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Oppenheimer di Christopher Nolan


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Inviato
Il 25/9/2023 at 00:26, dariob ha scritto:

Innanzitutto vorrei tranquillizzare @analogico_09 che, IMHO, insieme a "Insomnia" è il meno 'nolaniano' dei suoi film: nel senso che non ci sono i soliti virtuosismi registici, ne pesantezze vuote.

 

 

Beh, a questo punto la curiosità cresce.., se è meno nolaniano avrò modo di constatare su quale altro fronte registico si sarà spostato Nolan, perchè prima o poi, lo vedrò il film, come vidi Dunkirk che però me lo ricordo molto nolaniano, sempre con quelle sospensioni narratice tra l'amletico e

Insomnia me lo ricordo come film nolaniano... ma non l'ho più riv isto dai tempi dell'uscita.

  • 6 mesi dopo...
analogico_09
Inviato

Visto Oppenheimer da Prime a pagamento.

 

2:58 minuti per una storia che a mio avviso poteva essere trattata in modo articolato e approfondito in un centinaio di minuti, ma anche in tre ore percorrendo strade complessivamente più cinematografiche e varie, rinunciando all'accumulo di dettagli testuali che finiscono per creare ipertrofia letteraria ed immaginifica stancante e innecessaria in quanto più da saggio letterario che da film, penalizzando anche le scene e le sequenze più indovinate. Lunghi dialogi sui quali grava la musica coprente, intrusiva, un espediente che trovo incomprensibile ed inutile, forse un modo di creare qualche suggestione più o meno subliminare nello spettatore nel tentativo di imprimera maggior forza alle immagini e scene eccessivamente statiche e poco attrattive.

Interessanti le location, la messinscena non ricorda i "videogiochi" come capita con Dunkirk; eccellente Cillian Murphy sul quale mi pare si regga l'intero ambaradam filmico, cose queste che non riescono tuttab via a compensare adeguatamente  i limiti che ho cercato di evidenziare dove il regista si da da fare per dire tanto mentre a stringere se ne ricava poco di cinematografico. Sulle "morali della favola" preferisco non entrare: risaputa e anche in questo caso in onore di una fede americanista che non può essere messa in discussione più di tanto se non per "finta" - ovvero  ammorbidendo il feroce periodo maccartista della caccia alle streghe, sia questo importanto o meno dal testo letterario da cui è tratto il film

Il mio giudizio complessivo è: provacvi ancoara, Nolan ...

  • Melius 1
  • Thanks 1
analogico_09
Inviato
Il 20/9/2023 at 17:50, MarioVanWood ha scritto:

Peppì, come ben sai ,eccetto che per il grande Maestro LVT, condivido spesso le tue analisi.

In sintesi la definizione perfetta per questo film è di " docufilm verboso", smezzarlo del 50% mi avrebbe fatto godere della mia agognata cena in orario.

Non solo verboso  ma con diversi svarioni scientifici e cinematografici. Scientifici,ad es., non si può tentare di avvelenare una persona con cloruro di potassio nella mela , al massimo causa un bruciore di stomaco. Cinematografici: la scena del test ,degna di un vanzina,assolutamente priva di patos, come tutto il film.

 

Capisco cosa intendevi dire avendo visto il film e concordo. A stringere: prendiamo il cinema come cinema e non come letteratura. Nolan è essenzialmente un autore delle "superfici", anche in Oppe c'è concettualità programmata cerebralmente a tavolino; il suo racconto sembra fare a meno del sentimento, mette in scea i dissidi interiori nevrotici e contradittori del protagonista ambizioso e petulante con le sue crisi di coscienza.  Le sequenze del test atomico prive di suspense e di tensione come l'avvenimento epocale, a rischio di causare la distruzione del pianeta, avrebbe richiesto nella realtà. Questa, giusta o sbagliata, è la mia imprressione:  quella riunione di scenziati tra i più grandi del mondo (Einstein, caricaturale, sembra la controfigura di un peluche...) appaiono come giovanotti tifosi, prima in tensione, poi esultanti come lo si può esserlo di fronte a una partita di basket o rugby vinta. Nessuna "solennità" del momento , dell'evento sacrale, immane, quantunque tragico, potenzialmente infernale, primo nella storia intera dell'umanità, una specie di scoperta della ruota.
La  questione morale, dello scrupolo per il distaro atomico in Giappone è pura incidentale controindicazione rispetto all'obiettivo primario superiore americanista. Per cui è arrivato subito immancabilmente,  lo zio Oscar a santificare.
Ma, a parte le considerazioni letterarie, morali affatto discutibili, in questo film c'è poco cinema e quel poco è di modesta, già vista fattura.
ETC

Inviato
2 ore fa, analogico_09 ha scritto:

obiettivo primario superiore americanista.

