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Il Folklore Italiano in Musica


ascoltoebasta

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Inviato

L'italia è Paese ricco di folklore,le leggende popolari credo che permeino la tradizione di qualunque angolo delle nostre province,potrebbe essere interessante proporre musicisti e cantanti che rispolverano e raccontano con musica e parole queste antiche storie,spesso in passato raccontate ai bambini. Una traduzione del testo sarebbe utile.....

Io inizio con questo brano che narra della leggenda di Fendin (Defendente),era un barcaiolo che per tirchieria non fece benedire la sua gondola ( barca tipica anche del lago di Como) pagando una quota di sale. Per diverse mattine si accorge che il nodo con cui lega la barca la sera è diverso dal nodo che trova la mattina, così decide di indagare. Una notte si nasconde nella barca e si trova in mezzo ad un raduno di 7 streghe che fanno ‘volare’ la barca per andare ai Sabbah. Spaventatissimo la mattina successiva fa benedire la barca al prete, versando la quota dovuta.                                                                                                                                                                                                                                                                                    Suggestivo testo e atmosfera musicale di un Maestro delle narrazioni delle storie di provincia.

Traduzione in Italiano

 

Stai attento Fendin, che ieri sera la barca non è restata al suo posto,

stai attento Fendin l’han legata ad un anello, ma il nodo non era dei nostri

e lo sanno tutti Fendin che la barca non l’hai portata alla benedizione

e lo sanno tutti Fendin che di notte sulle onde si sente una strana canzone.

 

C’è una donna che segna le stelle

c’è una donna che comincia il ballo

c’è una donna corvo e poi c’è la donna del pipistrello,

c’è una donna con su il cappello

c’è una donna con un cristallo

c’è una donna che batte il passo e porta tutte sul tuo

battello

 

Fendin, Fendin, la tua gondola vola via

Fendin, Fendin, la tua gondola vola via

sopra ci sono sette donne e ogni donna è una strega

e cantano tutte insieme la stessa litania….

 

Yalba kuresh manumm traagah…

 

Portami il sacco del buio rubato da cieli in cammino

svelami il trucco per muovere il dado di tutte le stelle,

coprimi l’occhio se draghi e zanzare mi voglion ferire,

svita dal sogno quel che mi serve per poi proseguire…

 

Fendin, Feindin, la tua gondola vola via….

Parti per uno per due per tre… e anche il lago si è spaventato

parti per quattro per cinque per sei… ogni minuto diventerà un mese

parti per sette… parti per sette… con un tuono e quattro

saette…

 

 

 

  • Melius 2
Inviato

Molto sfiziosa quesra leggenda stregonesca in musica.

Si parla di barche e mi viene in mente una "villanesca alla napoletana" di Adrain Willaert, autore di eccellentissime opere polifoniche e strumentali del secolo 16, attivo in Italia, dedito anche alla canzona popolaresca tra le quali spiccano le grottesche, erotico-ironico , sessuali, a limite misogine o sessiste...   tra le più famose "Un Giorno mi pregò una vedovella" ; "Le Vecchie per invidia sono pazze", "Vecchie letrose" ; "Sempre mi ride sta donna"; "Madonna mia famme bonofferta" ...  :classic_biggrin:, ecc...

 

Sfiziosissima la canzona della "instancabile" vedovella per governare la quale il "rematore" dovette farsi aiutare da un amico di Berghem... :classic_laugh:

 

Un giorno mi prego un vedovella
d'andar un dur scoglio con lei passare
navigando su la sua navicella,
con arte il timon sa ben governare,
ma con la lingua intriga gridando barca
sia sta li tien duro voga prem' a sta bona via,
co'l rem'in mezo mi miss'a vogare a lei multo
piacqu'el mio gran stentare
co'l vent'in poppa pensai d'anegare
ma m'aiuto da Berghem mio compare,
et sospirando dissi: deh cara vedovella
cosi tratti gl'amici su la tua navicella.
 

 

  • Melius 1
Inviato
1 ora fa, analogico_09 ha scritto:

Molto sfiziosa quesra leggenda stregonesca in musica.

Van de sfroos ha una capacità narrativa rara nell'attuale panorama nazionale,riesce a immergere l'ascoltatore nelle ambientazioni che narra,siano esse leggende,storie reali di contrabbando dei decenni passati,dei sogni, delle atmosfere cupe, curiose e a volte divertenti  dell'antica vita di provincia,il dialetto è un'arma comunicativa fondamentale ma anche le traduzioni in italiano, nonostante si perdano molte assonanze e rime,non perdono di fascino e poesia.

