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Melius Club

Alle persone che si sono perse


Messaggi raccomandati

Inviato
7 minuti fa, Savgal ha scritto:

L'individualismo dei nostri tempi, che in tanti è diventato ottuso narcisismo, il dissolversi del senso di appartenenza ad una comunità, una struttura della società che presenta molti tratti irrazionali, fa sì che per non pochi basti un episodio affinché l'equilibrio instabile e precario venga meno e si precipiti nell'abisso della irrazionalità.

Trovo che tu abbia colto nel segno.

Si avvia a diventare la patologia dei tempi moderni,  ed e'  cosa da non sottovalutare.

briandinazareth
Inviato

La razionalità non solo è un leggero mantello, ma agisce a posteriori e con una forza infinitamente minore di quelle che sono le parti inconsce del nostro essere.

 

Quella che fu l'intuizione di Freud e altri prima e dopo di lui, la parte cosciente come una piccolissima punta dell'iceberg, oggi sappiamo essere la realtà. E sappiamo anche che siamo molto meno padroni di noi stessi di quanto pensiamo (probabilmente non lo siamo affatto, con la coscienza che costruisce semplicemente una narrazione che si sforza di essere coerente a posteriori, tutti gli studi più recenti portano a questa conclusione difficilissima da accettare)

 

È la terza grande rivoluzione che ci sposta dal centro delle cose, dopo l'eliocentrismo e l'evoluzione. 

 

Per questo non mi sento di giudicare chi non riesce o viene sopraffatto.

 

 

 

  • Melius 2
Inviato
42 minuti fa, Savgal ha scritto:

il dissolversi del senso di appartenenza ad una comunità

Il dilagare della cultura "melting pot" certo non aiuta

Inviato

 

"Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.
"

[Cit.]

  • Melius 1
  • Thanks 1
Inviato

@Revenant

Il dissolversi del senso di appartenenza alla comunità fu oggetto di studio già nell'Ottocento con F. Tonnies e E. Durkheim, per citarne i due sociologi più noti.

extermination
Inviato

La depressione è un malattia e come tale va curata. Essa stessa può essere conseguenza diretta di altre malattie che colpiscono il fisico e non la sfera psicologica.

Inviato

Non mi azzardo nella ricerca delle motivazioni o nei confronti tra epoche, ci sono esperti che hanno studiato il fenomeno e lo affrontano quotidianamente per lavoro... Per quanto mi riguarda mi limito ad inserire le "discese nel baratro" tra i comportamenti autolesionistici, che hanno alla base sempre forme di depressione... Nella quale si può cadere per mille cause, anche semplicemente fisiche. Poi è chiaro che ci sono eventi che possono innescarla.

 

Credo che sia fisiologico che in ogni società un certo numero di individui per un qualche motivo "non riesca più a reggere il passo". 

Inviato
15 ore fa, 31canzoni ha scritto:

Sempre stata antipatica, sempre bruttina, sempre s  tronza...sempre spiacevole sempre border line....

La sua fragilità è fuor di discussione, spesso coincide con un alta sensibilità non gestita in senso costruttivo e come risorsa, invece nel passaggio che riporto, a mio avviso posso leggere la tua inconsapevolezza rispetto alle cause concomitanti che si scontrano con quella fragilità/sensibilità, infatti questa definizione della persona non è altro che quella che la maggior parte delle persone le avrà additato come stigma (che se la sia cercata o meno). Quindi a fronte di una condizione umana drammatica e pesantissima abbiamo delle definizioni estremamente superficiali e dozzinali che non significano nulla, a parte il fatto che proprio tu che scrivi questo post a mio avviso non possiedi certamente la sensibilità della persona in questione. s ronza non è uguale a borderline e bruttina non è uguale ad antipatica o brutta... Per finire queste tue definizioni e modi di pensare sono assieme a quelle delle altre persone coinvolte una concausa importante della condizione della povera sfortunata, quindi siamo nel campo dell'ipocrisia andante.  

  • Melius 1
Inviato
14 ore fa, mozarteum ha scritto:

L’equilibrio presuppone che la finzione che tutto proceda regga

Già, la finzione….

Erving Goffman affermava che ciascun essere umano indossa costantemente una maschera che cambia in funzione del ruolo ricoperto in quel momento, es. genitore, figlio, discepolo, maestro ecc.

