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Milano, l'ex sede della casa discografica «La voce del padrone» sarà abbattuta: al suo posto 126 appartamenti


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Inviato

Leggo questa mattina, dal Corriere della Sera, questa notizia scempio della non cultura italiana e della ricerca che il nostro paese (leggi i suoi cittadini) fa solo in direzione del dio danaro. Proprio l'altro giorno al Gala di Giulio Cesare Ricci disquisivamo, con lo stesso, della mancanza di sensibilità verso l'arte e le tradizioni che il nostro paese ha. Questo è l'ennesimo esempio del non riconoscere la storia e la cultura di chi, con passione ed impegno, ha investito la sua vita in qualcosa che va oltre il senso materiale delle cose, arricchendo nel tempo il cuore delle persone.

Rattristato per ciò che purtroppo leggo costantemente in questa direzione, concludo 

  • Melius 1
Inviato

Articolo tratto dal Corriere della Sera di questa mattina ......

 

 

L'edificio di viale Umbria, risalente agli anni Venti, ha ospitato tra gli altri Fred Buscaglione, Franco Cerri, Bruno Martino, Franca Valeri, Tito Schipa, Tony Renis, Al Bano e Francesco Guccini

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Un palazzo storico che sarà abbattuto per lasciare spazio a una nuova costruzione da immettere nel mercato immobiliare di Milano: è il destino di tanti edifici in una città in cui ogni anno vengono edificati circa 6 mila nuovi appartamenti. Eppure, stavolta, la decisione deliberata dalla Commissione Paesaggio di Palazzo Marino fa discutere di più. Sarà perché l’edificio costruito nei primi anni Venti del Novecento, al civico 37 di viale Umbria lì dove incrocia con via Sigieri nel Municipio 4, è stato a lungo sede della storica casa discografica «La voce del padrone» che ha prodotto, tra gli altri, anche un disco di Louis Armstrong.

Ma porta con sé una storia di musica che travalica i confini di Milano. Sin dagli anni Sessanta, infatti, di lì sono passati anche Fred Buscaglione, Franco Cerri, Bruno Martino, Franca Valeri, Tito Schipa, Tony Renis, Al Bano e Francesco Guccini. E anche il famoso il sassofonista Gianni «Sax» Bedori, ... omissis ... — Patrizia Bedori. «Questo piccolo gioiello storico degli anni Venti a Milano — ha scritto sabato in un lungo, commentatissimo e condivisissimo post su Facebook — soccomberà per lasciare spazio alla solita speculazione edilizia: anche qui manca il vincolo paesaggistico e storico. Quindi la Soprintendenza (alle Belle Arti, ndr) non può intervenire e la Commissione Paesaggio del Comune pare abbia dato il via libera». 

 

E, ricordando la carriera del papà che ha a lungo collaborato con Giorgio Gaslini e che ha incrociato più volte l’edificio di viale Umbria 37, ha aggiunto: «Mi tocca nel profondo la decisione di abbattere questo pezzo di storia milanese legato indissolubilmente al ricordo di mio padre e alla storia della musica italiana».

... omissis ...

Al posto del basso edificio sorgerà, infatti, secondo il blog Urbanfile, un palazzo di sei piani con 126 nuovi appartamenti. La costruzione avrà una forma trapezoidale e sarà dotata anche di un’area di 500 metri quadrati per i box interrati. Il nuovo spazio pubblico sarà arricchito da una «piazza giardino» e congiungerà via Sigieri con via Muratori passando sul retro di Cascina Cuccagna. In più, saranno utilizzati 2 milioni derivanti dall’aumento degli oneri urbanistici per un intervento in via Muratori nel tratto che da viale Umbria a via Tiraboschi: qui verranno realizzate una pista ciclabile, alcune aree verdi, saranno tolti parcheggi e sarà trasformato in senso unico il tratto tra viale Umbria e via Friuli a senso unico.

 

 

Inviato
1 ora fa, yukatan ha scritto:

è il destino di tanti edifici in una città in cui ogni anno vengono edificati circa 6 mila nuovi appartamenti.

se vogliamo le case per la ggente senza mangiare di continuo fette di campagna così bisogna fare.

Inviato

@audio2 Però potremo pianificare e recuperare spazi, quindi abitazioni, prima da altri edifici magari pubblici mal gestiti o propriamente non utilizzati. Per carità io non conosco la situazione urbanistica della città di Milano, io ho postato questa notizia solamente in termini di amore utopistico per luoghi facenti parte di un filone ormai desueto o ignorato.

