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Paolo Conte alla Scala


London104

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Inviato
2 ore fa, faber_57 ha scritto:

Giuro che volevo scriverlo io

Del resto, se così non fosse, anche la musica resterebbe confinata tra fili spinati arrugginiti o àmbiti stantii. Le rinascite, infatti, sono indispensabili come la mutazione di pelle dei serpenti che, fino a quando non riescono a compiere questa ecdisi, sono particolarmente aggressivi, pericolosi e soprattutto sterili. :classic_smile:

Inviato

Paragonare la rinascita della musica (che non è mai morta nonostante tutto... nonostante le "vaghezze" di cui stiamo parlando) alle mutazioni  rettilarie, con immagini così crude, repulsive ed aspre, potrebbe fare pensare ad un voler assimilare la musica a un mero fatto di zoologia. :classic_rolleyes:

Inviato

Conte è ormai musica classica o suoi testi letteratura in musica. Questi parrucconi de loggione se ne stiano ad ascoltare Rigoletto sul grammofono 

Inviato

Conte è patrimonio dell'Unesco (ops, forse ho enfatizzato?? No ci sta dai😁)

Ho cercato i biglietti poche ore dopo l'apertura alla vendita, ma ho trovato poco e a partire da 400 eurozzi, un po' troppo..... questo per dire che proprio popolare lo spettacolo non era. Ha dato una mano alle casse della scala? Sicuramente, ma non c'è nulla di male. E come già detto più su, mica si è aperto il teatro ai rapper/trapper eccc tanto in voga oggi. Si è aperto a un Maestro, che oltretutto non è più tanto giovincello (gli auguro ovviamente altri cento di questi concerti, ma l'anagrafe non fa sconti a nessuno...) e ogni occasione è buona per ascoltarlo dal vivo almeno una volta. Farebbe bene anche ai parrucconi della scala, chiusi nella loro miopia.

W Paolo Conte

Inviato
6 ore fa, luckyjopc ha scritto:

Questi parrucconi de loggione se ne stiano ad ascoltare Rigoletto sul grammofono 

 

Con i 78 giri solcati dai chiodi da traversone... :classic_wacko::classic_biggrin: .

Inviato
6 ore fa, analogico_09 ha scritto:

Paragonare la rinascita della musica (che non è mai morta nonostante tutto... nonostante le "vaghezze" di cui stiamo parlando) alle mutazioni  rettilarie, con immagini così crude, repulsive ed aspre, potrebbe fare pensare ad un voler assimilare la musica a un mero fatto di zoologia. :classic_rolleyes:

 A volte l’ignoranza e il desiderio di fare la solita battuta acida nei miei confronti possono risultare maldestri oltre che stucchevoli e penosi.

L’Araba Fenice e l’uovo, la mue della pelle del serpente, le variazioni di colore del camaleonte, il bruco che rinasce farfalla e altro sono le metafore usate a inizio dell’importante e promettente ventesimo secolo dagli artisti,non solo francesi, che cercavano la maniera di rinnovare tutte le Arti a 360 gradi. A Pramousquier, tutti gli anni, in una villa messa a disposizione da Coco Chanel, durante le estati, si ritrovavano quei personaggi divenuti poi protagonisti e capiscuola di molte correnti artistiche del secolo. Jean Cocteau, era rimasto estremamente colpito dai Balletti russi che Serge Diaghiew ,nel 1909, aveva portato a Parigi,  rivoluzionando i canoni della danza , e in un incontro con il grande coreografo, gli aveva domandato consigli.   La risposta era stata semplice ma diretta: « Étonne-moi! » (Stupiscimi!)

E, con questo imperativo categorico, cioè fare qualcosa di veramente nuovo e scioccante, procedere a una «  mue » , insieme a Georges Auric, Raymond Radiguet e poi anche Satie, Picasso e molti altri, aveva creato questa fucina, così la chiamavano loro (meglio precisarlo!) da cui dovevano nascere, sulle ceneri delle vecchie, le nuove correnti in nome della Rinascita delle arti. Le metafore zoologiche erano un’abitudine.
Scusate l’o.t. : non è presunzione ma doverosa precisazione: ho scritto parecchio in proposito e l’ho fatto dopo aver studiato per anni certe fasi e mutazioni della letteratura e delle arti francesi. :classic_smile:

 

Inviato

 Questo ripete più o meno quanto scritto nel precedente. . V. Il nota bene in fondo. Grazie.

.