P.S. non ho trovato informazioni in rete riguardo la canzone della "instancabile" vedovella,per poter approfondire.

  • Melius 1
Inviato
34 minuti fa, ascoltoebasta ha scritto:

P.S. non ho trovato informazioni in rete riguardo la canzone della "instancabile" vedovella,per poter approfondire.

 

Nel quadro della ricca produzione "colta" di Willaert figura questa raccolta di "Canzone Villanesche alla Napolitana" di gusto e forma popolare piccanti, sporcaccione e volgarotte ma anche "galanti" di finissima fattura musicale e testuale.

Non è facile trovarle in disco, o sono fuori catalogo, posseggo da molti anni la versione dell'orttimo  Collegio vocale e strumentale "Euterpe" dir  Antonio Eros Negri (ensemble italiano.., meglio evitare i gruppi esteri, hanno quasi sempre delle pronuncie impossibili) acquistabile in Discogs a un prezzo un po' alto a causa dei costi di spedizione (ne resta uno solo) ma è molto bello, bellissime voci, interpretazioni sprigliate. 

 

Ascoltabili anche da Amazon in streaming gratis, https://www.amazon.it/Canzone-villanesche-all-napolitana-Book/dp/B01I2IWT64

 

e mi accorgo ora disponibile anche in CD ad un prezzo molto più conveniente di quello di Discogs

 

Si troverà forse anche da Tidal & company...


My0yOTAxLmpwZWc.jpeg

  • Thanks 1
Inviato
10 ore fa, analogico_09 ha scritto:

Non è facile trovarle in disco, o sono fuori catalogo, posseggo da molti anni la versione dell'orttimo  Collegio vocale e strumentale "Euterpe" dir  Antonio Eros Negri (ensemble italiano.., meglio evitare i gruppi esteri, hanno quasi sempre delle pronuncie impossibili) acquistabile in Discogs a un prezzo un po' alto a causa dei costi di spedizione (ne resta uno solo) ma è molto bello, bellissime voci, interpretazioni sprigliate. 

Concordo in pieno con te, Peppe, disco bellissimo che presi quando uscì. Lo ascoltavo così spesso che Le vecchie per invidia sono pazze la stavano imparando pure i miei figli, allora bambini.

Benemerita Stradivarius, quanta bella musica ha pubblicato

  • Melius 1
Inviato

Poi ci sarebbero le villanelle di Lasso del Concerto Italiano. Possiedo anche quelle.

Inviato

Una proposta interessante è anche questa:

 

DISCO-IL-CANTO-DELLANGUANA.jpg

La bravissima Patrizia Laquidara alle prese con l'immaginario della tradizione veneta

  • Melius 1
Inviato
26 minuti fa, Gabrilupo ha scritto:

Poi ci sarebbero le villanelle di Lasso del Concerto Italiano. Possiedo anche quelle.

 

 

Tra le villanelle di Lasso c'è "Lucia, celu, ahi, ahi,biscania"...

 

In quegli anni "antichi" c'era tutta una fioritura di "canzoni" popolari scanzonate e goderecce composte dai grandi autori non solo "polifonici"... Il Festino di giovedì grasso avanti cena di Adriano Banchieri;  Il Cicaleccio delle donne al bucato di Alessandro Striggio...

Sono tuttavia una via di mezzo tra folklore e musica "colta"... ma era nel processo naturale delle "fusioni" d'epoca che la musica colta prendesse dalla popolare e la popolare dalla colta.., diciamo che la musica colta nobiliare e regale deriva praticamente tutta dalle musiche generalmente  per danza del popolo medievale e rinascimentale rielaborate e in seguito riunite nelle "suite" .., le suite per cello di Bach con i diversi movimenti di "danza": alemande, courante, minuet, gigue, sarabande, ecc... che, a stringere,  si hanno anche nei vari concerti del barocco ed oltre.

 

Inviato

Matteo Salvatore -/ Apricena, 16 giugno 1925 – Foggia, 27 agosto 2005)

"Lamenti dei mendicanti" Un bellissimo disco della casa discografica francese Harmonia Mundi che raccoglie alune ballate, o canzoni o "lamenti" del grande...