Capisco la tua posizione politica, ma almeno questo questo potevi risparmiarcelo:

3/4 di film è incentrato sul dilemma non solo morale, ma dato dalla tensione

fra l'obiettivo duplice:

A) di traguardo scentifico

B) di gratificazione personale

e dall'altra la consapevolezza della tremenda criticità di questo "dono" dato agli uomini,

infatti il titolo del libro è 'American Prometheus'.

-

Ma è solo un aspetto di questo film meraviglioso, che comunque come

tutti, o ti prende, o  non ti prende.

Nel secondo caso vale tutto quello che hai scritto.

3 ore fa, analogico_09 ha scritto:

concettualità programmata cerebralmente a tavolino; il suo racconto sembra fare a meno del sentimento

cito ancora questo come esempio per dire: 

"concettualità programmata a tavolino" : hai voglia che raccontare una vicenda così complessa

richiede una straordinaria programmazione.

"fare a meno del sentimento" : io l'ho visto 4 volte e sempre sono stato 'preso'  dal vortice

delle emozioni, e di 'sentimento' ce n'è a bizzeffe nonostante la personalità quasi

'aliena' di quell'uomo dall'intelligenza troppo superiore alla propria

'umanità'.

 

analogico_09
Inviato

@dariob  Caro Dario, io ti capisco a te, e tu pure capisciammè.., in fondo, per restare in campo cinematografico, come diceva il giardiniere di "Oltre il giardino":  "la vita è una stato mentale. Idem i film.., dipende da come li viviamo.

Per quanto riguarda l'americanismo, c'è tutta una una filmografia, letterature a parte, film che dipingono l'america nei suoi aspetti più controversi ed oscuri, però al finale c'è sempre ricorrentemente una sceneggiatura assolutoria: ma quanto è democratica e buona l'america dopotutto.., dove il "bene" trionfa sempre sul "male" nonostante la preminenza di quest'ultimo: vedi la premiata ditta East & Spliel che ora con l'aggiunta diventa (Est, Spiel & Nol) :classic_laugh:
Guarda caso anche in questo film, pur nello spaventoso cataclisma  di cui si è fatta promotrice l'america viene addirittura mitologicizzata - tu lo scrivi - vista come una sorta di Prometeo che dona il fuoco sottratto agli dei all'uomo.., ma quale fuoco, il fuoco infame delle due atomiche che fecero l'apocalisse raddoppiata in un Giappone orami in ginocchio sul punto di capitolare... Poi c'è la falsa rappresentazione di una catastrofe immane che contribuì a ridurre i morti di entrambi i fronti di guerra.., con la morte di decine di migliaia di civili innocenti, 210.000 morti e 150.000 feriti, a grappoli, senza contare le conseguenze incalcolabili che si ripercuotono ancora nell'oggi, dove con questa autogiustificazione inqualificabile.., si finisce more solito per buttarla a tarallucci e vino.

Queste cose col cinema non c'entrano nulla, non dovrebbero entrarci come fatto che chiami in causa le diverse appartenenze politiche, se non come storia da raccontare ed è qui che ognuno recepirà il tipo di messaggio a modo suo oil "messaggio" dell'autore, personalmente io commento che Nolan non ha evitato il solito finale propagandistico e assolutorio, riproponendo le viete teorie, restando sul solco della più inerme scia cinematografica che non porta nulla di nuovo nel cinema né nella "politica" buona per pèrendere gli Oscar. Questo è un film storico, esistenziale ed anche fortemente bellico, un film sulla violenza umana "organizzata" sotto la copertura della guerra,  manifestazione dell'inferno in terra che non ammette derega a quello che dovrebbe essere un grido di condanna da parte di un intellettuale, di un artista, della persona semplice, dell'uomo di cultura.  Ma Nolan non è Kubrick, non è Malick.., però c'è prova ad imitarli ma gnafà.

p.s. - Troverei pericoloso il sentimento "superuoministico" di una persona il cui l'amore per la propria  intelligenza sia superiore a quella della sua umanità, all'obblico deontologico e umanitario a cui ogni scienzaito divrebbe rispondere, a quel senso del DOVERE dettato dalla propria coscienza, specialmente quando detta persona/scienziato ha nelle proprie mani il destino dell'umanità.

