gorillone Inviato 28 Aprile 2024 Inviato 28 Aprile 2024 @senek65 E’ come cercare di sapere se viene prima l’uovo o la gallina 😉. Ci siamo capiti. 1
Questo è un messaggio popolare. kaos73 Inviato 29 Aprile 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 29 Aprile 2024 Anch'io ho ordinato il bluray. Come il mio solito non ascolterò, se non incidentalmente, alcuna anteprima fino all'arrivo del disco. Non so cosa aspettarmi e negli ultimi anni dovessi scegliere fra Waters e Gilmour andrei sul primo tutta la vita per un'infinità di motivi. Però quella chitarra mi emoziona come poche cose al mondo. Memorabile il concerto del 2006 a Venezia con Wright ed ancora nel 2016 all'Arena con mia moglie in cinta all'8o mese... 3
floyder Inviato 29 Aprile 2024 Inviato 29 Aprile 2024 2 ore fa, kaos73 ha scritto: con mia moglie in cinta all'8o mese... Complimenti, questa si chiama passione. 1
kaos73 Inviato 29 Aprile 2024 Inviato 29 Aprile 2024 1 ora fa, floyder ha scritto: Complimenti, questa si chiama passione. Mia moglie racconta di come la nascitura scalciasse durante l'assolo di Confortably Numb. La mamma imputa il fatto alla stanchezza (si era verso le 3 ore di concerto) di entrambe, io ad una alquanto precoce passione...
bear_1 Inviato 29 Aprile 2024 Inviato 29 Aprile 2024 @kaos73 ....ben ... diciamo che ha ascoltato della buona musica prima di nascere. 1
UpTo11 Inviato 5 Maggio 2024 Inviato 5 Maggio 2024 Il 28/4/2024 at 11:14, densenpf ha scritto: Gia' confermato il nuovo tour, ma scordatevi i Floyd classici. https://www.neptunepinkfloyd.co.uk/david-gilmour-tour-confirmed-in-uncut-magazine-interview E che cacchio.... Potrebbe essere il suo ultimo tour e proprio adesso si mette a fare lo schizzinoso?!
Questo è un messaggio popolare. claravox Inviato 17 Giugno 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 17 Giugno 2024 1 2
floyder Inviato 17 Giugno 2024 Inviato 17 Giugno 2024 Dai due pezzi che girano credo che questo sarà un bell’album, certo è la figlia che canta e non oso immaginare i soliti commenti …. per me promossa. 2
Acrobatica Inviato 19 Giugno 2024 Inviato 19 Giugno 2024 Essere originali oggi in campo musicale è davvero difficile anche per artisti come Gilmour. Togliersi quel mantello floydiano diventa complicato, poichè i fans sono molto esigenti e le aspettative sono alte. Non discuto sulla qualità del brano realizzato che trovo molto ben confezionato (ci mancherebbe), ma purtroppo Dido faceva queste cose già 15 anni fà.
bear_1 Inviato 19 Giugno 2024 Inviato 19 Giugno 2024 mah..diciamo che lui la chitarra la sa suonare e lei...... ma si dai promossa.
claravox Inviato 19 Giugno 2024 Inviato 19 Giugno 2024 6 ore fa, Acrobatica ha scritto: Dido faceva queste cose già 15 anni fà Effettivamente quando ho ascoltato il brano è venuta in mente anche a me Dido. Certo però che l’assolo di Gilmour nella sua semplicità mette i brividi.
Acrobatica Inviato 22 Giugno 2024 Inviato 22 Giugno 2024 Il brano è una cover dei Montgolfier Brothers. L'ha ammesso anche Gilmour.
djansia Inviato 24 Giugno 2024 Inviato 24 Giugno 2024 Catzo, mi sono innamorato. Avevo detto mai più, ma con lei voglio tentare un altro matrimonio.
