campaz Inviato 10 Marzo 2023 Inviato 10 Marzo 2023 Oggi ho acquistato l’ultimo numero di Musica e così sono venuto a sapere di un nuovo servizio di streaming (sia audio che video). Si chiamerà Stage+ e sarà curato da Deutsche Gramphone. Di nuovo, dopo l’annuncio Apple, un servizio specializzato dal perimetro ancora fluido: musica classica sia per i vecchi (gli audiofili) che per i giovani (quelli che ascoltano la musica con le cuffiette intraurali della Apple). Ci tengo a precisare che la semplificazione non è mia ma del loro marketing (io ho solo calcato la mano per amor di polemica ). È vero che eravamo abituati a spendere più fogli da centomila lire per cofanetti di ristampe, ma l’idea che mi sto facendo è che i signori della musica non abbiano capito che il mondo è cambiato. Non è questione di darla via gratis, ma di venderla con il giusto metodo adeguandosi ad un mercato che ha preso altre direzioni. La frammentazione, la specializzazione, l’evento speciale per acchiappare il cliente (sulla falsariga di certe ristampe su CD che diventavano imperdibili per un inedito colpo di tosse del grande artista di turno) a mio avviso affosseranno una bella, intelligente mossa commerciale inaugurata in origine da Steve Jobs quando mise in vendita la singola traccia mp3 a 99 centesimi (riuscendo a creare un mercato dove a dominare in quel momento era la condivisione illegale di musica altrimenti costosissima).
SimoTocca Inviato 12 Marzo 2023 Inviato 12 Marzo 2023 @campaz considerazioni le tue certamente condivisibili, che meritano anche approfondimenti. Partiamo dalla DG e da Stage+, palcoscenico digitale. In realtà questo servizio esiste già da alcuni anni ed in pratica consiste nel vedere in streaming (dal vivo prima e poi rivedere in differita questo vuoi) un concerto dal vivo, ripreso in qualità audio eccellente. Mi pare che non sia niente di nuovo, rispetto a quanto già fatto da oltre un decennio dai Berliner Philharmoniker con Simon Rattle e la sua inaugurazione della Digital Hall a Berlino. L’iniziativa DG, come quella dei Berliner, sono comunque lodevoli e non mi pare che “frammentino” ulteriormente il mercato musicale della classica, o almeno lo fanno nella stessa misura in cui ciascun teatro del mondo programma le sue serate e vende i suoi biglietti: ciascuno è libero di volare a Parigi per ascoltare la Carmen all’Operá Garnier o a Bayereuth per ascoltare il Tristan und Isolde …. facendolo in streaming da casa è ovviamente assai più facile ed economico, ma il principio è lo stesso. Ad onor del vero per chi come me ama ascoltare la musica classica dal vivo questo tipo di offerta non è così appetibile, o almeno non lo è per me, per via degli standard audio e video ancora non eccelsi (ma con la realtà virtuale in rapida progressione c’è da aspettarsi che fra una decina-ventina di anni con un visore portatile è un paio di buone cuffie uno potrebbe avere l’illusione “tattile e uditiva” di trovarsi davvero di persona nella sala d’oro a Vienna per il concerto di capodanno..magari..). L’iniziativa Apple invece va nella stessa direzione dei servizi streaming musicali attuali, solo rivolto ad un pubblico più specifico, quello che ascolta la musica classica. Anche qui: maggiore concorrenza (vera), maggiori vantaggi per gli utenti (paganti). Il successo dell’iniziativa Apple dipenderà molto dalla qualità audio che Apple offrirà e dall’integrazione del servizio con Player digitali diversi da Apple, quali Audirvāna. La concorrenza è molta e agguerrita, da Qobuz a Tidal ad Amazon, ma se Apple riuscirà ad avere album rimasterizzati in HiRes prima degli altri ed in esclusiva, con una qualità audio quindi superiore, potrebbe avere una freccia in più nella sua faretra (e Primephonic, così come Idagio, la piattaforma europea della classica che la Apple ha acquistato) potrebbe consentire questo, in quanto “emanazione” indiretta della Deutsche Grammophon… Per dire…
