analogico_09 Inviato 5 Febbraio 2023 Inviato 5 Febbraio 2023 Monsieurs de Saint Colombe, illustre violista da gamba del 17 secolo, da' un'ultima lezione al suo ex allievo, divenuto anch'egli un grande dello strumento, in un umile capanno costruito nell'orto dell'asceta della musica. Il Maestro rimprovera all'allievo la scelta di servire con la sua musica il re a Versailles. Sorseggiando del vino rosso, nell'intimità del capanno che pur nella ristrettezza volumentrica non poteva in alcun modo impedire i vertiginosi voli immaginifici dei due grandi musicisti, entrambi ancora presi nell'eleborazione del dolore per la morte di persone care, il maestro chiede a Marais: "Che cosa cercate, signore, nella musica?" - Cerco i rimpianti e le lacrime" risponde l'allievo. Dopo aver cercato il punto della reciproca comprensione, convengono entrambi che la musica sia la porta, non del tutto umana, che mette in comunicazione i vivi e i morti; una "piccola fonte per i quali il linguaggio è venuto meno". E così suonano il meraviglioso brano composto da Mensieur de Saint Colombe intitilato "La Pleurs [il pianto] version a 2 violes" Un mio maldestro e ultrasintetico riassunto di una scena madre del film Tutte le Mattine del Mondo la cui colonna sonora curata da Jordi Savall è registrata nello straordinario , omonimo CD Molto belle, più lunga, anche "la Pleurs version viole seule" sempre interpretata da Jordi Savall 1
Gabrilupo Inviato 6 Febbraio 2023 Inviato 6 Febbraio 2023 Quanto può essere grande il dolore per la morte di un figlio? Un abisso..... "Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c'è un dolore simile al mio dolore." La liturgia mette in bocca alla Vergine Maria queste parole tratte dal testo veterotestamentario delle Lamentazioni. Il grande polifonista De Victoria ne trasse un meraviglioso mottetto di cui propongo due bellissime versioni, molto diverse fra loro: Il grande Eric Clapton ha voluto tradurre in musica quanto lo ha tragicamente toccato di persona con la perdita del piccolo Conor: 2
analogico_09 Inviato 7 Febbraio 2023 Inviato 7 Febbraio 2023 Mi sono ricordato di una scena di un film del regista francese Tony Gatlif intitolato Gadjio Dilo, in romanì, tradotto Lo straniero pazzo... La musica serve anche a far in modo che il dolore per un grave lutto possa "fluire" verso l'esterno, che lo si possa per così dire "danzare".., renderlo "dinamico" e non già pressante e ristagnante nell'animo umano che potrebbe restarne schiantato quando a volte è un dolore di padre che piange il prorio figlio morto. La morte e la musica vanno spesso insieme in ogni tempo, in ogni cultura, in ogni angolo del mondo in cui si cerca di "sublimizzare" il dolore 1
Gabrilupo Inviato 8 Febbraio 2023 Inviato 8 Febbraio 2023 Il 4/2/2023 at 00:55, Grancolauro ha scritto: Comunque se si parla di morte e di Monteverdi, il pezzo più struggente ed emozionante alla fine resta questo Non so se sia il "più" ma, certamente, lo ritengo un esito altissimo di quello che Monteverdi più di altri realizzò nel rapporto fra il testo e la sua espressione cantata, con particolare riguardo agli "affetti".
Gabrilupo Inviato 8 Febbraio 2023 Inviato 8 Febbraio 2023 E' quasi banale ricordare come il rapporto con la morte e ciò che si immagina avvenga dopo di essa siano patrimonio di tutta l'umanità, di ogni latitudine. Qui siamo nell'estremo nord dell'Europa e dalla tradizione norrena questo gruppo diciamo "folk", qui affiancato dalla cantante pop Aurora (la bionda), versatilissima artista, ha tratto questo canto che parla del percorrere lo Helvegen o sentiero verso Hel, il regno dei morti. Colui che lo attraversa si affida, cantando, alla benevolenza di Odino, padre degli dei, per sostenerne la durezza. Siamo in tempo di revival vichingo, pare, visti anche i successi televisivi delle serie ispirate a questo popolo. Ultima suggestione: molto più a sud, Monteverdi mette in bocca ad Orfeo la meravigliosa "Possente spirto" per ammaliare Caronte e far sì che questo lo lasci accedere nell'Ade. Potenza incantatrice della musica.... 1
imoi san Inviato 8 Febbraio 2023 Inviato 8 Febbraio 2023 Lazarus - David Bowie Look up here, I'm in heaven I've got scars that can't be seen I've got drama, can't be stolen Everybody knows me now Look up here, man, I'm in danger I've got nothing left to lose I'm so high it makes my brain whirl Dropped my cell phone down below Ain't that just like me? By the time I got to New York I was living like a king There I'd used up all my money I was looking for your ass This way or no way You know, I'll be free Just like that bluebird Now, ain't that just like me? Oh, I'll be free Just like that bluebird Oh, I'll be free Ain't that just like me?