ediate Inviato 17 Luglio 2024 Inviato 17 Luglio 2024 Mah, niente di nuovo sotto il sole (da questi due video, bisogna poi sentire tutto il disco). Spero che sia meglio di “Rattle that lock” (difficile fare di peggio, quel disco è veramente orrendo), non ci vorrà poi molto… ma perché tutti costoro non hanno il coraggio di dire “basta”? 1
Questo è un messaggio popolare. floyder Inviato 17 Luglio 2024 Questo è un messaggio popolare. Inviato 17 Luglio 2024 1 ora fa, ediate ha scritto: “Rattle that lock” (difficile fare di peggio, quel disco è veramente orrendo), Come sempre i gusti non si discutono … ma c’è anche a chi piace 😉 A costellare un anno musicalmente ricco e pregno di uscite degne di nota, non poteva che aggiungersi una vera e propria ciliegina sulla torta: parliamo ovviamente di David Gilmour, storico chitarrista e cantante dei Pink Floyd, che a distanza di nove anni dall'ultimo e meraviglioso On an Island, torna con un nuovo lavoro da studio. In questi anni, di acqua sotto i ponti ne è passata veramente tanta e molteplici sono stati gli eventi e i cambiamenti avvenuti. Il chitarrista di Cambridge, già con il precedente disco solista del 2006, aveva manifestato una sorta di distaccamento da quello che era il classico sound dei Pink Floyd, dando vita ad un'opera che guardava in maniera pacata e introspettiva al significato della vita, alla sua caducità e al passato. Con Rattle That Lock, Gilmour, è capace di reinventarsi nuovamente e di guardare avanti, cambiando ancora una volta la rotta del proprio volo, raffigurato nella meravigliosa artwork come una conquista della libertà e della propria realizzazione. La nuova opera del maestro della Stratocaster (e non solo) è una grande lode alla speranza, un incitamento a gustare ogni momento della propria vita, guardando al futuro con il sorriso. Gilmour, lasciandosi alle spalle le influenze floydiane e senza perdere il tocco che lo ha sempre caratterizzato, propone una nuova miscela composta di molti generi: rock e pop, jazz e swing, elementi folk e orchestrazioni. Ad un songwriting elegantissimo, si accostano poi le parole di Polly Samson, moglie del chitarrista. La famosa scrittrice e giornalista britannica ha avuto un ruolo fondamentale nella stesura del disco, poiché tutti i testi, ad eccezione di Faces of Stone e Dancing Right in Front of Me, sono stati da lei scritti. E' incredibile notare come musica e parole si trovino perfettamente in un connubio a tratti perfetto, delineando quanto i due siano empaticamente legati. Stando a quanto dichiarato dalla coppia, durante il Borris House Festival of Writing and Ideas del 2015, vi è un sottile filo conduttore che lega tutto il disco e, per quanto parlare di concept sia probabilmente una forzatura, il tema principale è quello di una giornata di vita che passa, insieme ai suoi pensieri e alle sue riflessioni. Sono le 5 A.M. e ci apprestiamo ad aprire lentamente gli occhi, svegliandoci dal torpore del sonno. Il nostro tuttavia è un risveglio morbido e pacato, accompagnato da lunghissime note di chitarra (questa volta una Gibson Les Paul) e su dei tappeti che creano un grandissimo impatto ambience, sospeso ed etereo. Ad accompagnare il chitarrista, in questo e molti altri brani, vi è un'orchestra di più di trenta elementi, diretta dal maestro Zbigniew Preisner, e pensando ai Pink Floyd di The Division Bell, questo è senz'altro il momento più floydiano del disco. Per rimanere in tema, fa leggermente sorridere come il disco si apra con una traccia dal titolo molto simile a quella dell'ex collega Roger Waters: parliamo di 4:30 A.M., opener di The Pros and Cons of Hitch Hiking. Rattle That Lock è il primo brano che abbiamo sentito di questo album, lanciato già diverso tempo prima dell'uscita del disco. Per quanto sia un brano pop, apparentemente semplice ed orecchiabile, vi è una curiosa storia e numerosi dettagli di spicco, che ne fanno una canzone di qualità. Le quattro note che aprono il pezzo non sono altro che un jingle usato nelle stazioni ferroviarie francesi (TGV) per attirare l'attenzione dei viaggiatori poco prima di un annuncio. Durante l'attesa del treno nella stazione di Aix-en-Provence, il chitarrista registrò il motivo poiché rimase colpito dalla musicalità e dalla capacità di entrare in testa con incredibile facilità. Da poche note Gilmour è riuscito