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La morte in musica


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Inviato

La musica risalente dalle profondità dello spirito e della psiche umana, da sempre legata alla vita e alla morte, è di conforto durante il processo di elaborazione del lutto.
La morte di Eric Dolphy fu nel giugno del 1964. Qualche giorno dopo Ted Curson compose e registrò l'elegia dedicata alla memoria del compagno di indimendicabili avventure musicali

Ted Curson Quartet "Thears for dolphy"

 

 

 

  • Melius 1
Inviato

Nella Trauerkantate di Telemann (Du Aber Daniel gehe hin), detta "familiarmente"  "cantata dell'orologio", gli strumenti (flauto dritto, viole da gamba e cello) imitano l'ostinata scansione ritmica del "pendolo" che ricorda l'implacabile avvicinarsi della morte.

 

Aria "Brecht ihr müden Augenlieder"


Spegnetevi, stanche palpebre,

giacete, irrigidite menbra,

cosìil mio spirito giunge al riposo.

Venite, Angeli, portate l'anima

dalla miserevole caverna del corpo

al castello del cielo.

 

 


 

Stesso disegno ritmico "pendolare" e fatale viene ripreso dalle viole da gamba pizzicate nel coro finale. Schlaft wohl, ihr seligen Gebeine (Riposate, ossa benedette)

 

 

Inviato

Come dimenticare, in tema, questa perla che seppe esprimere la musica italiana poco più di quarant'anni fa:

 

Questo brano mi fa tornare in mente un gioiello di arte figurativa che si trova qui nella mia città, affresco di circa sei metri per sei, lo metto per richiamare quelle divagazioni costruttive tanto care al nostro moderatore:

 

Scusate, ho sbagliato:classic_tongue:, è questo:

image.thumb.png.fbc640e6bee1559fe20731d2934b28ab.png

  • Melius 1
Inviato

Il Trionfo della Morte presente a Palazzo Abatellis, Palermo.

Inviato

Quanto si colorò di morte questa esecuzione, questo Abschied (Addio), nelle mani, anzi nella voce, meravigliosa, dell'immensa Kathleen che, di lì a poco, avrebbe lasciato per davvero questa vita, minata dal cancro. Arte e vita che si identificano:

 

Inviato

Il testo:

 

L'ADDIO

Se ne va il sole, dietro la montagna.
In ogni valle scende la sera
con le sue ombre, che tanto rinfrescano.
Guarda! Come una barca d'argento, dondola
la luna sull'azzurro lago del cielo.
Sento il soffio di un vento sottile
spiare dal buio degli abeti.
Il ruscello canta, pieno d'armonie, attraverso l'oscurità.
I fiori impallidiscono nell'imbrunire.

La terra respira, tutta pace e sonno.
Ogni desiderio ora vorrebbe sognare,
gli uomini, stanchi, camminano verso casa,
per ritrovare, nel sonno, felicità
e giovinezza dimenticate!
Gli uccelli fanno silenzio, appollaiati sui loro rami.
Il mondo si addormenta!

Spira aria fresca all'ombra dei miei abeti.
Qui, fermo, aspetto in ansia il mio amico;
lo aspetto in ansia, per l'ultimo addio.
Come desidero, amico, al tuo fianco
godere la bellezza di questa sera!
Dove indugi? Mi lasci a lungo solo!
lo vago su e giù con il mio liuto
su sentieri di morbida erba gonfi.
O bellezza! o mondo, d'amore
e di vita eternamente inebriato!

Scese da cavallo, e gli offrì il bicchiere
dell'addio. L'altro gli domandò quale fosse
la sua meta, e perché dovesse esser cosi.
Egli parlò, e la sua voce era velata: «Amico mio,
in questo mondo non mi ha arrìso la fortuna!
Dove vado? Vado, a vagare sui monti.
Cerco pace al mio cuore solitario.
Vado via, torno in patria, il mio sito.
Mai più di lì mi muoverò per andare lontano.
Tace il mio cuore e attende con ansia la sua ora!
La cara terra dovunque
fiorisce in primavera e verdeggia
sempre di nuovo. Dovunque, eternamente
d'azzurro s'illuminano i lontani orizzonti!
Eternamente... eternamente,..».

(Traduzione di Quirino Principe)

 

Inviato
12 ore fa, analogico_09 ha scritto:

al senso "vitale", lirico ed artistico della morte

In termini retorici, specie per secondi fini - come ad esempio convincere dei ragazzetti sprovveduti ad andare felici a farsi ammazzare in trincea - sicuramente può funzionare.