my2cents Inviato 8 Febbraio 2023 Autore Inviato 8 Febbraio 2023 Il sacrificio rituale e simbolico della morte che porta ad una nuova rinascita
my2cents Inviato 8 Febbraio 2023 Autore Inviato 8 Febbraio 2023 Riprendo il tema della danza, già sopra suggerito, che nel testo di questa bellissima canzone sembra quasi assumere una valenza di esorcizzazione o di liberazione dalla morte; e anche la copertina mi pare evocare un suonatore delle tarante del sud, altra "danza" rituale di passaggio da uno stato emotivo prossimo alla morte ad una forma di rinascita
my2cents Inviato 9 Febbraio 2023 Autore Inviato 9 Febbraio 2023 Morte e musica resteranno due grandi misteri irrisolti; a volte si incontrano, e a volte si chiamano reciprocamente. Ma comunque andrà, e quando sarà, resterà un altro grande mistero rrisolto perché in ogni caso non potremo andare al nostro "festival" per vedere di nascosto l'effetto che fa :D.....ma perché? 1
analogico_09 Inviato 9 Febbraio 2023 Inviato 9 Febbraio 2023 Amore, danza, musica, morte Leonardo Cohen, appassionato "fan" di F.G. Lorca scrive un testo tratto da una lirica del poeta spagnolo intitolata "Piccolo Valzer Viennese" col titolo di "Take this waltz" Take this waltz “A Vienna ci sono dieci belle donne (1) c’è una spalla dove la Morte viene a piangere c’è un atrio con novecento finestre c’è un albero dove le colombe vanno a morire. c’è un frammento strappato al mattino che pende nel Museo del Gelo Ay, ay, ay, ay Prendi questo valzer, prendi questo valzer questo valzer dalle mascelle serrate Io ti voglio, ti voglio, ti voglio su una sedia con una rivista morta nella grotta alla punta del giglio in un corridoio dove amore non è mai stato. In un letto fino a sfiancare la luna in un grido di orme e di sabbia ay, ay, ay, ay prendi questo valzer, prendi questo valzer cingi con la mano la sua vita spezzata (2) Questo valzer, questo valzer questo valzer, questo valzer il suo alito di brandy e di Morte che trascina la sua coda nel mare. A Vienna c’è una sala da concerto dove la tua bocca ha avuto mille recensioni c’è un bar dove i ragazzi non parlano più condannati a morte dalle tristezze (3) ah, ma chi è che si arrampica sulla tua immagine con una ghirlanda di lacrime appena recise? Ay, ay, ay, ay Prendi questo valzer, prendi questo valzer prendi questo valzer che sta morendo da anni. C’è una soffitta dove i bimbi giocano dove presto giacerò con te in un sogno di lanterne d’Ungheria nell’oblio di dolci pomeriggi e vedrò quel che hai incatenato al tuo dolore le tue pecore e i tuoi gigli di neve Ay, ay, ay, ay prendi questo valzer, prendi questo valzer con il suo “non ti dimenticherò mai, lo sai!” Questo valzer, questo valzer questo valzer, questo valzer il suo alito di brandy e di Morte che trascina la sua coda nel mare. E a Vienna io ballerò con te indosserò un travestimento fluviale i giacinti selvatici sulle mie spalle la mia bocca fra la rugiada delle tue cosce. E seppellirò la mia anima in un album tra il muschio e le fotografie e abbandonerò al diluvio della tua bellezza il mio violino a buon mercato e la mia croce. E tu mi porterai danzando fino alle pozze che il tuo polso solleva o mio amore, amore mio prendi questo valzer, prendi questo valzer è tuo adesso, c’è ormai solo questo”. L'originale non si può tradurre.., si perderebbe la musicalità della parola, della "frase", del testo intero (qui la traduzione) Pequeño Vals Vienés En Viena hay diez muchachas, un hombro donde solloza la muerte y un bosque de palomas disecadas. Hay un fragmento de la mañana en el museo de la escarcha. Hay un salón con mil ventanas. ¡Ay, ay, ay, ay! Toma