a creare una canzone oggettivamente piacevole, che gode di numerosi dettagli di pregiata fattura: dal Liberty Choir di Londra, coro di ex-detenuti e non, al basso trascinante e coinvolgente di Guy Pratt. Il testo della titletrack, ad opera di Polly Samson, trae ispirazione dal secondo libro del Paradiso Perduto di John Milton. Let's go do it Have it all our way Go back to where we blew it And lose our heads along the way So long sin, au revoir chaos If there's a heaven, it can wait Rattle that lock Lose those chains (Rattle That Lock) In questa parte dell'opera dello scrittore inglese sono narrate le gesta di Satana, che attraversa le porte dell'Inferno per sfidare Dio e riprendersi il regno dei cieli. Il messaggio è quello di ribellarci e di cogliere l'attimo, di avere il coraggio di compiere gesti per i quali possiamo provare quel senso di timore che ci frena. L'obbiettivo è quindi forzare le serrature e rompere le catene, di qualsiasi tipo esse siano, per realizzarci a pieno. Il testo viene complementato con un meraviglioso video, realizzato dalla Trunk Animation, che prende spunto dalle illustrazioni di Gustave Doré per raffigurare la caduta di Lucifero dal regno dei cieli e la sua trasformazione in Satana, come descritto dal poema epico precedentemente citato. Un radicale e devastante cambio di atmosfere ci porta verso Faces of Stone, brano folk dalle tinte malinconiche. Rarefatte note di pianoforte aprono una ballad che descrive una giornata che il chitarrista passò con la madre negli anni settanta, pochi giorni dopo che le diagnosticarono una forte forma degenerativa di . La canzone trasmette esattamente le immagini di un ricordo lontano, dotata di un testo interamente narrativo e di sonorità vintage, mentre l'assolo di Gilmour ha un tiro drammatico che fa venire la pelle d'oca. Ancora storditi dalla potenza emotiva del terzo brano del platter, arriva la punta di diamante del disco, la bomba di pathos che ci stende definitivamente. A Boat Lies Waiting inizia con un pianoforte lento e sospeso, che si apre poi in un'andatura morbida ed estremamente coinvolgente allo stesso modo. Questa sezione iniziale fu scritta circa 18 anni fa da Gilmour e ne venne registrata una primissima versione, del quale è rimasto una sorta di strillo del figlio Gabriel (udibile intorno ai due minuti), a tempo neonato e oggi diciottenne. L'intero brano completamente dedicato all'ex collega e amico di una vita Richard Wright. Something I never knew In silence I'd hear you And a boat lies waiting Still your clouds all flaming That old time easy feeling What I lost was an ocean Now I'm drifting through without you In this sad barcarolle It rocks you like a cradle It rocks you to the core You'll sleep like a baby As it knocks at Death's door (A Boat Lies Waiting) L'intero testo è poesia pura, costellata di elementi che rimandano al mare, storica passione del tastierista dei Pink Floyd. Potremmo udire anche le sue parole a circa metà brano che dicono "It’s like going into the sea, there’s nothing". La canzone trasmette un lirismo incredibile e grazie alle voci di Crosby e Nash risulta ancora più toccante di quanto non lo sia già di per se. L'atmosfera nostalgica è davvero commovente, come pochi brani avevano fatto negli ultimi anni. Con Dancing Right in Front of Me, Gilmour propone un pezzo che non ci aspettavamo, costruito su un tempo swing e su delle incursioni rock/blues che conferiscono all'intera traccia un tiro più maestoso ed elegante. Degna di nota è tutta la sezione centrale, nella quale troviamo un'apertura completamente jazz, che ospita un breve assolo di chitarra seguito da quello di pianoforte. La Fender Stratocaster torna protagonista indiscussa del finale, nuovamente tirato e coinvolgente. La tensione emotiva rimane sempre alta e ciò che ora si presenta a noi è una sorta di composizione "famigliare, grazie all'aiuto di Polly Samson ai testi e del figlio Gabriel al pianoforte. In Any Tongue è un brano cupo e profondo che tratta uno dei temi più cari al chitarrista, ovvero la guerra e le disgrazie che essa provoca, poiché, in ogni lingua del mondo il dolore ha lo stesso sapore. Delle note acutissime, che a momenti sembrano urla di disperazione, aprono uno dei migliori assoli del disco, che rimanda alla passione e alla tragicità di Comfortably Numb. I collaudatissimi