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Ingorgo nel palco reale alla prima del Boris


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1 ora fa, analogico_09 ha scritto:

dovresti essere fuori luogo tu che che fai l'elogio dell'economia, delle ricchezze e dell'immagine di Milano... caput italia... cosa di cui francamente... sai com'è...

 

Non faccio l'elogio ...  ma siamo molti e molti che viviamo bene o quasi grazie alla locomotiva industriale che è Milano - specialmente dopo che Torino è purtroppo ( e dico purtroppo) decaduta ahimè - si vive grazie ad un sano tessuto industriale. manifatturiero e dei servizi  che produce benessere ed evoluzione. E questo è assai importante per tutta l'Italia.  Si può anche parlare bene e vedere il positivo nelle cose - voglio fare così - Viva l'Italia

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Mattioli ed Elvio Giudici entusiasti, cosi’ come la redattrice dell’ Ape Musicale che secondo me e’ uno dei migliori siti di recensioni live.

Quanto all’aspetto mondano, esso riguarda essenzialmente la prima del 7 dicembre che e’ avvenimento a se stante (e’ una recita fuori abbonamento) ed e’ cosi’ da sempre anche nell’immediato dopoguerra con un Italia ben piu’ povera. D’accordo che molti vanno per presenzialismo (non tutti ci sono industriali amantissimi dell’opera, ieri ce n’era uno mio amico che la sera prima era con me a Roma ai  dialoghi delle carmelitane, quindi…), ma Sant’Ambrogio e’ una festa e puo’ essere paragonato come evento al Concerto di capodanno di Vienna. Le considerazioni sociologiche sono un po’ fuori luogo un po’ come parlare a una bella tavola imbandita con leccornie e vini pregiati del cugino che c’ha il cancro.

E’ una grande vetrina internazionale e oggi su Repubblica c’e’ un bell’articolo sul carattere invece ecumenico della prima scaligera.

Non vedo l’ora di vederla perche’ ho anche io avuto l’impressione che si tratti di un grandissimo spettacolo almeno dal punto di vista musicale. Questa impressione televisiva gia’ anticipata ieri vedo che oggi e’ confortata da tutti i recensori. Quindi la tv un po’ e’ servita

  • Melius 1
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1 ora fa, analogico_09 ha scritto:

Giudizi positivi sull'opera musicale, sulle interpretazioni o sul "contorno"

Apprezzamento entusiastico per Abradzakov, forse il basso più celebre in circolazione,  buona la direzione di Chailly, apprezzamento unanime per i cori, ... qualche perplessità sulla Regia.

Questo mi sembra di aver letto, quasi in fotocopia, un po' dappertutto,  . evidentemente non può essere che cosi.

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14 minuti fa, jakob1965 ha scritto:

Non faccio l'elogio ...  ma siamo molti e molti che viviamo bene o quasi grazie alla locomotiva industriale che è Milano - specialmente dopo che Torino è purtroppo ( e dico purtroppo) decaduta ahimè - si vive grazie ad un sano tessuto industriale. manifatturiero e dei servizi  che produce benessere ed evoluzione. E questo è assai importante per tutta l'Italia.  Si può anche parlare bene e vedere il positivo nelle cose - voglio fare così - Viva l'Italia

 

 

Mo' ci mancava solo Torino.., vedi jakob che seguiti ad andare tu fuori tema? Torniamo alle vicende della rappresentazione scaligera.

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@analogico_09  si si certo - sono argomenti che magari non piacciono o non si conoscono  - da senior che contribuisce anche alla formazione di giovani provenienti da tutta Italia ho il mio punto di vista - mi scuso per OT - torniamo alla musica

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Ascoltata la prima parte su radio 3: Abdrazakov a dir poco superlativo. Nessuna sbavatura, e straordinario equilibrio tra “peso” ed espressività della voce. Un’interpretazione da incorniciare. Ma anche gli altri cantanti hanno fatto bene, mi sembra. Nella perte che ho ascoltato l’orchestra mi è sembrata invece piuttosto contratta. Come se i musicisti fossero più preoccupati di non sbagliare che di immergersi nella musica. Ma era la prima, ci stà. Penso che le prove non siano state una passeggiata, e che lo stesso Chailly fosse molto nervoso. Nelle repliche l’orchestra sicuramente migliorerà acquistando più naturalezza. Della parte scenica e teatrale non so dire nulla, la radio consente solo di immaginarle.

