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Muti......come artista una cosa, come uomo un’altra


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Inviato

Chi va al mulino s'infarina, dice il detto popolare; una volta che accetti di ospitare Riccardo Muti, conoscendolo, fai in modo che queste situazioni non si creino. Avrà anche il carattere del maleducato, non lo so, probabilmente, ma non è che lo cambia per Chailly o Meyer.

Alberto.

 

Inviato

@OTREBLA

Il carattere, anzi caratteraccio come si dice in Toscana, è un conto, la buona educazione/buona creanza è un altro conto.

Ci sono circostanze in cui dire buongiorno e buonasera, anche al tuo peggior nemico, è questione di semplice buona educazione: per esempio quando ci si siede ad un tavolo per definire un armistizio pur se si è in guerra!

Il carattere, bello o brutto che sia, non c’entra niente con l’educazione e con i principi di convivenza civile. 

Detto questo, se Chailly è andato a salutare, seppure anche solo come atto di cortesia formale, vuol dire che non si aspettava una reazione così, e cioè vuol dire che i rapporti fra i due non dovevano essere così terribili.

Ai tempi in cui Chailly era direttore del prestigioso Concertgebouw di Amsterdam, negli anni ‘90, ricordo di aver assistito ad una quarta di Mahler diretta da Muti, che era stato invitato al Festival Mahler che si teneva ad Amsterdam da Chailly, che aveva invitato pure Abbado e altri.

Dopo di che, sono passati molti anni e non so quello che è passato fra i due .... di sicuro il fatto che Chailly è stato eletto come successore di Abbado a dirigere l’orchestra più famosa del mondo, La Lucerne Festival Orchestra, non deve aver fatto piacere a Muti... 

Ma questo ripeto, non implica che un formale buongiorno e buonasera non sia obbligatorio per tutti... per chi ospita e per chi è ospitato...

Questione solo di minima educazione... 

Inviato
5 ore fa, BEST-GROOVE ha scritto:

Ad ogni modo se hai qualche nome da fare di direttori grandi da ambo le parti ben venga

ha risposto SimoTocca 🙂 ......magari considerati meno grandi ma fra quelli più propensi alla cordialità potrei aggiungere Pretre, Masur, ecc. 

analogico_09
Inviato

Sarà un grande "maestro", "suonerà bene", ma a me Muti, l'interprete, non piace, mentre trovo il suo umorismo di grana grossa e le "lezioni" spesso autoreferanziali_compiaciute... poi le cose le sa.., ma sono in tanti a saperle.., e in certi casi penso sia più importante come si dicono, quel certo grado di "umiltà" che riduce opportunemante le distanze tra chi insegna e chi apprende.

Sono stati già ricordati gli Abbado, i Bernstein, i Pretre.., ecc... artisti di umana "cortesia" e di ben altro rango direttoriale...

 

Questo Mozart per me "bandistico" - mi fermo alla Sinfonia delle Nozze di Figaro ma nulla del restante mi affascina... -  ha tempi, dinamica, agogica da "giocolieri" della musica naturalmente abile, ma in mancanza di quell'"attimo" (eterno) di metafisica tutto ciò che ascolto dal "maestro" non mi conquista. Faccio ammenda facendomene insieme una ragione.., accetto serenamente il limite.


 

 

La scenetta al teatro col collega ricorda cose da dive compassate, di un anacronismo da salotto ottocentesco che Michael Aspinall avrebbe saputo ben satirizzare e solo in tal caso ci sarebbe stato di che sorridere di cuore.., così dal vero trovo sia cosa triste, trascurabile...

 

 

  • Melius 1
Inviato
23 ore fa, SimoTocca ha scritto:

sopra le righe”.

Può anche non piacere, e può rimanere antipatico come uomo e come persona (alcuni amici orchestrali non lo sopportano proprio), ma rimane un grandissimo interprete,

Si, però io faccio fatica ad apprezzare gli artisti che mi risultano essere dei pover uomini. 

Posso tollerare dei comportamenti bizzosi da prima donna, perfino le eventuali  critiche o insofferenze verso il pubblico,  ma non certo il mal comportarsi , o peggio, con orchestrali o colleghi.

 

 

 

 

 

 

  • Melius 1
Inviato
4 ore fa, analogico_09 ha scritto:

Sono stati già ricordati gli Abbado, i Bernstein, i Pretre.., ecc... artisti di umana "cortesia" e di ben altro rango direttoriale...

Come diceva qualcuno  ... "signori si nasce, ed io lo nacqui"

Inviato
12 ore fa, SimoTocca ha scritto:

Attila Giuliani

Attilia Giuliani per la precisione

  • Haha 1
Inviato

A me il concerto di Muti coi Wiener e’ parso un concerto di alta routine anche se l’attacco del Calma di mare di Mendelsshon, veramente meravigliosa la compatezza morbida del pianissimo degli archi ad evocare la bruma lacustre d’un mare nordico, lasciava presagire una serata memorabile.

