SimoTocca Inviato 25 Ottobre 2023 Inviato 25 Ottobre 2023 5 ore fa, one4seven ha scritto: Probabilmente l'indirizzo iniziale della produzione non era quello di farne un disco. Aldo ipotizzava la distribuzione radio/televisiva... poi magari hanno cambiato target. Vallo a sapere... Eppure bastava leggere quanto ha scritto il critico di Grammophone nella sua recensione (che poi wè, si conclude con un totale di quattro stelle all’album, cioè un bel voto di otto pieno, mica bruscolini). Recorded in the Fondazione Teatro alla Scala’s Sala Abanella at the northern end of Milan, rather than in the famous opera house. La registrazione non è alla Scala, come sarebbe se fosse per una trasmissione radiofonica o televisiva, ma fatta nella Sala Albanella, una sala che la Decca italiana spesso usa per le sue registrazioni. La sala Albanella ahimè non è la mitica SofienSaal di Vienna, dove Solti ha registrato il suo mitico Ring per intendersi, ma, pur con acustica assai più modesta, è il luogo dove la Decca registra con una certa frequenza i suoi dischi.. Quindi… tracce mono? registrazione per altri fini.. boh?? Ma siete sicuri di quanto avete scritto?? Perchè …verba volant.. at scripta manent…
fabrizio Inviato 25 Ottobre 2023 Inviato 25 Ottobre 2023 Salve, tempo fa avevo aperto una discussione facendo alcune considerazioni su recenti stampe e sul fatto che ci sia un peggioramento, per quanto non generale, sui lavori che l’industria discografica ci fornisce. https://melius.club/topic/16153-la-qualità-aumenta/#comment-951588 Al di là che la discussione non abbia prodotto nulla di utile se non cazzeggi, mi sembra comunquecpiù che mai di attualità ; quello del disco di Chailly ( un po’ estremo) non è un caso sporadico , un incidente di percorso ; poiché queste caratteristiche.le trovo prinipalmente sul digitale o sui riversamenti di files su vinile , non vorrei fosse un modo operandi dovuto al fatto che ci si affida e ci si fida troppo del software Saluti, Fabrizio
ilmisuratore Inviato 25 Ottobre 2023 Inviato 25 Ottobre 2023 20 minuti fa, SimoTocca ha scritto: John Atkinson (un ingegnere espertissimo di misure, misure che lui stesso fa per ogni apparecchio provato sulla rivista, quindi non proprio un “ascoltone”) in cui a proposito del confronto fra due amplificatori conclude dicendo: pur nel XXI secolo, il dibattito su cosa conti di più, fra “suono magicamente reale” e “misure elettriche assolutamente perfette”, rimane ancora totalmente aperto e tutt’altro che concluso. Qui Atkinson commette un errore banale poichè considera le misure *da laboratorio* [che per certi versi, e per COME misura lui, non servono a un tasso] sufficienti per stabilire tale suono *magicamente reale* cosa che, invece, si ottiene a casa propria, con un certo tipo di diffusori e, soprattutto, con una corretta integrazione acustica
Dufay Inviato 25 Ottobre 2023 Inviato 25 Ottobre 2023 6 ore fa, mozarteum ha scritto: Effettivamente resta un mistero perche’ registrazioni eccezionali degli anni 60 (sopra ne abbiamo indicate alcune) abbiano assai meno compressione di una fatta nel 2020. Quale potrebbe I tonmeister si fanno prendere la mano Diciamo che è un peccato che certe esecuzioni che si sente che sono buone siano registrate così male
one4seven Inviato 25 Ottobre 2023 Inviato 25 Ottobre 2023 5 minuti fa, SimoTocca ha scritto: Perchè …verba volant.. at scripta manent… Già, aver definito riferimento una registrazione che va ripetutamente in clipping. Speriamo che Chailly non faccia suonare l'orchestra in clipping... Vabbè... Andiamo avanti.
aldofranci Inviato 25 Ottobre 2023 Inviato 25 Ottobre 2023 Vabbè il solito miscuglio di grotteschi pavoneggiamenti e argumenta ab "auctoritate" desticardi, andiamo oltre.
aldofranci Inviato 25 Ottobre 2023 Inviato 25 Ottobre 2023 54 minuti fa, SimoTocca ha scritto: Quindi… tracce mono? registrazione per altri fini.. boh?? Ma siete sicuri di quanto avete scritto?? L'unica certezza è che non capisci manco quello che leggi.
