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D.L. Cutro: la giudice non autorizza le detenzioni dei richiedenti asilo


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Inviato
2 ore fa, appecundria ha scritto:

un carabiniere in servizio che di nascosto riprende magistrati e passa il materiale a Salvini...

Un carabiniere in servizio che riprende immagini con il suo cellulare, in alcune sequenza c’è un giudice che si schiera con i manifestanti contro le FdO, immagina con quale soddisfazione dei militari in servizio, militari che oltre agli insulti ed alle accuse dei manifestanti si vedono accusare pure da un rappresentante delle Istituzioni, a distanza di un lustro a seguito di una sentenza quel carabiniere si ricorda del video e lo fa girare tra i colleghi, arriva ovviamente a chi di dovere con le conseguenze che sappiamo.

I film della prima sul complotto istituzionale naufragano miseramente ed ora diventano pura fantascienza, le dinamiche diventano quelle più logiche e scontate dalla prima ora, migliaia di persone hanno visto la Apostolico al porto di Catania in quelle ore, moltissimi l’avranno ripresa ed infatti oltre al primo video ne esce anche un altro per mano di un giornale francese, ancora più esplicito del

primo, il resto credo sia inutile dirlo tanto è scontato. 😉

Inviato

La cosa è ampiamente superata, pronunce simili arriveranno in abbondanza e, soprattutto, non frega più niente a nessuno o quasi, il mondo nel frattempo è passato ad altro.

  • Melius 1
Inviato
Adesso, Panurge ha scritto:

La cosa è ampiamente superata,

Sul tema della sentenza può essere, ma la questione dell’imparzialità percepita no, qualsiasi altra sentenza che riguarderà i migranti che verrà assegnata alla Apostolico creerà gli stessi problemi, quindi dovranno necessariamente evitare di assegnarlele.

Inviato

la "imparzialità percepita" da Salvini e truppa al seguito, riguarda chiunque osi esprimere una opinione divergente da quella del capo. In particolare la magistratura è vista come un fastidioso ostacolo ai pieni poteri. Direi che la pratica si può tranquillamente archiviare tra le solite "salvinate" e peggio per chi ci ha creduto.

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Gaetanoalberto
Inviato

Vorrei esprimere appieno un pensiero, non per cerchiobottismo ma per sincera convinzione personale.

Non tollero tutto ciò che assomigli anche lontanamente ad una "lista di proscrizione".

Il metodo ha origini lontane, non lo usa solo Salvini, si avvale dei social e di numerosi organi di stampa (nella mia personale sensibilità lo noto più spesso nei tanti giornali di cdx e nel Fatto Quotidiano, ma magari mi dimostrerete che sbaglio) e ci sono gravissimi esempi recenti di uso di questo esecrabile strumento in altre recenti forme di populismo.

È roba pericolosa: un conto per esempio inviare il filmato al ministro della Giustizia, altro al proprio profilo social. Alla fine la presenza del giudice, sicuramente inopportuna, non era un proclama ma, credo, una testimonianza.

Se si documentassero toni inopportuni, roba da procedimento disicpminare, ma non da lista di proscrizione.

Non vale e solo per questo caso.

  • Melius 2
  • Sad 1
Inviato
8 ore fa, Lumina ha scritto:

ci ricompensa definendo Killer gli israeliani

C'entra qualcosa col topic?

Inviato

@Lumina un decreto legge italiano fatto col cozzo (cioè con l'urto) contro un regolamento europeo si disattiva.

Questo è il topic.

Poi è stata tirata in ballo la shitsorm contro la giudice con relativo dossieraggio illecito, sul quale spero che si andrà fino in fondo. 

In tutti i casi, cosa c'entra Israele non mi è chiaro. Comunque, non importa. 

Inviato

ROMA — La “Bestia” è tornata, o anzi, non se n’è mai andata. La vicenda legata al killeraggio via social di Matteo Salvini della magistrata Iolanda Apostolico lo dimostra, lo schema è cambiato ed è tornato un assetto più aggressivo ma lo squadrone che dietro le quinte lavora per amplificare la propaganda del vicepresidente del Consiglio e leader della Lega è rimasto più o meno intatto in questi anni, e oggi è tutto a libro paga di Palazzo Chigi, ministero delle Infrastrutture e gruppi parlamentari del Carroccio.