Inviato
27 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

Ma Nolan non è Kubrick, non è Malick.., però c'è prova ad imitarli ma gnafà.

:classic_laugh::classic_laugh:

-

A parte questo, altre cose:

27 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

l sentimento "superuoministico" di una persona il cui l'amore per la propria  intelligenza sia superiore a quella della sua umanità, all'obblico deontologico e umanitario a cui ogni scienzaito divrebbe rispondere, a quel senso del DOVERE dettato dalla propria coscienza, specialmente quando detta persona/scienziato ha nelle proprie mani

Non hai recepito nulla di quello che ho scritto.

Ma l'hai "girato" al tuo modo di vedere.

27 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

Poi c'è la falsa rappresentazione di una catastrofe immane che contribuì a ridurre i morti di entrambi i fronti di guerra.., con la morte di decine di migliaia di civili innocent

Questa è appunto la tua opinione, la mia è opposta: ma naturalmente si tratta di politica, non

di cinema.

27 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

East & Spliel c

:classic_laugh:So bene che odi Spielberg, forse il più grande narratore di storie in immagini del nostro

tempo, ma Eastwood secondo me mi permetto di dire non l'hai capito.

analogico_09
Inviato
25 minuti fa, dariob ha scritto:

Non hai recepito nulla di quello che ho scritto.

Ma l'hai "girato" al tuo modo di vedere.

 

No, non intendevo fraintenderti o attribuire significati altri rispetto ai tuoi, ho preso spunto da quanto scrivi per elaborare in proprio la mia idea.

 

25 minuti fa, dariob ha scritto:

So bene che odi Spielberg, forse il più grande narratore di storie in immagini del nostro

tempo, ma Eastwood secondo me mi permetto di dire non l'hai capito.

 

 

Odiare è una parola grossa.., ma Spielberg è sempre stato un faro guida della propaganda culturale, politica, geopolitica dell'america.., effettivamente mi infastidisce il suo cinema "dinosauro" anche quello "politico" sotto mentite spoglie. Il suo cinema è sontuoso ma anche artificiale.., troppi effetti e affetti speciali, lui e altri registi dello stesso stile hanno scippato ad alcune generazioni di pargoli l'immaginifico iconografico personale costruendo per essi dei mmodelli di riferimento di mprecisioni mmaniacali.., una sorta di nevrotico tentativo di sostituire la finzione alla realtà.., hanno imposto i loro standard disimmaginifici che valgono per tutti e questo è male.
Eastwood è un discorso a parte, ce l'ho mezzo e mezzo.., East, anche dove potrei non apprezzarne il "messaggio", riconosco che sia una grande regista, un uomo che "puzza" di polveri cinematografiche.., alcuni film li adoro, altri, come i due Iwo Jima e Flags... mi fanno venire l'orticaria perniciosa e nervosa... :classic_biggrin:

Inviato
2 ore fa, analogico_09 ha scritto:

Eastwood è un discorso a parte, ce l'ho mezzo e mezzo.., East, anche dove potrei non apprezzarne il "messaggio", riconosco che sia una grande regista,

Ooh meno male.:classic_biggrin:

Per il resto as usual siamo in disaccordo ma va bene così.:classic_biggrin:

Inviato

Spielberg non sono mai riuscito ad amarlo fino in fondo.

Un lato di lui però mi piace parecchio, ovvero quel lato di bambino che evoca ricordi, sensazioni e situazioni giocando con una macchina enorme come quella cinematografica.

Un film come ET non si può non amarlo pur nella sua semplicità e nei valori tagliati un po' con l'accetta.

Significherebbe non essere mai stati ragazzini, non aver mai vissuto piccole avventure immaginifiche a metà strada fra la favola e la realtà.

E gli va anche dato merito di avere prodotto, co-sceneggiato o anche semplicemente aiutato a nascere molti capolavori della fase finale di quello che fu il "new American cinema", un momento di rara libertà, anarchia e follia nella lunga storia del cinema statunitense. Per certi versi più vicino alla Hollywood del muto che a quella classica degli anni a venire. 

 

Insomma, io Spielberg non lo butto. Anche se molti dei suoi film non mi piacciono. 

analogico_09
Inviato
Il 11/4/2024 at 13:26, Velvet ha scritto:

Un film come ET non si può non amarlo pur nella sua semplicità e nei valori tagliati un po' con l'accetta.

