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Mendelssohn era un genio


Grancolauro

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Inviato

@Grancolauro  Grazie per il bellissimo post!

E, tra l'altro, da organista, non posso che confermare la genialità di Mendelssohn (occhio che nel titolo hai invertito la "h" e la "o" ... :classic_wink: ): ognuno dei suoi brani scritti per organo è bellissimo e coinvolgente, dai 3 preludi e fuga alle 6 sonate, con alcuni adagi veramente meravigliosi e molti temi davvero musicalissimi ed, appunto, geniali!

Saluti,

Max

Inviato
33 minuti fa, Max440 ha scritto:

occhio che nel titolo hai invertito la "h" e la "o"

Grazie!

Hai ragione sul refuso, peccato non riesca più a correggerlo neanche nel post oltre che nel titolo...c'è un modo per farlo, che tu sappia?

Inviato
32 minuti fa, Grancolauro ha scritto:

c'è un modo per farlo, che tu sappia?

Devi chiedere ai mod.

Inviato

@Grancolauro Bel post, grazie. Appena riesco me la ascolto, non la conosco.

Se non ricordo male sei pianista anche tu, o comunque musicista, quindi ne approfitto con un paio di domande.

Quali altri pianisti suggerisci oltre al Barenboim del video?

Riallacciandomi al thread sui temperamenti, riguardo a quando affermi che la tonalità di Sol minore si presta bene all'atmosfera del brano. Mi chiedo, dal momento che il temperamento è equabile una tonalità (minore) non vale l'altra? Intendo dire, se l'ampiezza degli intervalli è la stessa in ogni tonalità, questa non diventa irrilevante? Magari chi ha un orecchio assoluto può percepire sfumature emotive diverse, ma in generale questa cosa di associare una tonalità a specifiche sensazioni o emozioni l'ho sempre intesa come valida quando appunto il temperamento non è equabile. Penso a tutta la retorica della musica precedente all'affermazione del temperamento equabile, sia in ambito tonale, ad esempio nel periodo barocco, che in ambito modale nei secoli ancora precedenti.

Inviato

Ref

2 ore fa, Grancolauro ha scritto:

Hai ragione sul refuso

 

Refuso corretto, sia nel titolo che nel post. Il nome di Mendel ...  si sbaglia facile... pure io ci devo sempre pensare in dove va messa la "H"...

A parte questo, questioni di scarsa imposrtanza, ottimo intervento Damiano, letto solo ora, veloce,  a rileggerci prreto!

Inviato
16 minuti fa, analogico_09 ha scritto:

ottimo intervento Damiano

Sono d'accordo: per competenza, forma e contenuti è sempre un piacere leggere questo genere di contributi.

  • Thanks 1
Inviato
7 ore fa, UpTo11 ha scritto:

Quali altri pianisti suggerisci oltre al Barenboim del video?

Tra le integrali delle Romaze senza parole, quella di Berenboim dei primi anni Settanta è la più nota e a me piace molto, devo dire. Altrimenti, tra le selezioni, andrei ad ascoltare senz'altro Gieseking (sebbene pessima sia la qualità dell'incisione, purtroppo, resta probabimente il Mendelssohn più bello di sempre al pianoforte) e Andras Schiff. Tra i giovani pianisti, da ultimo mi sono piaciute le raccolte di Denis Kozhukhin (davvero originale) e, soprattuto, di Javier Perianes (molto elegante). A me piacciono molto anche le Romanze incise per la Denon da Kyoko Tabe una ventina di anni fa. Non mi hanno convinto, invece, le Romanze incise di recente da Igor Levitt, ma ho un rapporto contrastato con questo pianista quindi non sono attendibile.

 

7 ore fa, UpTo11 ha scritto:

Riallacciandomi al thread sui temperamenti, riguardo a quando affermi che la tonalità di Sol minore si presta bene all'atmosfera del brano. Mi chiedo, dal momento che il temperamento è equabile una tonalità (minore) non vale l'altra? Intendo dire, se l'ampiezza degli intervalli è la stessa in ogni tonalità, questa non diventa irrilevante?

