?

Grazie,

Gianluca

  • Amministratori
cactus_atomo
Inviato
3 ore fa, GFF1972 ha scritto:

cioè il finale a stato solido in questione funziona sia a 110 che a 220 V senza necessità di adoperare alcun trasformatore? 

come molto prodotti ante'90 (Ml fino alla serie 2, threshold, fortè audio, ecc ecc) anche questo finale può funzionate sia a 110 che a 220, ma attenzione, non in automatico o premendo uno switch, occorre dissaldare interbamenti i cavi del trafo di alimentazione e saldarle in altra posizione tutto semplice, ben spiegato nel service, operazione che qulsiasi tecnico può fare rapidamente, in sicurezza e a basso costo. Ricorda però che se passi da 10 a 220 di norma va sostituito anche il fusibile di protezione, anche questo dovrebbe essere specificato nel service manual.

  • Thanks 1
Inviato
12 ore fa, Pimpinotto ha scritto:
12 ore fa, GFF1972 ha scritto:

Inoltre, relativamente al Pat 5, parli di versione “Bifet” e di “Fet”: di cosa si tratta?

In parte l'ho gia spiegato. Ti rispondo dettagliatamente quando torno a casa perchè ora sono impegnato  😉16603796116738404095162884455127.thumb.jpg.2bd2e31ee50af6b00680cf60d3010b1c.jpg

Scusa se mi sono fatto attendere ma, dagli inderogabili impegni, che avevo stamattina, sono tornato piuttosto stanco e, questo pomeriggio ho dovuto recuperare le energie con una pennichella. 

 

Veniamo al dunque.

I FET (Field Effect Transistor) o "transistor ad effetto di campo" sono dei dispositivi attivi dal principio di funzionamento differente dai tradizionali transistor "bipolari" detti anche BJT.

Detto molto all'acqua di rose e in maniera maccheronica e "primordiale" (non voglio fare un trattato di elettronica), il loro funzionamento e le loro caratteristiche intrinseche li portano a essere considerati, a torto o a ragione, un pochino una via di mezzo tra i BJT e le valvole termoioniche. I Fet trovano applicazione anche in campo audio e, appunto, talvolta, gli si attribuiscono caratteristiche soniche a metà strada tra i transistor e le valvole anche se, presumo, che i progettisti, quando li impiegano lo facciano per le loro caratteristiche tecniche di funzionamento (vengono pilotati in tensione, anzichè in corrente come i BJT)

Il PAT-5 fu commercializzato in 2 versioni; quella "liscia" fu sostituita, successivamente dalla versione "BIFET". Ho controllato i manuali di assemblaggio e gli schemi elettrici. A parte l'estetica, lievemente differente, queste sono le differenze che saltano agli occhi:

  1. La versione BIFET ha un interrutorino per aumentare il guadagno (sensibilità) dello stadio phono di 6dB
  2. La versione BIFET, nell'ingresso dello stadio phono ha un condensatore da 220pf per dare un carico capacitivo di 220pF (era il periodo in cui si parlava dell'influenza della capacità di carico sulla risposta in frequenza delle testine MM)
  3. Nello stadio linea la versione "liscia" utilizza un amplificatore operazionale LM301, che ha gli ingressi implementati con transistor BJT mentre la versione "BIFET" utilizza un amplificatore operazione LF357 che ha gli ingressi implementati con FET

Per il resto le due versioni, circuitalmente, sono perfettamente identiche. Volendo, la versione liscia può essere adeguata alla versione BIFET sostituendo i due amplificatori operazionali LM301 dello stadio linea con gli LF357.


Volendo sbizzarrirsi, si potrebbe provare a sostituire gli operazionali con degli equivalenti attuali, molto più performanti, anche se occorre risolvere il problema dato dagli operazionali impiegati che sono in contenitore TO99 mentre quelli maggiormente impiegati attualmente sono in contenitore "Dual in Line" però è un problema che si risolve utilizzando degli appositi adattatori

https://www.cimarrontechnology.com/product/browndog-020601a-dip8-to-to99-adapter

 

 

  • Thanks 1
  • 1 anno dopo...
Inviato

Ciao, riprendo questa discussione per una domanda: è possibile che questo finale in foto sia originale? Ha il frontale diverso rispetto a quello originale con i vu meter; in particolare, ha il frontale (quanto a scritte) del modello che nasce senza vu meter, ma con i vu meter. In altri termini, è possibile che si potesse assemblare in autonomia, acquistando un frontale che poteva essere personalizzato? Chiedo, sopratutto, a @Pimpinotto, che lo conosce bene, cosa ne pensa, essendo interessato all’acquisto di questo finale, ma non vorrei fare acquisti incauti.

Grazie,

Gianluca

 

 

 

IMG_1193.jpeg

Inviato

@GFF1972

 

Se non erro, da un certo periodo in poi l'ST400 fu reso disponibile anche con i Vu meter ad ago (in rete se ne vedono diversi, così equipaggiati).
Potrebbe darsi che sia un apparecchio acquistato in kit (nei kit i circuiti stampati erano già preaasemblati e tarati in fabbrica) a cui gli sono stati aggiunti i Vu meter successivamente a cui però manca il logo Dynaco
Stasera vedo di documentarmi meglio e provare a dare una risposta più compiuta.

  • Thanks 1

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