Significherebbe non essere mai stati ragazzini, non aver mai vissuto piccole avventure immaginifiche a metà strada fra la favola e la realtà.

 

 

ET e Incontri Ravvicinati del terzo tipo sono gli unici due film che ho perfino "momentaneamente" amato - facendo la tara all'americanismo di "propaganda" endemico che il regista sembra non voler mai abbandonare.

Entrambi i film sono in fondo due "favole".., però, a prescindere da ciò che apprezzo degli stessi, mentre a distanza di tempo le "favola" di ET e dell'altro film le trovo oramai datate, convenientemente "consumate", non ho mai più dimenticato le favole che mi infiammavano da bambino, quelle dei fantastici libretti illustrati che mi leggeva mia madre o che le inventasse lei di sana pianta, prima che imparassi a leggere.  Favole che "vivevo" attraverso gli straordinari disegni, pochi, essenziali  come lo erano le immaginifiche parole, catturandomi emotivamente, laaciandomi libero di immaginare in proprio altri scenari, di completare, espandere nella mia mente e nel sentimento i quadri "abbozzati" nel libretto.
Mentre le favole di Spielberg, ma di tutta l'era filmica digitale, "onnipotente", nello spiegare tutto e subito al pargolo durante il percorso fruitivo indotto, obbligato, nella perfezione formale e con gli effetti ed "affetti" speciali che mostrano ogni minimo dettaglio - così pure nei i film "dinosauro", come lo chiamava Samuel Fuller - nega al bambino la possibilità di poter immaginare la sua propria favola, andando oltre lo schema "industriale". Un po' come i videogiochi... 

Tanto per dire poi del moralismo, conformismo e buonismo di Spielberg, un episodio apparentemente minimo passato perlopiù inosservato, nella versione restaurata, "ricondizionata" di ET di molti anni fa, primi anni 2000 se non vado errato, una favola strappalacrime a manetta, volendo.., le pistole portate dai poliziotti che inseguivano l'alieno, mi pre ricordare, furono sostituite con dei volki tolki.. (della serie: ma come sono buoni i poliziotti americani...)

Inviato
6 ore fa, analogico_09 ha scritto:

ET e Incontri Ravvicinati del terzo tipo sono gli unici due film

Abbiamo proprio gusti diversi:classic_smile:: ET non l'ho mai visto, nauseato dalla sdolcinatezza del battage

pubblicitario e Incontri Ravvicinati mi è di una noia mortale.

6 ore fa, analogico_09 ha scritto:

nega al bambino la possibilità di poter immaginare la sua propria favola, andando oltre lo schema "industriale".

Ma non direi: pensa alla dinosauromania e a quanti pupazzetti di dinosauro fra i bambini dei primi '90, o

al lla popolarità di ET. 

Capisco quello che vuoi dire, ma i bambini oggi (e anche nei '90) sono diversi da come eravamo noi.

Credo che la loro fantasia abbia potuto lo stesso svilupparsi.

 

 

6 ore fa, analogico_09 ha scritto:

Tanto per dire poi del moralismo, conformismo e buonismo di Spielberg,

Si, ti capisco: Spielberg è la personificazione dello  Zio Sam,  credo.  Io, per lo più

lo adoro, ma capisco che possa urtare.

Però:

la capacità di confezionare e raccontare storie e avventure e personaggi che sono

diventati parte dell'immaginario collettivo e dell'infanzia,

il "senso del meraviglioso" e la capacità di metterlo in immagini.

-

Poi non bisogna chiedergli quello che non è e non può essere: ad esempio un regista

europeo "impegnato"(si dice così?:classic_smile:)

 

analogico_09
Inviato

I bambini di oggi hanno immaginazioner, ma di altro tipo.., più uniformata , meno personale e creativa, e si vede come in tutte le arti i nuovi giovani delle ultime generazioni non riescano nemmeno per sogno a mantenere i livelli qualitativi così diffusi prima.

L'era del digitale ci avvantaggia per altre cose, per le utilità tecnologie e per quelle realmente utili e per quelle fittizie, innecessarie, consumistiche, molto ma molto meno serve all'arte nei processi creativi, se non per le cose di supporto "materiale", tecnico, di servizio... 

