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Melius Club

Musica e Colore


my2cents

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Inviato

 

“....Il colore è considerato la qualità successiva alla luce, e si ritiene differisca dalla luce proprio per il fatto che esso è la qualità visibile dispiegata su una superficie, mentre la luce è una qualità non suscettibile di estensione alcuna ma corre ovunque in una frazione di secondo. Il colore non è visibile che grazie alla luce; infatti il colore non pare essere niente se non luce indebolita: a sua similitudine i fantasmi non sono intelligibili se non alla luce della ragione, e così i fantasmi più vicini alla ragione sono i più intellegibili, come i colori più vicini alla luce sono i più visibili....” Giordano Bruno

E alla luce della musica, che qualità di colore prende forma, o quali “fantasmi” emergono? Qualsiasi musica che ha un collegamento “cromatico”, anche a livello di suggestione personale

 

 

 

Messiaen, come altri musicisti pare che fosse sensibile alla sinestesia. Percepiva e sentiva particolari qualità visive nei suoni. Famosa anche la sua sciarpa arcobaleno dove praticamente quasi scompariva dentro

 

  • Melius 1
Inviato

Dalle "parole" concettuose, passiamo direttamente ai fatti musicali pratici, esperenziali, reali... facciamo "parlare" la musica...
Un album eccezionale di Davis poco frequentato, di cui si è parlato poco o niente nel forum.., da quel che ricordo

 

AURA Miles Davis

 

Nove brani "colorati"

 

Intro


White

Yellow

Orange

Red

Green

Blue

Electric Red

Indigo

Violet

 

 

 

 

 

 

Inviato

Self- Portrait in Three Colors ... composizione "autobiografica" di Mingus che il regista John Cassavetes porta nel suo  film "indipendente", "Shadows.., ombre.., l'opposto del colore, della luce... ?

Sono i "colori" razziali (così li chiamavano un tempo) dei tre fratelli "neri",  protagonisti centrali del film; tre diverse sfumature della pelle: nerissima quella Hugh, più chiara quella di Ben, quasi bianca quella di Lelia ...

 


 

Mingus evidentemente si ispira alla composizione del suo grande Maestro e nume tutelare della musica jazz.., a Duke Ellington atuire della Suite in Black, Brown and Beige , una sorta di racconto musicale "colorato" della lunga e travagliata, progressiva marcia verso l'emancipazione delle popolazioni afroamericane. Beh.., ce n'è voluta per (non) arrivare dal nero al "beige".... Ci sono varie edizioni, vari arrangiamenti, anche una versione con la gospel singer Mahalia Jackson. Propongo l'originale del 1943, pur essendo così datata si sente bene. 

 

 

 

 

 

  • Melius 1
Inviato

 

Ci si interroga ancora oggi se, e come, i Greci antichi vedessero il blu. Non esistevano termini per definirlo, il mare era indicato come il colore del vino, Omero indica solo quattro colori basati su una scala di luminosità (bianco, grigio, nero, giallo/verde). Forse improbabile che erano “ciechi” a certi colori, ma di fatto non esisteva il suono/parola che lo identificava o lo “evocava”.

Particolare comunque che in una società technicolor come la nostra dove l'occhio e l'immagine ha preso il sopravvento, il cromatismo sonoro pare si sia un po' più “levigato”. Le asperità della musica Greca, dei cromatismi pitagorici forse perdute per sempre, sostituite da altre scale da altri “temperamenti” equabili, equi-distanti etc. etc maturato oltretutto da un lungo e complesso "concettualismo"

Chissà, forse le categorie dei colori indotti dalla musica, necessitano un po' di cecità, o l'assopimento della proiezione verso il mondo esterno a cui porta l'occhio comune che vede “concettualismi” un po' dove gli pare. Non a caso proprio la figura di Omero era cieca, ma non non per questo meno sensibile e vedente.

 

  • Melius 1
Inviato

 

Kandinsky pare “vedesse” la musica, o comunque ne era fortemente influenzato e ispirato. Il suo quadro Improvvisazione III fu eseguito dopo avere assistito ad un concerto dove fu eseguito il klavierstuke op. 11 di Schoenberg

 

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  • Melius 2
Inviato

Per quanto ci provi, non riesco ad associare i suoni ai colori. E' una capacità che mi manca del tutto.

