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Messiah Handel


spersanti276

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spersanti276
Inviato

In CD, quale consigliereste (esecuzione e resa sonora)?

Possibilmente citandone il numero di catalogo o postandone l'immagine perchè pare che alcuni cd non siano completi di tutte le tracce.

Grazie.

  • Amministratori
cactus_atomo
Inviato

@spersanti276 di messia ce ne sono molti, la mia personale preferenza va a quello diretto da hogwood della oiseau lyre, tra gli interpreti la grande emma kirby, orchestra barocca con strumenti originali. agli antipodi in una versione direi beethoviana (non dimentichiamo che per lvb hndel era un mito da lui considerato il più grande dei musicisti ci sarebbe la versione di klemperer della emi. in mezzo tantissime versioni, una non facile da trovare è quella diretta da scherchen , è una registrazione del 53 (scherchen era un direttore ateo che però dava il meglio di se nella musica sacra, dal messia di handel alla essa in si di bach). quella della telarc diretta d shaw è molto audiofila e spettacolare ma mi pare poco barocca, con strumenti originali c'è anche la versione filologica di harnoncourt della harmonia mundi. c'è anche la versione lso diretta da colin davis (cofanetto con 2 sacd ed un dvd, che non costa molto)

  • Thanks 1
spersanti276
Inviato

Ho trovato questo sito che ne sceglie 10 + altre honorable mentions.

Cliccando sopra i titoli c'è la recensione di ognuna.

Un mare di informazioni, mi ci perdo....aiutooooo!

http://messiah-guide.com/

 

 

  • Amministratori
cactus_atomo
Inviato

@spersanti276 uno dei vantaggi della liquida è che puoi ascoltare (non dico tutto il messia ma die 3 brani) e farti una idea di quello che ti piace. 

non voglio forzarti, ma il messia di hoggwood è un po il tormentone prova impianti wuando vado ad ascoltare qualcosa (peggio della canzone di marinella con de andrè e mina), perchè ci sono voi soliste cori maschili e femminili orchestra barocca e la registrazione della oiseau lyreè eccellente (è uno dei pochi titoli di classica di cui ho la stessa versione sia in cd che in vinile). 

ma i miei gusti non sono i tuoi, non a tutti garbano le versioni filologiche per esempio. 

d'altra parte oggi i cd costano abbastanza poco che se una versione del messia è ben considerata, comprarla comporta un rischio assai basso

spersanti276
Inviato

@cactus_atomo Quella di Hogwood è nel mirino, questa è la rece del sito che ho trovato, non la mette tra le migliori ma tra le molto buone ed assolutamente innovative, si.

 

SITE RATING:  8/10

SITE REVIEW:  It's not often that you can claim that your Messiah changed the course of history, but Christopher Hogwood's fresh, retro re-evaluation of Handel's venerable oratorio turned more than a few heads.  Using period-appropriate instruments, a small, intimate chorus, and brisk tempos that hadn't been attempted for decades, Hogwood's interpretation created a tidal wave of revisionism which hasn't yet begun to ebb.  The period-instrument rage has many detractors, and just as many champions, but listening now, Hogwood's revisionist breakthrough sounds tame, and with an emotional detachment that leaves the listener a little cool towards the final result.  There's no denying the startling purity of the music; Emma Kirkby in particular was a revelation with her icy celestial soprano; Carolyn Watkinson gives an authoritative declarative stance to the alto; tenor Paul Elliott is a standout, imparting a crystalline serenity to his arias; David Thomas is a firm, unshakeable bass; and the Academy of Ancient Music plays with precision and clarity; while the boys and men of the Choir of Christ Church Cathedral, Oxford created an other-worldly sound with their use of boy trebles. Combined with the shrill, keening quality of the period instruments, this Messiah sounded like no other that had come before it, and audiences were able to hear what they considered a dusty, community choir warhorse with fresh appreciation.  The only arguable deficit is the extreme clipped marcattos which the director uses all too liberally; on first hearing, it certainly captures the ear, but upon further listening, sounds egregious and affected.  It's a startling contrast to, say, the Beecham or Ormandy discs.  All of these revolutionary aspects have since been duplicated numerous times since this set was first released - sometimes, it must be said, with greater results; but nothing will ever be able to strip the distinction from this Messiah of being the first.

