analogico_09 Inviato 17 Dicembre 2022 Inviato 17 Dicembre 2022 19 minuti fa, mozarteum ha scritto: A me la musica pare il sismografo fedelissimo delle piu’ infinitesime variabili di stato d’animo espresse nel linguaggio criptico e insondabile dei suoni. Linguaggio astratto, asemantico. Possiamo solo "speculare" intellettualmente e poeticamente sui non significati tuttavia non asignificanti.
my2cents Inviato 17 Dicembre 2022 Autore Inviato 17 Dicembre 2022 Il musicista Murray Schaefer parlava di come il "paesaggio sonoro" di un luogo, di una civiltà, possa influenzare la sua intera produzione e cultura musicale. Identifico' anche il periodo attuale come il più schizzofonico mai apparso sulla terra per sottolineare il profondo disallineamento tra il reale evento sonoro e della sua riproduzione tecnica; e considerando che molti conoscono la musica prevalentemente nella sua forma riprodotta forse non è cosa di poco conto. Aggiungerei, che forse, non secondario nell'influire la produzione musicale, è quello che potremmo chiamare per inverso il "paesaggio cromatico" di una società. La sua palette colori se così si può dire. La tv a colori, il cinema, le luci al neon, la stampa colorata, le gigantografie pubblicitarie e via discorrendo rappresentano in fondo anch'esse un radicale cambiamento "coloristico" del quotidiano se non altro nella sua sovraesposizione. Forse oggi pare scontato ma solo un secolo fa gli stimoli cromatici erano altri e diversi. Nuovi accostamenti di colori una volta azzardati se non inimmaginabili, secondo me in qualche modo, in modo un po carsico, un po inaspettato, non calcolabile, hanno contribuito, hanno contribuito all'emancipazione di coloriture sonore "altre", aspre, psichedeliche. Forse ne hanno preparato l'arrivo, o forse è stata il contrario, ma mi sembrano comunque reciprocamente intrecciate 1
analogico_09 Inviato 18 Dicembre 2022 Inviato 18 Dicembre 2022 Nel 1961, un produttore e regista che filmava anche il jazz chiese a Charlie Mingus di realizzare la musica per il suo dramma televisivo intitolato "A Song of Orange in It" basato su una ragazza che compra un vestito arancione e chiede al suo fidanzato musicista di comporre una canzone "intonata" allo stesso nella quale nulla doveva far rima con il termine arancione. Mingus compone uno dei suoi brani più celebri intitolato "Orange Was the Colour of Her Dress, Then Silk Blues" (letteralmente: L'arancione era il colore del suo vestito, poi il blues di seta: chiara la prima parte del titolo, a cosa si riferisca il blues di seta non saprei...) Fatto sta che anche in questo caso musica e colori in qualche modo si "incontrano" di nuovo. Non ci provo neppure a ipotizzare se la musca di Mingus possa avere o meno qualche corrispondenza con il colore in questione, abbiamo già detto che queste associazioni "astratte" sono su base personale, potremmo provare ad ascoltare il brano e ciascuno potrà farsi una propria idea. Mingus registrò più volte la sua composizione, tutte bellissime e diverse tra di loro. Vorrei proporre la versione interpretata al piano dall stesso autore il quale, da non pianista, tirava fuori anche dal piano la sua sorprendente musicalità blues (dal disco Impulse "Mingus Paly Piano", 1963), e la versione molto più estesa registrata negli anni '70 con il suo ultimo straordinario quintetto: "Changes Two" 1
Grancolauro Inviato 19 Dicembre 2022 Inviato 19 Dicembre 2022 Non sono convinto che l'associazione tra musica e colori sia puramente soggettiva (che poi, c'è qualcosa di puramente soggettivo? ne dubito fortemente). Ad esempio, associare le tonalità minori con i colori freddi, e le tonalità maggiori con i colori caldi, mi sembra naturale e ovvio per chiunque. E questo, intuitivamente, dipende dal fatto che, in entrambi i casi, colori e musica stimolano sensazioni simili.
my2cents Inviato 19 Dicembre 2022 Autore Inviato 19 Dicembre 2022 Dici Morton Feldman e non puoi non pensare al colore di Marck Rothko, e non solo per la sua celebre composizione Rothko Chapel. Feldamn stesso, uno dei più appassionati e intenditore di arte contemporanea, dice che i suoi maggiori maestri sono stati proprio i suoi amici pittori. Mi interessa e intriga capire il pensiero e leggere le parole degli stessi musicisti, che parlano della loro musica, spesso in senso figurato, extra-musicale, senza scendere negli aspetti "tecnici". Queste le sue riflessioni tra suono e colore:"Un pittore potrebbe forse condividere l’assunto per il quale il colore, indipendentemente dalla sua volontà, tende a mantenersi in una certa dimensione. Egli può fare affidamento sugli elementi illusionistici del colore (integrandolo, ad esempio, nel disegno o in qualsiasi altro mezzo di differenziazione) oppure, semplicemente, lasciarlo essere. In tempi recenti ci siamo accorti che anche il suono ha una sua tendenza a manifestare proporzioni proprie; sviluppando questo pensiero si finisce per scoprire che tutti gli elementi di differenziazione esistono già dapprima nel suono stesso e, se si vuole lasciar essere il suono, si deve dunque allontanare ogni desiderio di differenziazione”. Questi pezzi pianistici, che in parte mi ricordano Satie, penso che rendono bene la sua idea di "suono/colore" che viene lasciato essere
my2cents Inviato 19 Dicembre 2022 Autore Inviato 19 Dicembre 2022 Una stanza un colore; Rosso per le sale da pranzo, Bianco per i bagni, Verde per le cucine. Ogni ambiente ha il suo tono prevalente, e la musica di Nyman "colora" o mette "luce" ai colori delle scenografie del film di Greenaway