Non ho letto il thread a cui ti riferisci. Ricordo una lunga discussione sul tema nel vecchio forum andato in fumo, nella quale molti furono gli interventi interessanti.

Per indole, sono piuttosto scettico riguardo la presunta relazione "naturale" tra tonalità e stati emotivi (o "affetti" che dir si voglia) in un sistema tonale temperato. Mi convince molto di più, invece, l'ipotesi di una relazione di tipo "culturale": il fatto che alcune grandi opere, dotate di un carattere ben determinato, siano state scritte in una certa tonalità, ha condizionato i compositori successivi che per imitazione hanno scritto opere col medesimo carattere e nella medesima tonalità, generando degli standard che si sono consolidati nel tempo. Per dire: il fatto che Mozart usi il Re minore come tonalità d'impianto del Requiem, del Don Giovanni e del Kyrie K431 ha indotto la cultura musica di tutto l'Ottocento ad associare a questa tonalità un tono fortemente drammatico. Il carattere tragico del Sol min in cui è scritta la Romanza op. 102 n.4 di Mendelssohn rinvia invece, nella tradizione, ad Haydn: è la tonalità preferita dello Sturm und Drang. Lo stesso Mozart non a caso la usa nella celebre Sinfonia K440. Ma gli esempi potrebbero essere moltissimi.

Molto più interessante in un sistema tonale, ad ogni modo, mi sembra la relazione tra affetti umani e la struttura armonica del brano, vale a dire il concatenarsi delle tonalità nel tempo; cosa a cui ho cercato di far cenno nel primo post con riguardo a Mendelssohn. In questo aspetto "dinamico" delle tonalità, e nella geometria degli affetti che ne deriva, risiede secondo me la vera forza del sistema tonale, vale a dire la sua capacità di scandagliare nel profondo l'animo umano.

ciao e buona serata

  • Melius 1
Inviato

Caro Damiano leggerti è davvero interessante ed istruttivo. Grazie!

Propongo qui un'interpretazione completamente differente ma assai interessante: Maria Grinberg a 34:10

 

  • Thanks 1
Inviato
12 ore fa, Grancolauro ha scritto:

Tra le integrali delle Romaze senza parole, quella di Berenboim dei primi anni Settanta è la più nota e a me piace molto, devo dire. Altrimenti, tra le selezioni, andrei ad ascoltare senz'altro Gieseking (sebbene pessima sia la qualità dell'incisione, purtroppo, resta probabimente il Mendelssohn più bello di sempre al pianoforte) e Andras Schiff. Tra i giovani pianisti, da ultimo mi sono piaciute le raccolte di Denis Kozhukhin (davvero originale) e, soprattuto, di Javier Perianes (molto elegante). A me piacciono molto anche le Romanze incise per la Denon da Kyoko Tabe una ventina di anni fa. Non mi hanno convinto, invece, le Romanze incise di recente da Igor Levitt, ma ho un rapporto contrastato con questo pianista quindi non sono attendibile.

Che ne pensi dell'interpretazione di Murray Perahia? Mi ricordo un suo stupendo concerto al Teatro Massimo, appena riaperto dopo tanti anni, in cui ne interpretò diverse insieme ad altri brani (molte trascrizioni di Bach). 

Inviato

@Alpine71  Grazie! Non conoscevo questa registrazione. L'ascolterò senz'altro con

attenzione.

 

Inviato
8 ore fa, giorgiovinyl ha scritto:

Che ne pensi dell'interpretazione di Murray Perahia?