La tua frase la comprendo e in parte la condivido, come capirei e in parte condividerei quella per cui si, al fine di liberare spazi in casa, butterebbero via scaffali di dischi e libri per far spazio a nuove esigenze abitative della famiglia.

  • Melius 1
Inviato
2 ore fa, ediate ha scritto:

Peccato, un altro pezzo di storia e di cultura immolato sull'altare del denaro. D'altra parte, oggi, cosa vogliamo aspettarci? Quando si fa "dell'ignoranza" in tutti i campi un vanto, perchè utile allo scopo, non c'è altro risultato che questo.

@ediate vedo che hai capito perfettamente lo spirito del mio post

  • Thanks 1
  • Amministratori
Inviato

,a il nome "la voce del padrone" non è politicamente corretto è dicriminatorio verso le donne e la comunitò ilgbt :classic_biggrin:

Inviato

@cactus_atomo la parola "padrone" è in senso indefinito, perché sappiamo bene, e chi non lo sa fa finta di non saperlo ,che il "padrone" è donna nella civiltà sia antica che moderna quindi, "la voce del padrone" rientra nei canoni di affermazione politicamente corretta :classic_biggrin:

  • Haha 2
Inviato

Sono ruderi zbbandonzti che si stanno sgretolando, non c'è nulla da salvare.

Inviato

Poco più avanti sorgeva il Plastic,luogo ove esercitavo la mia dissolutezza...

  • Melius 2
Inviato

Nell'utopistica ipotesi che in uno spazio interno possa essere dedicato un angolo che ricordi, con foto ed oggetti, l'importanza culturale del luogo, spero che almeno una targa commemorativa venga apposta in memoria di ciò esso è stato per la cultura musicale italiana.🖖🏻

Inviato

@yukatan @dax Mi associo alla malinconia e al dispiacere che è molteplice. Non solo scompare la sede antica di una grande realtà di produzione musicale che ha, come avete detto, fatto la storia della diffusione della musica stessa ma cade anche un’altra testimonianza di quel garbato stile architettonico, quale fu quel tipo di edilizia degli anni 10-20 che riusciva a rendere estetici anche i depositi dei tram. Non so la situazione di Milano, dove peraltro il liberty era anche di casa, ma nella mia città, martoriata capitale, dove di edifici di quel periodo ve n’erano più di quanti non si possa credere, la speculazione degli anni ‘60 e ‘70 ha fatto spesso inutile scempio di villini, negozi ed anche di alloggi “popolari” a favore delle brutte “palazzine”, come racconta Antonio Cederna in più di un bel libro, volumi poco ricordati oggi. 
E’ un delitto che quegli edifici non siano stati sottoposti a vincolo dalle soprintendenze, ieri come allora. 
Speriamo almeno in un vinile HMS/VdP “nostalgia” con quella foto bella grande in copertina. E tanto di fox-terrier e fonografo sul retro…

Ciao. 
 

  • Melius 2
Inviato
Il 20/11/2023 at 20:15, Stephen s ha scritto:

cade anche un’altra testimonianza di quel garbato stile architettonico, quale fu quel tipo di edilizia degli anni 10-20 che riusciva a rendere estetici anche i depositi dei tram. 

La legge del profitto speculativo e selvaggio ha reso obsoleti il valore della bellezza, l'urgenza della memoria quale elemento identitario e fondativo dell'essere umano. La lenta agonia dell'arte, la passione del  "bello" artistico iniziata da tempo si avvia inesorabilmente verso il definitivo trapasso. 

Inviato

Invece altrove pare che si la voglia tenere ancora viva la "voce del padrone"... la "voce" del vinile e riaprono gli storici negozi...

 

https://www.ilsole24ore.com/art/il-vinile-fa-risorgere-negozi-dischi-riapre-storico-hmv-londra-AFISBJlB?refresh_ce

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.

In Italia non siamo capaci neppure di "monumentalizzarle" le nostre memorie storiche.., i mluoghi simbolo delle stesse, facendo terra bruciata per le prossime generazioni: tutto ciò che non serve ai fini del profitto ora e subito va distrutto.

Ricordi; Messaggerie Musicali;  Consorti, ed ogni altro storico negozio tutti lasciati morire: requiescat in pacem!

 

Come pure le sale cinematografiche ora garage, bingo, palestre, magazzini... ma (non) è un altro discorso.

 

Grazie a dio abbiamo gli amazon e i netflix.., chi sta meglio di noi?

 

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