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La Toccata dell’Orfeo di Monteverdi


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E' vero,  è vero che sia moderna.. 🙂 , da lì e da poco prima, da certe camerate fiorentine e recitar cantando e compagnia bella suonando..,  nasce il melodramma "moderno", quando la parola si fa musica, e la musica parola.., nella perfetta "saldatura" dei due strumenti del linguaggio e dell'esperessione. La nascita dell'opera viene "convenzionalmente fatta risalire proprio all'Orfeo, tra le composizioni pià articolate ed avanzate come forma e complessa gamma degli "affetti"

A questa ineffabile toccata sono particolarmente affezionato, la considero un po' una sorta di "icona" della "musica antica" che tale ci ostiniamo a chiamare benchè sia pregna di moderntà...

C'è anche una ragione affettiva e "nostalgica" alla base della mia affezione..  Nella seconda metà degli anni '70, quando ad Urbino si tenevano i corsi "estivi" di musica antica per principianti e avanzati, di pefezionamento, ad alcuni dei quali partecipai, per diletto, anch'io, era abitudine che tutti i musicisti docenti d'eccellenza provenienti dai vari parsi europei si riunissero la sera del primo giorno nella chiesa che fronteggia il palazzo Ducale (mi sfugge il nome in sto momento), nella quale ogni sera si tenevano preziosi concerti, per aprire "ufficialmente" la manifestazione suonando la Toccata dell'Orfeo di Monteverdi ciascuno con il proprio strumento d'"epoca", di ogni tipo,  come benvenuto e in funzione propiziatoria in quel clima di corale cordialità ed allegria, di felicità musicale che si instaurava tra suonatori ed ascoltanti...
Già che ci siamo.., proviamo ad aumentare il godimento con quello che viene dopo, sempre dall'Orfeo, una della più belle Arie della storia della musica

 

 

  • Melius 1
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@garmax1 Una Toccata possente, grande Rinaldo! (benchè dubiti che nella prima rappresentazione del 1607 presso Il Palazzo Ducale di Mantova siano stai usati i timpani... ma sta bene così, ogni tanto un po' di comptomesso di viole per accontentare tutti...).

Dell'ottima rappresentazione che si tenne alla Scala di Milano, con regia "stilizzata" e un po' "statica" di Robert Wilson, come già ricordato da mozarteum, l'edizione a cura dello sponsor (credo) Intesa San Paolo, con CD, DVD e un magnifico libro sull'opera, su Monteverdi, sulla rappresentazione scaligera.

 

Molto interessante, un po' "belcantista", ma espressivo, il tenore Georg Nigl (Orfeo). E poi ci sono Sara Mingardo, Roberta Invernizzi... ma non trovo nulla nel tubo.

 

Altri due momenti magnifici dell'opera.

 

 

 

 

 

 

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@garmax1 RInaldo Alessandrini e Furio Zanasi, care persone, antiche frequentazioni...
 

E' un momento centrale, epico, molto significativo ed emotivo dell'opera. Varrebbe la pena di riascoltare l'intera scena, il canto da basso profondo di Caronte.
Accompagnato dalla Speranza ("lasciate ogni speranza o voi ch'entrate") , Orfeo cerca di penetrare nell'Averno alla ricerca della sua "bella Euridice" imbattendosi in Caronte, il "possente spirto e formidabil nume" della stupefacente aria, il quale nega al semideo di superare le "tartaree porte".
Benchè toccato dalla supplica dello "sconsolato cantore" il severo traghettatore di anime dovrà tuttavia replicare "...ma lunge, ah lunge sia da questo petto pietà, di mio valor non degno affetto"...
Orfeo intonando un canto accompagnandosi con la cetra "mantrica", "ipnotizza" Caronte per poi condurre  egli stesso la barca verso le profondità degli inferi (allegoria del potere, anzi dei poteri che ha La Musica, tra cui quello di mettere in cominicazione tra di loro i vivi e i morti... Ci viene detto dallo stesso Monteverdi: L'Orfeo si apre, dopo la Toccata, con l'aria de La Musica, vero e proprio personaggio dell'opera, che dice di se stessa.., ma se ne riparlerà a parte... 😉

 

Queste scene canore di assoluta bellezza vantano un accompagnamento strumentale variegato, di rarefatta sontuosità, con momenti di autentica, ipnotica, magia musicale (a fine ascolto ci sembrerà di essere diventati tutti dei "Caronte" dormienti.. 😄 ) all'insegna del rigore partituriale "canovaccio" che richiede ampia libertà direttorial-interpretativa, e strumental-esecutiva. Deliziose le brevi Sinfonie che si alternano ai "ritornelli".

