ferdydurke Inviato 22 Agosto 2022 Inviato 22 Agosto 2022 4 ore fa, Martin ha scritto: Secondo altra convenzione, indicano la potenza del milione, quindi un trilione sarebbe "un milione alla terza" ovvero un fantasmagorico 10e18, e qui avremmo una q.tà di metano mai ritrovata in precedenza, che se la giocherebbe direttamente coi giacimenti russi. Una roba da Paperon de Paperoni…
Martin Inviato 22 Agosto 2022 Inviato 22 Agosto 2022 Per Repubblica sono 70 miliardi, ma è "fuochino" perché probabilmente ce ne sono molti altri, ENI si dichiara ottimista in tal senso. Nell'area sono già stati scoperti altri giacimenti notevoli.
UpTo11 Inviato 22 Agosto 2022 Inviato 22 Agosto 2022 17 minuti fa, releone71 ha scritto: Interessante puntata di Report stasera. Direi che casca proprio a fagiuolo ...
releone71 Inviato 22 Agosto 2022 Inviato 22 Agosto 2022 @UpTo11 già. E ora stanno trattando l'affaire Serbia. Mala tempora currunt...
loureediano Inviato 23 Agosto 2022 Inviato 23 Agosto 2022 Vanno benissimo alla Russia Gas a 300 Euro, fallimento dell'economia europea a portata di mano. Che poteva volere di più Putin? Altro che conquista dell'Ucraina! 1
maurodg65 Inviato 23 Agosto 2022 Inviato 23 Agosto 2022 20 ore fa, tomminno ha scritto: Perchè te credi che se noi oggi avessimo lo 0% delle fornuture dalla Russia non pagheremmo il gas ugualmente quasi 300€/MWh? Forse hai letto velocemente i precedenti post, mi pare di aver scritto chiaramente che a prescindere dalle nostre scelte strategiche il costo del gas sarebbe comunque quello di oggi, da questo punto di vista non sarebbe cambiato poco o nulla e quindi “chiedere” la cessazione delle ostilità in Ucraina nella speranza che i costi del gas possano abbassarsi è utopia, la crisi con la Russia e la necessità di cambiare fornitore per tutta la UE oggi è una necessità inderogabile, ma averlo fatto strategicamente e per tempo anni fa ci avrebbe messo al riparo dal rischio di razionamento e di chiusura temporanea o definitiva di alcune attività industriali come oggi si paventa, questo costo che si presuppone sarà salato e quello che ci saremmo risparmiati se la strategia energetica dei nostri governi del recente passato fosse stata diversa. Per il prossimo futuro il rischio è ben sintetizzato qui: https://www.ilsole24ore.com/art/caro-gas-e-contratti-rischio-cartiere-chiusure-vista-AEqluXuB Caro gas e contratti a rischio: cartiere, chiusure in vista Le aziende denunciano che i fornitori, a partire dall’Eni, non sono in grado di garantire nuovi accordi commerciali mentre i broker del libero mercato propongono condizioni insostenibili Non è più solo un problema di costi energetici. Ora le imprese, soprattutto quelle che usano molto gas, devono fronteggiare un altro ostacolo: non si trovano più nemmeno i fornitori. L’Eni sta prendendo tempo, dichiarando a molti imprenditori di non essere in grado di formulare in questo momento nuovi contratti per via dell’incertezza del contesto internazionale (ovviamente facendo riferimento alla guerra tra Russia e Ucraina), mentre sul libero mercato i concorrenti o non si trovano o chiedono condizioni insostenibili per le Pmi. Secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, l’Eni stessa sta prendendo tempo in quanto è in attesa di previsioni sui prezzi più chiare. Mancano i fornitori Questa è la testimonianza delle energivore imprese cartarie. Per loro in queste ore il problema sta diventando drammatico, perché i vertici del 90% delle aziende di settore si chiedono come riaprire a settembre. Ma questo scenario sta estendendosi anche ad altri comparti energivori e grandi utilizzatori di gas dalla ceramica alla siderurgia. Per qualche azienda è, in questo momento, letteralmente impossibile firmare un nuovo accordo di fornitura di gas per l’anno termico 2022-2023, che parte formalmente il primo di ottobre e durerà fino al 30 settembre del prossimo anno. Questo è il periodo durante il quale le imprese solitamente concordano nuovi contratti. Interrogativi sulla ripartenza Vista l’incertezza, quest’anno alcune imprese della carta, per ridurre i tempi morti, hanno anticipato la manutenzione annuale e ad agosto hanno scelto di chiudere senza avere impatti occupazionali. Ma al momento in molti si interrogano su come ripartire, visto che dopo settembre si profila il rischio di non avere nessuna fornitura. La Cartiera del Polesine, di Rovigo, con 115 milioni di fatturato medio e oltre 150 dipendenti, al momento non riesce a trovare un contratto. Eni ha comunicato ai vertici aziendali di non poter offrire disponibilità per ora. Le altre società hanno chiesto un mese di pagamento anticipato e una fideiussione dello stesso valore.