Sono state ovviamente esecuzioni impreziosite dalla bellezza del suono dei Wiener ma non e’ stato detto nulla di nuovo e la “tremenda” transizione della quarta di Schumann che introduce all’ultimo movimento e che deve far saltare dalla sedia e’ scivolata un po’ via (poi senti Celibidache o Furtwangler o anche solo Sawallisch...); meglio la seconda di Brahms -che avevo gia’ sentito a Slz- per via di quel magnifico legato degli archi dei viennesi di cui parlava Simone. Ma mi e’ sembrata una lettura un po’ datata ne’ carne ne’ pesce, lontana sia dalla poesia di un Giulini o Walter che dal nerbo d’un Kleiber o Abbado.

Grande impressione il valzer dell’imperatore come bis. Li’ si conferma la grandezza dei Wiener Philarmoniker che cantano sempre in ogni sezione (anche i timpani cantano)  senza rigidita’ metronomiche, e con un’aroma di timbri unica e sempre riconoscibile.

Strepitosa l’acustica del nuovo teatro di Firenze, molto simile a quella del Festspielhaus di Salisburgo, certamente la migliore sala dove sentire

musica sinfonica in Italia.

analogico, le nozze di Muti in disco non sono un granche’.

Ma ti assicuro che quelle con cui debutto’ alla scala nel

maggio 1981 (ovviamente io c’ero) e prima ancora a Firenze (li’ ero troppo piccolo) sono state superlative.

alla Scala anche per la regia di Strehler credo uno dei dieci spettacoli piu’ belli della mia vita.

Nell’ouverture era un caleidoscopio di colori in uno scatto felino di ritmi che pero’ non erano mai in danno della morbidezza direi quasi felpata degli archi. 
Muti ha fatto soprattutto nell’opera cose grandiose anche per la capacita’ rara (in cio’ superiore ad Abbado ad esempio) di saper guidare i cantanti.

Trovo eccezionale anche il Muti sinfonico della prima ora (Philarmonia di Londra) di cui ho tutto in disco e che ascoltai in tournee a Roma a fine anni 70.

In seguito devo dire non sempre mi ha entusiasmato nel repertorio sinfonico. Esecuzioni di spessore sia chiaro, ma col tempo sempre piu’ levigate e canoviate se mi si passa il termine.

Le stesse cose dirette da Abbado (parlo di confronti live in disco non passa tutto anzi nel sinfonico passa pochino) sembravano avere il doppio delle note e di indicazioni agogiche.

Poi dipende dagli autori, certamente. 

Lui si sente erede di Toscanini ma Arturo era d’un altro livello a mio avviso anche se Muti e’ sempre interessante.

Prossimi appuntamenti Aida a Verona e la

grande di Schubert a Ravenna

  • Melius 1
Inviato

@SimoTocca Simone, mi pare che anche nella critica sul comportamento qui si sia scritto proprio la stessa cosa.

Inviato

Roberto guarda che "Aroma" è maschile.

Alberto.

Inviato

Si scusa avevo confuso con a lazzzio

  • Haha 1
Inviato
12 ore fa, antoarma ha scritto:

Attilia Giuliani per la precisione

Hehehe... il solito “correttore” Apple... mannaggia ..! 😉

Comunque, se hai letto la lettera pubblicata su Repubblica, ero perfettamente d’accordo con le sue motivazioni.

@Gabrilupo a noi capita spesso di essere completamente  d’accordo 😉

9 ore fa, mozarteum ha scritto:

Sono state ovviamente esecuzioni impreziosite dalla bellezza del suono dei Wiener ma non e’ stato detto nulla di nuovo

E perché mai si dovrebbe per forza “dire qualcosa di nuovo” in opere “straclassiche” come la quarta Sinfonia di Schumann e la seconda di Brahms?

Nel caso della quarta Sinfonia di Schumann: solo Muti riesce ad amalgamare il suono dell’orchestra come se l’orchestrazione di Schumann fosse davvero perfetta... cosa che riesce solo a lui e a Bernstein! Perché in realtà Schumann con l’orchestrazione non ci “andava proprio a nozze”, forse perché troppo abituato a pensare da “pianista”.

Quando una Sinfonia di Schumann “scorre via” come se fosse perfetta...ecco, questa è di per sé una novità, cioè una cosa che non si ascolta pressoché mai dal vivo, e quasi mai su “disco”.

Anche la seconda di Brahms, la Pastorale, per il suo estremo lirismo non deve dire per forza qualcosa di nuovo, ma “riesce a parlare” proprio perché un grande classico della tradizione, e parla meglio se l’esecuzione è perfetta e cesellata in ogni suo dettaglio sonoro.

Muti ha un suo “stile”, un suo approccio, ma a differenza di Celibidache rimane sempre molto attento e fedele a quanto scritto nello spartito, e in questo è sempre molto toscaniniano.

