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Melius Club

Domanda per chi lavora ascoltando musica


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Inviato

Per me il "lavoro" può anche essere l'attività per accedere al vero ascolto, profondo, attento, diretto, e senza distrazioni;  anzi puo' essere l'attivita' dove si diventa tutt'uno con la musica, dove gli si concede di comandarci; qui l'ascolto cambia e diventa osservare come la musica  ci sta guidando. Forse l'aspetto piu sensoriale della musica e' meno tangibile, ma se dovesse interrompersi ce ne accorgeremmo subito. Faccio il ballerino, non potrebbe essere diversamente :D
Ma poi, anche negli altri "lavori" non si balla? Fosse anche la sola danza del pensiero o di una emozione, di una coordinazione tra mente corpo, tra corpo e azione, la musica si traduce ed esige una "re-azione" in noi; e questa può essere anche un lavoro.
Inoltre molte musiche sono nate con il lavoro, o da un legame con esso molto stretto. Penso poi anche a molti lavori dove il gesto creativo diventa una sola cosa col moto della musica. Basquiat quando dipingeva (è solo uno dei tanti esempi possibili) era avvezzo ascoltare musica, il bolero di Ravel in particolare e anche in modo continuativo. A volte l'ascolto della musica avviene anche se non la si "sente" in primo piano ma non è detto che non sia meno profondo e attivo in noi. Magari resta in "sottofondo", a basso volume, ma invero siamo noi ad esserle in sottofondo.
A volte  spendere migliaia di euro per impianti sofisticati e poi magari accorgersi che l'ascolto della musica a volte è "silenzioso" alla superficie, dei sensi più superficiali, può essere una rivelazione che va venire voglia di ballare come un Sufi attorno allo stereo ;)

 

  • Melius 1
Inviato
9 ore fa, Ombak ha scritto:

A volte l'ascolto della musica avviene anche se non la si "sente" in primo piano ma non è detto che non sia meno profondo e attivo in noi.

Hai ragione, penso anch’io sia possibile un ascolto di questo tipo, subliminale per così dire, che attiva qualcosa di profondo dentro di noi, di cui non siamo consapevoli

Inviato

Io ascolto tutti i miei generi quasi esclusivamente mentre lavoro, quando non devo occuparmi di cose che richiedono molta concentrazione. Infatti ascolto quasi esclusivamente in cuffia o da un impiantino da scrivania infimo. L'idea dell'impianto in sala dedicata ecc... l'ho messa da parte, collezionerebbe polvere invece di ascolti. A mali estremi, estremi rimedi... Purtroppo quando non lavoro non ho tempo da dedicare agli ascolti, causa incombenze varie quotidiane. Quel poco che rimane libero lo dedico alla famiglia o, ahimè poco, alla lettura. Ormai funziona così da anni, tanto che in quelle rare occasioni nelle quali posso fare qualche ascolto dedicato mi fa strano, come diciamo noi giovani. Quando sento ascolto dedicato penso a 3 categorie: pensionati, single e persone che non hanno bisogno di lavorare.

Ascolto anche in macchina, tranne la classica o generi che necessitano di condizioni d'ascolto un minimo decenti.

Inviato

L’unico autore che posso ascoltare quando sono alle prese con lavori di intelletto è Mozart, quello che mi distrae di più è Bach. Quando faccio lavori manuali va bene quasi tutto, purché sia materiale che conosco già 

analogico_09
Inviato
Il 16/8/2023 at 23:52, Ombak ha scritto:

Ma poi, anche negli altri "lavori" non si balla?

 

 

Si, ma balla il nostro corpo perchè quel ballo è compatibile con il ritmo del "lavoro", si muovono insieme come accade con i work song "negri" dediti ai lavori pesanti, spaccatori di pietre, minatori, posatori di binari, ecc, dove il canto del lavoratore/schiavo,  oppure "affrancato", sicuramente "galeotto", si muove al ritmo cadenzato e condizionato dai movimenti del lavoro, delle mazzate...  Un esempio di wok song
 


L'immagine del video da te postato si riferisce invece ai canti che i "negri" improvvisavano nei campi di cotone, i cosiddetti "plantation song" dove i movimenti del lavoro sono molto meno ritmici, più ampii e liberi favorendo pertanto di più la "melodia". Spiritual ecc. Ad esempio questo canto senza accompagnamento con i "coretti", polifonie... Si potrebbe azzardare e dire che il R.& B., il boogie, il rock and roll "bianco" derivino ai work song, mentre il gospel, in parte la soul che risente di entramebe le influenze come il Blues, dai platation song. Il jazz deriva da tutte queste cose messe insieme.
 