Quello che noto è che le parole di cui disponiamo per esprimere le nostre percezioni uditive sono davvero poche. Si riducono a termini che indicano la frequenza (grave/acuto) o l'intensità (piano/forte) del suono, e poco altro. Per esprimere le sensazioni che proviamo quando ascoltiamo la musica prendiamo quindi in prestito termini che connotano, tipicamente, altre esperienze percettive, come la vista, il tatto o il gusto, e li applichiamo ai suoni. Diciamo così che ci sono suoni aspri o dolci, pesanti o leggeri, spessi o sottili, trasparenti o opachi, e via dicendo. Insomma, ricorriamo a delle metafore; cosa che spesso, anche in questo forum, fa arrabbiare o gridare allo scandalo chi pretende di parlare di musica (o meglio di suono riprodotto) solo intermini tecnici o scientifici.

Per quanto mi riguarda, le metafore sono preziosissime per descrivere le nostre esperienze percettive con la musica. Come potremmo farlo altrimenti? Al contempo, mi chiedo perché la nostra lingua, e la maggior parte delle lingue contemporanee, per quanto ne so, contengano così pochi termini per dar conto di un'esperienza percettiva così importante, ricca e variegata come quella musicale. Per me è un mistero.

  • Melius 1
Inviato

Da sempre la musica è stata associata ai colori e i colori alla musica, ci sono numerosi studi e trattai , anche metodi per insegnare ai bambini le associazioni sonoro-coloristiche, non solo accordali, armonico-tonali, o singolo suono, esistono correlazioni anche tra ritmi e colori. Trovo interessante l'argomento ma a condizione che a giocarlo si sia noi che cerchiamo in noi stessi in primis le nostre personali associazioni tra musica e colori, in maniera spontanea e non sovrastrutturata mutuando dalle dotte speculazioni intellettuali degli illustri personaggi, finendo per fare "accademia".
Tanto più che la musica , la più asemantica delle arti, non ci dice proprio nulla dei colori o dei calori.., sono solo speculazioni, legittime e personali, di chi ascolta, dove se io in un accordo musicale ci vedo il giallo, l'amico mio ci vede invece il verde.., è una questione di psiche, di esperienza, di immaginifico, come riusciamo a decifrare in e per noi stessi l'assoluta astrattezza della musica, dove il colore, fatto fisico, è invece concreto, definito.

La musica inoltre non ci dice nulla di quello che noi, ciascuno nel suo, crediamo che la musica ci stia dicendo.., mi pare sia un po' quello che osserva in altri termini @Grancolauro che ha postato un interevento molto interessante, sul quale magari tornerò in modo specifico.

Se partiamo dal "blu omerico", passando in rassegna i dotti discernitori della storia, stiamo freschi. Personalmente non apprezzo tale approccio, mi accontento di immagire in proprio in modo modesto e spontaneo, magari poco originale e (s)chiccamente ficcante,  il mio personale "accoppiamento".

Ad esempio, un concreto e persistente accostamento l'ho fatto proprio ieri nel topic dei nostri migliori piano concerti, e confermo che il fa minore, in genere, specialmente quello che si vede-sente nel secondo piano concerto chopiniano, per l'appunto in fa minore, evoca in me il colore della "notte", il blu notturno profondo e intenso, onirico a tratti inquietante, o di un romanticismo straziante, che tuttavia non finisce mai per diventare nero...

Altro esempio.., una volta provai ad ad associare ai tre movimenti della "Sinfonia in tre movimenti" di Strawinsky, opara che apprezzo particolarmente, qualche possibile colore.., mi ritrovai davanti a una tavolozza da pittore fitta fitta di colori cangevoli che non riuscivo a trattenere e "fissare" con uno specifico passaggio musicale.., tutto si sovrapponeva, si con-fondeva,  impossibile tentare una mappa di suoni e colori definiti.., fermare l'immaginazione eccitata da suoni e colori caleidoscopici.

Questo per dire come tutto sia poi meravigliosamente mutevole, realtivo e "ingannevole"... come la magia sia nell'incompiutezza grazie alla quale è possibile creare corrispondenze tra suoni, ritmi e colori infiniti, non "codificati".

Inviato
Il 15/12/2022 at 21:21, analogico_09 ha scritto:

dove il colore, fatto fisico, è invece concreto, definito.

