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Ingorgo nel palco reale alla prima del Boris


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@Grancolauro tutto giusto anzi giustissimo: hai teorizzato nientemeno che il wor ton drama. . Peccato che da adolescente ho imparato ad amare l'opera dalle forme da concerto (i dischi) che certamente sono state propedeutiche alla fruizione teatrale (accadde spesso poicheabitavo a pochi km da la scala(sento in lontananza fegati scoppiare 😅😅😅

 

Cordialità 

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7 minuti fa, stanzani ha scritto:

accadde spesso poicheabitavo a pochi km da la scala(sento in lontananza fegati scoppiare 😅😅😅

Purtroppo non ti leggono di qua, ma riferirò io nei Thread specifici nello specifico Via Visconti di Modrone o più vicino ancora non ricordo bene 🤣 forse via Romagnosi. 

Ciao 

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@Grancolauro Ottime considerazioni, grazie per averle condivise. 
Concordo in buona parte quello che dicevi su Wagner anche se Wieland Wagner nella Nuova Bayreuth propugnava scene certamente statiche, ma piene di luci ed ombre, con pochi gesti ma estremi che davano risalto (o completavano?) l’immane assetto musicale. 👍🏻

  • Thanks 1
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@stanzani  a me da adolescente l'opera lirica non piaceva per niente. Poi nel 1994, un po' per caso, andai alla Scala a vedere il Ratto dal serraglio diretto da Sawallisch con la regia di Strehler (meravigliosa), e fu una illuminazione. Esperienza indimenticabile per me. Ancora oggi non riesco ad ascoltare un'opera su disco, mi annoia a morte (a parte Mozart, che è meraviglioso comunque). Preferisco un dvd se proprio devo

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@Grancolauro  A mia volta d'accordo con le tue riflessioni, Damiano, d'altra parte l'ho più volte ripetuto che non intendo rinnegare o sottovalutare sommariamente, totalmente la realtà musicale operistica "integrale" che si avvale di musica, ovviamente, teatro, scenografie, danza (la danza tuttavia è musica a tutti gli effetti ,  musica dei "corpi"), recitazione, perfino "declamazione dei "testi" che pur'essa ha il suo corpo musicale.., come è sempre stato, fin dalle origini del "genere", e su questo mi sono già spero sifficientemente soffermato nell'altro post. Quanto già detto, e che provo a ridire, è che per quanto mi riguarda, dovrebbero coesistere le due distinte forme, due diverse possibilità di rappresentazione e fruizione: l'opera teatrale e l'opera in forma concerto.
Riassumendo, mi sono già largamente soffermato nell'altro post su questo. Ben venga, anzi ben resti l'opera teatrale, integrale, tradizionale, secondo l'idea wagneriana e ancor prima "barocchiana", rimbalzata anche nella nostra "levigata" e sperduta contemporaneità, (d'accordo con te ci sono opere obbligatoriamente teatrali) purchè il "teatro" i posticci, le "falegnamerie", le ammucchiate di "attori" che riempiono il palcoscenico le regie stravaganti,  le ninfette seminude simpatiche e graziosette, ecc... non distraggano dalla musica, o, peggio, non la soffochino. Insomma, che non siano allestimenti tra il kitsch e a volte il "burino"... Auspicherei piuttosto che  l'"extra-musicale" sia più stilizzato e meno "ammucchiato" come accade non di rado vedere su tanti palcoscenici operistici.

Non sono e non sono stato un assiduo frequerntatore di teatri d'opera, ma ho scoperto molte opere, di ogni epoca, dai dischi e, sarò un fenomeno o solo un illuso, ho capito tutto quel che c'era da capire, quel che ero in grado di capire.., della musica, del "messaggio" morale e testuale, ho goduto della forza della sola musica che basta a se stessa e che si rende assolutamente autosufficiente, indipendente, autonoma (guai se così non fosse, msartebbe musca d'accatto!) nei confronti del teatro, delle scene, delle regie, ecc, dove dentro la pura musica, me lo sarò "sognato" (l'arte, la musica dopotutto è "sogno")  ci "vedevo" pure il teatro, i fondali, ecc, che la musica contiene in se strutturalmente: teatro "invisibile" ma udibile per chi abbia orecchie per sentire e .. vedere...

Penso che un compositore d'opera componga la sua partitura senza preoccuparsi del "teatro" fisico, reale, prosaico, che verrà.., senza avere davante a se un "modello di teatro e di regia precostituito; suppungo che il compositore si preoccupi di trasferire, già mentre "scrive" la suammusica, nelle note, nell'intera partitura, il suo proprio teatro mentale, poetico, immaginifico, immateriale.., ovvero cerca di rendere autonomamente teatrale la musica per se stessa, cosa che potrebbe o dovrebbe fare lo spettatore: cercare di ri-sentire tra le note già "tatralizzate" il suo proprio immaginifico teatro interiore che, hai visto mai,  potrebbe immaginariamente finire per concidere con il teatro mentale e spirituale che il compositore imprime nella sua opera muasicale. Teatro sempre inteso in senso lato "scenografie, regie, recitazioni, ecc).