Inviato
21 ore fa, gennaro61 ha scritto:

L’imparzialità della decisione va tutelata anche attraverso l’irreprensibilità e la riservatezza dei comportamenti individuali,

questa citazione c’entra come i cavoli a merenda e dovresti già sapere perchè…se serve lo riscrivo  ma meglio se cerchi in rete le dichiarazioni in merito di quel comunista di Giovanni Maria Flick 

  • Haha 1
Inviato
7 minuti fa, max ha scritto:

Giovanni Maria Flick

Che trovi a pag 27 di questo thread

Inviato

@max

Punti di vista che io rispetto.

Ma a mio parere c'entra come i cavoli a merenda un magistrato che partecipa a una manifestazione  dove esagitati gridano assassini alle forze dell'ordine.

  • Melius 1
Inviato
5 ore fa, gennaro61 ha scritto:

gridano assassini alle forze dell'ordine.

Erano rivolti al governo che aveva sequestrato i naufraghi. Cosa c'entravano le forze dell'ordine?

Inviato
11 ore fa, appecundria ha scritto:

ROMA — La “Bestia” è tornata, o anzi, non se n’è mai andata. La vicenda legata al killeraggio via social di Matteo Salvini della magistrata Iolanda Apostolico lo dimostra, lo schema è cambiato ed è tornato un assetto più aggressivo ma lo squadrone che dietro le quinte lavora per amplificare la propaganda del vicepresidente del Consiglio e leader della Lega è rimasto più o meno intatto in questi anni, e oggi è tutto a libro paga di Palazzo Chigi, ministero delle Infrastrutture e gruppi parlamentari del Carroccio.

https://www.ilpost.it/2023/10/10/imparzialita-giudici/?utm_medium=social&utm_source=twitter&utm_campaign=lancio

 

 

Cosa significa per un giudice essere imparziale

Il caso di Iolanda Apostolico ha aperto un dibattito sul confine tra il diritto di manifestare il proprio pensiero e la necessità di essere e apparire sopra le parti


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Un frame del video pubblicato su X da Matteo Salvini 


Tra giovedì e domenica il ministro Matteo Salvini e la Lega hanno diffusotre video in cui si vede la giudice Iolanda Apostolico partecipare a una manifestazione a favore dei migranti a Catania, nel 2018. Alla fine dello scorso settembre la stessa giudice aveva annullato la richiesta di detenzione per quattro migranti tunisini nel nuovo Centro per le procedure accelerate di Pozzallo, in provincia di Ragusa, giudicando illegittime alcune parti del decreto “Cutro”. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha annunciato che impugnerà la sentenza, nel frattempo sia il tribunale di Firenze che un altro giudice di Catania hanno annullato altre espulsioni con le stesse motivazioni sostenute da Apostolico.

La legittimità della sentenza sarà esaminata nel merito dalla Cassazione, ma negli ultimi giorni la diffusione dei video ha aperto un dibattito che riguarda un altro livello di legittimità: l’imparzialità di giudici e magistrati e in particolare l’opportunità che prendano posizione pubblicamente su alcuni temi.

L’articolo 1 di un decreto legislativo del 2006 indica i doveri dei magistrati. Devono lavorare con «imparzialità, correttezza, diligenza, laboriosità, riserbo e equilibrio» e rispettando «la dignità della persona nell’esercizio delle funzioni». Nella prima versione del decreto c’era anche un comma 2, poi abrogato con una successiva legge (la 269 del 2006), che ordinava ai magistrati anche di non «tenere comportamenti, ancorchè legittimi, che compromettano la credibilità personale, il prestigio e il decoro del magistrato o il prestigio dell’istituzione giudiziaria» al di fuori dell’esercizio delle proprie funzioni.

Tra i casi di sanzione eliminati c’è anche «rilasciare dichiarazioni ed interviste in violazione dei criteri di equilibrio e di misura» e «la pubblica manifestazione di consenso o dissenso in ordine a un procedimento in corso quando, per la posizione del magistrato o per le modalità con cui il giudizio è espresso, sia idonea a condizionare la libertà di decisione nel procedimento» oltre a «ogni altro comportamento tale da compromettere l’indipendenza, la terzietà e l’imparzialità del magistrato, anche sotto il profilo dell’apparenza».

Di fatto quindi non esistono leggi che vietano ai magistrati di manifestare il proprio pensiero pubblicamente, un diritto tutelato per chiunque dalla Costituzione. Tuttavia nel 2010 l’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), l’organo di rappresentanza sindacale dei magistrati, ha approvato un codice etico con alcune indicazioni sul comportamento che i magistrati dovrebbero rispettare. Nella vita sociale «il magistrato si comporta con dignità, correttezza, sensibilità all’interesse pubblico. Nello svolgimento delle sue funzioni e in ogni comportamento professionale il magistrato si ispira a valori di disinteresse personale, di indipendenza, anche interna, e di imparzialità».