 

Ma, per tornare un po' alla realtà delle cose delle cose di cui stiamo discutendo, questo mi pare non c'entri nulla con la fatidico domanda: è possibile acoltare la musica "importante/impegnativa" (da capire e non da "sottofondare") - e non già fare musica o danza del "lavoro" come nei casi  simbiotici di danza, canto, lavoro dei neri -  mentre si svolge un lavoro intellettuale "importante/impegnativo" benchè "prosaico" senza sbarellare su uno dei due o su entrambi i fronti? 

Io sbarello di brutto.. su ogni fronte, alla caporetto...

 

Potrei semmai ascoltare la musica che nasce spontanea dentro di me mentre lavoro quindi in modo non conflittuale, distraente, ma sarebbe musica "diegetica".., altro scenario.
 

analogico_09
Inviato
Il 18/8/2023 at 16:06, UpTo11 ha scritto:

Quando sento ascolto dedicato penso a 3 categorie: pensionati, single e persone che non hanno bisogno di lavorare.

 

 

Ritendo che tu la pensi in modo non corrisponente alla realtà delle cose.

Quando da giovane e da meno gione, e non solo io, lavoravo inde_fessamente, avendo bisogno di lavorare, non ancora pensionato, da single o da spostao. 

Mi ritagliavo spesso e volentieri momenti di ascolti dedicati e concentrati, non solo da dischi, ma molto anche dal vivo in concerto, musica di ogni genere prevalentemente jazz e classica. Ovviamente facevo delle scelte, cercavo di bilanciare le mie attività secondo le mie priorità,ai miei gusti, a ciò che mi regalasse più piacere e più arricchimento culturale, tutti elementi che viaggiavano insieme.

Magari oggi ci sono molte più distrazioni e stimoli - in gran parte, indotti,  sovrastrutture "nevrotizzanti" - ma anche prima non è che portassimo l'anello al naso.., solo che si cercava di fare anche tesoro del saggio "aforisma" che citava "E. Ghezzi": Non è il tempo a mancarci. Siamo noi che manchiamo al tempo.

 

Magari si potrebbe rinunciare a parte del tempo ed energie che si spendono per l'audiofilia a favore della musica.

tarantolazzi
Inviato

eh no, ci provo ma non va.

Se e' bella mi prende e vado da lei, se e' brutta la caccio.

E' un po' lo stesso motivo per cui non amo i viaggi.

Se il posto mi piace, magari vorrei fermarmi li' a vivere; non posso e mi dispiace, quindi pessima cosa.

Se  posto non mi piace, chi me l'ha fatto fare di andarci?

 

Inviato
Il 19/8/2023 at 20:56, analogico_09 ha scritto:

Magari si potrebbe rinunciare a parte del tempo ed energie che si spendono per l'audiofilia

Nel mio caso equivale praticamente a zero. Alla ferraglia mi dedico se e quando devo acquistare qualcosa, il che accade di rado, non sto continuamente a sciappinare.

Inviato
Il 19/8/2023 at 20:20, analogico_09 ha scritto:

è possibile acoltare la musica "importante/impegnativa" (da capire e non da "sottofondare") - e non già fare musica o danza del "lavoro" come nei casi  simbiotici di danza, canto, lavoro dei neri -  mentre si svolge un lavoro intellettuale "importante/impegnativo" benchè "prosaico" senza sbarellare su uno dei due o su entrambi i fronti

Se fanno reazione chimica a mio avviso si; anzi, potrà sembrare paradossale, ma, almeno per mie piccole esperienze, le musiche "importanti/impegnative" se legate ad attività "importanti/impegnative" possono essere non solo catalizzatrici, ma aprire, o manifestare, ascolti sconosciuti;  per pardosso può sembrare di non ascoltare, può sembrare di dimenticarsi di ascoltare, l'udito può sembrare quasi nel silenzio ma in realtà è più vigile che mai; infatti se si interropmpe il flusso musicale si percepisce subito che si iterrompe l'ascolto che fino a quel momento era attivo, e agiva in una forma di "lavoro"; crea con questo lavoro una sorta di continuità; è quasi come se il lavoro sia poi una forma di traduzione della musica.