... compositore e cantante di musica popolare, oltre che interprete di canti tradizionali del Gargano, Matteo Salvatore trascorre l'infanzia nella povertà che affligge la terra natìa e l'Italia intera dopo la prima guerra mondiale, tanto che proprio infanzia e povertà diventano i temi maggiormente ricorrenti nei testi delle sue canzoni.

Fin dagli anni Cinquanta compone ed esegue ballate tipicamente pervase da un'aura di allegria e comicità, e arricchite di aneddoti divertenti narrati attraverso un linguaggio caratterizzato da particolare irriverenza.

Viene scoperto da Claudio Villa, che gli fa firmare un contratto per la sua stessa etichetta, la Vis Radio: debutta così nel 1955 con i primi tre 78 giri, pubblicati lo stesso giorno e contenenti sei brani registrati in un'unica sessione.

Pur avendo vissuto una giovinezza di miseria e di analfabetismo, grazie all'affermarsi del talento musicale e alla forza poetica delle sue parole riesce a trovare il proprio riscatto, suscitando l'apprezzamento del pubblico e la stima da parte di diversi intellettuali, tra cui Italo Calvino, il quale afferma che

«Le parole di Matteo Salvatore noi le dobbiamo ancora inventare.»

(Italo Calvino)

Propongo il "lamento" che da' il titolo al disco.

(questi canti sono un po' una sorta di blues del

nostro dolente sud)

Facite l'alamosena a 'sti pezzente

e quedde ca ce dete nui pigghieme

quedde ca dete a nui vanne ch'li morte

arrefreschete l'anema d'lu priatorie

Li puverette tutti ce l'anne dete li ricchi

'nc'anne avute dà nu stozze o Gesù Criste

tu l' a fa' murì li ricchi lu pene a nnui nun 'nce l'anne dete
Lu sacche già è chiene nu ci li eme

li figghi a nui ci aspettene c'anna a magnà

li chene tirene verse la chesa nostra

li figghi vonnu lu pene ann'a magnà

E sime arrivete a li mura nostra

li figghi a nui ce venne a cumprentà

ch'li mene dint' lu sacche pigghianu lu pene

magnete figghi mia fino a quanno ve saziete.‎

 

 

Inviato

Ciccio Busacca, l'ultimo vero cantastorie siciliano.

Altra forma popolare del raccontar-cantando improvvisando di antichissima tradizione.
 

 

Inviato

“Addijë addijë Amore” - Canto Tradizionale Abruzzese interpretato dal gruppo di riproposta abruzzese "Il passagallo" a cura del direttore artistico Carlo Di Silvestre. Il brano è anche noto al pubblico come la versione originale di "Amara terra mia" cantata da Domenico Modugno.

 

La fame, il dolore, le migrazioni, gli atroci distacchi, abbandoni.., per non dimenticare cosa fummo e... cosa siamo, facciamo ora...

 

Bellissima questa versione, voce bella ed espressiva, arrangiamento "moderno" molto interessante... tra il tango e il fado... Le radici, le radici comuni universali...

 

 

 

Inviato

il lamento dei mendicanti e' ripresa  da Enzo Avitabile nel suo splendido album :Napoletana

 

Inviato
4 ore fa, analogico_09 ha scritto:

Matteo Salvatore -/ Apricena, 16 giugno 1925 – Foggia, 27 agosto 2005)

Quando i dialetti sono ponti e non ostacoli......nel 2002 Van De Sfroos tenne un concerto in Puglia (sembra impossibile eh?) dove conobbe e assistette ad un concerto di Matteo Salvatore e racconta che persone che erano ad entrambi i concerti gli dissero di quanto piacere facesse loro che  qualcuno ancora cantasse di comuni persone di paese,di gente partita in cerca di fortuna e dignità,di quanto quelle storie da osteria accomunassero, senza badare a dialetti e provenienze diverse e distanti.

  • Melius 1
Inviato

E cosa dire di questo brano geniale in cui narra le gesta del leggendario Guglielmo Tell vista però dalla prospettiva di suo figlio......

Traduzione in Italiano

Sono il figlio di Guglielmo Tell, che era un grande uomo

però di me, le persone, non si ricordono neanche il nome…

E pensare che ero io quel bambino con la mela sulla testa

e non potevo tremare e pregavo…”speriamo che la prenda!”

e la gente mi guardava, mi guardavano tutti dalla finestra

tutti gli occhi mi puntavano, ma io guardavo la balestra

 

“Dai papà, dai papà…Proviamo almeno con l’anguria”

“Non dubitar di me figlio mio, lo sai che divento una furia !”

