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AudioReview rivista fuori dal tempo?


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Inviato
7 ore fa, magicaroma ha scritto:

Tu dici che Cicogna e quell' altro col farfallino che ora non ricordo come si chiama sono dei professionisti del settore? Cioè vivono dai proventi delle cose che scrivono su Audio review? Ne dubito fortemente. 

Mi riferivo alle riviste come le conoscevo io, sono anni che non compro AR o altro. Ho premesso nel mio primo intervento che le riviste cartacee appartengono al passato

Ma se vedo oggi quel che c'è sul web si stava meglio quando si stava peggio. 

Seguendo il tuo ragionamento io potrei scrivere lunghi articoli sulla fisioterapia o perché no, sulla chirurgia , esageriamo pure, pur occupandomi d'altro. 

Ma sai perché non funzionerebbe? 

Perché nel fantasioso mondo dell'hifi esiste un pubblico di boccaloni che in una scienza come la chirurgia non c'è, e il fenomeno di turno verrebbe subito smascherato. 

Comunque, in conclusione, stiamo discutendo del nulla. Ovvero di riviste che comprano ormai 4 gatti, le quali hanno come argomento un hobby che interessa solo 4 vecchi in un mercato ormai ridotto ad una pozzanghera. Amen. 

Inviato
8 ore fa, Max440 ha scritto:

pubblico si è svegliato e coloro che hanno impianti seri, e ben suonanti, al 99% non acquistano più riviste, che sono solo una passerella per gli inserzionisti.

Non saprei. Non ho mai fatto un sondaggio del tipo " scusi lei che ha un impianto serio (nel senso di serioso, severo o ben educato?) compra le riviste o segue solo il blog di Ciccio Pudeddu?" ...

Oggi le riviste per quel poco che mi è capitato di sfogliarle mettono tristezza. Come mette tristezza il mercato HiFi, in particolare in Italia, per le condizioni del quale c'è ben poco da applaudire. 

 

Inviato

@Max440 Sono sempre in attesa di tuo gentile invio dell'elenco degli indirizzi www delle riviste on line serie e autorevoli. 

Inviato

My 2 cents: le riviste hi fi, hanno fatto la stessa fine di tutte le altre riviste specializzate. La carta stampata cede il passo al meno costoso (sia per chi legge che per chi scrive) web. Il motivo è squisitamente economico. Aggiungi alla ricetta il numero calante di appassionati a questo hobby, e la frittata è fatta.

Era meglio quando era peggio? 

No, è uguale. 

Le dinamiche ed i motivi che tengono in piedi una testata e la rendono popolare o meno, sono esattamente gli stessi della carta stampata. Trattasi sempre di editoria. 

Il nuovo mezzo ha introdotto però una novità: ha dato possibilità a chi non poteva, per ovvie ragioni economiche , aprire una rivista cartacea in proprio, di poterlo fare a costi accessibili sul web. 

Inevitabilmente questa possibilità "inietta" nell'insieme molto "rumore" di fondo. Sta alla capacità critica del fruitore, filtrare e selezione...

 

Inviato
7 minuti fa, one4seven ha scritto:

"inietta" nell'insieme molto "rumore" di fondo. Sta alla capacità critica del fruitore, filtrare e selezione...

Perfetto.

Ma fa il paio con ciò che scrivevo in merito alla capacità di discernimento del fruitore.

Se hai già una "formazione" (che qualcuno ti avrà pur dato, no?) è un conto.

Ma se sei un neofita ti trovi davanti un mare-magnum di rumore dove pescare qualcosa che non sia una ciabatta o un copertone.

"Disintermediazione" vuol dire che nessuno ha valutato, filtrato, soppesato un autore o un oggetto per te per fornirti un elenco più o meno valido da cui scegliere. 

Mica vale solo per l'HiFi, è un interessante argomento che oggi interessa moltissime discipline. 

  • Melius 1
Inviato

La “fine” dell’analogico (carta, dischi, ecc,) ha generato una serie di fenomeni che andrebbero analizzati da sociologi seri. Oggi, non si giudica più un artista da quanti dischi vende (che costituisce una misura certa) ma da quante visualizzazioni esibisce sul web (!). Se io, prima, compravo un LP (al massimo due, quando avevo consumato a furia di ascolti il primo) e quindi ero un acquirente “certo”, oggi nemmeno troppo sofisticati algoritmi possono richiamare migliaia di volte pagine sul web che, in realtà, non vede/sente nessuno. Lo stesso vale per le riviste: l’acquisto in edicola costituiva vendita certa, oggi è tutto piuttosto fumoso e relativo. Non è una cosa da sottovalutare…

Inviato
9 ore fa, Max440 ha scritto:

un negoziante una volta che vende bene un oggetto hiend, anche uno al mese, magari si è fatto un ricarico di 2/3k euro e può campare ...

Saprai fare musica, ma per i conti non sei proprio portato

Inviato
6 minuti fa, Velvet ha scritto:

Mica vale solo per l'HiFi, è un interessante argomento che oggi interessa moltissime discipline. 

Eh lo so... Il problema è molto serio. 

Con "l'intermediazione", il rischio è di essere guidati secondo interessi particolari. Ma il lavoro di intermediazione è in ogni caso prezioso. Essere "disintermediati" è molto più complicato... 

Inviato
8 minuti fa, one4seven ha scritto:

Con "l'intermediazione", il rischio è di essere guidati secondo interessi particolari.