Personalmente ho trovato la scelta del Boris Godunov molto coraggiosa, oltre che azzeccata per l’impatto emotivo che un’opera del genere inevitabilmente ha in questo momento storico. Credo che fare questa scelta oggi faccia comunque onore a quella musica e a chi l’ha scritta.
 

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1 ora fa, maverick ha scritto:

Questo mi sembra di aver letto, quasi in fotocopia, un po' dappertutto,  . evidentemente non può essere che cosi.

 

L'apprezzamento per Abradzakov è grande ed unanime. La critica sembra concorde nel giudicare riuscita la rappresentazione.

Il musicologo Enrico Girardi tuttavia scrive sul Corriere della Sera quanto segue "...prima metà dello spettacolo, però, tutto era più rigido, più faticoso nell’incedere, più nervoso. Da questo cambiamento di rotta hanno tratto giovamento tutti."

 

Ho ripreso ad ascoltare da Tidal l'interpretazione di Abbado con i Berliner, sono al primo atto, scena 2,  e mi sta sembrando meravigliosa. Straordinaria l'opera. Ascolterò anche la scaligera di ieri e cercherò di capire in proprio se la presenza di Abdrazakov, da tutti osannato (da quel poco che ho ascoltato ieri nella diretta potrei essere d'accordo) potrà fare la differenza tra le due proposte. Anche il basso di Abbado in ogni caso non è affatto trascurabile.

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1 ora fa, Grancolauro ha scritto:

Ma era la prima, ci stà. Penso che le prove non siano state una passeggiata, e che lo stesso Chailly fosse molto nervoso. Nelle repliche l’orchestra sicuramente migliorerà acquistando più naturalezza.

Della parte scenica e teatrale non so dire nulla, la radio consente solo di immaginarle.

 

Un po' quello che riferisce Enrico Girardi sulla prima parte dell'opera. Può succedere a una prima, ma anche a uns terza.., ci sono variabili anche nelle migliori famiglie interpretative, è ciò che le rende più umane.., si è mica dei robot che lavorano sempre al massimo, seguendo automatismi...

Per quanto riguarda la parte scenica, chissà se non sia meglio immaginarseli in proprio i "fondali", le location, i movimenti registici, seguendo le suggestioni della musica che ha già in se anche le plasticità visive del "teatro". Basta conoscere le vicende e seguire il dialoghi, il "testo" letterario perchè insieme alla musica definiscono i caratteri, le psicologie, e tutto ciò che occore tratteggiare di "extra-musicale" dell'opera affinchè l'ascoltatore possa comprenderne l'essenza, il particolare e l'insieme. 

Con le regie "imposte" si è spesso a rischio di incappare in una non gradita che potrebbe rovinarci  la "festa" musicale... 😉

Comunque sono al secondo atto avanzato dell'ascolto di Abbdado, e si, questa musica è un turbinio continuo di fantastiche ed incessanti, potenti invenzioni musicali, con nuna varietà di colori orchestrali superbi, ora speziati, sensuali, "esotici".., ora minacciosi, orridi.., specchi dell'animo umano

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1 ora fa, analogico_09 ha scritto:

Il musicologo Enrico Girardi tuttavia scrive sul Corriere della Sera quanto segue "...prima metà dello spettacolo, però, tutto era più rigido, più faticoso nell’incedere, più nervoso. Da questo cambiamento di rotta hanno tratto giovamento tutti."

Da quel che mi pareva di capire l'osservazione era rivolta soprattutto alla direzione di Chailly.

 

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1 ora fa, analogico_09 ha scritto:

Con le regie "imposte" si è spesso a rischio di incappare in una non gradita che potrebbe rovinarci  la "festa" musicale...

Già, a volte questo accade. Eppure se ascolto un’opera senza vederla mi sembra manchi sempre qualcosa di essenziale. Un po’ come seguire una partita di calcio alla radio, per dire. L’aspetto scenico a me affascina molto. Ieri sera ero in macchina e potevo ascoltare il Boris solo su radio 3. Spero comunque di riuscire a vederlo con un biglietto last minute, che alla Scala si prende col 25% di sconto tra l’altro. Serve solo un po’ di pazienza e fortuna

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1 ora fa, Grancolauro ha scritto:

Un po’ come seguire una partita di calcio alla radio, per dire

 

 

Beh, ma la partita di calcio è un'esperienza essenzialmente visiva, è ò'apoteosi della visione e dell'esplosione de tifo, nello stadio.., con la telecronaca della radiolina a sentire da solo, sai che tristezza... Già la televisione fa vedere...
L'esperienza musicale è anche visiva, ma per me il massimo resta ciò che ci fa "vedere" la musica stessa. Le regie pre-imposte appagano, cullano di più l'immaginazione ma non la stimolano. Fossi a Milano verrei con te.., anche a te piacendo, ovviamente. 😄