.

Ma chiunque la morte l' abbia vista da vicino, vuoi quella di un vecchio nel suo letto, vuoi quella di un giovane dilaniato da una cannonata, sa che la morte puzza, fa schifo, è una cosa tanto orribile quando banale, scontata, quotidiana, che nella morte non solo non c'é né poesia né eroismo né alcunché di epico, ma forse l' unico modo per restituirle una dignità è ammettere a sé stessi che è la fine di tutto, la fine dell' unica vita che abbiamo, la fine di quel miracolo evolutivo che un, giorno migliaia di anni fa, portò un essere al "miracolo" della consapevolezza di esistere.

.

"Io sono", quello sì è un grido vitale, lirico, l' unico vero miracolo mai avvenuto nella storia dell' umanità.

Inviato

@audio_fan   Ciò che scrivi, quotando una mezza frase estrapolata dall'intero e ben più vario ed articolato contesto, è frutto di fraintendimento e non ha alcuna attinenza con le mie considerazioni.

La vita e la morte sono le facce di una stessa medaglia. Non c'è cosa sia meglio o peggio, orribile, cosa sia più eroico e più miracoloso.  La vita e la morte, strettamente e indissolubilmente legati insieme, semplicemente SONO. Oltre

E si alternano, a volte si fondono.., senza fine, all'infinito, da sempre. Non esisterebbe la morte senza vita, non esisterebbe la vita senza la morte.

Con questo non si vuole augurare la morte a nessuno, ovviamente. Non servirebbe: la morte non avverte quando arriva, lei  "non suona il corno né il tamburo".
Ma queste sono filosofie troppo impegnative.., in questo topic si parla d'altro. Anche del fatto che l'umanità, a riprova di quanto ho affermato sopra, con la musica "canta" sia la vita sia la morte attingendo alle stesse profondità dello spirito e della poesia, della gioia e del dolore. E' una dimensione traasfigurata della morte che l'uomo ha sempre praticato artisticamente e poeticamente.

 Non hai torto a parlare in certi termini dell'orrore della morte che a nessuno piace.., ma qui si parla della musica correlata con la morte, non delle morti in guerra, per malattie e per altre dolorose e tragiche vicende umane che sono spesso peggiori della "fatal quiete"

 

Inviato

"...la morte è insopportabile per chi non riesce a vivere..."  Trovo che sia una grande verita' che esprime Ferretti....e per piccola analogia considerando che della musica siamo tutti vittime impotenti, viene da dire che la musica è insopportabile per chi non riesce a vivere

 

  • Melius 1
Inviato
1 ora fa, Gabrilupo ha scritto:

Il Trionfo della Morte presente a Palazzo Abatellis, Palermo.

 

 

Sono care queste cose anche a te.., che sei "locale".,  dove la morte è considerada come in Spagna dove il poeta diceva che nella sua terra iberica si era più vivi da morti che da vivi... Ma non andiamo troppo OT, prima dovrei cercare una msica a adatta a questa cosa.., magari anche al "Cimitero dei Cappuccini"  sempre palermitano nel quale si espone la morte che si teme e pure si "ammira"...

Inviato

Amore e Thanatos.., paura e desiderio.., tormento ed estasi.. le eterne dicotomie. L'orgasmo.., i francesi lo chiamano "la petite mort"

 

Claudio Monteverdi dal IV libro dei Madrigali

 

Si ch'io vorrei morire
Hora ch'io bacio amore
La bella bocca del mio amato core
Ahi car'e dolce lingua
Datemi tant'humore
Chere she di dolcezz'in questo sen m'estingua
Ahi vita mia
A questo bianco seno
Deh stringeteme fin ch'io venga meno
Ahi bocca ahi baci
Ahi lingua torn'a dire
Si ch'io vorrei morire

 

Accese dissonanze e contrasti ritmici, sbattimenti tonali, languori, stupori.., infine lo spegnersi in un lungo silenzio che assomiglia al "trapasso"...