 

ORRENDA traduzione da Google:

VALUTAZIONE DEL SITO: 8/10 RECENSIONE DEL SITO: Non capita spesso di poter affermare che il tuo Messia abbia cambiato il corso della storia, ma la fresca e retrò rivalutazione di Christopher Hogwood del venerabile oratorio di Handel ha fatto girare più di qualche testa. Utilizzando strumenti adatti al periodo, un ritornello piccolo e intimo e tempi vivaci che non si tentavano da decenni, l'interpretazione di Hogwood ha creato un'ondata di revisionismo che non ha ancora iniziato a diminuire. La rabbia degli strumenti d'epoca ha molti detrattori, e altrettanti campioni, ma ascoltando ora, la svolta revisionista di Hogwood suona addomesticata, e con un distacco emotivo che lascia l'ascoltatore un po' freddo verso il risultato finale. Non si può negare la sorprendente purezza della musica; Emma Kirkby in particolare è stata una rivelazione con il suo gelido soprano celestiale; Carolyn Watkinson dà una posizione dichiarativa autorevole al contralto; il tenore Paul Elliott è straordinario e conferisce alle sue arie una serenità cristallina; David Thomas è un basso fermo e incrollabile; e l'Accademia di musica antica suona con precisione e chiarezza; mentre i ragazzi e gli uomini del coro della cattedrale di Christ Church, Oxford hanno creato un suono ultraterreno con il loro uso di acuti maschili. In combinazione con la qualità acuta e acuta degli strumenti d'epoca, questo Messiah suonava come nessun altro che lo aveva preceduto, e il pubblico ha potuto ascoltare quello che consideravano un polveroso cavallo di battaglia del coro della comunità con nuovo apprezzamento. L'unico deficit discutibile sono i marcatti tagliati estremi che il regista usa fin troppo liberamente; al primo ascolto, certamente cattura l'orecchio, ma ad un ulteriore ascolto, suona eclatante e affettato. È un sorprendente contrasto con, diciamo, i dischi Beecham o Ormandy. Tutti questi aspetti rivoluzionari sono stati ripetuti numerose volte da quando questo set è stato rilasciato per la prima volta - a volte, va detto, con risultati migliori; ma nulla potrà mai togliere a questo Messia la distinzione di essere il primo.

Inviato

Premesso che non sono un intenditore e l’ascolto in classica è davvero .. leggero .. ma adoro questo disco, è stato uno dei miei primi acquisti consigliatomi da un amico appassionato.

 

IMG_4235.jpeg

  • Thanks 1
spersanti276
Inviato

@floyder SITE RATING:  7/10

SITE REVIEW:  Another Messiah that is considered a standard in the repertoire, Trevor Pinnock's early digital recording isn't high on my personal list of favorites, for several reasons: the use of heavy operatic voices for the soloists (especially John Tomlinson's hollow, throaty bass), the distant sound of the chorus in the mix, the tempos which are neither hot nor cold, but an unsatisfying moderato, and a distinct stand-offish coolness in the performance leave this one gathering dust on my shelves, passed over in favor of other, more involving performances.  Of course, nothing here is awful - The English Concert and Choir is particularly fine throughout, with marvelous unity and internal balance - they play with lightness and sparkle, and the choir has a fine "white" sound, particularly on the high notes, which are sung with the bell-like tones which are preferred by Baroque revivalists.  Soprano Arlene Auger is masterful in her arias, alto Michael Chance has a smooth, delicate tone which I enjoy hearing, and the entire program is more or less unified as a whole.  The only other Messiah I could compare it to is Sir David Willcocks' 1973 recording, which suffered from an extremely mechanical delivery, metronome-like in its feel; this Messiah doesn't sink to that level of extreme precision, but it has a hint of it, which is why it doesn't rate higher with me. ~ BDW

 

VALUTAZIONE DEL SITO: 7/10 RECENSIONE DEL SITO: Un altro Messiah considerato uno standard nel repertorio, la prima registrazione digitale di Trevor Pinnock non è in cima alla mia personale lista di preferiti, per diversi motivi: l'uso di pesanti voci operistiche per i solisti (specialmente il suono cupo e gutturale di John Tomlinson basso), il suono distante del ritornello nel mix, i tempi che non sono né caldi né freddi, ma un moderato insoddisfacente, e una distinta freddezza scostante nell'esecuzione lasciano questo che prende polvere sui miei scaffali, scartato a favore di altre performance più coinvolgenti. Naturalmente, niente qui è terribile - The English Concert and Choir è particolarmente bello dappertutto, con meravigliosa unità ed equilibrio interno - suonano con leggerezza e brillantezza, e il coro ha un bel suono "bianco", in particolare sulle note alte, che sono cantati con i toni simili a campane preferiti dai revivalisti barocchi. Il soprano Arlene Auger è magistrale nelle sue arie, il contralto Michael Chance ha un tono morbido e delicato che mi piace ascoltare, e l'intero programma è più o meno unificato nel suo insieme. L'unico altro Messiah a cui potrei paragonarlo è la registrazione del 1973 di Sir David Willcocks, che soffriva di una consegna estremamente meccanica, simile a un metronomo nella sua sensazione; questo Messia non scende a quel livello di estrema precisione, ma ne ha un accenno, motivo per cui non ha un punteggio più alto con me. ~ BDW