este vals con la boca cerrada. Este vals, este vals, este vals, este vals, de sí, de muerte y de coñac que moja su cola en el mar. Te quiero, te quiero, te quiero, con la butaca y el libro muerto, por el melancólico pasillo, en el oscuro desván del lirio, en nuestra cama de la luna y en la danza que sueña la tortuga. ¡Ay, ay, ay, ay! Toma este vals de quebrada cintura. En Viena hay cuatro espejos donde juegan tu boca y los ecos.Hay una muerte para piano que pinta de azul a los muchachos. Hay mendigos por los tejados, hay frescas guirnaldas de llanto. ¡Ay, ay, ay, ay! Toma este vals que se muere en mis brazos. Porque te quiero, te quiero, amor mío, en el desván donde juegan los niños, soñando viejas luces de Hungría por los rumores de la tarde tibia, viendo ovejas y lirios de nieve por el silencio oscuro de tu frente. ¡Ay, ay, ay, ay! Toma este vals, este vals del “Te quiero siempre”. En Viena bailaré contigo con un disfraz que tenga cabeza de río. ¡Mira qué orillas tengo de jacintos! Dejaré mi boca entre tus piernas, mi alma en fotografías y azucenas, y en las ondas oscuras de tu andar quiero, amor mío, amor mío, dejar, violín y sepulcro, las cintas del vals.
analogico_09 Inviato 9 Febbraio 2023 Inviato 9 Febbraio 2023 7 minuti fa, analogico_09 ha scritto: Hay una muerte para piano C'è una morte per pianoforte
analogico_09 Inviato 9 Febbraio 2023 Inviato 9 Febbraio 2023 Ancora il grande Leonard Cohen insieme a Sonny Rollins, nientedimeno.., per un song tratto da un testo liturgico ebraico, dall'album "New skin for the old ceremony" Who by fire (and who, shall I say, is calling? ...) And who by fire, who by water, who in the sunshine, who in the night time, who by high ordeal, who by common trial, who in your merry merry month of may, who by very slow decay, and who, shall I say, is calling? And who in her lonely slip, who by barbiturate, who in these realms of love, who by something blunt, and who by avalanche, who by powder, who for his greed, who for his hunger, and who, shall I say, is calling? And who by brave assent, who by accident, who in solitude, who in this mirror, who by his lady's command, who by his own hand, who in mortal chains, who in power, and who, shall I say, is calling? 1
my2cents Inviato 9 Febbraio 2023 Autore Inviato 9 Febbraio 2023 Questo indovinello scritto da Mozart parla della musica, ma quasi potrebbe trattarsi della morte perché con questa sembra condividerne la sua essenza " Sono una cosa un po bizzarra; non ho anima e non ho corpo; vedermi non si può, sentirmi invece si; sola non esisto. Solo essere umano puo' darmi vita ogni qual volta lo voglia; e la mia vita dura poco poiché muoio quasi nell'attimo in cui nasco. E così vivere e morire posso innumerevoli volte....a colui che mi dà vita non faccio niente, ma la persona per cui mi hanno messa al mondo proverà sensazioni dolorose per la breve durata della mia vita; ma poi la vita mi si spegne...Nasco in circostanze che mi consentono l'agiatezza di far musica solo per compiacermi. E mi sento capace di far qualcosa che sia degna della mia fama. Ma purtroppo devo morire." Parole di Mozart pronunciate a tre giorni dalla morte, qui musicale da Nyman
my2cents Inviato 9 Febbraio 2023 Autore Inviato 9 Febbraio 2023 "A cinque braccia tuo padre è sepolto; Coralli son diventate le sue ossa; Perle gli occhi del volto; Nient'e' in lui che possa sbiadite, che il mar non trasformi in qualcosa di ricco e stupendo Ogni ora rintocca funebre la campana la campana delle ninfe: Ascolta! Ora le odo - Din-don, din-don" Dalla Tempesta di Shakespeare
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