Vorrei precisare che le “ mutazioni” con le citazioni dell’Araba fenice e dei serpenti (e anche dei camaleonti),erano le metafore usate durante i confronti letterari, artistici e musicali intercorsi durante le estati in cui, si ritrovavano alcuni ospiti fissi di Coco Chanel sulla Costa Azzurra. Qui, Georges Auric, Raymond Radiguet e Jean Cocteau ,in aggiunta alle visite di molti altri scrittori, poeti e musicisti e pittori meno residenziali ma importanti, venivano a portare il loro contributo con idee sempre rivolte a “fare qualcosa di nuovo”. Tutti insieme creavano una vera e propria fucina collettiva cercando di trovare nuove vie per la rinascita artistica, a 360 gradi, nel nuovo e promettente XX secolo.
In sostanza la loro idea era che nulla muore ma tutto rinasce: secondo Cocteau, ad esempio, dalle ceneri rinasceva una farfalla leggera che si poteva posare ora qua, ora là, toccando tutte le arti. Partecipò anche un certo Stravinskij che contribuì con il suo Uccello di fuoco. 
Per concludere, e spero di non andare o.t., ma solo di dare il mio contributo, frutto di anni di studio e scritti in merito, vorrei riportarmi brevemente  all’origine di queste aspirazioni e desideri di “ mues”: nel 1909, Serge Diaghilew, portò a Parigi i famosissimi Balletti Russi che rivoluzionarono la danza e non solo. Questo fu l’inizio.

Quando Cocteau affascinato e sedotto da simili interpretazioni, domandò a Diaghilew come anche lui avrebbe potuto fare qualcosa di nuovo e moderno, il coreografo russo rispose semplicemente: “ Étonne -moi!”. 
Fu solo un punto di partenza, una freccia, come la definì Gertrude Stein ma fu proprio a Parigi e in quei momenti che nacquero le future importantissime correnti artistiche del secolo. Ma, a questo punto, il discorso diventerebbe troppo lungo. 
 

N.B. : questo post lo avevo inviato stamattina ma c’è stato uno stop del server per aggiornamento ed è misteriosamente comparso adesso… 🤔

Inviato
57 minuti fa, mom ha scritto:

Scusate l’o.t. : non è presunzione ma doverosa precisazione: ho scritto parecchio in proposito e l’ho fatto dopo aver studiato per anni certe fasi e mutazioni della letteratura e delle arti francesi. :classic_smile:

 

 

Al contrario, non serve scusarsi, grazie anzi di renderci partecipi di queste tue interessanti conoscenze che di buon grado personalmente accolgo e da cui anche altri certamente trarranno vantaggio. Un poco di merito andrebbe dato anche al mio intervento ironico, diretto e non malevole, forse in parte  stimolatore della tua colta e interessante disamina, intervento che non voleva essere affatto offensivo come mi sembra sia invece la replica che non si risparmia la sequela di pesanti aggettivi che ravviso con autentico disinteresse.

In quanto a battute acide e trasversali -  da quale pulpito? - mi sono del tutto alieni da persona franca e diretta qual io presumo di essere  :classic_smile:  

Inviato

Pero’ non ho capito la questione della casta.

La Scala e’ certo un teatro costoso per la programmazione lirica, ma il concerto di Conte costava molto di piu’ come molto di piu’ ho pagato il biglietto in tribuna laterale nella cavea per il concerto del 6 giugno a Roma piu’ che la seconda fila centrale del Block A della Philarmonie, quindi sono concerti di casta questi di artisti pop e rock a ben vedere.

Puo’ essere un fatto di simboli identitari questo si: vado alla Scala perche’ e’ figo.

Ma chi frequenta assiduamente il mondo musicale italiano e non (sono abbonato anche alla Scala) puo’ constatare come i teatri lirici piu’ che le sale da concerto siano frequentate da giovani e abbiano programmazione tutt’altro che stantia e paludata.

Quest’anno per esempio alla Scala Boris e Salome, poi ci saranno le zite in galera di Vinci, poi l’amore dei tre re di montemezzi, direi che su dieci titoli 4 sono fuori abitudine. A Roma ci saranno il castello di barbablu’ di Bartok, un’opera di Arvo Paart, ci sono stati i dialoghi delle carmelitane inaugurali, in autunno ci sara’ giulio cesare, a Napoli Samson Damnation de Faust, poi ci sara’ Walkiria, Maometto II, a Firenze abbiamo avuto uno splendido Doktor Faust di Busoni, in emilia c’e’ stato il Bajazet di Vivaldi alla Fenice ci sara’ un’opera di Haendel, a Bologna un’opera di Martinu. Poi ci sono anche opere del grande repertorio ovviamente che sono amate da tutti e spesso ravvivate da regie intelligenti ed interessanti da teatro di prosa (quindi attente alla gestualita’ e alla caratura drammatirgica della musica: penso a Robert Carsen, a Michieletto, Barry Kosky Emma Dante, Tcherniakov e altri registi sempre interessanti)

All’estero idem. Poi ci sono anche istituzioni specificamente dedicate a un genere o periodo. A Roma i grandi concerti del Gonfalone ad esempio dove prevale il barocco, a Mantova musica da camera da Monteverdi a Scnittke e via innaltre realta’.

