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Melius Club

La morte in musica


my2cents

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Inviato

Un album di sofferenza e depressione, che comincia con la madre trovata suicida in bagno, il clown triste Cokie the clown (Fat Mike) che fa i conti col proprio passato ed i propri fantasmi.

Un album post punk inciso da una voce tristissima ma profonda, archi e clavicembalo, pianoforte e chitarre acustiche, ballate, rock, una malinconia assoluta che emana una dolcezza infinita ed una voglia di rinascita. Un disco meraviglioso.

 

Cokie The Clown: You're welcome (2019)

 

 

  • Melius 2
Inviato

UARAL - Lamentos a Poema Muerto

Un inno alla depressione, alla volontà di farla finita, di una tristezza infinita.

Se non ricordo male il cantante si è poi suicidato, spero di sbagliarmi.

 

Ma come diceva Steven Wilson ad un concerto: "la musica allegra mi rende triste mentre la musica triste mi rende allegro".

 

Musica stupenda, peccato per alcune parti vocali.

 

https://vrijheidrecords.bandcamp.com/album/lamentos-a-poema-muerto

 

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Inviato

Cantico 11 - Dream Images-  Love-death music

 

"l'impulso spirituale" della mia musica sia più simile al lato più oscuro di Chopin, e persino alla fantasia infantile del primo Schumann. E poi c'è sempre la questione del "mondo più vasto" di concetti e idee che influenzano l'evoluzione del linguaggio di un compositore. Durante la composizione di Makrokosmos, ero consapevole di alcune immagini inquietanti ricorrenti. A volte molto vivide, a volte vaghe e quasi subliminali, queste immagini sembravano fondersi attorno alle seguenti diverse idee : le "proprietà magiche" della musica; il problema dell'origine del male; l'“atemporalità” del tempo; un senso delle profonde ironie della vita ; le ossessionanti parole di Pascal: “L'eterno silenzio dello spazio infinito mi terrorizza”; e queste poche righe di Rilke: “E nelle notti la terra pesante sta cadendo da tutte le stelle giù nella solitudine. Stiamo tutti cadendo. Eppure c'è Uno che sostiene questa caduta infinitamente dolcemente nelle sue mani..." G. Crumb

Inviato
18 ore fa, my2cents ha scritto:

Cantico 11 - Dream Images-  Love-death music

 

 

Eppure in questo brano molto suggestivo ed enigmatico, "guidato" anche dalle parole del compositore che cerca di dare e/o trovare ad/in  esso un senso letterario- filosofico, mi sembra sentire la "dialettica" della musica che interpreta la vita, e la vita la musica, con i loro misteri, contraddizioni, paure, il male, il bene, terrori e catarsi, ecc, segno di "vitalità", più che l'ineluttabilità della morte.
Ma, volendo tornare all'essenzialità del linguaggio musicale più "astratto" ed in grado di esprimere se stesso privato "spiegazioni" testuali, il finale "sospeso" del brano, un po' come il finale dell'ultima "stazione" della Via Crucis di Listz  sopra condiviso, potrebbe far pensare al momento catartico della morte religiosa, alla presenza della "mano" pronta a "sostiene la dolce caduta"... 
Nella sua asemanticità, la musica potrà significare, come l'"oracolo", ciò che l'ascoltatore si prefigge di trovare in essa.


 

Inviato

Mi sembra di cogliere una analogia... nelllo spegnersi del "suono" lentamente verso la morte...

