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Melius Club

Eufonia: mettiamo d'accordo ascoltoni e misuroni?


Messaggi raccomandati

Inviato
26 minuti fa, mozarteum ha scritto:

registrazione un totem.

 Lo è per forza di cose (non tanto "la registrazione" quanto il suo impacchettamento sul supporto o files): a casa è quella che fai andare sullo stereo.

Già la modellano in fase di produzione, vuoi modellarla ulteriormente anche a casa? 

Secondo alcuni no, secondo altri si.

Ritengo entrambe le posizioni legittime. Ma l'alta fedeltà non prevede la seconda opzione, in teoria.

 

Inviato

il termine EUFONICO lho usato io..per intendere l effetto LOUDNESS  di alcune elettroniche.   mi pento amaramente ..e mi cospargo il capo di cenere (:-

Inviato
2 ore fa, Max440 ha scritto:

Definizione:

<< L'eufonia (composto delle parole greche ευ, prefisso avverbiale che significa "buono" o "bene", e φωνή, "suono") è, in linguistica e musica, l'effetto piacevole prodotto da un suono (vocale o strumentale) o da più suoni di parole che si incontrano >>

se prendiamo la definizione e la portiamo nel nostro ambito, allora la parola eufonico non significa proprio nulla.

 

se significa l'effetto piacevole di un suono, è un qualcosa di veramente troppo soggettivo per discuterne, a uno possono piacere i suoni estremamente brillanti, ad un altro i suoni estremamente cupi, solo per fare un esempio.

 

chiaro che qui non si parla proprio di trasparenza o altre cose menzionate, secondo me.

Inviato
1 ora fa, mozarteum ha scritto:

significa ad esempio minor sensibilita’ ai difetti del microsolco (e quanti ne abbiamo difettosi…).

traslando in ambito digitale cio’ e’ lo stesso.

Misure spietate penalizzano molte registrazioni. Mentre un saggio controllo della curva (ad esempio una leggera attenuazione degli acuti e un lieve rinforzo in medio/bassa

Non sono d'accordo .

 

  • Moderatori
Inviato

sono d'accordo, ma che la trasparenza sia per forza legata alla miglior prestazione tecnica, misurata secondo quanto normalmente si fa, non è affatto detto.

però mi sa che ricadiamo nella solita diatriba..

G

  • Thanks 1
Inviato
9 minuti fa, Dufay ha scritto:

Non sono d'accordo .

Ascolta in cuffia degli archi digitali, dopo 5 minuti spegni. Con le casse in ambiente di buona qualita’ le cose vanno meglio. Quella nticchia di risoluzione in meno gioca a favore di una possibile verosimiglianza

  • Melius 1
Inviato
11 minuti fa, mozarteum ha scritto:

appassionati di classica e abitudine al live vi e’ convergenza frequentissima.

Condivido pero’ il resto. Ciascuno per il proprio percorso trova il suo suono

Come ho già detto tante volte per me non ci sono o non ci dovrebbero essere più suoni. Tutto dovrebbe convergere idealmente verso il suono unico.

Questo Idealmente ma essendo umani e imperfetti ci possono essere delle deviazioni più o meno leggere.

Però questo non giustifica qualsiasi cosa in nome del piacere personale.

 

 

 

Inviato
1 ora fa, mozarteum ha scritto:

la conferma lo avuto nel bellissimo ascolto a casa @stanzani dove il miglior suono era sempre quello non corretto

In che senso non corretto?

Meno lineare o senza un sistema tale da renderlo lineare ?

Inviato
3 minuti fa, ilmisuratore ha scritto:

senza un sistema tale da renderlo lineare

Questo. Ma ripeto, ambiente felice di suo

Inviato
51 minuti fa, maxgazebo ha scritto:

Quello che ne deriva è una informazione ben precisa, una vera e propria impronta che viene impressa, stampata intimamente nel disco

E quella informazione noi dobbiamo fare in modo che venga resa disponibile nella nostra casa per quella che è, per come l'hanno voluta chi l'ha prodotta

E' una informazione che deve essere tradotta: il problema è che, nella trasformazione da immateriale a materiale, l'informazione passa attraverso il sistema di riproduzione e attraverso l'ambiente. Che , sicuramente, non sono i medesimi di chi ha prodotto quella informazione. Così come non è il medesimo il cervello che, in ultima istanza, rende una semplice onda sonora come musica.

In buona sostanza noi è come se fossimo in possesso di un messaggio che cambia a seconda di chi legge il messaggio.

Un po' come in una interazione quantistica, dove l'osservatore influenza il fenomeno.

L'impianto, l'ambiente e il cervello dell'ascoltatore influenzano l'informazione.