maurodg65 Inviato 23 Agosto 2022 Inviato 23 Agosto 2022 19 ore fa, radio2 ha scritto: credo sia agli occhi di tutti che la tanto sbandierata globalizzazione pompata e sbandierata sino a poco tempo fa abbia mostrato i suoi grandi limiti La globalizzazione non è una politica economia che hanno scelto alcuni governi, è solo la conseguenza dello sviluppo tecnologico che ha portato ad una maggiore interconnessione delle economie di diversi paesi facilitando gli scambi commerciali e che ha contribuito enormemente all’aumento della ricchezza e del benessere dell’Occidente tutto in particolare, non è né finita ne tantomeno finirà nel prossimo futuro, semplicemente sono in corso quegli aggiustamenti che le mutate condizioni geopolitiche rendono necessarie, chi ingenuamente spera che questo renda superfluo competere e mettersi in gioco sbaglia, chi era in difficoltà prima sarà in difficoltà anche oggi e domani e dovrà rimboccarsi le maniche per recuperare, quindi per quello che ci riguarda non cambia nulla, dobbiamo fare sempre quelle riforme che ci rifiutiamo di voler prendere in considerazione. 1
bost Inviato 23 Agosto 2022 Inviato 23 Agosto 2022 17 ore fa, Paperinik2021 ha scritto: Il TG3 ha parlato di 70 miliardi di mc. Boh tempo fa l ENI aveva trovato un altro mega giacimento fuori dall'Egitto, che fine ha fatto?
gemoi Inviato 23 Agosto 2022 Inviato 23 Agosto 2022 @bost ha reso energicamente indipendente l'Egitto.
bost Inviato 23 Agosto 2022 Inviato 23 Agosto 2022 41 minuti fa, gemoi ha scritto: @bost ha reso energicamente indipendente l'Egitto. @gemoi e a noi che l abbiamo trovato, cosa è venuto in tasca?
gemoi Inviato 23 Agosto 2022 Inviato 23 Agosto 2022 @bost profitti per Eni anzitutto, forniture aggiuntive di 3 miliardi di mc di GNL.
Martin Inviato 24 Agosto 2022 Inviato 24 Agosto 2022 In effetti vantarsi trombonisticamente che "ENI" ha scoperto... etc. etc... ENI avrà anche scoperto (in partnership con altri) ma lo sfruttamento delle risorse seguirà la logica del mercato, sia per le quotazione che per il piano di estrazione, non è che se ENI "scopre" un giacimento da, facciamo il caso, 100Gmc poi questo sia destinato esclusivamente alla domanda nazionale, oppure che ENI (o chi per lei) possa dire: "mancano 10Gmc/anno per fare patta, li tiro fuori da li e sono a poso per 10 anni", o magari possa riservare favorevolissime quotazioni al solo mercato nazionale. La velocità di estrazione dipende dalle carattersitiche del giacimento (Quanto e come è esteso e quanto "ciuccia" il singolo pozzo) , dalla sua ubicazione (costa meno estrarre da un giacimento "alto" in terraferma che da uno profondo in mare) e sopratutto dalle quotazioni della materia prima energetica. La teoria "classica" indica come razionale estrarre al più alto tasso possibile, purché sia redditivo, in altre parole la riserva naturale deve essere convertita il prima possibile in riserva economica.
ferdydurke Inviato 26 Agosto 2022 Inviato 26 Agosto 2022 Riprendo questa discussione in quanto avevo piacere di postare il link di un articolo pubblicato questa mattina su The Economist dal titolo: Are sanctions on Russia working? https://www.economist.com/leaders/2022/08/25/are-sanctions-working In pratica ed in estrema sintesi si argomenta che la sanzioni sono lente a dare i loro effetti è ci potrebbero volerà anni prima di aver è un risultato tangibile, e, comunque le sanzioni non passano senza mettere in atto risposte più efficaci anche a livello delle forze in campo. L'articolo si può leggere integralmente se non siete abbonati solo tramite iscrizione al sito.