SimoTocca Inviato 25 Ottobre 2023 Inviato 25 Ottobre 2023 I miei ascolti dei Pini di Roma di Respighi sono stati fatti, come ho premesso quando ho citato Chailly, con un sistema cuffia, in cui la cuffia a nastro RAAL sr1a è il terminale di una catena audio di cui parlo in altri thread e che prevede come sorgente il DAC Berkeley Reference. Non ho accesso facile, in questi giorni, al mio impianto diffusori, per lavori di ristrutturazione che ho in casa, e mi spiace quindi non poter integrare le mie impressioni con il confronto con un impianto con casse acustiche. Sono consapevole della differenza che corre fra ascoltare in cuffia e ascoltare con i diffusori, purtuttavia ci sono vantaggi e svantaggi per ciascuno dei due modi di ascolto (io li ascolto per circa metà del tempo uno e metà l’altro..).. poi.. beh, poi la cuffia RAAL è quella più “gettonata” nei migliori studi di registrazione e vi ricordo che una gran parte del lavoro dei tecnici audio viene fatto proprio in cuffia. Fatta questa premessa, sottolineo anche come l’album di Chailly sia il primo ad essermi venuto in mente come riferimento alternativo al brutto e irreale (IMHO) vecchio album di Mata. Il primo perché coniuga qualità audio, eccellente a casa mia in cuffia, e qualità artistica di livello “eccezionale”. Ci sono album superiori dal punto di vista audiofilo a quello di Chailly? Certamente sì, ad iniziare da quello di Wilson citato dal critico di Gramophone… La confronto (sempre solo il primo movimento del poema sinfonico) i Pini di Villa Borghese con quella di Chailly. Certamente in quella di Wilson c’è maggiore dinamica, ne sono certo anche senza alcuna misurazione di laboratorio, e c’è maggiore chiarezza nel reparto dei fiati. Molto è dovuto al lavoro degli ingegneri, eccellente, e molto al luogo della registrazione Chandos, una vecchia chiesa ben trattata dove in genere registra l’orchestra londinese, letteralmente “messa insieme” da Wilson. Però ecco, le percussioni si sentono meglio e più reali nella registrazione di Chailly, che merita un 7/8, versus il 9 di questa Chandos. Ma.. ecco da frequentatore di sale da concerto, non avverto nessuna differenza abissale fra le due, e per il suono degli archi e d’insieme continuo a preferire Chailly. 1
Max440 Inviato 25 Ottobre 2023 Autore Inviato 25 Ottobre 2023 7 minuti fa, SimoTocca ha scritto: alternativo al brutto e irreale (IMHO) vecchio album di Mata. Che soprattutto il disco di Mata sia una mer@da, non ci piove: sia a livello sonoro che interpretativo... 7 minuti fa, SimoTocca ha scritto: e per il suono degli archi e d’insieme continuo a preferire Chailly. Esatto: mer@da x mer@da, gli archi del disco Decca sono veritieri, sia rispetto all'orripilante Dorian che al pirotecnico Chandos. E adesso andate tutti a sentire dal vivo, per cortesia, magari passando prima a fare una visitina dall'otorinolaringoiatra
mozarteum Inviato 25 Ottobre 2023 Inviato 25 Ottobre 2023 https://youtu.be/U6E_zqjjE8E?si=iDtvuQiHEsydVHcs Splendido non so come stia messo a misure ma qua fra Wagner e Filarmonica di Vienna diretta da un grandissimo si sbrocca di bellezza 1
SimoTocca Inviato 25 Ottobre 2023 Inviato 25 Ottobre 2023 Un’altra registrazione eccellente come suono e come dinamica in genere è quella di Robert Trevino, con la sua nuova orchestra italiana, quella della RAI. Qui i legni sono ben bilanciati e in avanti, e anche in questo caso la chiarezza fra i vari ottoni, chiarezza nel senso che si sentono ben distinte le 6 “buccine” che prevede lo spartito (come in maniera intelligente ha suggerito @Titian, poter dare un’occhiata anche allo spartito, seppure è fatto molto tecnico e certamente non per tutti, aiuta parecchio la comprensione della musica. Non a caso che per la maggior parte dei casi i “produttori” di moltissimi album di musica classica sono a loro volta musicisti esperti…e seguono la registrazione con lo spartito sotto gli occhi… avete presente?). E anche questa registrazione Ondine è per molti versi “migliore” di quella di Chailly, ma non la surclassa … anzi per certi strumenti (come si diceva pianoforte a destra, all’inizio, e celesta a sinistra, e poi le numerose percussioni) rimane migliore quella di Chailly.. Penso che il problema dei tecnici che registrano questo brano, i Pini, sia la sovrapposizione di un “eccesso” di suoni acuti (gli archi a sinistra, con le bucccine, cioè i flicorni, a destra, e poi le percussioni acute come i piatti, il triangolo, la raganella… e via con la “confusione”! Confusione che vuole esserci, nel volere di Respighi, perché i Pini di Villa Borghese descrivono un gruppo di bambini che gioca e corre e ruzza rumorosamente …come solo i bambini sanno fare..) Purtuttavia anche questa di Robert Trevino è una bellissima registrazione … 1
