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9 Ottobre 1963. Giovanni Leone e il Vajont


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ascoltoebasta
9 minuti fa, vizegraf ha scritto:

I Cimbri non conoscendo il calcestruzzo al massimo avrebbero fatto uno sbarramento con le fascine.

Ma sapevano che dal monte Toc era meglio stare alla larga,molto spesso l'empirismo del non colto è più sano e valido della scienza inquinata.

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Va bene commemorare ma la commorienza non esclude i risarcimenti, modifica solo la linea successoria.

Ad esempio se nel disastro muoiono marito e moglie senza figli, i congiunti degli stessi non possono rivendicare una successione dell’uno o dell’altro. La conseguenza e’ che i risarcimenti spetteranno ai congiunti di entrambi e non a quelli del coniuge morto un istante dopo. E’ un principio di diritto valido quando e’ impossibile stabilire la anteriorita’ della morte di uno rispetto a un altro. Non e’ un cavillo 

 

 

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49 minuti fa, Martin ha scritto:

l Semenza geologo è del 1927, difficile che abbia prodotto perizie all'età di 9 anni. 

Il Semenza Carlo (AD 1893), ingegnere idraulico in forze presso l'ufficio di Vittorio Veneto per la progettazione degli impianti Piave-Santa Croce della SADE, fu il principale responsabile dello sbarramento sul torrente Vajont.

Attorno a lui giravano 3 figure: il geologo Dal Piaz, il geologo Muller e il geologo Semenza Jr. (il figlio)

Al figlio va il merito di aver scoperto la paleofrana sul Toc  nell'agosto del 1959 ovvero 4 anni prima della tragedia.
Al padre va la colpa di non aver assolutamente ascoltato il figlio quando avrebbe dovuto farlo, invece di continuare (ben spalleggiato dalla proprietà Sade a da interessi vari) a basarsi sulle perizie di fattibilità da egli stesso redatte con la consulenza scientifica/geologica di Dal Piaz (AD 1872) e dal Muller poi.  Il quale Muller non sapeva una cippa di comportamento delle frane e dei substrati sciolti, era uno specializzato in meccanica delle rocce.

La M di Muller resta lì a ricordarci molti tragici errori, ostinazioni, bugie, sopraffazioni. 

 

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4 minuti fa, ascoltoebasta ha scritto:

dal monte Toc era meglio stare alla larga,molto spesso l'empirismo del non colto è più sano e valido della scienza inquinata.

Più precisamente sarebbero stati alla larga da qualsiasi idea di opera colossale e per questo il problema monte Toc non si sarebbe mai posto, tant'è che proprio sul fronte di frana c'erano abitazioni che furono evacuate in fretta e furia a seguito dei movimenti del terreno. 

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7 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Va bene commemorare ma la commorienza non esclude i risarcimenti, modifica solo la linea successoria.

Ad esempio se nel disastro muoiono marito e moglie senza figli, i congiunti degli stessi non possono rivendicare una successione dell’uno o dell’altro. La conseguenza e’ che i risarcimenti spetteranno ai congiunti di entrambi e non a quelli del coniuge morto un istante dopo. E’ un principio di diritto valido quando e’ impossibile stabilire la anteriorita’ della morte di uno rispetto a un altro. Non e’ un cavillo 

Grazie per il ripasso.

Sta di fatto che il maestro Leone in virtù della sua indubbia abilità forense (nonchè "statura" istituzionale) riuscì a far risarcire i (pochi) familiari superstiti con l'equivalente del valore di qualche capo bovino o poco più.

Alla faccia del diritto. La giustizia lasciamola proprio dormire sennò poi s'agita.

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@Velvet All'epoca non esisteva nulla di simile alle attuali "valutazioni di impatto ambientale". Quello che sollevò l'attenzione sul rischio frana fu l'evento di Pontesei del 1959.   Dal Piaz di formazione era un geologo naturalista di fine '800 e come tale   poco sapeva  di meccanica delle rocce e dei terreni, fu chiamato inizialmente a valutare solo la compattezza dei fronti di imposta e In un certo senso questa valutazione  gli andò dritta, in quanto nello specifico era ancor meno dotato di competenze tecniche specifiche.   

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15 minuti fa, Velvet ha scritto:

Al padre va la colpa di non aver assolutamente ascoltato il figlio quando avrebbe dovuto farlo,

In realtà pare conducesse una specie di doppio gioco: Da un lato minimizzando ufficialmente i pericoli e dall'altro ordinando una straordinaria serie di opere e impianti di monitoraggio del fronte di frana: Piezometri, clinometri, mire ottiche, basi misurate.  Pare che fossero rilevati con continuità oltre 60 dati.  Cosa giustificava questo sforzo quando dal  lato ufficiale si minimizzavano i pericoli ? Forse l'ing. non era davvero convinto di quello che diceva ? 