maurodg65 Inviato 26 Agosto 2022 Inviato 26 Agosto 2022 1 ora fa, ferdydurke ha scritto: https://www.economist.com/leaders/2022/08/25/are-sanctions-working Le sanzioni contro la Russia funzionano? Le lezioni da una nuova era di guerra economica 25 agosto 2022 sei mesi fa la Russia ha invaso l'Ucraina. Sul campo di battaglia si sta svolgendo una guerra di logoramento lungo una linea di morte e distruzione di mille chilometri. Al di là di essa infuria un'altra lotta: un conflitto economico di ferocia e portata mai visto dagli anni '40, mentre i paesi occidentali cercano di paralizzare l'economia russa da 1,8 trilioni di dollari con un nuovoarsenaledi sanzioni. L'efficacia di questo embargo è fondamentale per l'esito della guerra in Ucraina. Ma rivela anche molto sulla capacità delle democrazie liberali di proiettare il potere a livello globale fino alla fine degli anni 2020 e oltre, anche contro la Cina. Preoccupante, finora la guerra delle sanzioni non sta andando come previsto. Da febbraio l'America, l'Europa e i loro alleati hanno scatenato una raffica senza precedenti di divieti che coprono migliaia di imprese e individui russi. Metà dei 580 miliardi di dollari di riserve valutarie della Russia è congelata e la maggior parte delle sue grandi banche sono tagliate fuori dal sistema di pagamenti globali. L'America non acquista più petrolio russo e un embargo europeo entrerà pienamente in vigore a febbraio. Alle aziende russe è vietato acquistare input dai motori ai chip. Oligarchi e funzionari affrontano divieti di viaggio e congelamento dei beni. La task force americana "KleptoCapture" ha sequestrato un superyacht che potrebbe aver avuto un uovo Fabergé a bordo. Oltre a soddisfare l'opinione pubblica occidentale, queste misure hanno obiettivi strategici. L'obiettivo a breve termine, almeno inizialmente, era innescare una crisi di liquidità e bilancia dei pagamenti in Russia che avrebbe reso difficile finanziare la guerra in Ucraina e quindi alterare gli incentivi del Cremlino. A lungo termine l'intento è quello di compromettere la capacità produttiva e la raffinatezza tecnologica della Russia in modo che, se Vladimir Putin aspirasse a invadere un altro paese, avrebbe meno risorse a portata di mano. Un ultimo obiettivo è scoraggiare gli altri dal guerrafondaio. Dietro obiettivi così ambiziosi c'è una nuova dottrina del potere occidentale. Il momento unipolare degli anni '90, quando la supremazia americana era incontrastata, è scomparso da tempo e l'appetito dell'Occidente di usare la forza militare è diminuito dalle guerre in Iraq e Afghanistan. Le sanzioni sembravano offrire una risposta consentendo all'Occidente di esercitare il potere attraverso il suo controllo delle reti finanziarie e tecnologiche nel cuore dell'economia del XXI secolo. Negli ultimi 20 anni sono stati schierati per punire gli abusi sui diritti umani, isolare Iran e Venezuela e ostacolare aziende come Huawei. Ma l'embargo russo porta le sanzioni a un nuovo livello mirando a paralizzare l'undicesima economia più grande del mondo, uno dei maggiori esportatori di energia, grano e altre materie prime. Quali sono i risultati? Su un orizzonte da tre a cinque anni l'isolamento dai mercati occidentali causerà il caos in Russia. Entro il 2025 un quinto degli aerei civili potrebbe essere messo a terra per mancanza di pezzi di ricambio. Gli aggiornamenti alle reti di telecomunicazioni sono in ritardo e ai consumatori mancheranno i marchi occidentali. Mentre lo stato e i magnati sequestrano i beni occidentali, dalle fabbriche di automobili ai punti vendita McDonald's, il capitalismo più clientelare invita. La Russia sta perdendo alcuni dei suoi cittadini più talentuosi, che indietreggiano la realtà della dittatura e la prospettiva che il loro paese diventi una stazione di servizio per la Cina. Il problema è che il colpo ad eliminazione diretta non si è materializzato. Il pil russo si ridurrà del 6% nel 2022, calcola l'IMF, molto meno del calo del 15% che molti si aspettavano a marzo, o del crollo in Venezuela. Le vendite di energia genereranno un surplus delle partite correnti di 265 miliardi di dollari quest'anno, il secondo più grande al mondo dopo la Cina. Dopo una crisi, il sistema finanziario russo si è stabilizzato e il paese sta trovando nuovi fornitori per alcune importazioni, tra