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Melius Club

Sentire differenze... che non ci sono!


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ascoltoebasta
Inviato
2 ore fa, ilmisuratore ha scritto:

Fidati pure (del resto è un auto-fiducia, quindi nessuno ti potrà smentire)

Infatti,e se non mi hanno smentito le prove in cieco se ne può stare certi,comunque confermo che anche con i cavi AES/EBU,con i migliori,sempre della gamma Audioquest, il suono migliora,del resto lo consiglia la stessa Lector,di usare un buon cavo.

ilmisuratore
Inviato
3 minuti fa, goldeye ha scritto:

@ildoria76 Meno di 30 secondi...

Per "demolire" le misure 😁🤣

Quello che le "demolisce" sta nel cervello dei percepitori :classic_biggrin:

Inviato
31 minuti fa, goldeye ha scritto:

Meno di 30 secondi...

Per "demolire" le misure 😁🤣

Attenzione perchè se nel video l'ing.Rossi sembra più propenso a dare un peso maggiore per quanto riguarda l'ascolto rispetto alle misure, nel finale del video lascia tutti un pò spiazziati rimandando al video successivo nel quale egli stesso presenta il titolo ovvero " Come suonano gli strumenti di misura?"

.. andate a guardare il video :

 

Inviato

... Serve una grandissima competenza tecnica ma questa deve essere messa a servizio della capacità di valutare il risultato musicale ottenuto ...

... Tantissimi oggetti che dal punto di vista tecnico sono assolutamente encomiabili ma che al lato pratico ed ascolto sono quanto meno perfettibili...

 

  • Melius 1
Inviato
Il 24/5/2024 at 20:27, extermination ha scritto:

Peccato solo che la realtà percepita, sia soggettiva e non-invariante.

Se così fosse quali sarebbero la motivazioni e le finalità della ricerca in materie volte al miglioramento delle sensazioni umane?

È  nel tuo caso, quale  la finalità di un trattamento acustico di un ambiente quando  questo, in realtà, risulta essere oggettivamente  destinato ad un soggetto umano la cui realtà percepita risulta essere altrettanto oggettivamente, soggettiva e non invariante?

 

Est modus in rebus,

certi sunt denique nequit consistere rectum

 

C'è un giusto modo per tutto, sono certi alcuni confini oltrepassati i quali non può più esistere il giusto.

 

Prova a far accettare un televisore con le immagini deformate o sfocate, o idem un ritratto effettuato con un obiettivo 35mm, asserendo che non si tratti di una distorsione ma bensì  di una diversa modalità di visione da interpretare soggettivamente..

Oppure priva ad effettuare un sondaggio volto a verificare  statisticamente l'accettazione un'immagine a fuoco a confronto di una sfocata,  in modo da poter verificare se e quanto la realtà percepita, in questo caso particolare, possa o meno risultare invariante o non invariante.

 

A livello percettivo, mia personalissima certezza condivisa da chiunque ne abbia avuta  prova tramite esperienza di illimitate espansioni qualitative nonché tramite un particolare esperimento dal responso inequivocabile,   è  afflitta, anche nel migliore dei casi,  ossia acustica ambientale strumentalmente perfetta e sorgenti musicali, vivo o riprodotto,  di ineccepibile qualità, da deviazioni/distorsioni percettive di illimitata entità.

Il come  illimitati livelli di degrado qualitativo possano essere in realtà abitualmente accettati o non riscontrati è  possibile esclusivamente per mancata esperienza e quindi razionale realizzazione dell'esistenza  uun superiore livello qualitativo che, se reale, determinerà per chiunque, un rigetto della situazione precedente.

 

 

 

Inviato
Il 24/5/2024 at 19:26, gimmetto ha scritto:

Attendiamo trepidanti(?!) dimostrazioni di questa ennesima  teoria...

Non può essere valida perché la scienza delle mie teorie/certezze non sa attualmente nulla, e non essendo quindi possibile che io sappia qualcosa che la scienza non sappia, considera le mie teorie come le ha definite un vero scienziato , una fede che io mi sia creata.

Rivolgiti e confida quindi nella conoscenza/scienza attuale riguardo quanto tu possa con certezza definire vero e reale, e per qualcosa di realmente evolutivo , aspetta trepidante che  la stessa partorisca qualcosa di innovativo, tale da permetterti di arricchire e completare il tuo bagaglio di certezze.

ilmisuratore
Inviato
6 minuti fa, leonida ha scritto:

quale  la finalità di un trattamento acustico di un ambiente quando  questo, in realtà, risulta essere oggettivamente  destinato ad un soggetto umano la cui realtà percepita risulta essere altrettanto oggettivamente, soggettiva e non invariante?