Non prendermi per presuntuoso se ti dico che ad esempio il mio primo ascolto del Don Giovanni fu da disco e che riuscii a vedere, non già oltre le note, bensì dentro le note,  insieme alle note, un "teatro" meraviglioso e ricco di dettagli... Potere della musica!!
Quando, anni dopo, riascoltai lo stesso capolavoro in un teatro fisico.., mi piacque.., però.., mi sentivo condizionato e stretto in una visone che sentivo imposta.., sentivo il bisogno di riappropriarmi dei teatri che immaginavo di volta in volta diverso ad ogni nuovo e diverso ascolto della stessa , e di altre opere.
Un conto, quindi è un'opera integrale, dove ogni elemento sia nel giusto equilibrio, altra cosa sono le autoreferenziale e narcisistiche ambizioni di registi, scenografi, costumisti, ecc, che approfittano dell'evento musicale per metter in scena se stessi sovrapponendosi con le loro "trovate" invadenti alla musica.

In questi giorni ho ascoltato , "tormentone" del momento.., il Boris di Abbado, intero, da Tidal, suona benissimo, senza poter vedere il teatro ed ho goduto da pazzi con l'opera e con il mio teatro mentale, dopo aver letto la sinossi dettagliata, e seguendo con il libretto; poi ho ascoltato e visto il Boris scaligero e a un certo punto ho dovuto spegnere lo schermo e lasciare solo l'audio (non solo per non vedere Vespa vespare... 😄 ) perchè non riuscivo in alcum modo ad associare il sublime musicale alle prosaiche "ammucchiate" del palcoscenico, amplificate dalle riprese video televisive.
Ho poi rivisto alcuni momenti più salienti dell'opera a schermo acceso e.., per esempio,  la morte di Boris.., quel canto struggente,quasi ultraumano, quella meravigliosavoce del basso, "fenomeno" del momento, è stata per me "oltraggiata" da quelle "impudiche" riprese del volto del  cantante /attore in primo, primissimo piano mentre esalava ... le utime note. Un realismo, naturalismo, di pessimo guasto.. (volevo scrivere gusto.., mai lapsus fu più opportuno...); questi regiti d'opera che azzardano 'ste cose si crederanno forse di essere dei Bergman!? Concessioni alla spettacolarità a mio avviso più bassa, un mezzuccio inqualificabile, colpi bassi ncontro la cintura, nspiegare tutto, cullare il piacere dello spettatore impedendogli ndi immaginare inn proprio.

Poi magari sarebbe  interessante soffermarsi anche un po' sulla riuscita artistica dell'opera scaligera, e su quella, immensa, per me imparagonabile, di Abbdado con i  Berliner.., benchè il grande direttore scomparso non potè contare sulla presenza di un cantante altrettanto  straordinario qual è Ildar Abdrazakov (non che l'atro basso non sia più che degno a prescindere)

 

 

  • Melius 1
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@analogico_09 anche e come in Wagner il teatro si svolge nell'orchestra: il sublime atto 2 di die walkure ne è un esempio. L'orchestra spiga ciò che wotan non può dire perché oppresso dai patti. Oppure il primo atto del Tristano dove gli amanti si detestano nelle parole ma già su amano ben prima dellingestione del filtro che a quel punto poteva essere un prodotto della bouron

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48 minuti fa, France1965 ha scritto:

forse avrai già visto questo: ero lì..... nei giorni precedenti avevo letteralmente consumato il CD. 

 

 

No, magari.., ho ascoltato la registrazione del '93, stesso organico di Salisburgo del '98.., tu eri lì? ... invidia tremenda invidia! 🙂

E dopo i ripetuti ascolti doscografici come ti è sembrato l'impatto in teatro. Cosa ti ha dato di più o di meno?

 

Ho visto un po' del video che hai postato, la regia mi sembra migliore, più originale della scaligera. I quadri appesi sul fondale saranno forse un rimando ai quadri di un'esposizione del genio russo?

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3 ore fa, analogico_09 ha scritto:

Un realismo, naturalismo, di pessimo guasto.. (volevo scrivere gusto.., mai lapsus fu più opportuno...); questi regiti d'opera che azzardano 'ste cose si crederanno forse di essere dei Bergman!?

Temo che il problema non dipenda dal regista teatrale ma dalla regia televisiva, che vuol rendere la rappresentazione teatrale quello che non è: un bel film da vedere alla tv... Ragione in più per andare a teatro, se uno ci riesce

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26 minuti fa, Grancolauro ha scritto:

Temo che il problema non dipenda dal regista teatrale ma dalla regia televisiva, che vuol rendere la rappresentazione teatrale quello che non è: un bel film da vedere alla tv... Ragione in più per andare a teatro, se uno ci riesce

 

 

Pienamente d'accordo, questa cosa non l'attribuivo alla regia teatrale,  però il teatro dovrebbe dare delle linee guida alla regia televisiva per salvaguardare il proprio lavoro. Ad esempio evitare i piani troppo ravvicinati, primi e primissimi piani che non sono del teatro. Vabbè.., quella diretta televisiva scaligera a mio avviso sarebbe da dimenticare sotto il profilo musicale, andrebbe spostata nel reparto dei gossip e delle viete mondanità vestite a festa .., salvo praticare un radicale ri-montaggio...

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