 

Propongo l'allestimento a mio avviso da annali realizzato da Jordi Savall al Liceu di Barcellona, con Furio Zanasi nei panni di Orfeo, sempre grande e con una Sara Mingardo, Messaggera (infelice) assolutamente metafisica, ineffabile, struggente!

 

Già segnato il punto iniziale della scena
 


 

CARONTE

O tu ch'innanzi morte a queste rive
temerato te n' vieni, arresta i passi;
solcar quest'onde ad uom mortal non dassi,
né può coi morti albergo aver chi vive.
Che? vuoi forse nemico al mio signore,
Cerbero trar de le tartaree porte?
O rapir brami sua cara consorte,
d'impudico desire acceso il core?
Pon freno al folle ardir, ch'entr'al mio legno
non accorrò più mai corporea salma,
sì de gli antichi oltraggi ancora ne l'alma
serbo acerba memoria e giusto sdegno.

 

Sinfonia

ORFEO

 

Possente spirto e formidabil nume,
senza cui far passaggio a l'altra riva
alma da corpo sciolta in van presume,
non viv'io no, che poi di vita è priva
mia cara sposa, il cor non è più meco,
e senza cor com'esser può ch'io viva?
 

Ritornello

A lei volt'ho il cammin per l'aër cieco,
a l'inferno non già, ch'ovunque stassi
tanta bellezza il paradiso ha seco.
 

Ritornello

Orfeo, son io che d'Euridice i passi
seguo per queste tenebrose arene,
ove già mai per uom mortal non vassi.
O de le luci mie luci serene;
s'un vostro sguardo può tornarmi in vita,
ahi, chi nega il conforto a le mie pene?
Sol tu, nobile dio, puoi darmi aita,
né temer déi che sopra un'aurea cetra
sol di corde soavi armo le dita
contra cui rigida alma invan s'impetra.

 

CARONTE


Ben sollecita alquanto
dilettandomi il core,
sconsolato cantore,
il tuo pianto e 'l tuo canto.
Ma lunge, ah lunge sia da questo petto
pietà, di mio valor non degno affetto

 

  • Melius 2
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19 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

un momento centrale, epico, molto significativo ed emotivo dell'opera. Varrebbe la pena di riascoltare l'intera scena, il canto da basso profondo di Caronte

Grazie Peppe, il mio era un tentativo (riuscito) di portarti a scrivere questo tipo di post che per me sono utilissimi e anche molto stimolanti. 

😉😉👍

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@analogico_09 pure io. rigoroamente in vinile col lato sei buono per lo antiskating

Monteverdi: semplicemente il piu grande compositore italiano di tutti i tempi. Infatti al melia non lo ha ca@ato nessuno 🙂 🙂

Nella insestimabile miniera del suo repertorio segnalo Il sublime Vesrpo della Beata Vergine (la Toccata de L'Orfeo e' bellina 'pour epater les burgeois' e al Melia potrebbe anche starci, specie quella di garrdo con grancasse e percussioni)

Tra i madrigali tutto lo ottavo libro

 

 

 

  • Melius 1
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1 ora fa, stanzani ha scritto:

@analogico_09 pure io. rigoroamente in vinile col lato sei buono per lo antiskating

 

 

Altri cofanetto telefunken hanno l'ultima facciata liscia... la Messa in si minore di Bach, side 6...

 

Monteverdi è un musicista fondamentale, tra i capisaldi imprescindibili della storia della musica occidentale. Tra i primi, il primo.., a fondere vl'arcaico col moderno.., in seguito fu Bach...

 

Il Vespro.., siamo ai livelli della mistica sensuale e spirituale più sublime, straziante e visionaria. Difficile spiegare a parole la "rivoluzione", se non con dotti tomi...

 

Il giovane Francesco riassume con chiarezza ed efficace semplicità la complessa realtà del Vespro e di Monteverdi, come inizio può andare...

 

Sicuramente di spicco l'ottavo libro dei madrigali, ma non solo.., in tutti i libri sono sparsi a macchia di leopardo brani dell'anima. Il sesto libro contiene quello che è (forse) un vertice del madrigalismo monteverdiano, la "Sestina (lagrime d'amante al sepolcro dell'anima) "

 



Per queste Sestine ci vuole Rinaldo Alessandrini e il suo Concerto Italiano...
 


 

  • Melius 1
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