“Dai papà, dai papà…Proviamo almeno col melone”

“Non si può figlio mio, tu lo sai…e poi non è neanche la stagione”

“Dai papà, dai papà…Proviamo almeno col pompelmo”

“Non temere figliolo, tuo papà si chiama Guglielmo !”

 

Però non è poi così tanto bello essere figlio di Guglielmo Tell

perché io da quella volta sono in giro con il patello

e son contento per mio padre, che l’hanno fatto eroe nazionale

ma da allora se vedo una mela comincio a stare male…ma male…

 

Il papà era giù in fondo, era giù che prendeva la mira

e io sudavo freddo perché tra l’altro continuava a bere birra…

“Smettila di bere, papà, se no ci vedi doppio”

“Niente paura figliolo, male che vada…ti accoppo!”

Ecco lo sento, lo sento…adesso scocca !

“Chi è quel pirla che ha parlato?

come sarebbe a dire:

“Proviamo con l’albicocca ?”

 

Però non è poi così tanto bello essere figlio di Guglielmo Tell

perché io da quella volta sono in giro con il patello

e son contento per mio padre, che l’hanno fatto eroe nazionale

ma da allora se vedo una mela comincio a stare male…ma male…

 

Sono il figlio di Guglielmo Tell

che non si è abbassato a salutare un capello…

  • Melius 1
Inviato

Van des Sfroos è un signor cantautore, avercene di così.

Inviato
1 ora fa, UpTo11 ha scritto:

Van des Sfroos è un signor cantautore, avercene di così.

E' riuscito,ed è caso rarissimo per un cantante dialettale,ad incuriosire e affascinare un pubblico che va dalla Valle d'Aosta fino alla Sardegna e Sicilia,poi i più superficiali,come sempre,lo hanno relegato erroneamente a cantante schierato politicamente,ma i contenuti dei suoi brani possiedono una vena poetica che la si può ritrovare in davvero pochissimi esponenti della musica cantautorale Italiana di ieri e di oggi.

  • Melius 1
Inviato
Il 20/9/2023 at 20:32, ascoltoebasta ha scritto:

Quando i dialetti sono ponti e non ostacoli

 

 

Ogni dialetto è un mondo tra tanti mondi pieni di cultura, di storia, di psiche, di poesia.., bisognerebbe smettere con gli "inglesismi" e tornare ai "diallettismi" della nostra Italia ricca di canzoni popolari.

 

Altro celebre "cantautore" popolare, Otello Profazio, Calabria, in una ballata popolare dedicata a un leggendario fatto di sangue che avvenne a Carini, Sicilia.

 

Video molto interessante e curioso... Otello Profazio tra alcuni "big" della canzone "cabarettistica" italiana, anch'essa ricca di di tradizoni popolari

 

 



'A Barunissa di Carini
ballata popolare
Chiangi Palermu, chiangi Siracusa:
a Carini c'è lu luttu in ogni casa.
Attornu a lu Casteddu di Carini,
ci passa e spassa un beddu Cavaleri.
Lu Vernagallu è di sangu gintili
ca di la giuvintù l'onuri teni.

Amuri chi mi teni e do quanni,
unni mi porti - lu chiamo - amuri unni?

Viu viniri la cavalleria.
Chistu è me patri chi vini pi mia,
tutto vestuto alla cavallerizza.
Chistu è me patri chi mi veni ammazza'.
Signuri patri chi venisti a fari?
Signora figghia, vi vegnu ammazzari.

Lu primu colpu la donna cadiu,
l'appressu colpu la donna muriu.
Un corpu 'nto cori, un corpu ntra li rini,
povira Barunissa di Carini.


*******

 

Piange Palermo, piange Siracusa:
a Carini c'è il lutto in ogni casa.
Attorno al Castello di Carini,
passa e ripassa un bel cavaliere.
Il Vernagallo è di sangue nobile
e tiene all'onore della gioventù.

Amore che mi prendi e di quanto,
dove mi porti - lo chiamo - amore, dove?

Vidi venire la cavalleria.
Questo è mio padre che viene per me,
tutto vestito da cavaliere.
Questo è mio padre che mi viene ad ammazzare.
Signor padre che sei venuto a fare?
Signora figlia, sono venuto ad ammazzarti.

Al primo colpo la donna cadde,
al colpo successivo la donna morì.
Un colpo al cuore, un altro alla schiena,
povera Baronessa di Carini.

 

  • Melius 1

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