L’articolo 6 dice che «fermo il principio di piena libertà di manifestazione del pensiero, il magistrato si ispira a criteri di equilibrio, dignità e misura nel rilasciare dichiarazioni ed interviste ai giornali e agli altri mezzi di comunicazione di massa, così come in ogni scritto e in ogni dichiarazione destinati alla diffusione». Inoltre deve evitare di partecipare a trasmissioni nelle quali si discute di procedimenti giudiziari in corso. L’articolo 8 chiarisce che «il magistrato garantisce e difende, all’esterno e all’interno dell’ordine giudiziario, l’indipendente esercizio delle proprie funzioni e mantiene una immagine di imparzialità e di indipendenza».

Il codice etico dà un orientamento ai magistrati e non è vincolante in senso stretto perché non sono previste sanzioni, anche se può essere utilizzato per sostenere procedure di illeciti disciplinari, previste invece dalla legge. In questo caso le sanzioni sono graduali: ammonimento, censura, perdita dell’anzianità, sospensione delle funzioni per un determinato periodo, rimozione.

In diverse sentenze i giudici della Corte di Cassazione hanno dato un’interpretazione più restrittiva rispetto alla legge e al codice etico. In un pronunciamento del 1998, per esempio, i giudici hanno scritto che «l’esercizio della funzione giurisdizionale impone al giudice il dovere non soltanto di “essere” imparziale, ma anche di “apparire” tale; gli impone non soltanto di essere esente da ogni “parzialità”, ma anche di essere “al di sopra di ogni sospetto di parzialità”. Mentre l’essere imparziale si declina in relazione al concreto processo, l’apparire imparziale costituisce, invece, un valore immanente [intrinseco, connaturato, ndr] alla posizione istituzionale del magistrato, indispensabile per legittimare, presso la pubblica opinione, l’esercizio della giurisdizione come funzione sovrana: l’essere magistrato implica una “immagine pubblica di imparzialità”».

Ma la stessa Cassazione, nella sentenza che ha vietato a Michele Emiliano di iscriversi al PD, rileva che in un sistema costituzionale maturo la condivisione di un’idea politica e persino la manifestazione espressa di appartenenza a un partito politico non sono incompatibili in quanto tali con l’esigenza di imparzialità: «purché ovviamente l’attività politica sia svolta al di fuori del servizio e senza contaminazioni tra gli interessi perseguiti nell’esercizio delle pubbliche funzioni e quelli privatamente coltivati».

Insomma, le interpretazioni della legge e del codice etico possono differire, molto dipende dai singoli casi. Negli ultimi giorni su queste sfumature e sul concetto di opportunità si sono interrogati diversi ex giudici e magistrati, politici, oltre a giornalisti e opinionisti.

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, ex magistrato e procuratore aggiunto di Venezia, ha detto in un’intervista a Libero che i limiti di un magistrato sono fissati da varie pronunce della giurisprudenza, ma soprattutto dalla deontologia e dal buon senso, poiché più manifesta le sue idee politiche e più mette a rischio la presunzione di imparzialità. «La giudice poteva manifestare, ma non doveva», ha sintetizzato Nordio.

Salvatore Casciaro, giudice della Corte di Cassazione e segretario dell’ANM, ha detto al Corriere della Sera che al posto di Apostolico non avrebbe partecipato alla manifestazione, per salvaguardare l’apparenza di imparzialità e perché l’esercizio dei diritti costituzionali andrebbe svolto con discrezione: «Lo dice la Corte Costituzionale, per evitare che un giudice si cali in contesti conflittuali, posizioni partitiche o proteste di piazza. Altrimenti si rischia di perdere la capacità di fare un passo indietro e valutare con sereno distacco contesti di tensione sociale».

Allo stesso tempo Casciaro ha spiegato che andrebbe ricostruito il contesto della manifestazione a cui partecipò Apostolico. «Quella manifestazione non si può incasellare come partitica o contro il governo, ma di ispirazione umanitaria», ha detto il giudice. «Su quei migranti, a bordo di una nave da guerra, cui veniva vietato lo sbarco, erano intervenuti la CEI [Conferenza episcopale italiana, ndr], la Caritas, il presidente Mattarella e l’Alto commissario Onu. Leggo che all’epoca, poi, la collega non si occupava di immigrazione».