Ho fatto l'esempio di Basquiat perchè ho esperienza di art figurative, ma in qualche modo penso che questo avvenga anche con latre attività (poesia, cinema, fotografia, matematica, filosofia etc); penso prioritarimente ad attività che possono accedere al mondo dell'intuizione.

Se va complilata la dichirazione dei redtti forse no, non so perchè non mi occupo di questi lavori; qui mi viene da dire forse meglio di no per non avere dichiarazione dei redditivi creativo/intuitive :D chissa?

Poi cosa si intende per "impegnativa"? per me la  musica è impegnativa solo ed esclusivamente se richiede un lavoro di abbandono di forme resistenze, cristallizazioni varie, preconcetti o prestrutture che hanno a che fare solo collateralmente con la musica ma non in manera esclusiva; queste sono per me sono la memoria dei nostri ascolti "metabolizzati".

Ma a volte l'ascolto deve anche essere libero anche dalla memoria; il suo riconscimento può avviene comunque e non lo decidiamo noi. Dopo di chè lascolto non richiede impegno ma solo la nostra apertura.

Poi, la memoria critica, l'aspetto culturale della musica, può poi sommarsi a questo ascolto più libero (solo dopo secondo me), ma deve esserci un equilibrio; almeno per me

Non ci credete?

Guardate questo video; capirete che la musica vi comanda :D

 

 

Inviato

Poi c'è anche un altro aspetto secondo me non secondario; si ascolta sempre e comunque, quando lavoriamo, quando mangiamo, quando dormiamo, sempre praticamente sempre, e stabilire oggi cosa è musica e cosa non lo è, dopo le avangiardie, è diventato più labile di un tempo.

Il linguaggio stesso ha una sua musicalità e anch'esso lo ascoltimao sempre, anche quando non parliamo perchè il pensioero stesso prende spesso le mosse dal linguaggio. Un italiano pensa nella lingua italiana e un tedesco pensa nella lingua tedesca. Anche questo ha una influenza, al pari della musica, fosse anche un ritmo o una cadenza, una dolcezza o una asperita di un fonema

Possiamo distingure cosa è musica e cosa no, ma l'influsso del suono agisce sempre

E poi a chi non è capitato in una attività qualunque, come il gioco, un lavoro, una passegiata, nello studio etc etc. di essere improvvisamente colpito o rapito da una musica non voluta, incontrata per "caso". Ci ha intrappolato senza che lo volessimo nel suo amo, e probailmente la stessa cosa che facevamo era in qualche modo influenzata da essa

Cito un passaggio, ma i casi possono essere molti e diversi

"il fatto che fossi nato e cresciuto in una valle fluviale degli Appalachi significava che il mio orecchio era sintonizzato su una particolare acustica echeggiante; Sento che questa acustica è stata "strutturata" nel mio udito, per così dire, e quindi è diventata l'acustica di base della mia musica" G. Crumb

Ancora uno di Sibelius, sulla sua fascinazione del canto dei cigni, su come l'ascolto avvenuto durante un apasseggiata una paseggiata ha cambiato il suo modo di sentire la musica:

 “Dio, che bellezza! Hanno volteggiato sopra di me a lungo. Sono spariti nella foschia solare come un nastro luccicante argenteo.... Volavano verso sud insieme alla loro musica. Sono stato di nuovo il loro allievo più diligente. I loro gridi echeggiano in tutto il mio essere...”
“....quando il terzultimo giorno giorno della sua vita, le gru apparvero nel cielo, disse alla moglie “...Ecco che arrivano gli uccelli della mia giovinezza...” Uno di loro si staccò dallo stormo, volteggiò sulla sua casa, gridò e volò via...”