Inviato

@spersanti276 queste recensioni mi stanno acchiappando … e visto che la mia versione non dispiace affatto chissà con una top cosa succederà 😉

Inviato
13 minuti fa, spersanti276 ha scritto:

(specialmente il suono cupo e gutturale di John Tomlinson basso)

Ps, a me questo piace, ma non potendo fare confronti non so dire.

spersanti276
Inviato

@floyder beh, provo a contribuire in qualche modo facendo semplicemente copia-incolla per vedere un po' le reazioni delle 'grosse Bertha' del forum...

Inviato

Per quanto mi riguarda assolutamente +1 per la versione di Hogwood/Oiseau-Lyre (che ho però su vinili) ma non mi dispiace affatto soprattutto come registrazione quella di Marriner/Decca con la Academy of St. Martin in the Fields.

Inviato

A me piace parecchio questa, registrazione ottima.

IMG_3814.jpeg

spersanti276
Inviato

@Tronio SITE RATING:  9/10

SITE REVIEW:  There is little to fault and much to praise in Sir Neville Marriner's 1976 recording of Messiah.  Based on the first performed 1742 "Dublin" version, there are small changes which first-time listeners may not be familiar with, but the performance is so finely finessed that I suspect most won't mind.  This recording consistently rates very highly with purchasers every year, and upon listening, it's easy to understand why: The Academy of St. Martin-in-the-Fields plays with great vigor, yet restraint; and despite preceding the period-instrument revival of the mid-eighties by several years, Sir Neville uses smaller forces, much like the period instrumentalists, and Marriner's tempi are more in-line with later "revivalist" performances, eschewing the then-dominant largess.  But unlike Hogwood's recording, the Academy of St. Martin-in-the-Fields uses modern instruments, giving this Messiah a far fuller, richer sound than can be found in period instrumentation.  In a way, it's this performance that can be looked at as the progenitor to Christopher Hogwood's 1980 recording, and in many ways, it is to be preferred, with the recording simply one of the finest balanced and most pleasing overall.  Sir Neville avoids the pitfalls of over-stylization, preferring to give a clean, delineated performance which manages to hit all the bases.  The soloists are uniformly fine, sounding neither affected or diffident; rich, without sounding heavy or forced, or alternately too clean and bright; in fact, it's difficult to pick out any singular performance - it's such a "whole cloth" Messiah that every piece of the ensemble fits neatly into the unity of the musical fabric.  My only criticism would be that the performance is so neat, so well-mannered, and so perfect, that it feels at times a little unreal.  Highly recommended. ~ BDW

 

 

VALUTAZIONE DEL SITO: 9/10 RECENSIONE DEL SITO: C'è poco da criticare e molto da lodare nella registrazione di Messiah del 1976 di Sir Neville Marriner. Sulla base della prima versione "Dublin" eseguita nel 1742, ci sono piccoli cambiamenti che gli ascoltatori per la prima volta potrebbero non conoscere, ma la performance è così finemente rifinita che sospetto che alla maggior parte non dispiacerà. Questa registrazione ha costantemente un punteggio molto alto tra gli acquirenti ogni anno e, ascoltandola, è facile capire perché: l'Accademia di St. Martin-in-the-Fields suona con grande vigore, ma con moderazione; e nonostante preceda di diversi anni il revival degli strumenti d'epoca della metà degli anni Ottanta, Sir Neville usa forze minori, proprio come gli strumentisti d'epoca, e i tempi di Marriner sono più in linea con le successive esecuzioni "revivaliste", evitando l'allora dominante generosità . Ma a differenza della registrazione di Hogwood, l'Academy of St. Martin-in-the-Fields utilizza strumenti moderni, dando a questo Messiah un suono molto più pieno e ricco di quello che si può trovare nella strumentazione d'epoca. In un certo senso, è questa performance che può essere vista come la progenitrice della registrazione del 1980 di Christopher Hogwood, e per molti versi è da preferire, con la registrazione semplicemente una delle più equilibrate e piacevoli in assoluto. Sir Neville evita le insidie dell'eccessiva stilizzazione, preferendo dare una performance pulita e delineata che riesce a colpire tutte le basi. I solisti sono uniformemente bravi, non suonano né affettati né diffidenti; ricco, senza suonare pesante o forzato, o alternativamente troppo pulito e brillante; in effetti, è difficile individuare una performance singolare - è un Messia così "intero" che ogni pezzo dell'ensemble si adatta perfettamente all'unità del tessuto musicale. La mia unica critica sarebbe che la performance è così ordinata, così educata e così perfetta, che a volte sembra un po' irreale. Altamente raccomandato. ~ BDW