tappeti di tastiere lasciano spazio alla morbida chitarra completamente in clean durante i primi minuti di Beauty. Lo strumentale risulta un po' troppo sospeso ed etereo e si sblocca soltanto verso la fine, lasciando l'impressione di essere eccessivamente longevo rispetto alle idee messe in gioco. A fugare quella leggera sensazione di insoddisfazione ci pensa The Girl in the Yellow Dress, la vera sorpresa del disco. Il brano puramente jazz è stato scritto dalla moglie del chitarrista, ispirata da un quadro di Johnny Dewe Mathews che rappresenta un jazz club nel quale entra una meravigliosa ragazza vestita di giallo. La prima versione proviene da una vecchia registrazione del 2004 ed è stata poi incisa nuovamente in occasione del disco. Così come per Rattle That Lock, vi è un meraviglioso video fatto completamente di animazioni colorate e sinuose, conforme al brano nel quale l'artista è capace di adattarsi con estrema eleganza. Sorpresi e soddisfatti di questo bellissimo regalo, il disco si avvicina alla chiusura con Today, pezzo che riassume il concept della giornata. If you should wake and find me gone Keep safe this night and dwell upon Such murmurations, sun sunk deep Now close your eyes and go to sleep (Today) Le parole usate all'apertura con i cori, ci invitano a chiudere gli occhi ed andare a dormire, ripensando alla meravigliosa giornata passata ed apprezzandone i dettagli. Il brano mostra delle venature elettroniche su un corpo prettamente pop e si percepisce chiaramente la mano di Phil Manzanera, non solo come produttore ma anche come musicista, che trasmette un tocco più anni ottanta al tutto. Un pezzo non proprio brillante, che ha dei momenti particolarmente curiosi e divertenti, ma nulla di più. Di tutt'altro calibro è la chiusura affidata a And Then... ultimo strumentale del disco che mette nuovamente insieme l'orchestra di Zbigniew Preisner con la Stratocaster di Gilmour. Le trame evolvono in un'ascendenza melodica toccante e sempre in salita, capace di scavare facilmente nell'anima e lasciare un solco incolmabile. Il senso di pace che ci lascia questo finale, grazie anche all'entrata di una dolce chitarra acustica è un sentimento intenso e meraviglioso, che ci fa riflettere sulla bellezza di questa musica nella sua totalità: dal concetto preso da un punto di vista estetico alla perfezione nella pulizia del suono. La produzione è assolutamente perfetta e, a parte in Today che presenta molti strumenti e un briciolo di confusione, non possiamo che compiacerci del lavoro svolto. D'altronde da un così preciso non potevamo attenderci nulla di diverso e neanche i contenuti dell'edizione deluxe sono da meno. Oltre al case più grande, rifinito all'interno e liscissimo, abbiamo il canonico libretto con artwork e testi, dotato di copertina rigida. Vi è una particolare copia del secondo libro di Paradise Lost di John Milton, delle medesime dimensioni del piccolo tomo dei testi, dal quale Polly Samson ha preso ispirazione per la stesura dei versi della titletrack. In conclusione un poster con la locandina del tour e una lettera contenente una cartolina che raffigura il quadro precedentemente citato di Johnny Dewe Mathews, il tutto in stile perfettamente anni sessanta. Ciliegina sulla torta, apprezzatissima da me chitarrista, è una bustina contenente un comodo plettro madreperlato con la signature dorata di Gilmour, anch'esso contenuto nella lettera. Qualche riga in più è d'obbligo anche per i contenuti extra del DVD: dal classico e piacevole video di Making Of, a delle pregiate Barn Jams del 2007 con Richard Wright, Guy Pratt e Steve DiStaninslao, passando per la lunga intervista svolta al chitarrista e alla moglie durante il Borris House Festival del 2015. Forse meno omogeneo di On an Island, ma più personale e a tratti più sorprendente, questa nuova uscita non tradisce le aspettative che vi si erano create attorno. Sicuramente Rattle That Lock si distacca molto dai lavori precedenti del chitarrista inglese e, per quanto ogni tanto si respiri un'aria di apparente semplicità, troviamo in ogni angolo qualche dettaglio che tende a sfuggire. David Gilmour è un maestro che ormai non deve più dimostrare nulla al mondo, considerato il suo passato. Eppure, nonostante tutto, continua a farlo con una gran classe. 2 2
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