L’offerta e’ ricca e varia e i biglietti costano meno, talvolta notevolemente meno, di quelli d’un concerto pop o rock.

Quindi trovo non fondati i rilievi musicosociologici mossi al far musica classica qui in Italia

Inviato

L’araba fenice finora non s’e’ vista. La musica esatta (quella cioe’ su spartito) eseguita nelle sale da concerto ha parabola creativa pressoche’ conclusa. Dopo Stockhausen Varese Schnittke difficile dire cose nuove.

Si possono affermare stili sincretici che mescolano cose diverse ma non sempre i risultati sono di rilievo e infatti questi esperimenti si perdono dopo poco.

Poi senti come a Roma qualche giorno fa 3 e 4 di Brahms e cioe’ quanto di piu’ classico esista fatto

come Dio comanda (direzione di Chung e orchestra in stato di grazia) e scopri quanto e’ meraviglioso riascoltare nella bellezza abbagliante del suono vero anche i capolavori che si pensa di conoscere a menadito

 

Inviato
2 ore fa, mozarteum ha scritto:

L’araba fenice finora non s’e’ vista. La musica esatta (quella cioe’ su spartito) eseguita nelle sale da concerto ha parabola creativa pressoche’ conclusa. Dopo Stockhausen Varese Schnittke difficile dire cose nuove.

Si possono affermare stili sincretici che mescolano cose diverse ma non sempre i risultati sono di rilievo e infatti questi esperimenti si perdono dopo poco.

Poi senti come a Roma qualche giorno fa 3 e 4 di Brahms e cioe’ quanto di piu’ classico esista fatto

come Dio comanda (direzione di Chung e orchestra in stato di grazia) e scopri quanto e’ meraviglioso riascoltare nella bellezza abbagliante del suono vero anche i capolavori che si pensa di conoscere a menadito

 

 

D'accordissimo, pertanto, come dicevo nell'altro post, la musica bisogna cercarsela da se', nei vari luoghi nei quali si celebrano ancora le musiche vive, senza attendere i "trasudi" delle macerie del "campa cavallo". .
La grande musica si ritrova sempre, ovunque, anche dalla "tradizione" più conosciuta e "frequentata" come esperenzialmente affermi, di qualunque genere essa sia, colta o popolore, scritta od orale. Sintetizzando. La musica è un fatto mentale e spirituale, non subisce i cedimenti del tempo, appartiene ad un solo luogo e ad ogni luogo, la grande musica resta immortale.

Il primo presupposto è che la musica "ritrovata" sia dal "vivo" per poter celebrare all'infinito l'incessante battesimo delle musiche già nate e assai "vissute" le quali, come per magia, tornano a ri-nascere, ogni volta, a nuova vita.


 

2 ore fa, mozarteum ha scritto:

Pero’ non ho capito la questione della casta.

 

 

Su questo mi piacerebbe tornare ma dopo,  si cena tardi stasera...

Inviato

Ma infatti falso problema per la musica di Conte.

Lui e’ bravo ma la sua band  e’ strepitosa lo ascolto sempre quando viene a Roma

Inviato
18 ore fa, mozarteum ha scritto:

Pero’ non ho capito la questione della casta.

 

 

Per quanto mi riguarda usavo tale termine con riferimento alle alzate di scudi contro le musiche "altre" da parte dei gelosi ed oltranzisti custodi di una tradizione riferibile a un gruppo sociale chiuso che tende a conservare se stessa in nome di una improponible  purezza della ... casta.

Su questo abbiamo già espresso le nostre posizioni nel caso concreto trattato in questa discussione.


Sul resto...

 

18 ore fa, mozarteum ha scritto:

Ma chi frequenta assiduamente il mondo musicale italiano e non (sono abbonato anche alla Scala) puo’ constatare come i teatri lirici piu’ che le sale da concerto siano frequentate da giovani e abbiano programmazione tutt’altro che stantia e paludata.