Armando Spataro, ex procuratore di Torino, ha invece sostenuto il diritto della giudice Apostolico di partecipare alla manifestazione perché «l’opportunità è un concetto che ciascuno può valutare nel modo in cui crede» ed è assurdo «pensare che un magistrato sia un componente delle istituzioni con diritti diminuiti o che la sua immagine venga totalmente lesionata al punto da non poter poi giudicare».

Un punto di vista argomentato è stato scritto da Nello Rossi, direttore di Questione giustizia, il sito di Magistratura democratica, la corrente di sinistra dell’ANM. Rossi scrive che la gamma delle scelte potenzialmente inopportune per un giudice è molto vasta e varia a seconda delle suscettibilità di chi osserva. Secondo alcuni sono compromettenti i post sui social, secondo altri la partecipazione a manifestazioni, anche non strettamente politiche, secondo altri ancora un’intervista o un articolo di giornale.

La risposta alla domanda sull’opportunità, sostiene Rossi, non riguarda tanto il dove quanto piuttosto il come un magistrato può prendere parola o partecipare alla vita pubblica preservando la sua credibilità e la sua immagine di imparzialità. «Quando è un magistrato a prendere la parola o a scrivere per il grande pubblico, il cittadino ha il diritto di attendersi che il suo potenziale accusatore o giudice parli e argomenti in modo chiaro e comprensibile; che partecipi al discorso pubblico come un attore razionale, capace di ascolto degli argomenti altrui e di repliche meditate; che non prorompa nell’urlo fazioso, nell’invettiva, nella semplificazione magari brillante ma brutale e fuorviante», ha scritto. Secondo Rossi, insomma, conta che la partecipazione alla vita civile non sia in contrasto con il ruolo sociale e con le aspettative di ragionevolezza, di apertura al dialogo, di equilibrio espressivo e di misura richieste ai magistrati.

In questo senso la giudice stessa ha detto di non essere stata coinvolta nei cori, anzi di avere cercato di evitare ulteriori scontri tra la polizia e i manifestanti, e ha rivendicato il diritto di poter partecipare alle manifestazioni: «A meno che non si voglia tornare a magistrati che si rinchiudono in una torre d’avorio».

I diversi pareri, in molti casi opposti, dimostrano che è complicato trovare risposte certe alle domande che riguardano principi come l’imparzialità o valutazioni personali legate all’opportunità. Un contributo ulteriore al dibattito sulla giudice Apostolico è stato dato da Luigi Ferrarella, cronista del Corriere della Sera, uno dei più rispettati giornalisti italiani che si occupano di cronaca giudiziaria.

Secondo Ferrarella, le campagne mediatiche organizzate da alcuni partiti rischiano di ledere l’indipendenza dei giudici, che potrebbero essere portati a pesare le conseguenze delle loro decisioni sulle loro vite. Il fatto che i giudici siano spinti a farsi domande sulle conseguenze del loro lavoro – «se prendo la decisione verso cui mi sto orientando per legge, mi accadrà qualcosa di bello o di brutto? Mi troverò la vita setacciata dai cassetti del ministro e dai suoi media fiancheggiatori? Sarò favorito o danneggiato nei contesti istituzionali che avranno voce in capitolo sulla mia vita professionale?» – rischia di compromettere il loro giudizio.

Inviato
13 ore fa, max ha scritto:

questa citazione c’entra come i cavoli a merenda e dovresti già sapere perchè…se serve lo riscrivo  ma meglio se cerchi in rete le dichiarazioni in merito di quel comunista di Giovanni Maria Flick 

Riguardo alla gerarchia delle fonti  la "citazione"  sarebbe il discorso del PdR ai magistrati  di nuova nomina (  mo'  lo diamo ar gatto?)

 

A  cercare in rete di  pareri ne trovi ad uffa ( favorevoli e contrari) , tipo quello opposto a Flick da parte "di quel comunista" ( per far pari e patta) di Violante .

 

Guarda Max,pur pensando che la sentenza sia corretta, resto dell'idea che se restava a casa era meglio.

 

 


 

 

 

 

 

  • Melius 1
Inviato
11 ore fa, appecundria ha scritto:

Erano rivolti al governo che aveva sequestrato i naufraghi. Cosa c'entravano le forze dell'ordine?

Io ho visto nel video le forze dell'ordine schierate e i manifestanti a loro contrapposti gridare assassini. Non mi pare di aver sentito gridare "Governo assassino". Ma può anche darsi che tu abbia ragione. Ciò comunque non mi fa cambiare idea sull'inopportunità , da parte di un magistrato, di partecipare ad una simile manifestazione.

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