 

Robert Schumann, ciclo liederistico Zwölf Gedichte, op. 35  (12 lieder)

 

[...]E il commiato avviene negli ultimi due Lieder con un imprevedibile, magistrale colpo d'ala: la stessa melodia si presenta due volte, quasi eco di se stessa, su testi e accommpagnamenti diversi per ribadire la stessa cosa sottovoce e sempre più lentamente; ossia per riconoscere un destino e al tempo stesso negarlo. Siamo ai limiti dell'ineffabile, vicini alla soglia del silenzio e consegnati alla notte, misteriosa e malinconica ben più di un epilogo d'effetto: una visione di sogno ai confini della morte, forse onnicomprensiva, in quell'attimo, di ogni realtà. (Sergio Sablich)

 

11 - Wer machte dich so krank? - lentamente, in silenzio
 

Chi dunque ti ha reso
malato cosi?
Non freddo soffio da nord,
non notte stellata.

Non ombra sotto gli alberi,
non ardore di raggio solare,
non sonno e non sogno
nel letto fiorito della valle.

S'io porto ferite mortali,
è umano destino;
natura mi fece risanare,
ma esse non mi dan requie.

 

 


12 . Alte Laute - Noch langsamer und leiser - ancora più lento e silenzioso


Suoni antichi

 

Senti l'uccello cantare?
Vedi l'albero fiorito?
Cuore, questo non sa trarti
dal tuo pauroso sogno?

Che sento? Suoni antichi
di mesto cuore d'adolescente,
di allora che fidavo
nel mondo e nei suoi piaceri.

Son trascorsi i giorni,
nessun'erba mi risana;
e dal sogno pauroso
solo un angelo mi ridesta.

 

 

  • Melius 2
Inviato

Creazione e morte rimangono una questione senza risposta; la stessa musica se ne interroga, fino cedere il passo al silenzio. E se la musica è "asemantica", non lo è il silenzio da cui arriva e da cui ritorna , come noi stessi anche. E sarà in questo che ritroviamo la nostra consanguineita' con la musica con cui condividiamo il destino. 

 

 «La tromba intona L'Eterna domanda sull'Esistenza - scrive il compositore in una nota introduttiva - e la ribadisce ogni volta con la medesima intonazione espressiva». La domanda monotona della tromba viene ripetuta, tra brevi silenzi, per sei volte senza mai avere una risposta. Solo il quartetto dei flauti, che rappresenta il tentativo vano e pettegolo degli uomini di trovare delle spiegazioni, replica alla tromba, con figure cromatiche scomposte, frammenti senza direzione, dissonanti e fuori sincrono, che mimano grottescamente il motto interrogativo della tromba: «la ricerca dell'Invisibile risposta intrapresa dai flauti cresce gradualmente in intensità, velocità e volume sonoro, partendo da un animando per arrivare a un con fuoco. Non è necessario che questa parte sia suonata nell'esatto numero di battute indicate. Deve essere eseguita in modo da assumere piuttosto un carattere ìmprovvisatorio [...] Coloro che rispondono azzuffandosi man mano che il tempo passa, e dopo un convegno segreto, sembrano intuire la futilità di questa ricerca e cominciano a beffarsi della Domanda. La disputa è per il momento sospesa. Dopo la loro scomparsa, la Domanda è posta per l'ultima volta ed i Silenzi si odono ancora nell'Indisturbata Solitudine».

 

  • Melius 1
Inviato

Ector Berlioz - Les nuits d'été, raccolta di sei Melodie per voce e orchestra da sei Poemi de' "La corneale de la mort di Théophile Gautier". Opera misteriosa, visionaria, notturna, intrisa di antica, ineffabile nostalgia romantica.
Tra i temi ricorrenti nella passione del tomanticismo, in questi "canti" è presente lo spirito eroico e lirico della morte gli immaginari d'epoca iconograficamente funerari a trattie "macabri" visibilmente associabili allo spirito della Sinfonia Fantastica dello stesso Berlioz.
 