  • Melius 1
Inviato
8 minuti fa, senek65 ha scritto:

E' una informazione che deve essere tradotta: il problema è che, nella trasformazione da immateriale a materiale, l'informazione passa attraverso il sistema di riproduzione e attraverso l'ambiente. Che , sicuramente, non sono i medesimi di chi ha prodotto quella informazione. Così come non è il medesimo il cervello che, in ultima istanza, rende una semplice onda sonora come musica.

In buona sostanza noi è come se fossimo in possesso di un messaggio che cambia a seconda di chi legge il messaggio.

Un po' come in una interazione quantistica, dove l'osservatore influenza il fenomeno.

L'impianto, l'ambiente e il cervello dell'ascoltatore influenzano l'informazione.

Questa ti è uscita davvero bene 👍👍👍

A farla davvero completa si dovrebbe aggiungere la variabile più importante di tutte: la mente.

Spesso identificata tout court con "cervello".

Ma questo è un altro discorso

  • Haha 1
Inviato
17 minuti fa, senek65 ha scritto:

E' una informazione che deve essere tradotta: il problema è che, nella trasformazione da immateriale a materiale, l'informazione passa attraverso il sistema di riproduzione e attraverso l'ambiente. Che , sicuramente, non sono i medesimi di chi ha prodotto quella informazione. Così come non è il medesimo il cervello che, in ultima istanza, rende una semplice onda sonora come musica.

In buona sostanza noi è come se fossimo in possesso di un messaggio che cambia a seconda di chi legge il messaggio.

Un po' come in una interazione quantistica, dove l'osservatore influenza il fenomeno.

L'impianto, l'ambiente e il cervello dell'ascoltatore influenzano l'informazione.

Wow! Beh io però non scomoderei il paradosso del gatto per questa occasione, non é così difficile...é un discorso che viene prima del nostro orecchio, prima del nostro cervello...le osservazioni e le misurazioni in laboratorio si fanno con strumenti ben tarati, di certo non vengono tarati ad orecchio o a occhio

Il nostro sistema casalingo deve essere uno strumento lineare, pulito, trasparente, misurato lineare in banda audio...poi gli facciamo riprodurre il messaggio musicale ed ascoltiamo quella che teoricamente é la riproduzione più fedele possibile nel nostro ambiente del messaggio originale...poi se non ci piace come si sente e cerchiamo di modificarlo é altra cosa e si entra nella MyFi

Inviato

Mai visto in vita mia un impianto che non sia myfi. Come sono fatti?

Inviato
1 ora fa, mozarteum ha scritto:

/ambiente mascheranti.

la conferma lo avuto nel bellissimo ascolto a casa @stanzani dove il miglior suono era sempre quello non corretto (ma ha un ambiente molto felice la cui risposta e’ alle

misure buone).

E siamo arrivati al punto.

Idealmente la risposta in frequenza più è lineare eccetera e meglio è.

Il problemi arrivano nel percorso verso  quella linearità e qui entra in ballo la fallacità umana.

Io ho passato tutto ieri sera a misurare e ascoltare le casse che sto facendo (,tra un bannaggio e l'altro da melius...) .

Il mio obiettivo era raggiungere la migliore linearità non però trattata come un feticcio quindi la linearità per la linearità a qualunque costo ma soltanto in funzione del qualità audio del realismo che però e qui sta  l'inguanguano devo decidere io non qualcun altro...

So problemi 

 

 

  • Melius 1
Inviato
32 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Questo. Ma ripeto, ambiente felice di suo

Entro una determinata finestra di linearità sono *permesse* delle piccole variazioni di, diciamo, *accordatura soggettiva* e basta anche un inezia per preferire personalmente un suono da un altro

Ad esempio nella regione del medioalto, dove siamo molto sensibili, mezzo dB in più o mezzo dB in meno già può fare la differenza

Se poi la cosa si estende ad una manciata di db il suono viene anche stravolto

Inviato
2 minuti fa, ilmisuratore ha scritto:

Entro una determinata finestra di linearità sono *permesse* delle piccole variazioni di, diciamo, *accordatura soggettiva* e basta anche un inezia per preferire personalmente un suono da un altro

Ad esempio nella regione del medioalto, dove siamo molto sensibili, mezzo dB in più o mezzo dB in meno già può fare la differenza

Se poi la cosa si estende ad una manciata di db il suono viene anche stravolto

L'ambiente dell'ex (purtroppo) forumer a cui si riferisce Mozarteum, è dedicato e frutto di un lungo lavoro di affinamento che ha pure previsto importanti lavori strutturali al fine di raggiungere la miglior condizione possibile. Nonostante questo, Stanzani utilizzava una correzione attiva per rifinire al meglio il tutto. Seguivo sempre con interessi i suoi interventi, mi sono stati molto utili, univa conoscenza teorica e spirito pratico.

Credo sia del tutto plausibile che in una situazione di partenza come la sua, l'intervento di una correzione attiva, comunque implementata con sapienza, avesse un effetto assai limitato.

  • Melius 1

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