Mi pare che i suoni, o i toni, sono un fatto fisico e concreto e definito. Un DO è un DO, come  ad esempio un blu è un blu etc etc. etc. Se a un musicista viene richiesto un do fa un do , come se a un pittore viene richiesta di pitturare una parete blu fa un blu. Sono cose ovvie, entrambe fusiche e concrete e definite. La musica è asemantica, si dice, ma anche i colori in sé sono asemantici; in questo penso che si puo' dire che condividono un destino. E chissà se in questo si incontrano ogni tanto? Lasciamo il bubbio o apriamici alla suggestione. Ma se con Omero stiamo freschi, se si confonde la semantica con la concretezza e "definitezza" della cosa stiamo al frebbo. La semantica va ricercata nella parola "blu" , non nel colore in sé , o nel tono in se' ;)
Come molti musicisti, seguendo la loro psiche, hanno cercato di esprimere una corrispondenza tra musica e colore, molti pittori hanno fanno l'inverso, ma non per questo mi pare che la cosa debba fare "accademia" .

Inviato
4 ore fa, my2cents ha scritto:
Il 15/12/2022 at 21:21, analogico_09 ha scritto:

dove il colore, fatto fisico, è invece concreto, definito.

Mi pare che i suoni, o i toni, sono un fatto fisico e concreto e definito. Un DO è un DO, come  ad esempio un blu è un blu etc etc. etc. Se a un musicista viene richiesto un do fa un do , come se a un pittore viene richiesta di pitturare una parete blu fa un blu. Sono cose ovvie

 

 

Saranno cose ovvie rispetto a come la metti tu che non è ciò che ho inteso dire io. Mi si perdoni l'autoquote completo, così come andrebbe fatto

 

Il 15/12/2022 at 21:21, analogico_09 ha scritto:

è una questione di psiche, di esperienza, di immaginifico, come riusciamo a decifrare in e per noi stessi l'assoluta astrattezza della musica, dove il colore, fatto fisico, è invece concreto, definito.

 

Astrattezza della musica in funzione delle associazioni coloristiche, ovviamente, di questo si parla, no?, dove, ad esempio, se in una determinata nota, o accordo, caio ci vede il rosso, sempronio potrebbe  vederci l'indaco, oppure un intero arcobaleno.

Ovvio che il suono musicale esprima una sua determinata, certa e verificabile tonalità, ma non è in nessun modo associabile a un solo, determinato, univoco colore. E' a fronte di questo pleonastico dato di fatto che ho parlato di asemanticità della musica, il cui linguaggio fatto di suoni, non già di lettere scritte o di parole parlate in grado di definire con esattezza ogni cosa, potrà essere variamente interpretato e "colorato" a piacere, ciascuno secondo gusto e sensibilità personali.

Per di più, a meno di non essere addetti ai lavori e/o avere l'orecchio assoluto, o di ricorrere al "diapason", per dire..,  non tutti sono in grado di sentire di primo acchitto che un suono musicale o accordo musicale corrisponda alla sua specifica tonalità, mentre il rosso se è rosso, nelle sue gradazioni, resta invariabilmente rosso e null'altro, inequivocabilmente riconoscibile come rosso da ciascuno di noi e fu così che ...  vissero tutti felici e contenti, fraintenditori compresi.

 

p.s. - Dal momento che il preambolo è decentrato rispetto al terreno d'indagine e a fronte di quel che avevo chiaramente sostenuto, ritengo inutile seguitare con la lettura del post da me quotato, le cui frasi "accademiche" recheranno verosimilmente seco l'iniziale fraintendimendo.

Inviato
4 ore fa, my2cents ha scritto:

Come molti musicisti, seguendo la loro psiche, hanno cercato di esprimere una corrispondenza tra musica e colore, molti pittori hanno fanno l'inverso

 

 c.v.d. - Ed io cosa avrei scritto nella prima frase del mio post?

 

Il 15/12/2022 at 21:21, analogico_09 ha scritto:

Da sempre la musica è stata associata ai colori e i colori alla musica

 

... parlavo per l'appunto dell'"inverso".

 

Cerchiamo di leggere con maggior attenzione ciò che scrivono gli altri per non fraintendere o ri_don_dàre... (bella parola, musicale, ritmica, saltellante... )

 

 

Inviato

Il contrappunto alla musica, fatto di luce e colori, di Skriabin. Il fuoco "colorato" del Prometeo. Forse uno dei progetti più radicali, per le associazioni coloristiche, per l'epoca in cui fu scritta. Questa è la tavolozza del compositore, le sue suggestioni le sue visioni. Non si sa esattamente se fosse realmente affetto da sinestesia (condizione che in alcune persone permette di vedere luci e colori all'ascolto dei suoni) Oggi si è riusciti in modo organico a dare vita alle sue "visioni"

 

 

Inviato

Pittore e musicista, scomparso prematuramente, anche lui si dice  affetto da sinestesia. Ammirato anche da  di Kandischi. Si racconta che quando questo vide il suo dipinto 'Suonata alle Stelle',  anticipatore dei suoi quadri astratti ebbe in mancamento

