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Yunchan Lim al Verbier Festival 2024


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@Grancolauro
È la definizione stessa di arte, anzi Arte, quella di “durare” al di là delle mode e al di là del tempo che passa. Ovviamente il tutto “relativo”, nessuno può prevedere quello che sarà fra 10.000 anni, o 100.000 addirittura, e … se ancora esisterà/resisterà il culto di Beethoven…di Michelangelo…di Shakespeare…ma se esisterà ancora l’Umanità così come la conosciamo, con le sue paure, le sue speranze, i suoi amori… ecco sono abbastanza certo che Beethoven, Michelangelo, Shakespeare saranno ancora considerati grandi artisti.

Ci sono ovviamente mode, che cambiano, e anche le grandi interpretazioni della grande arte sono soggette a periodi di grandi successi e altri di grandi oblii…ma ecco.. i pianisti davvero grandi resistono al tempo! Fra questi di sicuro c’è Richter… mani d’acciaio…. A suo “sfavore” ha giocato in questi ultimi anni, il fatto che avesse registrato per tante case discografiche e per tutte in maniera discontinua e con tecnica di registrazione che salvo eccezioni è spesso mediocre…

Ma le sue interpretazioni rimangono grandissima arte… e quindi se non eterne (di eterno non c’è neppure l’Universo! …Forse…) sono di sicuro durature… perché la storia, come si vede, alla fine è fatta di corsi e di ricorsi, checchè ne dicano gli storici annalisti, di mode che passano e che tornano… 

È del tutto ovvio che Lim è l’astro nascente del momento, e quindi oggi vada di moda, magari più di Pollini o di Richter… ma per rimanere “eterno” come loro…ne ha di strada da fare… tanta..tanta…😉

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10 ore fa, SimoTocca ha scritto:

ecco sono abbastanza certo che Beethoven, Michelangelo, Shakespeare saranno ancora considerati grandi artisti.

Ne sono convinto anch'io! Nel caso delle interpretazioni di opere musicali, tuttavia, credo che la situazione sia diversa e che la "durata" tenda ad essere generalmente minore. Questo perché le interpretazioni, per quanto grandi, fanno da tramite tra l'opera e il pubblico in carne ed ossa, che vive in un certo tempo e in un certo luogo. Se cambia il pubblico e il momento storico, cambia anche il valore riconosciuto alle interpretazioni senza che cambi il valore (eterno?) dell'opera interpretata. Forse.

Ma sono solo suggestioni di fine agosto... :classic_smile: 

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22 ore fa, Grancolauro ha scritto:

La registrazione di Pollini fece scalpore perché era rivoluzionaria, rompeva con la tradizione interpretativa precedente: leggeva per la prima volta Chopin in chiave razionalista, in sintonia con le avanguardie del tempo.

Tra le prime registrazioni chopiniane di Pollini è sempre stata quella più esaltata, ma che personalmente ho amato meno. Ho preferito i Preludi op. 28 e, soprattutto, le Polacche...ho studiato (male) le polacche op. 40 n. 1, op. 44, op. 53 ascoltando ossessivamente il disco del nostro Maurizio. La mia minore simpatia per gli Studi era forse dovuta a una certa mia iconoclastia verso certe esecuzioni ritenute inarrivabili (i Preludi di Debussy di ABM per esempio...), ma anche a una certa uniformità del suono polliniano. 

In fin dei conti però sono stati proprio gli Studi quelli ad esaltare la l'estetica razionalistica di Pollini, la sua coerenza interna, l'equilibrio di tutto il complesso, le geometrie...e la certa uniformità di suono e timbro era funzionale al disegno. 

Però penso che sia un'interpretazione figlia del tempo, che non può essere trasposta 50 anni dopo. 

Certe grandi interpretazioni le capisco solo storicizzandole, calandole nel loro mondo, sempre più lontano e diverso dal nostro.  

 

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20 ore fa, Lolparpit ha scritto:

Certe grandi interpretazioni le capisco solo storicizzandole, calandole nel loro mondo, sempre più lontano e diverso dal nostro. 

