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Melius Club

Nelle mani del demonio


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Inviato

La cosa non è così banale, come qualcuno potrebbe ipotizzare

Mi sono parecchio documentato in proposito, ma siamo ampiamente fuori tema 

Inviato
3 minuti fa, briandinazareth ha scritto:
5 minuti fa, nullo ha scritto:

atei.

E va bene, essere scettici e un poco informati sul cervello significa essere atei :classic_biggrin:

Torniamo però al tema

no, è che se non contempli quella possibilità sei ateo.

altrimenti la metti nel novero delle possibilità anche se improbabile, allora sei scettico.

su che non è difficile.

Inviato

Finche’ si gode di buona salute e robusta costituzione e’ facile esserlo

Inviato

Poi,ci sono anche gli ateissimi

😎😜

briandinazareth
Inviato
6 minuti fa, nullo ha scritto:

, è che se non contempli quella possibilità sei ateo.

altrimenti la metti nel novero delle possibilità anche se improbabile, allora sei scettico.

su che non è difficile.

 

Va bene, hai ragione, anche se sei fallace nella definizione dello scetticismo.

Ma non inquiniamo il thread. 

Andiamo avanti

Inviato
6 minuti fa, mozarteum ha scritto:

facile esserlo

 Non so, la paura è sempre stata un ottimo incentivo ma ho qualche esempio diretto di discreta indifferenza alla dipartita, ognuno a modo suo.

Inviato
6 minuti fa, briandinazareth ha scritto:

hai ragione

è l'ultimo dei miei problemi.

negare a priori la possibilità di un fenomeno legato alla fede, ha una valenza piuttosto chiara rispetto al considerarlo remoto.

Inviato
15 minuti fa, mozarteum ha scritto:

Finche’ si gode di buona salute e robusta costituzione e’ facile esserlo

lo zio di mia moglie ha sempre sostenuto che si può morire di un colpo, quindi sarebbe meglio essere previdenti anche nel caso di buona salute.

  • Haha 1
Inviato

Bisogna tenere il piede in piu’ staffe, e’ una regola di vita, la coerenza e’ non di rado inutile e genera superbia

Inviato

Il male l'ho visto oggi ad Auschwitz!! Altro che demoni, l'uomo è  il diavolo. 

Inviato

@LUIGI64

Goethe nel passo citato colloca il male nell'inseguire senza vincoli gli impulsi e i desideri, in un individualismo egocentrico privo di limiti.

Le grandi fedi prospettano la dannazione eterna per coloro che trasgredivano gli obblighi morali, abbandonandosi agli impulsi e ad ogni desiderio.

Se la fede nell'aldilà viene meno, e con esso il timore della dannazione eterna, il "bene" può richiamarsi o alla dissuasione delle leggi dello stato o, kantianamente, all'identità tra ragione e libertà.

  • Melius 1
briandinazareth
Inviato
4 minuti fa, nullo ha scritto:

negare a priori la possibilità di un fenomeno legato alla fede, ha una valenza piuttosto chiara rispetto al considerarlo remoto

 

 

hai capito male il mio intervento, non c'è negazione a priori. C'è da rivedere la concezione di scetticismo.

 

Ma andiamo avanti. 

Inviato
5 minuti fa, Savgal ha scritto:

alla dissuasione delle leggi dello stato o, kantianamente, all'identità tra ragione e libertà.

Molto interessante questo spunto.

Porta, agli estremi, a risultati diametralmente opposti: la sudditanza o l’anarchia.

Inviato
35 minuti fa, Savgal ha scritto:

Goethe nel passo citato colloca il male nell'inseguire senza vincoli gli impulsi e i desideri, in un individualismo egocentrico privo di limiti.

Ma non soltanto Goethe associa il male all'ego e ai desideri convulsi

Sarò monotematico, ma soprattutto l'oriente in questo, ritengo abbia da dire parecchio, anche non considerando la dannazione eterna

Inviato
4 minuti fa, mozarteum ha scritto:

 

Porta, agli estremi, a risultati diametralmente opposti: la sudditanza o l’anarchia

oggi si vive perlopiù nella terra di mezzo.

comunque non c'erano solo le leggi dello stato e regole religiose, ma anche il pesante giudizio morale e la pressione delle persone che vivevano attorno a te a creare sudditanza.

oggi lo sono molto meno, e il perché è piuttosto scontato.

Inviato

@mozarteum

 

La morale kantiana è riassumibile nell’equazione moralità=libertà=universalità e necessità=razionalità.

Per l’autore l’agire morale implica necessariamente la libertà, ossia la capacità dell’uomo di autodeterminarsi rispetto alle sollecitazioni dell’istinto, di non subire passivamente i condizionamenti della dalla sensibilità. La morale si colloca quindi nel conflitto fra razionalità e sensibilità, che sono i due poli della natura umana. L’agire morale diviene un conflitto permanente fra la ragione e gli impulsi egoistici e, in quanto tale, si manifesta come il continuo sforzo dell’uomo di reprimere con la ragione gli impulsi sensibili. La conflittualità tra ragione e sensibilità implica l’impossibilità per l’uomo di giungere alla santità, intesa come il perfetto adeguarsi alla legge morale.

Due citazioni per chiudere.

“Agisci in modo che la massima della tua volontà possa sempre valere nello stesso tempo come principio di una legislazione universale”.

“Agisci in modo da trattare l’umanità, sia nella tua persona sia in quella di ogni altro, sempre anche come fine e mai semplicemente come mezzo”.

 

 


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