Non è un paragone che regge molto 

Nella cosiddetta "non invarianza" esiste un margine interno con cui poter spaziare dentro una finestra ottimale

Se l'uomo è tempo variante non significa che un ottima integrazione acustica non apporti la sua grande efficacia 

Il paragone giusto è che posso godere di un automobile molto confortevole nonostante tutti i giorni non percepisca l'esatto livello di confort, di contro un automobile poco confortevole darebbe mediante più fastidio in quanto percepirei molti difetti in modo macroscopico (scaffe, posizione di guida, silenziosità ect)

extermination
Inviato

@leonida In linea di principio convengo sul fatto che l'ascoltatore, nella fase di elaborazione del messaggio sonoro, ordina quantitativamente e qualitativamente gli attributi percettivi secondo una scala "psicologica" personale dominata dal proprio percorso esperenziale; convengo anche sul fatto che l'ascoltatore "filtra" gli stimoli esterni ( vedi pagina addietro in mio intervento sulla gestione delle informazioni) secondo modalità anche in questo caso personali escludendo, accentuando, valorizzando in maniera diverso i singoli attributi percettivi 

  • Thanks 1
Inviato
32 minuti fa, ilmisuratore ha scritto:

n è un paragone che regge molto 

Nella cosiddetta "non invarianza" esiste un margine interno con cui poter spaziare dentro una finestra ottimale

Se l'uomo è tempo variante non significa che un ottima integrazione acustica non apporti la sua grande efficacia 

Il paragone giusto è che posso godere di un automobile molto confortevole nonostante tutti i giorni non percepisca l'esatto livello di confort, di contro un automobile poco confortevole darebbe mediante più fastidio in quanto percepirei molti difetti in modo macroscopico (scaffe, posizione di guida, silenziosità ect)

Stai confermando quello che ho scritto, ossia che ciò che possa permettere una reale sensazione di miglioramento su qualsiasi parametro ed, allo stesso tempo,  senza alcun negstivo effetto collaterale,  diversamente da hn semplice  cambiamento  con pro e contro da interpretare soggettivamente,  non può che determinare un tendenza all'oggettività della sensazione. 

 

 

ilmisuratore
Inviato
10 minuti fa, leonida ha scritto:

Stai confermando quello che ho scritto, ossia che ciò che possa permettere una reale sensazione di miglioramento su qualsiasi parametro ed, allo stesso tempo,  senza alcun negstivo effetto collaterale,  diversamente da hn semplice  cambiamento  con pro e contro da interpretare soggettivamente,  non può che determinare un tendenza all'oggettività della sensazione. 

Soggettivamente, ma mediamente, si ottengono risultati migliori e condivisi unanimamente

L'acustica disastrata non piace a nessuno

L'acustica ottimale piace a tutti

 

Inviato

 

Il problema (non per me), arrivati ad un certo punto del confronto (e pagine di discussioni), è sempre uno solo: come passare dal dato percepito, alla generalizzazione delo stesso.
 

 

extermination
Inviato
9 minuti fa, scroodge ha scritto:

come passare dal dato percepito, alla generalizzazione delo stesso.

I

Percorsi esperienziali comuni agevolano fortemente la condivisione di un " modello percepito" che a mio avviso potremmo definire "standard" o se preferisci omologato ( dunque con scostamenti non rilevanti) per loro.

  • Melius 1
ilmisuratore
Inviato
9 minuti fa, extermination ha scritto:

con scostamenti non rilevanti

Esatto, dentro una finestra ottimale e parecchio gradevole

  • Melius 1
Inviato
48 minuti fa, extermination ha scritto:

I

Percorsi esperienziali comuni agevolano fortemente la condivisione di un " modello percepito" che a mio avviso potremmo definire "standard" o se preferisci omologato ( dunque con scostamenti non rilevanti) per loro.

Perfettamente d'accordo.

 

Ma, sempre che io abbia inteso bene il tuo post, per generalizzare il  "per loro" e  arrivare alla costruzione di un modello, c'è, per quanto ne so io, una sola via: uno studio di popolazione attraverso la composizione di un campione sufficientemente rappresentativo.
Se no, non sarà altro che un gruppetto di persone che chiacchera in un forum

Il che è assolutamente ok, eh!