A volte invidio i credenti nell’ aldilà, almeno loro una speranza e un senso della vita ce l’hanno! Siamo talmente pregni di “sociale” da dimenticare di essere frutto di evoluzione e null’altro.

  • Melius 2
Inviato

Non e’ questione di maschera sociale. Mi riferisco alle convinzioni che ciascuno di noi ha, alle sicurezze probabilistiche (ad es, ho buona salute penso sara’ cosi’ sempre perche’ mangio tofu e non bevo oppure ho figli bravi o un buon lavoro ecc) sulle quali si costruiscono con fiducia visuali della vita, relazioni, progetti.  Per noi tutto cio’ non e’ finzione e’ tutto vero. Diventa finzione quando un cigno nero ne svela la fallacita’.

Intendevo questo

Inviato

Quante parole! Alzi la mano chi, dopo aver ricevuto o captato una richiesta di aiuto, alla terza chiamata non abbia sbuffato e non abbia diradato progressivamente la frequenza accampando mille scuse anche a se stesso. Mi si risponderà che il soggetto la rifiuta. Ok. Ma la presenza, anche silenziosa, è importante e, prima o poi, può essere utile. Non sta a noi dire quando. L' importante è fargliela sentire. Ciò che affonda è il vuoto e il senso di indifferenza che viene recepito ( anche se, forse, non è proprio così). 

  • Melius 1
Fabio Cottatellucci
Inviato
14 ore fa, Martin ha scritto:

un depresso costruisce fortini inscalfibili attorno alla sua condizione.

La bestia si difende con accanimento e, quel che è peggio, spesso un depresso proietta intorno a sé l'immagine di una persona sana e allegra, rendendo difficile anche per chi gli sta vicino comprendere la situazione. 

  • Thanks 1
Inviato
39 minuti fa, Marvin7 ha scritto:

Erving Goffman affermava che ciascun essere umano indossa costantemente una maschera che cambia in funzione del ruolo ricoperto in quel momento, es. genitore, figlio, discepolo, maestro ecc

In effetti la parola "persona" origina dal latino persōna che significava "maschera"... i latini come ben sappiamo con i greci avevano già capito tutto.

Inviato
1 minuto fa, Fabio Cottatellucci ha scritto:

spesso un depresso proietta intorno a sé l'immagine di una persona sana e allegra

Eh ma crolla. Poco prima che possa accadere anche il "disastro" ma crolla. Con due cari amici sono riuscito a capirlo e intervenire in tempo, chiamare l'ambulanza insomma. Ci sono riuscito grazie all'intuito e alla capacità di "intromettermi", comunque esserci, in maniera furba e non invasiva, facendolo sembrare "casuale".

Questo però, secondo i miei sentimenti e esperienze personali, può accadere con parenti o comunque amici "amati". Non è questione di sesso o età.

21 minuti fa, mom ha scritto:

Alzi la mano chi, dopo aver ricevuto o captato una richiesta di aiuto, alla terza chiamata non abbia sbuffato e non abbia diradato progressivamente la frequenza

Non credo mi sia mai capitato e se anche fosse non si può agire, comunque a mio parere non può funzionare se il legame è "normale". Non può funzionare con gli amici del circolo sportivo o il parente di cui effettivamente, non vedo perché non ammetterlo, non ti interessa una beata fava.

Inviato
18 minuti fa, Fabio Cottatellucci ha scritto:

un depresso proietta intorno a sé l'immagine di una persona sana e allegra, rendendo difficile anche per chi gli sta vicino comprendere la situazione. 

Chi gli sta vicino sa benissimo qual è la sua condizione, e chi non la capisce non gli sta vicino ma guarda le apparenze. Infatti la proiezione non è realtà, se non si vede cosa c'è veramente è perché non si conosce bene la realtà del soggetto. Se uno è depresso e ci sono varie forme alcuni indizi sul comportamento sono di solito sempre visibili. Si tratta di guardare quando è il caso in modo più attento. Poi ovviamente le persone hanno un diverso grado di preparazione e informazione sulla questione, quindi non tutti possono capire o cogliere segnali... il diavolo si nasconde sempre nei dettagli.

Inviato

Non si deve dimenticare che in noi si agitano potenti impulsi autodistruttivi, il thanatos. Se questi demoni si liberano e non vi è eros a placarli, il percorso autodistruttivo diviene inevitabile. 

  • Melius 1

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