Condivido! Poi bisognerebbe fare molti distinguo, temo. Ci sono interpretazioni che sono figlie e incarnano l’estetica del loro tempo: il Chopin di Pollini, il Beethoven di Richter, il Liszt di Arrau, il Mozart di Gulda, ecc. Poi ci sono interpretazioni che sono figlie soltanto del genio dell’interprete e che per questo tendono ad essere astoriche: il Bach di Gould, il Chopin di Pogorelich, lo Scriabin di Sofronickij, ecc. Poi ci sono le interpretazioni filologicamente orientate, che tentano di distanziarci dall’estetica del presente, le interpretazioni che generano un standard perché iterate da altri musicisti per generazioni (il Beethoven di Wilhelm Backhaus, ad esempio), e molte alte categorie potrebbero essere probabilmente individuate. Insomma, il tema non è banale…

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@Lolparpit sai che a me invece Lim colpisce più di Trifonov in questi pezzi? Prendi Mazzeppa. La versione di Trifonov è più “tirata via”, il fraseggio più discontinuo e con qualche eccesso fine a se stesso. Lim, paradossalmente, sembra avere una visione artistica più organica di questi brani. Poi nei passaggi davvero difficili non si nasconde mai e fa davvero paura… La velocità con cui Lim fa Feux Follet è a dir poco strabiliante, ad esempio! 😨

Insomma, in alcune esecuzioni di Lim c’è qualcosa di mai visto e ascoltato prima

  • Melius 1
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@Grancolauro abbiamo detto la stessa cosa: ho scritto male la frase sopra. Preferisco anch’io Lim. Proprio in Mazeppa, forse il più difficile tra i 12, Lim mi sembra avere più controllo, anche della dinamica. Ne esce meglio la narrativa del pezzo, che in Trifonov appare più schematico e a compartimenti stagni.

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  • 11 mesi dopo...

Finalmente Yunchan Lim verrà a suonare in Italia:

 

Venerdì 29 agosto alle 20.30 al Teatro Petruzzelli è in programma un Concerto straordinario fuori abbonamento, diretto da Martijn Dendievel, con il pianista di fama mondiale Yunchan Lim.

L’Orchestra del Teatro Petruzzelli ha l’onore di accompagnare la stella del panorama pianistico mondiale Yunchan Lim nel suo debutto da solista con orchestra in Italia.

La performance è una prestigiosa anteprima del concerto che il pianista terrà per l’inaugurazione di Stagione della New York Philharmonic Orchestra diretta da Gustavo Dudamel, il prossimo settembre 2025.

In programma di Wolfgang Amadeus Mozart, Ouverture, dall’opera “Le nozze di Figaro“, di Béla Bartók, Concerto n. 3, in Mi maggiore, per pianoforte e orchestra, BB 127, di Ludwig van Beethoven, Sinfonia n. 7, in La maggiore, op. 92. 

 

Il 13, 14 e 15 novembre sarà a Santa Cecilia, con l'orchestra diretta da Daniel Harding:

Verdi Les vêpres siciliennes: ouverture
Ravel Piano Concerto in G
Rachmaninoff Symphony No. 2 

 

Il 12 ottobre 2026 sarà al San Carlo di Napoli, con 4 sonate di Mozart:

Sonata n. 1 in do maggiore per pianoforte, K. 279
Sonata n. 2 in fa maggiore per pianoforte, K. 280
Sonata n. 3 in si bemolle maggiore per pianoforte, K. 281
Sonata n. 4 in mi bemolle maggiore per pianoforte, K. 282

 

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Lolparpit
Il 03/08/2025 at 18:20, G.Carlo ha scritto:

Il 12 ottobre 2026 sarà al San Carlo di Napoli, con 4 sonate di Mozart:

Sonata n. 1 in do maggiore per pianoforte, K. 279
Sonata n. 2 in fa maggiore per pianoforte, K. 280
Sonata n. 3 in si bemolle maggiore per pianoforte, K. 281
Sonata n. 4 in mi bemolle maggiore per pianoforte, K. 282

Notevole audacia un programma 'tutto Mozart', oltretutto del Mozart giovanile (aggettivo strano per il salisburghese...). Forse però è solo la prima parte...

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