(si ritiene anche che la Sade, conscia dell'inevitabilità della frana, stesse tentando di farla avvenire in modo controllato, a bassa velocità. Come si giustifica altrimenti la realizzazione in fretta e furia, costosissima, della galleria di bypass della prevedibile* zona di interramento ?) 

 

*stima iniziale frana 50Mmc. 

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cactus_atomo

@Velvet per completezza va ricordato che la diga venne costruita con un forte finanziamento pubblico dallla società privata sade e che passò all'enel solo un anno prima della tegedia per effetto della nazionalizzazione della energia elettrica. 

vergognoso che Leone come presidente del conssiglio bbia promesso giustizia oer le vittime e poi a mandato scaduto abbia difeso come penalista gli indagati

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La gigantesca capacità del bacino che dai progetti doveva essere da record per l'epoca, ad evento avvenuto

si dimostrò un fallimento perchè la massa franosa ne aveva seriamente compromesso il volume, nemmeno la galleria di sorpasso servì allo scopo in quanto parzialmente ostruita di materiale.

Ciò comportò un ulteriore esborso di denaro pubblico per la messa in sicurezza dell'area, e lo sfruttamento del bacino ma monte della frana.

Sul tubo c'è la testimonianza di una sopravvissuta che all'epoca aveva 10 anni che ha perso genitori e casa......incredibile, inimmaginabile.

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16 minuti fa, Martin ha scritto:

All'epoca non esisteva nulla di simile alle attuali "valutazioni di impatto ambientale".

Ma si capisce, ci arrivo anch'io sai... Però:

-inizio scavi di fondazione 1957

-inizio getti di calcestruzzo settembre 1958

-scoperta della frana sul Toc da parte di Semenza JR estate 1959

- i lavori proseguono come nulla fosse, sulla base del progetto iniziale senza variazione alcuna nonostante l'evidenza di una frana incombente. I getti terminano nel settembre 1960

- dall'inverno '60 al luglio 1963 si eseguono le opere di completamento e si fanno cicli di invaso/svaso che evidenziano crescenti criticità sia sui terreni intorno all'invaso che sulla frana in quota.

Dal luglio 1963 era già chiaro (e scritto nero su bianco) che la frana sarebbe venuta giù.

 

C'erano 3 anni buoni a disposizione per varianti in corso d'opera, rimodulazione della capacità di invaso ecc ecc ecc. E poi ci furono 3 mesi a disposizione per evacuare tutti gli evacuabili sopra e sotto la diga.

Nulla, nulla di tutto ciò fu fatto. Si proseguì dritti come un treno in corsa lanciato contro un muro.

Criminale, premeditato assassinio di massa.

 

12 minuti fa, cactus_atomo ha scritto:

ergognoso che Leone come presidente del conssiglio bbia promesso giustizia oer le vittime e poi a mandato scaduto abbia difeso come penalista gli indagati

Un principe del foro, scherzi? 

Di quale foro non lo posso dire ma lo puoi immaginare. 

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20 minuti fa, Martin ha scritto:

Come si giustifica altrimenti la realizzazione in fretta e furia, costosissima, della galleria di bypass della prevedibile* zona di interramento ?)

Non solo in fretta e furia ma anche di nascosto dalle autorità di controllo (che comunque non controllavano una fava lo stesso).

Lo sapevano benissimo che sarebbe venuta giù, fin dai primi test di invaso. Poi le simulazioni idrauliche fatte di corsa a Padova e nel bacino Sade di Nove confermarono ipotesi fosche (il modello di Nove che confermò l'imminente catastrofe fu fatto sparire dopo la tragedia, sopravvivono poche rarissime foto).

Loro "speravano" venisse giù in modo controllato. Ma chi visse sperando (sulla pelle altrui)...

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14 minuti fa, Velvet ha scritto:

(il modello di Nove che confermò l'imminente catastrofe fu fatto sparire dopo la tragedia, sopravvivono poche rarissime foto)

Di quelle prove si sa qualcosa solo grazie ad un tecnico che 3gg dopo la tragedia pensò bene di prelevare copia delle relazione per tenerle in luogo sicuro. Quando la cosa venne resa nota, fu persino imputato per furto. 

 

P.S. Il modello di Nove è ancora lì,  in un certo senso un altro  tragico monumento a ricordo della tragedia.

 

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20 minuti fa, Max440 ha scritto:

FILM ASSOLUTAMENTE DA GUARDA

Ni. È un filmaccio di serie B mal recitato, mal girato e con effetti dozzinalissimi. 

L'unico merito che ha è di portare sullo schermo la vicenda. 

Ma piuttosto se non vi va di leggere,  riguardatevi Paolini. 

 

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