Mi vine da dire che se Bach fosse stato veneziano, Vilvaldi tedesco, Villa Lobos finlandese, Sibelus brasiliano la loro musica, il loro "lavoro", sarebbe stato un pò diverso da quello che consocimao oggi, anche per motivi legati alla "musica" che in quei posti avrebbero ascoltato ;)

 

 

  • Melius 1
analogico_09
Inviato
Il 21/8/2023 at 17:07, Ombak ha scritto:
Il 19/8/2023 at 20:20, analogico_09 ha scritto:

è possibile acoltare la musica "importante/impegnativa" (da capire e non da "sottofondare") - e non già fare musica o danza del "lavoro" come nei casi  simbiotici di danza, canto, lavoro dei neri -  mentre si svolge un lavoro intellettuale "importante/impegnativo" benchè "prosaico" senza sbarellare su uno dei due o su entrambi i fronti

Se fanno reazione chimica a mio avviso si; anzi, potrà sembrare paradossale, ma, almeno per mie piccole esperienze, le musiche "importanti/impegnative" se legate ad attività "importanti/impegnative" possono essere non solo catalizzatrici, ma aprire, o manifestare, ascolti sconosciuti;  per pardosso può sembrare di non ascoltare, può sembrare di dimenticarsi di ascoltare, l'udito può sembrare quasi nel silenzio ma in realtà è più vigile che mai; infatti se si interropmpe il flusso musicale si percepisce subito che si iterrompe l'ascolto che fino a quel momento era attivo, e agiva in una forma di "lavoro"; crea con questo lavoro una sorta di continuità; è quasi come se il lavoro sia poi una forma di traduzione della musica.

Ho fatto l'esempio di Basquiat perchè ho esperienza di art figurative, ma in qualche modo penso che questo avvenga anche con latre attività (poesia, cinema, fotografia, matematica, filosofia etc); penso prioritarimente ad attività che possono accedere al mondo dell'intuizione.

 

Ciò che affermi mi sembra comprensibile e non di meno scontato, ma sposta la questione su altro piano che non c'entra con quello che mi sembra sia la traccia portante del discorso che stiamo svolgendo e che sotto la spinta dei tuoi interventi rischi di finire su altri binari, molto interessanti ma qui si era preso il trenino per zagarolo mentre tu vorresti caricarci sulla carrozza che va a Venezia...  😊 Non che non si possa fare, anzi, ma non abbiamo neppure preso la maglietta di lana per contrastare l'umidità che caratterizza la meravigliosa città lagunare..
Quindi potrei più banalmente e brevemente rispondere sulla traccia della mia personale opinione, ovvero a fronte del fatto che non sia possibile fruire, svolgere, capire in maniera soddisfacente e compiuta come conviene, due attività affatto diverse, estranee e incompatibili tra di loro, svolte in contemporanea.
Un discorso estremamente semplice, se noin anche banale, ma credo logico, tant'è che tu stesso ne dai visura.

E' del tutto evidente - a meno di non avere due cervelli robotici in uno - che non sia possibile ascoltare, sentire e "capire" una musica d'arte nelle sue profondità poetiche, formali, linguistiche, stilistiche, espressive (tu chiamale se vuoi "complessità"...), mentre si è concentrati su lavori "prosaici" che richiedano a loro volta forme di approccio all'approfondimento e alla fruizione profonda diverse anche quando potrebbero sembrare istintive, pre-logiche, dove si abbiano due mondi psichici opposti.

Mi sembra inoltre pleonastico e scontato - benchè utile e interessante, facente tuttavia parte di un'altra "parrochia" discorsiva - sostenere che non vi sarà più incompatibilità tra ascolto musicale da una parte e la dichiarazione dei redditi dall'altro, quando il lavoro svolto sia in realtà un "lavoro" unico. 

Mi riferisco a ciò che osservi, sperando di non aver stracapito, ad un ascolto musicale "dinamico" eseguito mentre si svolgono attività che riguardano ancora l'arte, mentre insomma si fruiscono altri linguaggi artistici, o che ci si dedichi alle speculazioni "filosofiche", matematiche, etc, in modo (meta)creativo, dove tutto  questo diventa infine simbiotico, organico, situato all'interno della stessa famiglia composta da elementi diversi ma compatibili tra di loro, ogni elemento estetico, psichico, ludico e poetico nutrimento di se stesso e degli altri.  Ad esempio la musica della pittura, la pittura della musica, etc.