 

 

 

 

Inviato

Nel mondo sottostante
l'eco si sposta e tace tra i morti.
La voce si diffonde nell'ombra


Nel canto -la morte della voce- Grisey dice che di questi pochi versi della poetessa Erinna, sull’eco, la voce, l’ombra dei suoni e il silenzio, sembrano attendere una traduzione musicale e si interroga : "Tanti secoli non avrebbero dunque cambiato nulla ai nostri lutti?" La risposta sembra scontata; infine anche la musica non  è mai cambiata. Percorre da sempre gli stessi luoghi dell'uomo, da dove risuona da millenni il suo eco.
Quattro Canti per Varcare la Soglia è l'ultima opera di Grisey. Si conclude con il canto -la morte dell'umanita- e nel finale come un'alba che sorge dalla notte appare una ninna nanna, ma come dice Grisey  questa "....berceuse che suggella il ciclo non è qui per far addormentare bensì per destare. Musica dell’alba di un’umanità scrollatasi finalmente dall’incubo. Oso sperare che questa berceuse non diventi quella che canteremo domani ai primi cloni umani allorché dovremo rivelare loro quale insostenibile violenza genetica e psicologica gli è stata fatta, da un’umanità alla ricerca disperata di tabù fondatori.."

 

Inviato
19 ore fa, analogico_09 ha scritto:

Con questo non si vuole augurare la morte a nessuno, ovviamente.

ma certo, la questione che mi pongo è se abbia senso costruire una retorica della morte e quanto questa possa essere fuorviante...

.

...affrontare una evenienza della vita in termini retorici può avere effetti consolatori (ben vengano) ma anche a scelte sbagliate... 

...ad esempio una retorica di tipo epico può portare il giovane a rischiare la vita in supposte imprese in cui ci si misura con una natura ostile...

...una retorica religiosa ad un sacrificio estremo "per guadagnarsi il paradiso"...

...una retorica poetico / romantica a mettere in gioco la propria vita per delle emerite sciocchezze...

 

pensa a "Morte a Venezia" di Mann... in fondo parla di uno che mette in gioco la propria vita per l' amore platonico nei confronti di un ragazzetto che si accontenta di guardare da lontano... Ok, è un romanzo, ma chissà quanti sciocchi magari un po' depressi hanno fatto cose simili nella vita reale...

Inviato
7 ore fa, audio_fan ha scritto:

ma certo, la questione che mi pongo è se abbia senso costruire una retorica della morte e quanto questa possa essere fuorviante...

 

 

Le questioni che ti/ci poni, condivisibili o meno, sono sommariamente legittime, ma come già significatoti non mi pare sia questo il topic adatto per affrontare il tema della morte sotto le specifiche ottiche filosofiche, etico-morali, escatologiche, religiose, laico-sociali , "ideologiche" od in rapporto a quant'altro più o meno tra le righe ti riferisci.
Non si sta facendo  retorica né apologia della "bella morte" eroica, sacrificale, ecc.., si parla delle umanissime , spontanee sensazioni, impressioni e sentimenti che l'uomo dotato di immaginazione prova di fronte al mistero della morte la quale viene variamente rappresentata, "cantata", anche dalla musica e da tutte le altre arti nella trasfigurazione poetica. Fortunatamente l'immaginazione umana non ha schemi univoci da seguire e nei quali limitarsi.

Insomma qui nessuno cerca di essere forviante, né di promuove "emerite sciocchezze", il rispetto che immagino ti aspetteresti per le tue opinioni, anche nel caso in cui non fossero condivise, lo dovresti - e sono certo che tu lo abbia -  anche per le idee degli altri a cui rivolgi il tuo personale punto di vista a mio avviso sfocato rispetto al terreno d'indagine (cit)

Potresti se credi aprire un topic specifico nel quale discutere delle questioni specifiche che ti stanno a cuore, verrei volentieri a contribuire con il mio modesto contributo. Evitiamo il rischio di deragliamento di questo interessante ed apprezzato topic, spero ne converrai che il giretto di boa dovrebbe chiudersi qui.

Grazie.

  • Melius 2
  • Moderatori
Inviato

@audio_fan

Concordo in toto col suggerimento del Moderatore di sezione,aprire un thread dedicato alla tua desiderata e' la scelta d'elezione.

Mischiare le acque non è opportuno ,né redditizio.

Aspetto di leggere quanto in adesione al suggerimento della Moderazione .

Inviato

La figurazione dello spartito e del suono, a guisa di "spade sonore" nella spiegazione di Sciarrino della sua composizione -La morte di Borromini-

 

 

 

Inviato

il proprio sosia , il doppelganger in alcun mitologie presagio della propria morte

  • Melius 1

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