  • Melius 1
spersanti276
Inviato

@Pink

SITE RATING:  8/10

SITE REVIEW:  With so many Messiah recordings being produced each year, it now appears as if you much have a special conceit in order to differentiate new ones from the pack - the particular conceit for this recording is that it aims to recreate, as closely as possible, the very first performance version of Messiah, which took place in Dublin, Ireland, in 1742.  Naturally, that means that they use small forces, period instruments, and something resembling the original manuscript.  Of course, if they REALLY wanted to be authentic, they would have recorded this IN Dublin, instead of Edinburgh, Scotland - but no matter, for its purposes, it succeeds very well, with The Dunedin Consort & Players performing with great finesse and heart, and the soloists equally matched in terms of expression and technique.  Director John Butt eschews the fiery tempos usually associated with these kind of revival performances, instead opting for more moderate, but never slow, tempi which dances and moves gracefully from one song to the next with little to jar the listener.  The small forces naturally  cannot generate the kind of power that some listeners might wish for the larger choruses, but at the same time, everything is finely recorded, with this being perhaps the most understandable choir I've heard on a Messiah.  Conversely, that means that this recording rarely stands out - and placed on its own merits, it stacks up as another fine, distinguished Messiah that is easily recommendable.

 

 

VALUTAZIONE DEL SITO: 8/10 RECENSIONE DEL SITO: Con così tante registrazioni di Messiah prodotte ogni anno, ora sembra che tu abbia una presunzione speciale per differenziare quelle nuove dal branco - la particolare presunzione di questa registrazione è che mira a ricreare, il più fedelmente possibile possibile, la primissima versione di Messiah, che ebbe luogo a Dublino, in Irlanda, nel 1742. Naturalmente, ciò significa che usano piccole forze, strumenti d'epoca e qualcosa di simile al manoscritto originale. Ovviamente, se volessero DAVVERO essere autentici, lo avrebbero registrato a Dublino, invece che a Edimburgo, in Scozia - ma non importa, per i suoi scopi, riesce molto bene, con The Dunedin Consort & Players che si esibisce con grande finezza e cuore , e i solisti sono ugualmente abbinati in termini di espressione e tecnica. Il regista John Butt evita i ritmi focosi solitamente associati a questo tipo di esibizioni revival, optando invece per tempi più moderati, ma mai lenti, che danzano e si muovono con grazia da una canzone all'altra con poco per scuotere l'ascoltatore. Le piccole forze naturalmente non possono generare il tipo di potenza che alcuni ascoltatori potrebbero desiderare per i ritornelli più grandi, ma allo stesso tempo, tutto è registrato con precisione, con questo che è forse il coro più comprensibile che ho sentito su un Messiah. Al contrario, ciò significa che questa registrazione raramente si distingue - e posta per i suoi meriti, si accumula come un altro bel Messia distinto che è facilmente raccomandabile.

  • Thanks 1
analogico_09
Inviato
3 ore fa, spersanti276 ha scritto:

Quella di Hogwood è nel mirino, questa è la rece del sito che ho trovato, non la mette tra le migliori

 

 

E quale metterebbe per prime il sito? Ai non spicco english... solo salami e prosciutti... :classic_rolleyes: (spiaccare, in dialetto abbruzzese: sganciare dal.., pascione... :classic_biggrin:)

 

 

Il Messiah di Hogwood è mitologia, il passato che vive nel presente proiettato verso il futuro.  Prima lui, poi tutto il resto non di meno magnifico ma il mito non ha

Un'aria "incendiaria" , nessun direttore, nessuna "concertazione", nessuna cantante sanno dare fuoco alle polveri come  Hogwood ed Emma Kirkby


(n film tragironico molto all'"inglese"sulla vita di Handel di cui consiglio vivamente la visione)

 

"But Who May Abide", già segnato il punto iniziale 1:20:43
 

 

 

 

 

giorgiovinyl
Inviato

@spersanti276 Occhio che il sito da te linkato mi sembra piuttosto sbilanciato verso le interpretazioni tradizionali a scapito di quelle filologiche. 
Io ho Hogwood Oiseau Lyre in vinile, Pinnock e Mc Creesh Archiv in cd e Butt Linn in sacd. Considerato che tu sei attrezzato per leggere lo strato sacd ti consiglio quest’ultimo ma anche gli altri sono validi…

  • Thanks 1

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