Molto interessante questa vcisione, ma si fa un altro discorso, ci porta su livelli altri forse superiori, intellettualmente più speculativi ma il caldo pur'esso incombe... .  

 

 

analogico_09
Inviato
Il 21/8/2023 at 17:36, Ombak ha scritto:

Poi c'è anche un altro aspetto secondo me non secondario; si ascolta sempre e comunque, quando lavoriamo, quando mangiamo, quando dormiamo, sempre praticamente sempre, e stabilire oggi cosa è musica e cosa non lo è, dopo le avangiardie, è diventato più labile di un tempo.

Il linguaggio stesso ha una sua musicalità e anch'esso lo ascoltimao sempre, anche quando non parliamo perchè il pensioero stesso prende spesso le mosse dal linguaggio. Un italiano pensa nella lingua italiana e un tedesco pensa nella lingua tedesca. Anche questo ha una influenza, al pari della musica, fosse anche un ritmo o una cadenza, una dolcezza o una asperita di un fonema

Possiamo distingure cosa è musica e cosa no, ma l'influsso del suono agisce sempre

 

Non tutti ascoltano la musica così compulsivamente. Ed il modo di ascoltare oramai "coatto" ed acritico è il più deleterio che possa esserci. Un modo che rende tuttavia più adatto l'ascolto di questa musica del consumo alla compilazione del 730 o della preparazione dei report di marketing..., con la scelta del formaggio da comprare al supermercato il quale non sta ai quartetti d'archi di Beethoven come sta invece con le pere...

Inoltre non credo che attraverso tale "costrizione" d'ascolto sia possibile stabilire oggi cosa è musica e cosa non lo è, dopo le avangiardie e aggiungerei anche prima delle avanguardie...

I linguaggi musicali cambiano, da sempre nella storia, così come il linguaggio della parola, ed i cambiamenti di "note" e di "parole" sono importanti e definiscono anche la qualità dell'espressione: il tedesco ha sempre "pensato" in tedesco, l'italiano in italiano, ll danese in danese, mentre tutti i contabili del mondo occidentale pensano  alla contabilità nello stesso modo, attraverso le stesse "combinazioni" di numeri e di calcoli,  ed cosa oramai rispatuta, un autentico tormentone, che non vi sia compatibilità tra l'ascolto musicale NON di "costrizione" mentre si fa legittima contabilità in modo normale, come si deve fare alla quale non si dovrebbe mai attentare contrapponendo elementi distraenti... idem vale ovviamente per la musica....  🤷‍♂️

A ciasuno il suo "regno".  :classic_wink:

Inviato
Il 24/8/2023 at 02:02, analogico_09 ha scritto:

ll danese in danese, mentre tutti i contabili del mondo occidentale pensano  alla contabilità nello stesso modo, attraverso le stesse "combinazioni" di numeri e di calcoli....

Mancherebbe la risposta di chi come "lavoro" compone musica, esegue musica improvvisando, o a chi la sta interpretando. Cosa ascolta, se non la musica prima della musica? E magari non è escluso che questa musica la sente mentre sogna, mentre è in varie faccende affaccendato, o magari proprio mentre è sullo scrittoio a scrivere musica o sul palco. Sarà “ovvio” ma non è affatto scontato così' come non è affatto “scontato” che un ascolto della musica dedicato ed attento, troppo attento, critico, o troppo critico, porti ad un ascolto che avviene sempre attraverso le stesse "combinazioni" di critica, di abitudine o di "calcolo"; praticamente un ascolto perduto e magari anch'esso e comunque compulsivo, e da ragioniere.