- Villanelle: Quand viendra la saison nouvelle - Allegretto
Organico: mezzosoprano o tenore, 2 flauti, oboe, 2 clarinetti, fagotto, archi

- Le spectre de la rose: Soulève ta paupière close - Adagio un poco lento e dolce assai; Poco animato; Allargando; Adagio un poco lento e dolce assai
Organico: contralto, 2 flauti, oboe, 2 clarinetti, 2 corni, arpa, archi

- Sur les lagunes. Lamento: Ma belle amie est morte - Andantino
Organico: mezzosoprano, contralto o baritono, 2 flauti, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni, archi

- Absence: Reviens, ma bien-aimée! - Adagio
Organico: mezzosoprano, 2 flauti, oboe, 2 clarinetti, 2 corni, archi
Prima esecuzione: Dresda, 17 Febbraio 1843

- Au cimetière (clair de lune): Connaissez-vous la blanche tombe - Andantino non troppo lento
Organico: tenore, 2 flauti, 2 clarinetti, archi

- L'île inconnue: Dites, la jeune belle - Allegro spiritoso
Organico: mezzosoprano o tenore, 2 flauti, oboe, 2 clarinetti, 2 fagotti, 3 corni, archi

 

I testi

 

https://www.flaminioonline.it/Guide/Berlioz/Berlioz-Nuits-testo.html


Propongo una sola Melodia, Le spectre de la rose interpretata dalla splendida soprano Veronique Gents.

Ma.., per chi non la conoscesse già, farebbe un grande regalo a se stesso ascoltando l'intera opera.

 

 



Lo spettro delle rosa

Solleva la palpebra chiusa
che sfiora un sogno verginale;
io sono lo spettro della rosa
che tu portavi ieri al ballo.
Tu mi hai preso ancora adornata
delle perle d'argento dell'innaffiatoio
e alla festa stellata
tu mi hai portato con te tutta la sera.

Oh, tu che sei stata la causa detta mia morte,
senza che tu potessi evitarla,
tutte le notti il mio rosato spettro
verrà a danzare al tuo capezzale,
ma non temere, non reclama da te
né una messa né un De Profundis;
la mia anima è questo leggero profumo,
e io giungo dal Paradiso.

Il mio destino fu degno d'invidia,
e, per avere una sorte sì bella,
più d'uno avrebbe dato la vita,
perché sul tuo seno ho la mia tomba,
e su quella bianchezza d'alabastro ove riposo
un poeta con un bacio
scrive: qui giace una rosa
di cui tutti i re sono gelosi.

  • Melius 1
Inviato

"É una canzone per una ragazza chiamata Nancy che è veramente esistita. Un giorno andò nel bagno della casa di suo padre, prese la pistola del fratello e si sparò alla testa. Aveva ventun'anni. Forse è una cosa arrogante da dire, ma credo che l'abbia fatto perchè non c'erano abbastanza persone a dirle quello che avrei detto io. Non riusciva ad adattarsi a vivere in questo mondo.

Aveva avuto un bambino e glielo avevano portato via, così si sparò."

 

 

  • Melius 2
  • 3 mesi dopo...
Inviato

Le parole non servono sono superflue per questo capolavoro, basta solo ascoltare...

 

 

Inviato

@analogico_09 Ho scelto la versione di Kuijken e co., più raccolta ed essenziale rispetto ad altre nella ricca discografia di questo (per me) capolavoro, perché come spiega nel libretto l'evento ebbe luogo nell'inverno del 1636, nel pieno della Guerra dei Trent'anni, in una Gera flagellata dalla peste. È quindi verosimile, o per lo meno a me sembra un'ipotesi plausibile, che le risorse disponibili, cantanti e strumentisti, non fossero molte.

Esistono diverse altre versioni notevoli, con organici molto più numerosi.

analogico_09
Inviato
1 ora fa, UpTo11 ha scritto:

Esistono diverse altre versioni notevoli, con organici molto più numerosi.

Ho anch'io l'ottima edizione di Kuijken perché per questi repertori preferisco organici ed approcci interpretativi più "riflessivi" e "snelli" in grado di esprimere al meglio l'afflato lirico-spirituale, la sottile e profonda nuance musicale. 

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