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Come l'ho comprata ve la rivendo, più si studia...


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Inviato

e più si è tristi e infelici. Sentita stamattina riportata dalla radio, Freccia per la precisione citando uno studio durato parecchi anni di una università finlandese, almeno mi pare fosse finlandese. Adesso con mia somma gratitudine sdoganeremo il " beato te che non capisci un c...o! :classic_biggrin: 

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Inviato
7 minuti fa, ferrocsm ha scritto:

e più si è tristi e infelici. Sentita stamattina riportata dalla radio, Freccia per la precisione citando uno studio durato parecchi anni di una università finlandese, almeno mi pare fosse finlandese. Adesso con mia somma gratitudine sdoganeremo il " beato te che non capisci un c...o! :classic_biggrin: 

Senza attendere lo studio anche in una canzone rap del re si dice 

" mia madre mi diceva, più leggevo e più ero scemo "

Io mi fido di lui... 

  • Haha 1
Inviato

EG già..

La consapevolezza delle caducità delle umane sorti si impara al classico.. quindi meglio l’itis.. qualche cavetto qua e là, il più e il meno da non confondere, e il più è fatto..

e il terrore escatologico più grande è prendersi la scossa colla dueventi ..

:classic_biggrin:

piergiorgio
Inviato
20 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Leopardi l’aveva detto in due righe duecento anni fa come sanno quelli che hanno fatto il classico.

Secondo me le cose non stanno cosi’: piu’ si conosce e piu’ la vita e’ interessante perche’ si guarda, ascolta e valuta con consapevolezza e pienezza che uno non studiato non ha. E il godimento consapevole e’ doppio. La tristezza puo’ derivare solo dal pessimismo che la cultura puo’ infondere, con riguardo ai fatti umani, alla parabola degli stessi, alle atrocita’ della sorte, il tutto passato al vaglio della ragione e non compostato nell’informita’ dell’ignoranza.

Peraltro ricordo una bellissima frase del Cardinale Martini eminente studioso: nell’ultima parte della vita trovo piu’ pienezza nella contemplazione che nello studio.

Vai a sapere…

Che intervento carico di malinconia...si vede che hai studiato 

Inviato
18 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Maronna r’ o carmine

Fidati... 

 

Inviato
12 minuti fa, Roberto M ha scritto:

Leopardi non era triste e pessimista (leopardiano, appunto) perché studiava, ma perché conduceva una vita abbastanza sfigata.

Sapegno o Briatore?

Inviato

Importante è lo studio

Ancora di più, come codifichiamo ed elaboriamo gli eventi che ci accadono, soprattutto quelli più dramnatici

È un processo più interiore che esteriore

Spesso, molto sofferenze sono autoinflitte per mancanza di consapevolezza, drammatizzazione eccessiva, identificazioni sclerotizzate e rimozione delle nostre istanze interiori non gradite

Inviato

Credo che ci sia anche una propensione individuale come l’essere alti o bassi.

Comunque i veri banchi di prova sono malattie col timer innescato e morti care.

L’equilibrio di una persona il suo saper essere sereno felice o semplicemente adeguato alla navigazione con marosi si misura la’. Ed escono fuori energie inaspettate.

ma credo che non siamo piu’ in tema

briandinazareth
Inviato
1 ora fa, ferrocsm ha scritto:

e più si è tristi e infelici. Sentita stamattina riportata dalla radio, Freccia per la precisione citando uno studio durato parecchi anni di una università finlandese, almeno mi pare fosse finlandese. Adesso con mia somma gratitudine sdoganeremo il " beato te che non capisci un c...o!

 

in realtà la cosa pare essere pure più bastarda di così... 


ricordando che parliamo sempre di tendenze statistiche, la correlazione infatti non è  diretta fra lo studio e l'infelicità, ma tra questa e le caratteristiche personali che spingono allo studio. 

ovvero la tendenza ad accontentarsi di meno rispetto a quanto si sa, la minore tendenza alle illusioni (da quelle romantiche, alla rappresentazione di se ecc.), una certa maggiore irrequitezza, al non fermarsi al già acquisito ecc.

questo, statisticamente, porta ad una maggiore ricerca dello studio ma anche all'insoddisfazione e all'infelicità. 

tra l'altro il pirmo criterio in assoluto e di gran lunga superiore agli altri per la felicità (sempre statisticamente) sono le relazioni; in molti casi studiare a fondo e avere le caratteristiche precedenti possono essere di ostacolo. essere un po' scemi aiuta :classic_biggrin:


 

extermination
Inviato

Credo sia fondamentalmente una questione di approccio allo studio e alla vita.

Inviato

Scriveva Kant nella “Critica del giudizio”: “… la produzione, in un essere ragionevole, della capacità di scegliere i propri fini, e quindi di essere liberi è la cultura. Perciò la cultura soltanto può essere l’ultimo fine che la natura ha ragione di porre al genere umano.”

Inviato

"Fatti non foste a viver come bruti/ma per seguir virtute e canoscenza"

Pur non avendo fatto il classico questa la conosco anch'io: dallo studio non possono che venire cose buone, compresa la consapevolezza di quello che siamo e dei nostri limiti.

Se si ama il sapere in sè stesso, questa consapevolezza non è cagione di infelicità, ma uno sprone a voler sapere ancora di più, ad essere sempre aperti e curiosi.

Sapere di non sapere è un privilegio, non sapere di non sapere è il fardello di chi si riempie di sè stesso.

Inviato
51 minuti fa, piergiorgio ha scritto:

Che intervento carico di malinconia...si vede che hai studiato

No, ha solo trovato un vinile agognato ma arato da un “selezione read digest” o gumme gaz se scrive…😁


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