Magari può capitare anche che ascolta più e meglio la massaia di Rovigo mentre è al supermercato a scegliere le pere. L'ascolto non si controlla, possiamo solo predisporci ad esso, e volte la mente “critica” che nel mentre si occupa di altre attività può essere, per paradosso, la giusta predisposizione; per ascoltare, ovviamente, la stessa musica prima della musica, che fu del compositore, prima che questa diventasse forma manifesta. L'ascolto critico è lavoro da ragioniere

 

Il 24/8/2023 at 01:06, analogico_09 ha scritto:

a traccia portante del discorso che stiamo svolgendo e che sotto la spinta dei tuoi interventi rischi di finire su altri binari, molto interessanti ma qui si era preso il trenino per zagarolo mentre tu vorresti caricarci sulla carrozza che va a Venezia...

 

chiedo scusa, non mi pareva; magari la prossima volta le chiedo informazioni sul percorso ;)

 

 

analogico_09
Inviato
1 ora fa, Ombak ha scritto:

Sarà “ovvio” ma non è affatto scontato così' come non è affatto “scontato” che un ascolto della musica dedicato ed attento, troppo attento, critico, o troppo critico, porti ad un ascolto che avviene sempre attraverso le stesse "combinazioni" di critica, di abitudine o di "calcolo"; praticamente un ascolto perduto e magari anch'esso e comunque compulsivo, e da ragioniere.

Magari può capitare anche che ascolta più e meglio la massaia di Rovigo mentre è al supermercato a scegliere le pere. L'ascolto non si controlla, possiamo solo predisporci ad esso, e volte la mente “critica” che nel mentre si occupa di altre attività può essere, per paradosso

 

In ciò che vado sostenendo non c'è la negazione di tutto ciò che oltre_modo ed oltre_tema affermi, cose con le quali sfondi porte aperte e splancate, argomenti che restano invero un mio cavallo di battaglia spronato più volte su queste pagine dove tu che sei "nuovo" (di) nick potresti forse non sapere.
Veppiù potrei capire senza tuttavia apprezzare in virtù della sua inconsistenza, la tendenza ad instillare l'ombra del fraintendimento strumentale quando non si abbiano argomenti pertinenti con i quali replicare in tema pur con le opportune "variazioni" ma senza andare per altri brani.
La musica dell'inconscio, del sogno, della divinazione e preveggenza, della pre-logica - e quant'altro non di meno scontato e lavato con perlana affermi - non è il contrario dell'ascolto "critico", né lo esclude a favore del "mito" sterotipato del "buon selvaggio" tutto ascolto inconscio e musica del "sogno"; così come l'ascolto critico non esclude le "selvaggità" uditive di cui tutti ci nutriamo e di cui tutti godiamo senza che sia un "profeta" del dir nuovo lavato con perlana a dovercelo ricordare.
Qui si stava parlando d'altro mentre mi pare capire che tu sia interessato ad argomenti diversi e stra o sotto capendo ciò che scrivo chiaramente andando per binari altri, per rispaute e facilotte ironie e "paradossalità" usate al posto di argomenti centrati e centrali con i quali compiere il viaggio comune pur con le diverse panoramiche osservate attraverso i finestrini del treno, licenziando le inutili polemiche. 

Non volermene, io ora attiverò lo scambio: buon viaggio sul tuo binario personale e attenzione a non rimanere una volta sceso dal treno sulla banchina della stazione di Bologna col giornale o la bottiglietta d'acqua in mano diretto a... Milano proveniente da paese del sapienti?   🤓 :classic_smile:

Inviato
18 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

Non volermene, io ora attiverò lo scambio: buon viaggio sul tuo binario personale e attenzione a non rimanere una volta sceso dal treno sulla banchina della stazione di Bologna col giornale o la bottiglietta d'acqua in mano diretto a... Milano proveniente da paese del sapienti?   🤓 :classic_smile:

Ovvero? Bhè non mi dispiace molto l'attivazione dello scambio. Allora au revoir, e saluti alla amici miei :)

20 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

La musica dell'inconscio, del sogno, della divinazione e preveggenza, della pre-logica - e quant'altro non di meno scontato e lavato con perlana affermi - non è il contrario dell'ascolto "critico", né lo esclude a favore del "mito" sterotipato del "buon selvaggio" tutto ascolto inconscio e musica del "sogno"; così come l'ascolto critico non esclude le "selvaggità" uditive di cui tutti ci nutriamo e di cui tutti godiamo senza che sia un "profeta" del dir nuovo lavato con perlana a dovercelo ricordare

Quindi convieni anche che si può ascoltare anche lavorando, facendo altro?; tipo...andare in scoter con le cuffiette? Ti capita? e io che avevo frinteso; allora concordiamo ;) allora concluderei con il mito "del buon lavoratore" o "del buon critico" che pur esso ascolta ;)

 

analogico_09
Inviato
27 minuti fa, Ombak ha scritto:

Quindi convieni anche che si può ascoltare anche lavorando, facendo altro?