 

 

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Inviato
7 ore fa, my2cents ha scritto:

Come molti musicisti, seguendo la loro psiche, hanno cercato di esprimere una corrispondenza tra musica e colore, molti pittori hanno fanno l'inverso

Tra i pittori che hanno tentato esprimere una corrispondenza tra musica e colore, quello che a me affascina di più è Paul Klee. Forse perché Klee non esprime su tela soltanto la relazione tra suoni e colori, ma anche quella tra segno pittorico e altri elementi della musica: ritmo, melodia, armonia ecc. Come ha detto qualcuno, quella di Klee è una vera e propria “pittura musicale”, ispirata soprattuto a Bach e a Mozart. Come dire: tra musica e pittura c’è un’intima connessione e compenetrazione che spetta all’artista svelare. Ecco alcuni esempi

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Nello stile di Bach. Qui il quadro viene concepito come uno spartito, dove i colori e le forme danno espressione visuale alla musica

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Polifonia. I blocchi di colore suo sfondo rappresentano gli accordi di base mentre i punti in superficie la loro articolazione contrappuntististica, scrive Klee

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Cooling in the Garden of the Torrid Zone. Qui sono prevalenti gli aspetti strutturali della musica rispetto al colore: negli schizzi preparatori di questo quadro Klee provò a rappresentare su tela la Fuga in Mi minore di Bach, questa qui

 

 

 

 

  • Thanks 1
Inviato
2 ore fa, Grancolauro ha scritto:

Tra i pittori che hanno tentato esprimere una corrispondenza tra musica e colore, quello che a me affascina di più è Paul Klee. Forse perché Klee non esprime su tela soltanto la relazione tra suoni e colori, ma anche quella tra segno pittorico e altri elementi della musica: ritmo, melodia, armonia ecc.

 

 

Vero, nell'altro post sostenevo che esistano correlazioni anche tra ritmi e colori. Le armonie che "sostengono" le melodie sono, entrambi, suono; il ritmo non è un suono, bensì il modo in cui le forme sonore vengono articolate, intervallate in modo più o meno veloce, più o meno lineare e costante, in battere o levare, in tempo ternario o binario, ecc, nello spazio temporale che è la "misura" o battuta del pentagramma.

La differenti "plasticità" ritmiche, i suoni ritmici, le punteggiature, gli accenti, ritardi, accellelerazioni, rubati, ecc, insomma i "segni" ritmici possono ricordare i segni pittorici ed insieme evocare dei colori...

 

Inviato
8 ore fa, Grancolauro ha scritto:

negli schizzi preparatori di questo quadro Klee provò a rappresentare su tela la Fuga in Mi minore di Bach, questa qui

 

 

Mi sembra una rappresentazione più visiva, segnica, che meta-musicale, ma anche entrambe le cose, siamo nel regno delle speculazioni immaginative, ciascuno potrà vedere questo e quello, un po' come le tavole di rorschach... :classic_blink::classic_smile: Sta bene parlare di come gli altri vedono le cose, ma è bello anche parlare di come le vediamo noi, da queste tavole mi pare sentire momenti dei quartetti d'archi e di altre musiche di Bartok... ma dovrei quadrare meglio il "cerchio", o cerchiare meglio il quadro... 

 

 

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Inviato

Difficile anche per me associare suoni e colori salvo che in due casi: l’oro funebre degli ottoni di Bruckner (prendete l’adagio della settima) e il color legno ciliegio dei timbri delle sinfonie di Beethoven. 

Poi ricevo dalla musica sensazioni diverse dall’associazione coi colori di tipo per lo piu’ astratto/emotivo non so come rendere il concetto.

A me la musica pare il sismografo fedelissimo delle piu’ infinitesime  variabili di stato d’animo espresse nel linguaggio criptico e insondabile dei suoni.

Questo vale sia per l’eslposione orchestrale che precede la scena della bettola nel wozzeck che nell’accordo del Tristano o nella sonata Waldstein

  • Melius 1
Inviato

Ora non vorrei rifare "Fantasia", ma questo "quadro"

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mi fa pensare a questo... la parten iniziale, sia per le forme/ritmo che per il colore...
 

 

 

poi la musica si frange in una seriedi ritmiche esplosioni caledoscoipiche e mi sembra di vedere questo...

 

 

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Inviato
11 minuti fa, mozarteum ha scritto:

l’oro funebre degli ottoni di Bruckner

 

 

Per associazione d'idee , il nero drappo del lugubre cello lisztiano

 

 

 

 

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