cui la Cina. Nel frattempo in Europa, una crisi energetica può innescare una recessione. Questa settimana i prezzi del gas naturale sono aumentati di un ulteriore 20% mentre la Russia ha spremuto le forniture. Si scopre che l'arma delle sanzioni ha difetti. Uno è il ritardo. Bloccare l'accesso alla tecnologia che l'Occidente monopolizza richiede anni per mordere e le autocrazie sono brave ad assorbire il colpo iniziale di un embargo perché possono schierare le risorse. Poi c'è il contraccolpo. Anche se il gdp occidentale fa impallidire quello della Russia, non si può desiderare di eliminare la strozzatura di Putin sul gas. Il difetto più grande è che gli embarghi totali o parziali non vengono applicati da oltre 100 paesi con il 40% del gdp mondiale. Il petrolio degli Urali sta scorrendo in Asia. Dubai è piena di contanti russi e puoi volare con Emirates e altri a Mosca sette volte al giorno. Un'economia globalizzata è brava ad adattarsi agli shock e alle opportunità, soprattutto perché la maggior parte dei paesi non ha alcun desiderio di far rispettare la politica occidentale. Dovresti quindi scartare qualsiasi illusione che le sanzioni offrano all'Occidente un modo economico e asimmetrico per affrontare la Cina, un'autocrazia ancora più grande. Al fine di scoraggiare o punire un'invasione di Taiwan, l'Occidente potrebbe sequestrare i 3 trilioni di dollari di riserve cinesi e tagliare le sue banche. Ma, come con la Russia, è improbabile che l'economia cinese crolli. E il governo di Pechino potrebbe vendicarsi, ad esempio, affamando l'Occidente di elettronica, batterie e prodotti farmaceutici, lasciando vuoti gli scaffali di Walmart e innescando il caos. Dato che più paesi dipendono dalla Cina che dall'America come loro più grande partner commerciale, far rispettare un embargo globale sarebbe ancora più difficile che con la Russia. Invece la lezione di Ucraina e Russia è che affrontare le autocrazie aggressive richiede un'azione su più fronti. Il potere duro è essenziale. Le democrazie devono ridurre la loro esposizione ai punti di strozzatura degli avversari. Le sanzioni svolgono un ruolo vitale, ma l'Occidente non dovrebbe lasciarle proliferare. Più i paesi temono le sanzioni occidentali domani, meno saranno disposti a far rispettare gli embarghi sugli altri oggi. Oltre i blocchi La buona notizia è che, 180 giorni dopo l'invasione, le democrazie si stanno adattando a questa realtà. Le armi pesanti si stanno riversando in Ucraina, la nato sta fortificando i confini dell'Europa con la Russia e l'Europa sta assicurando nuove fonti di gas e accelerando il passaggio all'energia pulita. L'America sta riducendo la sua dipendenza dalla tecnologia cinese e sollecitando Taiwan a migliorare le sue difese militari. Il problema è che ogni autocrazia, non ultima la Cina di Xi Jinping, sta anche studiando la guerra delle sanzioni con la Russia ed è impegnata a imparare le stesse lezioni. L'Ucraina segna una nuova era di conflitto del XXI secolo in cui gli elementi militari, tecnologici e finanziari si intrecciano. Ma non è un'epoca in cui l'Occidente può presumere di avere la preminenza. Nessuno può contrastare l'aggressione solo attraverso dollari e semiconduttori.■
Membro_0023 Inviato 29 Agosto 2022 Autore Inviato 29 Agosto 2022 Stavo ascoltando qualche considerazione del Prof. Giulio Sapelli, che trovo più che corretta. Del resto, non parliamo dell'ultimo arrivato. Questa è dell'epoca dell'inizio della guerra, quando le sanzioni erano in divenire: https://www.ildubbio.news/2022/02/26/nel-mondo-interconnesso-e-globalizzato-le-ritorsioni-economiche-sono-impossibili/ E l'altro giorno spiegava in TV i motivi per i quali il prezzo del gas non dovrebbe più essere fissato al TTF olandese. Io sono d'accordo col suo pensiero.
audio2 Inviato 29 Agosto 2022 Inviato 29 Agosto 2022 se va avanti così manca poco alla rinazionalizzazione di tutto
Martin Inviato 29 Agosto 2022 Inviato 29 Agosto 2022 Il 26/8/2022 at 13:48, maurodg65 ha scritto: Sul campo di battaglia si sta svolgendo una guerra di logoramento lungo una linea di morte e distruzione di mille chilometri. Non male per un esercito disperato, con le pezze al coolo e armato con fuciletti a tappo (come apprendo dai media e sopratutto dal melius)... 1
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