L'inconscio è psiche, una terribile "riserva" di consapevolezze che fanno le finte tonte nascoste e pronte ad esplodere per ridimensionare le presunzioni della "coscienza.., oppure per rinforzarle.., nel ne  bene e nel male non lo si può ignorare in nessun caso facendo altro, men che meno ascoltando la musica psichica mentre si compila il report economico delle entrate ed uscite domestiche.

Ho già chiarito cosa penso nel merito dell'ascoltare musica e fare altro in modo "compatibile", ovvero restando in "famiglia", nel precedente post del quale mi permetto di riproporre un passaggio che riassume la mia idea ai fini di una maggiore comprensione della stessa.

 

Mi riferisco a ciò che osservi, sperando di non aver stracapito, ad un ascolto musicale "dinamico" eseguito mentre si svolgono attività che riguardano ancora l'arte, mentre insomma si fruiscono altri linguaggi artistici, o che ci si dedichi alle speculazioni "filosofiche", matematiche, etc, in modo (meta)creativo, dove tutto  questo diventa infine simbiotico, organico, situato all'interno della stessa famiglia composta da elementi diversi ma compatibili tra di loro, ogni elemento estetico, psichico, ludico e poetico nutrimento di se stesso e degli altri.  Ad esempio la musica della pittura, la pittura della musica, etc.

 

Riparte il treno ... ciuf ciuf ciuf...

 

Inviato
4 ore fa, analogico_09 ha scritto:

In ciò che vado sostenendo non c'è la negazione di tutto ciò che oltre_modo ed oltre_tema affermi, cose con le quali sfondi porte aperte e splancate, argomenti che restano invero un mio cavallo di battaglia spronato più volte su queste pagine

 

3 ore fa, analogico_09 ha scritto:

L'inconscio è psiche, una terribile "riserva" di consapevolezze che fanno le finte tonte nascoste e pronte ad esplodere per ridimensionare le presunzioni della "coscienza.., oppure per rinforzarle.., nel ne  bene e nel male non lo si può ignorare in nessun caso facendo altro,

Scusa, ma io faccio prorpio fatica a seguirti. Prima dici che sono fuori tema (a me non pare) poi  che  è sbagliato,  poi che quello che affermo qui sono i tuoi cavalli di battaglia storici (su cui poc'anzi mi pare che esprimevi parere contario); che devo dire?

Comunque ho parlato solo delle mie esperienze di ascolti col mio lavoro, osservate ben prima che esistesse questo forum, quindi mi sembrano osservazioni in tema, e non certo derivate dai tuoi "cavalli" di percorso.

Per ultimo scrivi che l'inconscio non lo si può ignorare in nessun caso facendo altro. Ma qualcuno ha scritto il contrario? Anzi è prorio per questo che anche nel caso della casalinga di Rovigo, nel mentre che fa altro, nel mentre che lavora, l'ascolto "accidentale", puo' essere vero e potente,e può avvenire tanto e quanto con  l'ascolto "critico" o statico che indichi, come mi pare, il privilegiato a priori. Quindi mi pare che sei anche in contraddizione quando parli di inconscio. Sarà che forse è qualcosa di cui hai solo sentito parlare?

Sul fatto poi che alcuni lavori sono in relazione "chimica" con l'ascolto, anzi ne sono una forma di potenziamento perché trasformano l'ascolto da "passivo" in azione l'ho già scritto qui e prima del tuo posti che ti ri-citi. Anche questo per caso un tuo cavallo di battaglia?

Non vorrei che il treno che ti piace citare spesso ti va un po all'incontrario come nella canzone Azzurro.

Aloa, ora vado a fare la spesa nel mentre che il mio inconscio si chiede cosa è questo ascolto "critico"?

 

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