analogico_09 Inviato 19 Dicembre 2022 Inviato 19 Dicembre 2022 5 ore fa, Grancolauro ha scritto: Non sono convinto che l'associazione tra musica e colori sia puramente soggettiva (che poi, c'è qualcosa di puramente soggettivo? ne dubito fortemente). Ad esempio, associare le tonalità minori con i colori freddi, e le tonalità maggiori con i colori caldi, mi sembra naturale e ovvio per chiunque. E questo, intuitivamente, dipende dal fatto che, in entrambi i casi, colori e musica stimolano sensazioni simili. Questo è vero, ma in linea di massima. Solitamente è abbastava oggettivo riconoscere temperature accordali e coloristiche calde o fredde, come le lampadine di casa.. però all'interno delle dette macrocose dell'arte e della "fisica" c'è tutta una gradazione di microcose in the middle: il blu "allegro" di una bella giornata di sole, ad esempio, non è così deciso come il blu scuro notte più "riflessivo"... Stesso colore, distinte gradazioni e quindi "vibrazioni" ed "espressioni" diverse. In fin dei conti è un po' tutto relativamente interpretabile (se non vogliamo usare il termine personalmente), direi anche "improvvisabile" là dove di definito c'è solo un "centro" neutro partendo dal quale, da un tema musicale, e da un colore associabile, si irradia la musica multiforme e con essa i colori cangevoli, casuali oppure quelli che ciascuno di noi sarà in grado di vedere. Questa idea mi viene dal disco di Ornette Coleman, "The Art of the Improvisers" contenente il brano "allusivo" "Te Circle with the Hole in the Middle", la cui coloratissima cover è stata disegnata dallo stesso Coleman ispirandosi allo stesso brano. Lui così vede la sua improvvisazione, la sua musica e i colori che essa irradia... un'infinità di colori di una "forma" astratta.., nascono spontaneamente durante l'improvvisazione, non si possono "programmare".., potranno essere caldi o freddi, è un insieme inseparabile e intangibile di colori e di note che si fondono insieme e che si possono solo "vivere"... https://www.youtube.com/watch?v=DdzeRUIVFiM
analogico_09 Inviato 19 Dicembre 2022 Inviato 19 Dicembre 2022 Analoga la cover di "The Way Ahead" di Archie Shepp.., ma in double face, un rimescolamento di colori più "geometrici" e "organizzati".., una "forma" apparentemente meno astratta di quella di Coleman, ma la "filosofia" iconico-evocativa, l'"allegoria" musical-colorifica mi sembra la stessa. Si parte da un "centro" tematico dal quale si irradia l'improvvisazione ad "ondate".., come i cherchi che si allargano nello specchio d'acqua..., e questo evoca anche il "ritmo" di cui si parlava sopra... https://www.youtube.com/watch?v=DdzeRUIVFiM Front Rear
analogico_09 Inviato 19 Dicembre 2022 Inviato 19 Dicembre 2022 Anche Sonny Rollins propone il suo "spettro" di colori più "ristretti" associati alla sua "Freedom Suite" con musiche meno "agitate" e formalmente lontane da Free ma molto vicine nei messaggi... https://www.youtube.com/watch?v=9GldoGTxN6Y&t=369s
analogico_09 Inviato 19 Dicembre 2022 Inviato 19 Dicembre 2022 5 ore fa, my2cents ha scritto: Una stanza un colore; Rosso per le sale da pranzo, Bianco per i bagni, Verde per le cucine. Ogni ambiente ha il suo tono prevalente, e la musica di Nyman "colora" o mette "luce" ai colori delle scenografie del film di Greenaway Il grande, mio amatissimo regista Peter Greenaway si sarà verosimilmente ispirato alle "sette stanze" tutte diversamente colorate, l'ultima con il colore scarlatto della morte, del racconto del grande, mio amatissimo scrittore Edgard Allan Poe intitolato "La maschera della morte rossa". Chiusa, "sigillati" nel palazzo-fortezza del pricipe Prospero, gettata la chiave, la nobiltà al riparo dall'epidemia che imperversa fuori mietendo vittime a non finire, si da ai più sfrenati piaceri della carne, del cibo, delle danze in maschera, con i più grotteschi e scandalosi travestimenti, quindi ai piaceri della musica... Potremmo immaginare come le musiche durante le interminabili feste cambiassero a seconda dei colori della stanza in cui la "pomenade" godereccia ballando ballando si spostava... In tutte le stanze meno che nell'ultima tappezzata di pesanti drappeggi scarlatti, dalle fineste con vetri dipinti di rosso sangue... Nessuna musica risuonava in quel luogo, solo il suono profondo, minaccioso e tetro di una grande pendola che scandiva i secondi e "ritmava" sinistramente, con grande orrore dei danzati che da lontano ascoltavano atterriti, l'entrata della "maschera della morte rossa"... Roger Corman girò un film dal titolo omonimo, un bel film grazie al quale lo spettatore potrà vedere i colori delle stanze ed ascoltare le musiche ivi suonate, cosa che con il racconto letterario non è possibile fare, dove il lettore dovrà immaginare in proprio ogni cosa ce chissà che non sia la cosa migliore... Propongo un video nel quale un grande attore riassume in 5 minuti la ben più articolata vicenda sottolineando tuttavia i momenti salienti del racconto, "colori" compresi e come musica.. la sua stessa voce musicale, calda, colorata... Il colore dell'inquietudine e del terrore, della morte ROSSA. In un racconto breve del geniale, supremo scrittore americano di nascita e di morte, europeo per elezione, è tutto un macabro alternarsi di ombre, di bagliori sinistri di luci, di tenebre, di colori e musiche, di architetture della follia...
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