Amministratori cactus_atomo Inviato 13 Marzo 2023 Amministratori Inviato 13 Marzo 2023 @SimoTocca non sono sicuro che la concorrenza all fine sarà un vantaggio per l'utenza. Lo stiamo vedendo nelo straming video, dopo i primi anni di offerete e di incoraggiamento alla condivisine per crare una clientela, oggi le piattaforme sono tante ma i prezzi non scendono, anzi Nella musica il discorso cambia un poco ma non tanto. Grazie a porzioni non piccole di utenti interessate a sgmenti dimercato, è possibie vere piataforme specializzate che potranno praticare prezzi ridotti grazia al fatto di non dover ospitare di tutto e di più. A questo mondo cìè soazio er tutti, da chi vuole la massima qualità a chi invece è interessato allascolto in mobilità (dove la uaità non è fodamentale), da chi è ovvinìvoro a chi ascolta solo un certo tipo di musica. La vera domanda è se i geni del marketing capiranno che nin posson applicare le stesse regole a tutto, anche nell'abbigliamento c'è il prodotto da bancarella, quello dei negozi delle strade commerciali di massa, quello delle boutique di alto bordo per finire alla vera haute couture 1
max Inviato 13 Marzo 2023 Inviato 13 Marzo 2023 comunque imho è probabile che le ‘’case musicali’’ soprattutto se con una ‘’identità’’ di prodotto ben definita, e DG lo è, provino prima o poi a gestire in proprio i servizi di streaming … e per il consumatore non sarebbe una buona cosa
SimoTocca Inviato 13 Marzo 2023 Inviato 13 Marzo 2023 7 ore fa, cactus_atomo ha scritto: Lo stiamo vedendo nelo straming video, dopo i primi anni di offerete e di incoraggiamento alla condivisine per crare una clientela, oggi le piattaforme sono tante ma i prezzi non scendono, anzi Beh, ad onor del vero i prezzi sono rimasti pressoché uguali (il prezzo dello streaming Disney è rincarato assai meno del latte e del pane, cioè considerata l’inflazione …) e comunque si parla di cifre modeste-moderate, cioè di 10 euro al mese… A fronte di prezzi stabili, e “popolari” l’offerta di molte piattaforme ha fatto sì che sia aumentata l’offerta di film da vedere… Quindi in pratica è un miglioramento a tutto vantaggio dell’utente! Peraltro in qualità video (e audio, aggiungo) in alta definizione! Per lo streaming musicale vale esattamente lo stesso principio… almeno fino a oggi (poi quello che succederà domani chi lo sa?). Prendo esempio Qobuz, servizio di cui sono abbonato dall’inizio, quindi da diversi anni: il prezzo per mese è addirittura diminuito, in assoluto e non considerando l’inflazione! Per meno di 19 euro al mese, Qobuz ha incrementato il numero degli album offerti, sopratutto quelli in alta definizione. Per dire, da alcuni mesi sono diventati disponibili tutti gli album della Linn, fatto impensabile poco tempo fa, con una qualità audio strepitosa e un catalogo vasto assai! Che poi questa politica potrá non essere sostenibile è un fatto su cui concordo con te e che può far meditare… Ma ecco, per adesso i vantaggi (economici, qualitativi, di praticità) sono addirittura in crescita!
