my2cents Inviato 9 Febbraio 2023 Autore Inviato 9 Febbraio 2023 La danza della morte di Fahey, usata anche nel film Zabriskie Point....qui anche con una incursione di "luccicanza"
analogico_09 Inviato 10 Febbraio 2023 Inviato 10 Febbraio 2023 In realtà la musica è immortale in virtù del fatto che sia un continuum di "morte e resurrezione" senza soluzione di continuità che dura fin da primo incontro del vento con una canna di giunco dosposto a donare al vento il suo corpo vuoto... Cade il vento, cade la musica; si rialza il vento, ricomincia la musica nel gioco perpetuo di "vita e morte". Il segreto dell'immortalità. Potremmo perfino ipotizzare che la musica se ne vada invece a dormire.., fino a quando un musico principe azzurro non la desti porgendole lo strumento che le dia voce incorporea la quale non si vede ma si sente. In ogni caso.., non v'è Resurrezione se non sia già stata la Morte. Chissà se "Morte e Resurrezione" non siano pertanto una sola cosa. Handel. il grande, immenso "principe azzurro" risvegliatore di musiche dormienti fu tra i primi a rappresentare l'assunto "escatologico" in forma musicale "pratica" la "fatal congiunzione". Disserratevi, o porte d'Averno 1
analogico_09 Inviato 10 Febbraio 2023 Inviato 10 Febbraio 2023 La musica può a volte farsi strumento di preveggenza, messaggio di morte Di pura e innocente voce il giovane Fleance, il figlio di Banquo (fatto assassinare da Macbeth) canta una canzone a Duncan durante il banchetto offerto da un Macbeth allucinato che preavverte la propria morte, prima del suo assassinio. La morte depone le sue uova anche attraverso l'innocenza musicale? Dal Macbeth film di Polanski
analogico_09 Inviato 10 Febbraio 2023 Inviato 10 Febbraio 2023 Poi ci sono delle variabili... Molti musicisti che alla fine del brano diretto o suonato tra lo scrosciar di applausi provano giusta soddisfazione per il successo ottenuto, spesso confessano di provare anche il sottile dispiacere del distacco dalla loro musica da poco spentasi... Un distacco dalla loro creatura, un distacco da se stessi. Questo me lo confidò una volta il direttore artistico del "nostro" centro musicale nel quale militavo. Una volta mi complimentai con lui per come aveva diretto una cantata di Bach ottendo il caldo applauso del pubblico. Gli dissi banalmente: sarai contento del successo!; mi risposte: si, ma sento anche un grande vuoto dentro... Eric Dolphy, il grande jazzista prematuramente scomparso, alla fine di "Miss Ann", uno dei suoi estremi capolavori contentuto nel disco "live" tristemente intitolato "Last Date", mentre scemavano gli applausi e si udiva l'ultima rullata di batteria, pronunciò la seguente frase: when you here music, after it's over it's gone in the air you can never capture it again... Il disco fu registrato su campo il 2 giugno del 1964; Dolphy morì il 20 giugno dello stesso anno, all'età di 36 anni. Sarà stata che lì, una preveggenza di morte, della propria morte che avanzava inesorabilmente. Ho segnato il punto finale ma questo è un brano da godere dall'iniio alla fine.., ed ancora oltre.., già che né Dolphy, né le sue musiche sono morti.., entrambi "dormono" e ciascuno di noi potrà risvergliarli, nei dischi e nella propria mente/anima. 1
my2cents Inviato 11 Febbraio 2023 Autore Inviato 11 Febbraio 2023 Dove va la musica quando non suona piu', quando "muore"?
my2cents Inviato 11 Febbraio 2023 Autore Inviato 11 Febbraio 2023 In questo documentario si assite al tragico evento, ma si assite anche alla nascita dell'essenza della musica, nella sua forma più arcaica, forse grezza, ma vitale e potente, al di là del festival mondano degli artefatti effetti speciali, che genera musiche "morte". Appare quasi, e penso che lo sia, che la musica esite in sé, si impossessa dei suoi cantori per darle vita, gli istruisce lei stessa, li comanda al suo rituale 1
my2cents Inviato 11 Febbraio 2023 Autore Inviato 11 Febbraio 2023 Figlio mio, eletto e amato, Lascia che tua madre condivida le tue ferite E poiché, mio caro figlio, ti ho sempre tenuto nel mio cuore, e ti ha servito lealmente, Parla con tua madre, renderla felice, Anche se, mia cara speranza, adesso mi lasci
analogico_09 Inviato 11 Febbraio 2023 Inviato 11 Febbraio 2023 13 ore fa, my2cents ha scritto: Dove va la musica quando non suona piu', quando "muore"? "Quando muore" è un'aggiunta, la domanda è solo: dove va la musica quando non suona più? la risposta: solo i bambini possono fare queste domande. Non c'è nessun tiferimento né diretto né indiretto alla morte, in nessun momento della scena filmica. Il finale è un momento di lirismo onirico, patetico, di "gioiosa" malinconia un po' surreale, molto felliniano, che poi possa far pensare alla morte è una speculazione mentale legittima ma a mio modesto parere non pertinente, un po' forzata.