Comunque io non intendo escludere tout-court la regia teatrale, ce ne sono di interessanti, ne ho viste anch'io, però, però.., dovrebbero essere davvero geniali, rivoluzionarie, anti-teatrali, più dimesse e (sotto)messe alla musica.., come dire, "stilizzate", meramente "allusive"... uno schizzo allegorico... La pompa teatrale  andava di moda nel barocoo e rococò.., non siamo più a Versailles.., fatta ovviamente salva la grandezza delle musiche dei tempi che reggevano meglio la "pompa" (magna) ... Se si riuscisse a portare l'opera, il melodramma negli auditorium in forma concerto, senza scene, penso che insieme all'offerta aumenterebbe la domanda di opera  - da parte del pubblico meno dedito al genere -  quale pura forma musicale (e testuale.., l'"immaginifico dicevamo è già nella musica...) e meno "spettacolo" teatrale che incentiva le manifestazioni glamour-mondane che stanno diventatndo sempre più anacronistiche e patetiche.
In fondo quello del teatro d'opera, a parte i grandi e celebri teatri, non molti, che si sono "industrializzati".., che restano ad  appannaggio praticamente esclusivo delle classi sociali dei quartieri alti, le quali se li tengono stretti, è un mondo meno popolare, più costoso da gestire, più selettivo e ristretto, non dico di nicchia ma quasi... Si.., ci sono le piccionare e i "peggio" posti per i meno abbienti.., ma vai la' a volte provando la sensazione che entri in un ghetto... Perlomeno è un l'impressione che ne ricavavo molti anni fa quando li frequentavo un po' più spesso e alla fine me ne disamorai per questa ragione... Lo so cosa mi perdo.., ma faccio i conti con le mie tasche, e come stesso,  con quelle che sono le mie reali aspirazioni, e non già "ambizioni", musicali. 

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1 ora fa, maverick ha scritto:
2 ore fa, analogico_09 ha scritto:

Il musicologo Enrico Girardi tuttavia scrive sul Corriere della Sera quanto segue "...prima metà dello spettacolo, però, tutto era più rigido, più faticoso nell’incedere, più nervoso. Da questo cambiamento di rotta hanno tratto giovamento tutti."

Da quel che mi pareva di capire l'osservazione era rivolta soprattutto alla direzione di Chailly.

 

 

Si, confermo, è chiaramente scritto, avrei dovuto farci entrare nella citazione anche il nome del direttore, ma si capisce che il cambiamento di rotta da cui tutti hanno tratto giovamento, sia riferito a Chailly.

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@analogico_09 condivido molto di quanto dici Peppe. Resto tuttavia dell’idea che un’opera nata per essere rappresentata in teatro così debba restare se possibile, altrimenti diventa qualcosa di diverso. Nello spazio scenico le voci cambiano volto e l’esperienza è completamente diversa, sia per chi canta sia per chi ascolta. Sul carattere elitario di questi eventi siamo d’accordo. Ma alla fine quello che conta è la musica: se c’è ottima musica e me lo posso permettere, cerco di andarci a prescindere da quello che fanno gli altri o del perché lo fanno. Non me ne potrebbe fregare di meno. Per me stare lì ad ascoltare è una esperienza molto personale, tutto quello che c’è intorno sparisce d’incanto. E questo basta e avanza per non curarmi di alcune scelte di politica culturale che non condivido ma che nemmeno sono in grado di cambiare di una virgola

  • Melius 2
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Segnalo l'indegno Vittorio sgarbi che ha gettato strali contro il direttore artistico (persone educatissima e capace come dimostrano i risultati del Boris) in nome di una presunta italianità di cui personalmente mi vergogno e auspicando nientemeno il ritorno di muti (inutile ricordare come se ne andò dalla scala) che meglio di chilly proprio non è 

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20 minuti fa, stanzani ha scritto:

Segnalo l'indegno Vittorio sgarbi che ha gettato strali contro il direttore artistico (persone educatissima e capace come dimostrano i risultati del Boris) in nome di una presunta italianità di cui personalmente mi vergogno e auspicando nientemeno il ritorno di muti (inutile ricordare come se ne andò dalla scala) che meglio di chilly proprio non è 

 

 

Però qui la questione si fa troppo specifica, diventa più squisitamente politica, volendola approfondire, quindi penso che avresti potuto proporla atrove. Ti invito a farlo, a non  riprenderla qui.

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