Amministratori cactus_atomo Inviato 13 Marzo 2023 Amministratori Inviato 13 Marzo 2023 @SimoTocca Verissimo ma nello streaming video non tutte le piattaforme offrono tutto, i prezzi sono bassi ma se ci si abbona a due o 3 la situazione cambia. Per la musica ancira per fortuna non è così, ma sono quasi sicuro che la tendenza futura sarà quella delle esclusive
SimoTocca Inviato 13 Marzo 2023 Inviato 13 Marzo 2023 @cactus_atomo Sono d’accordo…la tendenza potrebbe essere quella… Ma al momento mi godo il fatto che per le piattaforme musicali vale che tutte le novità che escono si trovano subito tutte disponibili e tutte con il massimo della qualità audio possibile… Poi vedremo cosa ci riserverà il futuro…
SimoTocca Inviato 15 Marzo 2023 Inviato 15 Marzo 2023 Però Enrico, permettimi di dire che a mio avviso il fenomeno streaming non è starò capito fino in fondo. Perchè, e lo dico da appassionato di musica, classica in particolare, ma anche da audiofilo, lo streaming apre orizzonti culturali impensabili fino a 10 anni fa, con una spesa davvero quasi insignificante. Mi spiego meglio: per decenni sono andato “a caccia” di CD “rari” su bancarelle o grandi negozi di Parigi e Londra. Ma anche ad un esperto, come mi ritengo a torto o a ragione, come me, scoprire adesso un mare di etichette nuove, prima irraggiungibili, con album interessantissimi, è un privilegio culturale, conoscitivo, davvero impagabile. Faccio un esempio concreto elencando solo alcuni album di classica usciti nell’ultima settima, solo negli ultimi sette giorni!, per farmi intendere meglio. Ecco..mai avevo sentito nominare questa etichetta prima di ieri…ma in streaming si trova tutto il catalogo della Eudora in formato HiRes in qualità audio superlativa (molto più alta che del corrispettivo CD) Questo è l’ultimo album appena uscito.. 1
SimoTocca Inviato 15 Marzo 2023 Inviato 15 Marzo 2023 E mai prima di pochi giorni fa avevo sentito nominare quest’altra etichetta più sotto..la Spectral, di cui si trovano su Qobuz numerosi album in formato audio HiRes… con musica classica peraltro nuche poco eseguita. Quindi interessantissima… Questo uscito 4 giorni fa…
SimoTocca Inviato 15 Marzo 2023 Inviato 15 Marzo 2023 E che dire del catalogo intero della piccola casa 2L, diventata recentemente famosa per la qualità superlativa delle sue registrazioni audio, qui disponibili in formato 24/176 o 24/192? E poi… brani addirittura introvabili altrove! Come quelli dell’album recente qui sotto..
SimoTocca Inviato 15 Marzo 2023 Inviato 15 Marzo 2023 Che poi in streaming sono disponibili i libretti come nei CD con ampie note esplicative e bellissime immagini a corredo…che così si ascolta l’album e leggendo si imparano cose nuove.. E via andare… millanta piccole case discografiche che con lo streaming hanno trovato una nuova strada per essere conosciute… Sia musica classica “classica”, da Mozart a Beethoven, sia classica moderna.. come questo album uscito venerdì scorso da parte della piccola Genuin… in qualità HiRes anche questo..
SimoTocca Inviato 15 Marzo 2023 Inviato 15 Marzo 2023 Oppure musica barocca… Magari poco conosciuta come questa dell’album appena uscito della Arcana (bellissimo album peraltro!’) La Arcana! E chi la conosceva questa etichetta? Io no, lo confesso! Oppure musica barocca stra-eseguita come quella di Bach…in questo album bello e ben registrato in HiRes della Paraty! La Paraty… e chi la conosceva prima? E poi con questa qualità artistica e audio! Impensabile! E… insomma potrei annoiarvi ancora con decine di esempi, è solo per la musica classica, di piccole etichette nuove, con musica nota o meno nota, che grazie allo streaming permettono una conoscenza diretta e approfondita di autori diversi ed esecuzioni a loro volta diversissime… Insomma: da un punto di vista culturale…un trionfo! Poi certo va saputo usare… lo streaming… Se no ci si ritrova, vedi la discussione sui quattro vinili della DG che rimasterizza ora, quattro vinili quattro usciti tutti fra i 45 e i 50 anni fa! Album stranoti e usciti in tutte le vesti..dal vinile 33 al vinile 180 gr, dal CD al SACD, ai file HiRes.. ma adesso, vuoi mettere, rimasterizzati su vinile AAA sai come suoneranno?!! 50 euro l’uno..per album vecchi di 50 anni… e avanti il prossimo! 🤔 1 1