analogico_09 Inviato 11 Febbraio 2023 Inviato 11 Febbraio 2023 Il 11/2/2023 at 07:46, my2cents ha scritto: n questo documentario si assite al tragico evento, ma si assite anche alla nascita dell'essenza della musica, Da bambino, fino all'età di 8 anni, quando vivevo ancora al paese mio di "profonda" montagna ho assistito forme di ritualità funebri simili a quelle mostrate dallo straordinario documentario con commento di Pasolini. Non era la stessa cosa, ma ricordo delle similitudini. Quando suonava la campana a morto che ammantava di angosce primordiali l'intero paese, noi regazzini intendi a giocara lasciavamo il fatto e il da fare per andare in cerca della casa in cui c'era il morto, o la morta. Spesso in bambibo o la bambina morti. Eravamo attratti dalla queste cose e non saperi dire perchè.., anzi, ne avevamo paura e così cercavamo di contrastare l'angoscia impattando con la realtà delle cose reali per contenere i voli immaginifici ancora più impressionanti. Nelle case in cui c'era la morte, c'era sempre anche la musica; le "prefiche" lamentose intonavano l'"antifona" funebre; le beghine il responsorio.., gli uomini tacevano. Erano canti che sembravano provenire dalle più remote ed oscure stanze della psiche, dell'inconscio, dello spirito.., ne restavo profondamente impressionato, tra paura e attrazione, da quei canti "incolti", ignoranti, sgraziati nelle inflessioni.. i quali credo siano tuttavia stati, nei secoli, fonte d'ispirazione della musica "colta", scritta, della nobiltà, dei re, dei borghesi: non ne dubito, ogni volta che ascolto una composizione sacra del sublime autore, finisco per ritrovarci qualcosa di quei "toni" di quelle remote melodie delle "angosce" e delle "estasi" che ascoltavo da bambino. Da lì, e da altre cose analoghe, anche, credo nasca la mia passione per la musica. In fondo il sentimento del canto di quelle vecchie "prefiche medievali" stanno al sentimento della morte nello stesso modo in cui la morte viene "celebrata", ed anzi sofferta, nei lieder dell'umanissimo e gigantesco Schubert... Der Tod un der Madchen... Winterreise... IRRLICHT (Fuoco Fatuo) Un fuoco fatuo m'ha attirato in fondo a rupi selvagge: non mi è difficile immaginare come ne uscirò. Sono abituato a camminare, ogni strada porta alla meta: le nostre gioie, i nostri dolori, tutto è vuota illusione! Scendo tranquillo lungo gli asciutti canaloni; ogni corso d'acqua finirà nel mare, ogni dolore finirà nella tomba.
analogico_09 Inviato 11 Febbraio 2023 Inviato 11 Febbraio 2023 Rachmaninov - The Isle of the Dead Un poema Sinfonico impressionante come il dipinto visionario di Arnold Böcklin «La prima volta vidi a Dresda solo una copia del notevole quadro di Böcklin. La composizione massiccia ed il soggetto mistico di questo quadro provocarono in me una grande impressione, ed essa determinò l'atmosfera del poema. In seguito vidi a Berlino il quadro originale. A colori non mi emozionò particolarmente. Se avessi visto per primo l'originale, forse non avrei composto la mia Isola dei morti. Il quadro mi piace di più in bianco e nero.» Rachmaninoff
caricolimite Inviato 12 Febbraio 2023 Inviato 12 Febbraio 2023 un sentito grazie ai partecipanti a questo interessantissimo 3d! Siete fonte di innumerevoli suggerimenti musicali!
my2cents Inviato 12 Febbraio 2023 Autore Inviato 12 Febbraio 2023 Il testo dell'introduzione della canzone Di Passaggio: "La stessa cosa sono il vivente e il morto, lo sveglio e il dormiente, il giovane e il vecchio: questi infatti mutando son quelli e quelli di nuovo mutando son questi" Eraclito
aldofranci Inviato 12 Febbraio 2023 Inviato 12 Febbraio 2023 Dai canti di Ruckert dedicati ai suoi due figli scomparsi uno dei più struggenti capolavori di Gustav Mahler, meraviglioso e terribile presagio della tragedia (la più terribile che possa capitare a un essere vivente) che toccò il compositore qualche anno più tardi. 1
Gabrilupo Inviato 13 Febbraio 2023 Inviato 13 Febbraio 2023 Accomiatarsi con un ultimo bicchiere. Questo traditional di area celtica, di culto in Irlanda, è stato nel tempo interpretato anche come un accomiatarsi dalla vita, con una serena gioia: "Good night and joy be to you all!" 1
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