SimoTocca Inviato 25 Ottobre 2023 Inviato 25 Ottobre 2023 E mi corre l’obbligo chiudere questa breve rassegna delle mie registrazioni di riferimento (audio e artistico) con la registrazione Linn. Sono certo che questa registrazione con la grande orchestra inglese diretta da Alessandro Crudele, metterà d’accordo tutti. Perché questa registrazione sembra far ascoltare l’orchestra come si sente seduti in una fila di platea, centrale ma non vicinissima, diciamo a circa metà sala… Gli archi in questa registrazione Linn si mantengono “setosi”, piacevolissimi, e l’equilibrio con gli ottoni e i legni è perfetto fin dall’inizio. Del resto la bellezza del suono orchestrale è un po’ il “marchio di fabbrica” della Linn, e questo album ne è, a mio avviso, dal punto di vista tecnico, la punta di diamante. È una registrazione e una ripresa certamente “più corretta” di quella Decca di Chailly, una registrazione questa Linn che in totale merita praticamente un dieci… IMHO rigorosamente IMHO… E però.. e però quella Decca di Chailly ha il pregio di prenderti per mano e farti sedere in mezzo all’orchestra… ci avete mai provato? Io sì, non come musicista dico! Ma nel programma “realtà aumentata” che l’Orchestra della Toscana riserva a noi abbonati. Ogni concerto a quattro “laici” viene data la possibilità di sedere proprio in mezzo all’orchestra, disseminati qua e lá, ed è un’esperienza di ascolto diversa e molto chiarificatrice. Per noi (anche) audiofili si capisce come la tecnica di ripresa multimicrofonica funzioni, nel bene e nel male… Ecco la registrazione Decca è meno corretta e meno sana, ma mi trasporta più vicino all’orchestra .. quasi al suo interno.. Però ecco, a voi vi capisco se preferirete questa Linn… siete “giustificati”… 😉 1
SimoTocca Inviato 25 Ottobre 2023 Inviato 25 Ottobre 2023 E poi? Poi ci sono certamente molte altre belle registrazioni, sia dal punto di vista artistico che audiofilo, fra cui certamente quella citata di Ozawa… in cui il suono morbido dell’orchestra di Boston aiuta non poco il direttore, anzi il “folletto”, come veniva affettuosamente soprannominato dai suoi.. E perché non citare anche Mariss Janson a Monaco, in una bella registrazione live della Radio Bavarese nella Herkules Saal? Però.. però.. e parlo per i musicofili esperti come Roberto e Max… via non “fatevi riprendere”. Ma chi è stato il massimo esperto di colore ed estetica del suono orchestrale.. se non il buon Herbie, Herbert Von Karajan..? Sì lo so.. la registrazione EMI è datata assai… e però, però dai suona ancora parecchio bene… E bravi quelli della Philharmonia…e della EMI… per essere una registrazione del 1956/7 e cioè una delle prime europee in stereofonia, non è affatto male…anzi… sì lo so, gli ‘mmericani con Reiner, e la sua Chicago Symphony, negli stessi anni sono riusciti a realizzare capolavori di registrazione… però, dai! Non si può sempre avere tutto dalla vita: la mano santa di Karajan e la qualità audio RCA living presence… Ma l’apogeo artistico Karajan lo raggiunge a Berlino, con i suoi Berliner … una registrazione che suonava mediocre sul primo vinile … è mediocre in CD ma dopo la recente rimasterizzazione DG suona che è una “chicca”! E la mano di Karajan su questa musica, un po’ futile, diciamocelo, un po’ “showpiece”, adatta alla dimostrazione di impianti audio HiEnd ma con relativamente modesti valori artistici veri veri (e se non li ho colti io, chiedo scusa…ma si vede che è una musica non nelle mie corde..), una musica ad effetto, tutta “estetica” e meno “sostanza”, insomma la mano di Karajan qui è certamente e di gran lunga la più felice dal punto di vista artistico. Da riascoltare con calma… E ovviamente ..,ben vengano discussioni come queste… sopratutto poi se vi viene la voglia di andare di persona ad ascoltare un’orchestra dal vivo… che in questi tempi magri, per la cultura e l’economia, i musicisti ringrazieranno..! Pace e bene a tutti.. 😘 1