SimoTocca Inviato 25 Marzo 2023 Inviato 25 Marzo 2023 Ma se non bastasse tutto questo…. E uno volesse rimanere “conservatore” e ascoltare e riascoltare solo quello che conosce già… Ecco che lo streaming consente, spendendo davvero quei pochi centesimi al giorno, di ascoltare i nostri album preferiti, i grandi classici, con una qualità audio sempre più elevata, addirittura stupefacente, grazie a nuovo remaster in formato HiRes… È il caso dell’integrale beethoveniana di Karajan uscita ieri in nuovissima veste, a 24/192, e con una qualità audio ancor superiore a quella della pur recente edizione rimasterizzata a 24/96.. Oppure ancora dell’album dei Pink Floyd, The Dark Side, uscito in una nuova veste audio proprio ieri… Ebbene ho già ascoltato questi album ieri… Se li volessi acquistare in formato fisico… dovrei spendere come un anno e mezzo di streaming! È solo per sentirmi album che già conosco a menadito… Invece ecco… mi tolgo la curiosità, godo del suono migliorato e…spendo pochi centesimi! Ecco…più ci penso..più capisco il perché lo streaming, oggi AD 25 Marzo 2023, è una scelta vincente sotto ogni punto di vista…
talli. Inviato 28 Marzo 2023 Inviato 28 Marzo 2023 ho scaricato la app di Apple Music Classical: sulla carta sembra fatta bene...da approfondire
SimoTocca Inviato 28 Marzo 2023 Inviato 28 Marzo 2023 @talli. Sarebbe interessante sapere se l’Apple per la classica diventerà presto compatibile con i player più diffusi, come Roon e Audirvāna… Perchè la qualità audio della sorgente, se passa da un buon player, è migliore di quella delle App proprietarie… almeno finora…
aggelos Inviato 4 Giugno 2023 Inviato 4 Giugno 2023 riprendo questa discussione perche sto provando roon. a parte i casini per il settaggio con fastweb per le connessioni esterne ( che non ho ancora risolto) il sistema e piacevolissimo. una bella "pazziella" ma anche costosa. risolve in un sol colpo tutti i problemi che avevo con audirvana (orfanelli e inchiodature inaspettate) specie sui dsd. ma non so se ne vale la pena. Vi sono utenti roon scontenti che non rinnoveranno fra noi? e sopratutto perchè?
SimoTocca Inviato 5 Giugno 2023 Inviato 5 Giugno 2023 @aggelos Ti ringrazio in anticipo se vorrai poi descriverci più in dettaglio la tua esperienza con Roon. Io al momento non l’ho ancora provato …ma solo perché Roon è un Player che non supporta HRA a cui sono abbonato insieme a Qobuz. Quanto ad Audirvāna: io ho esperienza di grande affidabilità, con rari problemi nel corso degli anni ma sempre legati al Mac Mini e agli aggiornamenti Apple più che ad Audirvāna. Al momento ho un Mac Mini late 2012 con la seconda versione di Audirvāna, acquistata a “vita” che è la sorgente per il mio impianto diffusori. A questo computer ho bloccato gli aggiornanti Apple automatici e Audirvāna è rimasto alla versione più aggiornata della versione 2.0. Mai un problema da almeno 4-5 anni di uso quotidiano. Mentre sul Mac Mini nuovo di pacca, late 2022, con processore M1, che uso per l’impianto cuffia, e sopra ci ho messo il nuovo Audirvāna che si “noleggia” per un anno e si rinnova, ho avuto, nel corso di questi mesi un paio di “intoppi”, che peró si sono subito risolti aggiornando il Player o il Mac. Insomma, con Audirvāna mi sono trovato a meraviglia… Ma attendo di conoscere le tue esperienze con Roon..
aggelos Inviato 18 Giugno 2023 Inviato 18 Giugno 2023 provato roon per 2 settimane e poco prima della fine del periodo di prova ho disdetto. Il sistema è valido. la qualità di ascolto superiore ad audirvana. Non ne conosco il motivo, è evidente sopratutto con i file a bassa risoluzione. non so cosa fa ne mi sono applicato. suona meglio. E piu stabile di aurdivana (io lo uso su macmini 2018), piu veloce, non crea doppioni ( mi capita spesso con audirvana di avere nello stesso album i brani raddoppiati). Molto efficace in casa (ma anche fuori) per chi ha (come me) piu impianti collegati con lo stesso nas. Il Browser è il migliore cha abbia visto. veloce anche con le librerie voluminose come la mia. Per chi usa solo qobuz e similari (chi non ha una libreria stabile), forse non è molto conveniente.Nel senso che i vantaggi non sono cosi evidenti. al momento non ho tempo per la musica e non ne vale la pena, ma non appena questo periodo di superlavoro terminerà, sarà uno degli acquisti da fare...almeno per me
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