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Una manovra per la classe media


Muddy the Waters

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54 minuti fa, mozarteum ha scritto:

E’ una questione di liberta’ mentale, di totale indipendenza nell’organizzare il tempo, le vacanze ecc.

qui in lombardia vedo imprenditori milionari fare una settimana di vacanza l anno

piu lavorano e fanno lavorare e piu vorrebbero lavorare e far lavorare. tanti  non riescono ad avere una vita al di fuori del lavoro

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briandinazareth
1 ora fa, mozarteum ha scritto:

E’ una questione di liberta’ mentale, di totale indipendenza nell’organizzare il tempo, le vacanze ecc.

E anche quella sensazione bellissima che tutto cio’ che ti permetti e ti circonda e’ dovuto all’apprezzamento professionale che di te fa un certo mercato in liberissima concorrenza senza tutela alcuna.

 

è che tu vedi il lavoro dipendente, almeno ad un certo livello, ancora con la visione fantozziana 😂

 

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5 ore fa, stefanino ha scritto:

tredicesima liquidazione vanno messi in conto

vanno anche messi in conto gli insoluti che il dipendente non sa neanche cosa siano

Magari, sia mio padre che tre miei fratelli, in ditte diverse, un bel giorno hanno trovato la saracinesca abbassata, mesi di paga persi, ferie perse, tredicesima addio. Il rischio c'è per tutti.

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7 ore fa, Savgal ha scritto:

Vi è poi una massa di autonomi che sono tali solo sulla carta, con un solo committente che li tratta come dipendenti, stabilendo in molti casi anche l'orario di lavoro. Questa è una stortura che deve essere sanata per via legislativa.

Con tale modalità lavorativa si configura una relazione datore di lavoro-dipendente ed in realtà lo è anche per quei lavoratori "affittati" dai propri datori di lavoro sulla carta a società che non intendono assumere ulteriori lavoratori, ma che di questi hanno bisogno. C'è tutta una serie di sentenze, pochi anni fa un istituto bancario torinese ed una multinazionale con sede principale nel milanese, sono state condannate ad assumere lavoratori di fornitori che li avevano licenziati.

Non è un caso che non venga più richiesta la presenza su base oraria o giornaliera, ma la presenza per milestone progettuali.

Senza nascondersi dietro ad un dito, parlo per il settore per il quale lavoro, fa comodo alle aziende avere un "polmone" di lavoratori dei quali potersi eventualmente sbarazzare in caso di contrazione delle necessità, e fa comodo agli autonomi (chiamati esterni o contractor) per il guadagno più alto a fronte del rischio di trovarsi inoccupati per periodi più o meno lunghi.

7 ore fa, Savgal ha scritto:

L'imprenditore è un lavoro difficile, che richiede qualità particolari. Il tempo dell'operaio che dopo qualche anno si inventa imprenditore è ormai passato. Il Paese ha bisogno di meno imprese, ma meglio strutturate e con dimensioni coerenti con le economie di scala adeguate all'attività svolta.

Concordo.

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7 ore fa, mozarteum ha scritto:

E’ una questione di liberta’ mentale, di totale indipendenza nell’organizzare il tempo, le vacanze ecc.

E anche quella sensazione bellissima che tutto cio’ che ti permetti e ti circonda e’ dovuto all’apprezzamento professionale che di te fa un certo mercato in liberissima concorrenza senza tutela alcuna.

E’ una condizione diffcile (difficile non mollare e arrivare) ma bella.

 

Devi paragonare il tuo livello professionale e retributivo con il paritetico livello di un lavoratore dipendente e, inoltre, l'organizzazione del lavoro è molto cambiata negli ultimi 15 anni. Non parlo di catena di montaggio.

Giusto per fare un esempio, io non ho obbligo di presenza e di orario, lavoro per obiettivi. Ovviamente nè io nè te possiamo permetterci di lasciare in braghe di tela i nostri clienti per andarcene spensieratamente la mare o a teatro.

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3 ore fa, grisulea ha scritto:

un bel giorno hanno trovato la saracinesca abbassata, mesi di paga persi, ferie perse, tredicesima addio. Il rischio c'è per tutti.

Il rischio ovviamente c'è per tutti. In caso di fallimento, i lavoratori dipendenti sono i primi creditori ad essere in qualche modo "pagati" dal curatore fallimentare, ammesso che ci sia trippa per gatti. La liquidazione è coperta dal fondo di garanzia dell'INPS.

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@extermination

Il primo passo è definire la locuzione. Quali sono i criteri con cui indivduare la classe media? i criteri sono di ceto o di classe? Una famiglia con due operai è classe media? Quale reddito percepire o patrimonio possedere per rientrare nella classe media?

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extermination

@Savgal

Il 23/11/2022 at 13:48, extermination ha scritto:

Luiss  open Maurizio Franzini ( economista prof ordinario la sapienza)

A monte c’è un problema di definizione della “classe media”. Cosa rappresenta per l’esattezza? Per rispondere a questa domanda si può scegliere un approccio sociologico, che ritiene centrale il tipo di occupazione delle persone, o un approccio economico che invece si fonda soprattutto sul reddito delle persone. L’approccio sociologico si scontra col problema che quando si confrontano diverse professioni a distanza di anni si finisce per confrontare cose molto diverse fra loro, forse troppo. Per questo ritengo che sia più utile una definizione della classe media basata su reddito e ricchezza.

Come definirebbe allora la classe media dal punto di vista economico?

Prendiamo come riferimento il reddito mediano, cioè quello dell’individuo che è più povero di metà della popolazione e più ricco della restante metà. Dopodiché creiamo un intervallo intorno a questa mediana, includendovi quanti hanno un reddito compreso tra il 75% e il 150% di quello mediano. Se consideriamo il reddito da lavoro, stiamo parlando dunque di redditi individuali compresi all’incirca tra i 15.000 e i 30.000 euro l’anno; volendo approssimare il reddito familiare si tratterebbe, per una famiglia di due adulti che lavorano, di circa 60.000 euro al massimo. Altra definizione possibile è quella di considerare “classe media” quanti percepiscono un reddito pari al 30-60% del reddito medio del 10% più ricco; in questo caso parliamo di individui con reddito da lavoro compreso tra i 35.000 e i 60.000 euro. In questo modo si può fare un confronto coerente anche con altri Paesi europei.

 

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