Le Romanze di Perahia non mi entusiasmano francamente. Mi sembrano un po' affrettate, giocate più sul lato della brillantezza virtuosistica piuttosto che su quello lirico ed espressivo. Dopo tutto, le romanze nascono come pezzi per voce e accompagnamento. Nelle Romanze senza parole, quindi, il pianoforte dovrebbe idealmente sdoppiarsi, imitando da un lato la voce e le sue nances timbriche, e dall'altro sostenendo la voce con un accompagnamento che mai diventa protagonista. Proprio in questo Gieseking è a dir poco magistrale!

Inviato
22 ore fa, Grancolauro ha scritto:

Per indole, sono piuttosto scettico riguardo la presunta relazione "naturale" tra tonalità e stati emotivi (o "affetti" che dir si voglia) in un sistema tonale temperato.

 

A questo proposito, io ed altri colleghi abbiamo una visione differente.

La tonalità, in senso stretto, è "fisicamente" legata a determinate frequenze, e queste frequenze sono correlate a sensazioni psico-fisiche specifiche.

Ergo, anche mezzo tono di differenza nell'esecuzione di un brano, provoca sensazioni (diciamo così per semplificare) diverse nell'ascoltatore, a prescindere dal temperamento dello strumento.

Nei tempi antichi, gli esseri umani avevano sicuramente una sensibilità maggiore, e i tetracordi greci o le modalità gregoriane, con piccole variazioni intervallari e di altezza, creavano grandi variazioni "degli affetti" ...

Dal 1500 circa si è tutto un po' semplificato con il modo maggiore e minore, ma anche l'altezza assoluta della composizione ha una valenza non indifferente: forse, per molti, ormai il mezzo tono non è più percepibile, ma il tono intero è decisamente in grado di mutare il senso musicale di una composizione: basta avere un organo col traspositore e provare a suonare, per esempio, il luminoso preludio e fuga in Re maggiore di Bach un tono sotto, oppure la Fantasia e Fuga in Sol minore un tono sopra: è davvero un'altra musica (in peggio, ovviamente...).

Argomento molto intrigante ...

Bye,

Max

  • Thanks 2
Inviato

Lo devo scoprire - approfondirò; nel mio piccolo mi piace molto l'ouverture " the hebrides " Fingal's Cave.

 

10 minuti sinfonici veramente belli, intensi ed eleganti

 

image.thumb.png.82b42f1aef3b7e5fa399fd832481254e.png

Inviato

@jakob1965  Bellissima Fingal's Cave! C'è la versione di Otto Klemperer con la Philarmonia Orchestra che è strepitosa. Per  la musica di Mendelssohn gli aggettivi "intesa" e "elegante" mi sembrano davvero azzeccati

Inviato

Scusate se mi "intrometto" con la parte organistica, ma ascoltate almeno il primo tempo della stupenda sonata Op.65 n°6 : la bellezza di queste variazioni sul corale non hanno parole ...

Vi linko una bella interpretazione dal vivo e un video con la partitura da seguire :  buon ascolto!

.-.-.-.-.-.-.-.

.-.-.-.-.-.-.-.

 

  • Melius 1
  • Thanks 1
Inviato

@Max440 Bellissimo grazie! Questo post mi fa considerare di come Mendelssohn non abbia le attenzioni che si meriterebbe.

 

@Grancolauro Facci sapere cosa pensi della Grinberg su Mendelssohn, pianista eccelsa, avversata in patria e non particolarmente conosciuta. Ciao!

Inviato
26 minuti fa, Alpine71 ha scritto:

Questo post mi fa considerare di come Mendelssohn non abbia le attenzioni che si meriterebbe.

Mendelssohn è stato per lungo tempo considerato il campione dell'alta borghesia ebraica tedesca, conservatrice e refrattaria tanto ai fervori romantici impersonati dalla musica di Schubert e Schumann, quanto agli slanci "rivoluzionari" di Beethoven. Ma sono stereotipi culturali che hanno oscurato la grandezza di Mendelssohn, su questo non ho dubbi. Diverse suo opere rivelano un equilibrio tra intesità espressiva, rigore formale ed eleganza del gesto che non ha pari, secondo me.

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