 

e su quanto dici sul panorama musicale italiano mi trovo sostanzialmente d'accordo, nel criticare certe posizioni "estremistiche" non intendevo fare di tutta l'erba un fascio, pur non essendo al momento un assiduo dei concerti come te potrei tuttavia vantare una "carriera" d'instancabile, appassionato ascoltatore onnivoro di antica data con intensa e lunga esperienza del fare musica per diletto.
Vorrei solo far presente che le programmazioni concertistiche in Italia per quanto riguarda la musica antica e barocca, in parte anche la "classica", la "cameristica" in generale, le "avanguardie" del '900 e contemporanee, ecc, ecc,  rispetto ad altri paesi europei di grande tradizione musicale siamo ancora ai più limitati termini, e quel che si fa a mio avviso è troppo poco.
Non solo per il meloframma belcantistico "ottocenteasco", la nostra tradizione musicale è famosa nel mondo intero per l'importanza che rivestono i periodi musicali "antichi" (gregoriano, medievo), rinascimentali e barocchi, incluso il "classico" (Mozart forse non sarebbe stato tal qual fu, ed è, senza i grandi e pressochè dimenticati, così poco eseguiti, compositori della scuola "napoletana" del tardo '700, e senza Haydn.., discorso da farsi a parte) nella costruzione dell'ossatura portante dell'intera tradizione musicale occidentale (il sommo Bach "trascriveva" i nostri VIvaldi, Marcello, Pergolesi, ecc... attingendo ANCHE da essi linfa compositiva increata...), con l'apporto ovviamente di culture musicali di altre nazioni. 

E di questo anche dovremmo andare più che fier ed esporre in grandi e frequenti vetrine, invece di lascerle ai...  "francesi" e ad altri transalpini.

 

Inviato

@mom Grazie , articolo molto ben dettagliato, anche nella descrizione dello stile chitarristico "Manouche" :classic_cool:.

Mi pare di aver letto tra le righe anche la possibilità di una produzione audio/video , molto bene :classic_dry:

Inviato
19 ore fa, mozarteum ha scritto:

A Roma i grandi concerti del Gonfalone ad esempio dove prevale il barocco

 

 

Il Gonfalone è un luogo che ho frequentato assiduamente, ai tempi di Gastone Tosato che lo capitanava, e anche oltre quegli anni delle grandi risscoperte dei mondi musicali "antichi" che si riaffacciano prepotentemente nella nostra modernità.
Ancora oggi tale antica e gloriosa istituzione offre un'ottima programmazione non solo di barocca, con ampia offerta di cameristica, di autori dei  periodi musicali più diversificati.  https://www.oratoriogonfalone.eu/home-italiano/stagione-concertistica-2022-23/

Sono istituzioni "private" come queste, un po' di nicchia se possibile, la Filarmonica Romana, ecc, che pur non avendo vita facile, offrono la possibilità di ascolti di musiche più "cenerentola"... Ricordo la AMR (assoc. musciale romana) che organizzava memorabili concerti alla Cancelleria Hiliard Ensembre; Savall e Figueras; Leonhardt; Renè Jacobs; Nigel Rogers, eccc),  organizzatrice tra l'altro di un meraviglioso festival internazionale dell'organo ai quali partecipavano i più grandi organisti di ogni nazione (Leonhardt, Chapuis, ecc)  che si teneva  nella chiesa dei Fiorentini (vicino al Music Inn, glorioso jazzclub defunto anch'ègli.., altra storia, analoghi destini...) , che fu mandato a morte per mancanza di fondi e per la cecità ottusa delle amministrazioni cittadine.
Tutto finito.., restano poche cose, volenterose, mentre le grandi istituzioni musicali usano per tali musiche orfanelle (in Italia, s'intende) il "contagocce".

Per tornare un attimo al Gonfalone, se posso anch'io permettermi una divagaione autoreferenziale, fu proprio in quel magnifico ed "intimo"  luogo di inestimabile valore architettonico, tra l'altro, che nel dicembre del 1985 fu eseguita la rara e meravigliosa "Passio Domini Nostri Jesu Christi Secundum Joannem" per soli, coro ed orchestra di Alessandro Scarlatti dal coro da camera e orchestra barocca del CIMA diretti da Sergio Siminovich, io ero, uno dei bassi, nel coro "ristretto", 2 o 3 elementi a voce, quasi un parti reali, dove gli stessi coristi eseguivano i recitativi; Furio Zanasi, era Jesù, Fabio Biondi primo violino della "piccola" orchestra da camera.

Feci registrare il concerto da un amico con il mio rec. Marantz stereo portatile; ancora oggi, sia la cassetta che il trasferimento in CD, si sentono molto bene, grazie anche alla spettacolare acustica dell'Oratorio del Gonfalone.

 

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Inviato
21 ore fa, mom ha scritto:

uno stop del server per aggiornamento

È possibile che ciò accada in caso di aggiornamento. In ogni caso non va perso nulla.

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