aldofranci Inviato 25 Ottobre 2023 Inviato 25 Ottobre 2023 7 ore fa, one4seven ha scritto: Ti assolvo con piacere, invitandoti a dare altri suggerimenti di questa caratura. Vabbene per stavolta perchè mi stai simpatico. Per la serie Astronavi dalla Preistoria: Il cofanetto qui contiene sinfonie 1 - 4- 5 - 10 e concerto per violoncello 1 con Slava all'archetto. Incisioni dal '60 al '69 circa. Lasciando perdere Prima e concerto, buoni ma che effettivamente tradiscono l'età, le cose già cominciano a farsi notevolissime con Quarta e ancor più Quinta. Ma il perfezionamento tecnico sembra proprio seguire pedissequamente il corso degli anni e proprio la Decima è il colpaccio. Levando un flebilissimo fruscio appena avvertibile all'inizio e in pochi altri momenti di quiete, veramente si fa fatica a capire che trattasi di una registrazione analogica. Quelle piccole compressioni e intermodulazioni dei nastri dell'epoca sono praticamente assenti. La ripresa è sontuosa, con bella ciccia ed estensione REALE in basso e pressochè perfetta in tutto lo spettro. Gli archi hanno un turgore che rende alla perfezione lo strumento leggendario che era la Philadelphia di quegli anni d'oro. Solo negli strumenti dai transitori più fulminei come timpani e certi ottoni si avverte un lieve scarto con le possibilità attuali, ma anche quelli sono registrati in maniera sensazionale per l'epoca. L'immagine stessa risponde a criteri di stereofonia già "modeni", senza quel fake stereo tutto destra/sinistra dei primi cimenti che a quanto pare impressiona molti audiophili ma ovviamente è distante da qualsiasi plausibile esperienza reale. Anche nelle prime file. 2
Max440 Inviato 26 Ottobre 2023 Autore Inviato 26 Ottobre 2023 10 ore fa, SimoTocca ha scritto: insomma la mano di Karajan qui è certamente e di gran lunga la più felice dal punto di vista artistico. Caspita, hai ragione! A parte la registrazione che non è ai vertici (ma è sicuramente godibile e fa capire tutto della partitura), l'interpretazione è superlativa, da far ricredere secondo me anche @Dufay sui Pini della Via Appia : ascoltala Franco, fidati !
Max440 Inviato 26 Ottobre 2023 Autore Inviato 26 Ottobre 2023 @SimoTocca Urka... ho ascoltato anche la registrazione Warner: bella !!! Grazie della segnalazione, Max ps: stanno facendo dei remaster davvero ben fatti ...
Max440 Inviato 26 Ottobre 2023 Autore Inviato 26 Ottobre 2023 11 ore fa, SimoTocca ha scritto: Però ecco, a voi vi capisco se preferirete questa Linn… siete “giustificati”… 😉 Per carità, bella registrazione, anche se per i miei gusti un po' troppo "morbida" ... E poi Crudele vs Karajan... non c'è paragone, davvero ... Comunque complimenti al giovanotto che si sta facendo una discreta carriera (conosco personalmente un paio di giovani direttori che stanno crescendo bene... vedremo chi la spunterà fra 5/6 anni )
Titian Inviato 26 Ottobre 2023 Inviato 26 Ottobre 2023 13 ore fa, SimoTocca ha scritto: E anche questa registrazione Ondine è per molti versi “migliore” di quella di Chailly, ma non la surclassa … anzi per certi strumenti (come si diceva pianoforte a destra, all’inizio, e celesta a sinistra, e poi le numerose percussioni) rimane migliore quella di Chailly.. Qui bisognerebbe distinguere fra interpretazione oppure le cose tecniche di una registrazione che valorizzano l'interpretazione e le imperfezioni tecniche della registrazione. Non penso che la registrazione Ondine a partire dalla metà della traccia incominci a fare clipping. Se la compressione fatta in un modo sottile sia positiva è una cosa ma clipping fatta così come nella registrazione del Chailly è estremo e falsifica in certi modi l'interpretazione, per esempio il salto dal ff e fff non c'è. Dall'altra parte si potrebbe discutere sull'inizio della traccia con il Chally come riesce a valorizzare i passaggi di tutti gli strumenti nei passaggi solistici. Per quanto riguarda certi aspetti timbrici, ripeto, non li discuto anzi li trovo semplicemente ridicoli da discutere, sapendo dei sistemi non convenzionali (molto diversi da monitori da studio) che sono in uso dagli audiofili.
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