Ebbene sì, io l'ho ascoltato il suo Così Fan Tutte al Maggio, e forse anche per questo continuò ad amare la sua registrazione live con i Wiener (registrazione fatta male è piena di difetti, ma artisticamente ancora un capolavoro, superiore a tutti gli altri, compreso Böhm e il giovane Karajan..).

Forse è proprio il brutto carattere di  Muti a renderlo antipatico e a sminuirne i meriti artistici.

Che poi essenzialmente consistono proprio nell’essere un “custode della tradizione”, un “conservatore” in musica, impermeabile a qualunque avanzamento filologico..... ma proprio per questo affascinante e sempre da ascoltare come “altra campana”.

Con le voci: Muti ha anche avuto molta fortuna, oltre che grandi meriti, perché la scuderia EMI di allora era più “fornita” di quella DG.

Insomma il suo Requiem di Verdi anni ‘70 con la Scotto in forma vocale perfetta, o la sua Traviata, sempre con la Scotto, o la sua Aida o il suo Nabucco...

Certamente con le voci Muti ci sa fare,  così come Abbado (che come al solito ha un approccio diverso, lascia più libero chi canta e ne “segue” il respiro con l’orchestra, in maniera quasi magica) o come Karajan (che “impone” un po’ come Muti, la sua linea) o come Giulini che guida “gentilmente” la voce.

Frequentando fin da bambino piccolo piccolo, cioè da metà anni ‘70 che avevo 8 anni, ho avuto il piacere di ascoltare dal vivo, anche se con “fanciullesca inconsapevolezza” millanta volte Muti, ma anche Giulini, così spesso sul podio al Maggio, ma anche Celibidache, ospite pressoché fisso e di cui ricordo alla perfezione l'incidente, durante le prove aperte al pubblico degli studenti del conservatorio, con la caduta dal podio e la frattura del femore,

Che poi fu l’evento iniziale che causò la morte del maestro rumeno.

Celi non mi piaceva neanche da bambino (o forse non mi piace neanche ora da adulto proprio perché non mi piaceva quando ero bambino? Boh?! I misteri della psiche...).

E con quanta generosità Zubin Mehta che era proprio a Monaco, ritornò al volo a Firenze a sostituire Celibidache nel concerto che si tenne ugualmente... quanti bei ricordi!!

Ma ecco, il mio giudizio positivo su Muti spesso non lo dico proprio per paura di non essere “obbiettivo”, per timore di essere influenzato dai miei ricordi di bambino in cui “la chitarra era una spada e chi non ci credeva era un pirata” (cit. E. Bennato). Per me, da bambino, Muti era un “eroe”, e tutto quello che la sua bacchetta toccava diventava “magico”...

 

Inviato

E mbe’ no Schumann mai sotto naftalina manco quello sinfonico. Non e’ un compositore da “spianare”; va valorizzato il contentuto armonico almeno in misura pari a quello melodico, e mai sepolta del tutto la carsica “madness”. La quarta poi e’ una scomposta (sublime) sinfonia romantica proiettata nel futuro anche per alcune incrinature tonali. Pettinarla e’ secondo me un minus non un plus.

Piu’ a suo agio con Brahms ma anche li’ non ricorderemo nei secoli dei secoli come si ricordano Walter, Giulini Kleiber e Karajan.

Comunque il Muti degli anni fiorentini fu sensazionale come attestano le molte (non sempre perfette) riprese rai.

 

Inviato

Piccolo ot. Il Maggio fiorentino anche negli anni 50 non scherzava. Ieri sera sentivo la forza del destino di mitropoulos 1953, forse l’edizione di riferimento.

Elektra sempre dello stesso, i Vespri con Erich Kleiber, la mitica Agnese di Hoenstaufen con Gui (che Muti ripropose con pari successo negli anni 70)...anche in anni recenti ottime cose alcune straordinarie. per me e’ una festa tornare a Firenze ogni volta. 
Raccomanderei agli amministratori una maggior cura dell’arredo urbano troppi negozi bangladescici con luci al neon in tutta l’area intorno al mercato. Va bene il globalismo, ma con stiglierie in legno e insegne e luci adeguate alla meraviglia che e’ Firenze. Peraltro anche Roma esquilino non e’ da meno ma Roma e’ piu’ grande e nell’insieme si nota meno (ci sono altri elemebti di degrado ma il lock down li ha attenuati segno che il degrado e’ dovuto piu’ al lanzichenecchiume che agli amministratori).

Tornando a Muti da domani per chi e’ interessato sono in vendita i biglietti per i due concerti al ravenna festival

analogico_09
Inviato
10 ore fa, mozarteum ha scritto:

A me il concerto di Muti coi Wiener e’ parso un concerto di alta routine

 

Meglio alta che bassa ma pur sempre di routine si tratta... avrebbe detto anche  il professor pazzaglia! 😄

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