Dovremmo però sgombrare il tavolo da certe chimere come l'oggettività assoluta o l'indipendenza come santità.

Credo nessuno al mondo sia completamente oggettivo o slegato da qualche preferenza/gusto/interesse se pur minimo.

E questo vale anche per le fonti web, anzi forse ancora di più.

Perchè se in una rivista cartacea gli inserzionisti sono palesi, su altri mezzi lo sono molto meno.

Ma non sono meno importanti o condizionanti.

E questo vale in particolare modo per le recensioni (di qualsiasi cosa, non solo HiFi) ad esempio su YouTube dove nella stragrande maggioranza dei casi i "recensori" sono in realtà brand-ambassadors.

  • Melius 2
Inviato

@Velvet Mi trovi perfettamente d'accordo. Per questo dico che l'assenza di intermediazione rende le cose molto più complicate.

  • Melius 1
Inviato
41 minuti fa, Paperinik2021 ha scritto:

Saprai fare musica, ma per i conti non sei proprio portato

Conti strani ...

Inviato

Io comunque lo farei più semplice.

A me basterebbe che audio facesse contenuti più interessanti di quelli che fa ora, che portasse novità anche come personaggi magari uno che scrive bene in maniera divertente e ne capisce pure (va bene pretendo troppo) ma soprattutto che si apra maggiormente al web ad esempio com la pubblicazione di una serie di prove storiche che ora sono solo nelle mani di chi ha le riviste. io ne ho centinaia che non so dove mettere 

Inviato

ARW, ma anche Suono, FDS e così via, non è più fuori dal tempo di quanto non lo siano altri tipi di pubblicazione, perlomeno se ci si riferisce ai contenuti.

 

Se invece si fa riferimento al contenitore allora sì, di questi tempi il formato fisico non va più di moda, in tutti i settori.

 

Per quel che riguarda l'indipendenza dei giudizi, sinceramente io non mi sono mai posto il problema, in quanto le riviste le ho sempre comprate per sfogliarle, guardare le figure, leggere dei begli articoli su oggetti che potevo (e posso) solo sognare, restare informato sulle novità, scoprire nuove uscite o classici da esplorare nella sezione musica...cose di questo tipo insomma.

 

Perchè voi, scusate, per quale motivo le compra(va)te le riviste, in qualunque formato?

Non ditemi per sapere come suona un certo apparecchio, sarebbe come a dire che chi compra le riviste di cucina lo fa per scoprire che gusto ha un certo piatto solo leggendo l'articolo.

 

Io ho sempre considerato le pubblicazioni di hifi alla stregua dei quotidiani, ognuna con la sua peculiarità (chi più votato alle prove tecniche, chi alla musica, chi all'ascolto) e spesso lo stesso apparecchio recensito a breve distanza di tempo da più riviste veniva "esplorato" da differenti punti di vista, rendendo così possibile il formarsi di un'idea (un'idea, non un'opinione assoluta).

 

Adesso che c'è il web tutto risulta più facile, così per esempio chi vuole sapere com'è fatto dentro un certo apparecchio ci mette 1min a togliersi la curiosità.

Questo è indubbiamente un vantaggio, ma quando ho iniziato io ad appassionarmi tutto questo non c'era ed è proprio grazie alle riviste che la passione è maturata e sono arrivato fino a qui: sarà l'imprinting, ma non ce la faccio proprio ad unirmi al coro di chi continuamente le denigra, anche se adesso le compro con meno assiduità di un tempo. 

 

p.s. leggermente ot: se qualcuno, come ho letto, ha vecchie annate di riviste che sono a rischio macero, magari mi contatti in privato, potrei essere interessato, perlomeno ad alcuni numeri...meglio che niente! Si tratta di un patrimonio culturale che se va perso non si recupera più!

  • Moderatori
Inviato
1 ora fa, one4seven ha scritto:

My 2 cents: le riviste hi fi, hanno fatto la stessa fine di tutte le altre riviste specializzate.

 

Confermo....ricordo PC professionale a cavallo degli anni 2000 che acquistavo regolarmente..... dei tomi ricca di di pubblicità ma anche argomenti tecnici molto approfonditi ed era un piacere istruirsi facendosi una cultura....quella di marzo 2023 che mi è stata regalata contiene all' interno recensioni di auto elettriche e cellulari..... e per quanto riguarda il PC? Il minimo sindacale,ed è sottile da fare paura per la cifra di 7.50€.

 

 

 

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extermination
Inviato

A.R? Anche solo per il "semplice" gusto di sfogliarla anche se, i contenuti, normalmente non mancano. Dopodiché, per farsi una adeguata e solida cultura elettroacustica, acustica e quant'altro, serve altro ( e fa pure la rima)

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Inviato
9 minuti fa, BEST-GROOVE ha scritto:

ricordo PC professionale

 

Non immagini per quanti anni l'ho regolarmente acquistata, dal 1994.

Questo il primo numero che acquistai.

 

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Poi capì...

 

PS. Non sono mai riuscito ad istallare l'IBM OS/2, che allora sembrava potesse diventare il sistema del futuro :classic_biggrin:

 

  • Moderatori
Inviato

@one4seven le mie le ho buttate tutte conservando come te la prima che presi....poi trascorsi alcuni anni buttai anche quella. 

Inviato

@BEST-GROOVE le ho buttate tutte pure io, la foto l'ho presa dal web, perchè il primo numero ce l'ho impresso nella mente. E chi se lo scorda... 

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