 

1 ora fa, dariob ha scritto:

Poi non bisogna chiedergli quello che non è e non può essere: ad esempio un regista

europeo "impegnato"(si dice così?:classic_smile:)

 

Però il regista ambisce ad esserlo e di fatto è ben accolto anche in tale veste in Europa; dopotutto, parlando in generale, il cinema americano che nasce in America nel 1915 - con The Birth of a Nation di Griffith, il quale inventa la fotogenia cinematografica come  forma d'arte non più come come gioco di immagini in movimento, lanterna magica più sofisticata -  è "imbattibile", meno oggi ma insomma...
l tuo amato Luis Bunuel :classic_laugh: quando negli anni '20 faceva anche critica cinematografica prima di dedicarsi con sommi risultati alla regia, scriveva parlando del cinema e dei cineasti americani, in particolare di Griffith:  "E' stato molto criticata la trivialità dei film americani in genere. Eppure uno qualunque di essi, anche il più modesto, racchiude dempre un particolare ingenuamente primitivo, un'attrattiva integralmente fotogenica, un ritmo assolutamente cinematografico [...] E' indiscutibile che possiedono il senso del cinema in grado molto più elevato di noi."
Bunuel sosteneva inoltre che "l'arte cinematografica fosse più congeniale ai popoli nuovi che a quelli carichi di tradizione, di misticismo, di cultura, di estasi - recettori di altre forme d'arte - impotenti ad assimilare quella del cinema." (entrambe citazioni di L. Bunuel 1927 dallo scritto critico su Napoleon di Abel Gance "stroncato" dal regista aragonese...).

Da allora è passato un secolo.., le cose sono cambiate ma le influenze del cinema americano alla cui grandezza contribuirono in larga misura autori europei  immigrati e naturalizzati USA in fuga dal nazismo e per altri motivi, è ancora avvertibile nel cinema europeo e non solo.

Questo per dire che non sia conveniente per gli americani che fanno cinema fare gli europei.., potrebbero finire col fare quello che fa l'europeo  "Nolan" ... (e così torniamo in tema)... :classic_biggrin: :classic_wink:

  • Melius 1
Inviato
2 ore fa, analogico_09 ha scritto:

autori europei  immigrati e naturalizzati USA in fuga dal nazismo e per altri motivi,

Vero, il primo che ricordo è il grande Billy Wilder, Polanski e...

Ma, tornando a Spiel, IMHO la sensibilità è diversa negli americani, profondamente.

E siccome il loro primo mercato è quello, immenso, interno, è prima di tutto a 

quello che anche lui pensa.

Quindi, come me, considera il cinema come "intrattenimento", ma attenzione: nel suo significato

più alto: in-tratteneretenere avvinto allo schermo col racconto di una storia.

Che ti prende e suscita emozioni e riflessioni togliendoti dalla realtà.

-

Ma il punto è la storia , IMHO a differenza di molti 'europei' in cui la 'storia' è in

secondo piano (o addirittura non c'è).

Come il tuo amato Bunuel:classic_laugh:, che punta a epater les burgeois.

Qui il primo obiettivo è "il messaggio" (qualunque cosa la parola voglia dire:classic_laugh:).

Inviato
Il 5/4/2024 at 19:01, analogico_09 ha scritto:

Il mio giudizio complessivo è: provacvi ancoara, Nolan ...

 

Troppo buono Beppe, il mio giudizio è: "lascia perdere Nolan..."

Ciao.

Evandro

  • Haha 1
analogico_09
Inviato
54 minuti fa, Partizan ha scritto:

Troppo buono Beppe, il mio giudizio è: "lascia perdere Nolan..."

 Bisogna essere comprensivi, Evandro, tenemo tutti famija... :classic_rolleyes:

  • Haha 1
Inviato

Se posso dire ciò che penso non del film in oggetto ma del cinema in generale.

Mai visto un film americano che alla fine non dicesse, ma quanto siamo buoni noi americani!

I film europei sono in alcuni casi per nulla assolutori.

  • 3 settimane dopo...
Inviato

Finito ora di vederlo su Sky,un buon film sulle due ore,tre troppo.

analogico_09
Inviato
Il 14/4/2024 at 11:13, loureediano ha scritto:

Mai visto un film americano che alla fine non dicesse, ma quanto siamo buoni noi americani!

 

 

E senò l'oscar non lo vinci.., vedo che anche tu hai capto l'antica antifona.., non ci sono più i registi american di una volta che scandalizzavano il sistema america di profonda e turpe provincia., guerrafondaia, etc... magari con l'arma dell'ironia che era molto pù tagliente di una chiara e splicita accusa.

Ma non è per questo che il film non mi sia piaciuto in quanto tale, per le ragioni già dette.

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