Lo faccio pure io.


P.S.

tra l'altro, a me piacerebbe assai arrivare alla costruzione di un " modello percepito" sufficientemente condiviso, anche solo in ambito audiofilo/musicofilo.

Sì, mi piacerebbe assai.

Costerebbe qualche migliaio di euro, ma si può fare..

  • Melius 1
Inviato
23 ore fa, SpiritoBono ha scritto:

devi ascoltarci tanta roba in più sedute e poi decidere

è quello che faccio io, cambio un pezzo, lo rodo una giornata senza ascoltarlo, poi sta su giorni con vari generi

poi casomai torno a quello di prima, poi cambio di nuovo e poi decido. altri modi validi non ne ho.

Inviato

Proviamo un po a ragionare. Quando ascoltiamo musica dal vivo, o uno strumento dal vivo, tecnicamente non ascoltiamo nulla di perfetto.  Siamo magari in un ambiente o in una posizione sfortunata, lo strumento ha un suo suono, formato da fondamentali, armoniche, distorsioni, non linearità,  tipiche della vita reale. Ad ogni modo, quel suono imperfetto li interpretiamo come naturale nella sua imperfezione.

Forse non abbiamo bisogno della perfezione che è raggiungibile con i nostri impianti e con le registrazioni in studio, ma abbiamo bisogno di qualche imperfezione per approssimare la realtà. 

Ovviamente queste imperfezioni, sono conosciute e misurabili,  e non hanno nulla di mistico. 

Inviato
1 ora fa, Ggr ha scritto:

Ovviamente queste imperfezioni, sono conosciute e misurabili,  e non hanno nulla di mistico. 

La stragrande maggioranza di queste che chiami imperfezioni riguardano fenomeni non misurabili, l'elettroacustica e l'acustica classica operano su un residuale 20%30 % ai fini della qualità sonora percepita.

Manca quindi la maggior parte della potenzialità, perfettamente percepita ma erroneamente attribuita a deficit di ordine elettrico ed acustico.

Questa interpretazione  sarebbe eventualmente dimostrabile tramite una simulazione temporanea  attraverso la quale risulta possibile poter  valutare e confrontare quanto possa essere percettivamente  rilevato e risolto rispetto a come e quanto in realtà dovrebbe.

Se tutto ciò  apparisse tanto quanto un ragionamento fantascientifico o il parto di una mente folle, si pensi a qualcuno che in assenza dell'esistenza di occhiali da vista non   riesca ad elaborare correttamente un'informazione visiva.

 Le attuali conoscenze,  nel cento per cento dei casi, ritengono che le imperfezioni riguardino lo scritto, le dimensioni delle lettere, il tipo di carta, il tipo di illuminazione e quant'altro, tutto  tranne l'ipotesi  di una oggettiva  deficienza visiva del soggetto lettore.

Qualora qualcuno ritenesse che in materia visiva sia la realtà fisica ad essere sfocata e non il soggetto ad interpretarla correttamente, questo qualcuno verrebbe considerato, o del tutto fuori di testa, o quantomeni susciterebbe compassione o ilarità.

Applicando lo stesso concetto presupposto e poi dimostrato  dalla riduzione ,allo stato attuale la convinzione è  che l'ascoltatore rappresenti un'entità sostanzialmente fissa se non fissa del tutto come veniva creduto per la terra,  mentre il segnale acustico, come per il sole, un'entità mobile, da cui la valutazione delle variazioni percepite determinate dalla presunzione che fosse  sole a spostarsi ed il soggetto a percepire le variazioni di luminosità. 

Riconosciuto l'errore di interpretazione nessuno ha mai piu dubitato che sia la terra a ruotare ed il sole a rimanere fisso.

La terra, in materia audio, è  l'ascoltatore ritenuto elemento fisso, a fronte della mobilità dell'informazione da elaborare.

Pertanto, il voler considerare inesistente ciò  che in realtà muove fisicamente l'ascoltatore solo perché non si possieda alcuns lontana idea di quale fenomeno possa generare l'origine delle variabili all'ascolto, è  assimilabile a chi durante  diciannovesimo secolo negava l'esistenza di germi e batteri sol perché non poteva vederli, e chiedeva jnsistentemente a chi ne fosse o ne era convinto, di dimostrare tangibilmente la loro esistenza.

 

 

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