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Ai confini del Jazz


damiano

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33 minuti fa, ascoltoebasta ha scritto:

Rileggiti quel che hai scritto sul video di Pat Metheny,non serve a nulla scrivere in quel modo se non a suscitare reazioni a qualcosa priva di senso e buon gusto,io accompagnando i brani che posto certamente scrivo le mie considerazioni al riguardo ma non critico le scelte musicali di altri rimarcando come siano piene di nulla,autoreferenziali e altre assurdità,tentazione a cui tu,pare non sappia resistere. Comunque forse sarebbe opportuno ritornare a postare brani e artisti che ci piacciono e riteniamo validi,questo si sarebbe utile ai fini del 3D.

 

 

Bla bla bla..., motiva nello specifico  perchè quelo che ho scritto si Metney non serva a nulla etc, etc, etc... a tua insidacabile sentenza non ancora motivata... Io non crito le scelte musicali per criticare chi le ptopone, bensì per parlare della musiche postate che non sono di nessuno e di cui parlo con cognizione di causa giusta o sbagliata ma legittima e civile per cui dovresti stare nel ruo e smetterla di stalkerare. Tu sei come sei gli altri sono come sono, io rispetto i tuoi interventi tu dovresti imparare a rispettare i miei, non puoi pretendere che tutti la pensino o si esprimino nei tuoi stessi modi. Questa è pura supponenza. Ora ti prego di non fare more solito  il "mastino" che non molla e si attacca ai polpacci del povero postino che fa il suo degno e rispettabile lavoro  bau! bau! ...

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2 minuti fa, ascoltoebasta ha scritto:

Si dai hai ragione,so solo che fino ad un certo punto si postavano dischi,brani e artisti,utili a far conoscere reciprocamente cose magari poco note,da un certo punto in poi s'è comiciato a scrivere del nulla.

 

Non so, non si capisce di cosa parli.

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59 minuti fa, one4seven ha scritto:

dell'etichetta MPS, che rimane sempre un universo da esplorare

Ed è una delle etichette che meglio hanno gestito le iniziative derivanti dal jazz. Però questo ce l'hai, o ricordo male?

 

 

Grande musicista polacco che esplorò quanto fatto e/o stava facendo Jean-Luc Ponty per, se possibile, andare oltre, fino a  "suonare il violino come Coltrane il sax". Il cancro lo portò via poco più che trentenne appena dopo la pubblicazione, negli Usa di Passion con DeJohnnette, Scofield, Gomez (il giro buono).....per la Capitol, prodotto da Chris Hinze (capitolo da trattare) e non finiremo presto 🙂

https://www.discogs.com/it/release/2719479-Zbigniew-Seifert-Passion

 

Ciao

D.

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12 ore fa, Plot ha scritto:

Chambers e' un mostro di precisione, ritmo pulito senza sbavature, potente e musicale nell'accezione dello strumento utilizzato.

 

Giusta osservazione e mi da lo spunto o l'ispirazione per dire di come personalmente, senza voler fare torto a nessuno, intendo la musica, quale tipo di aspettative nutro, cosa mi aspetto e cerco nell'arte dei suoni.

Penso che la capacità, l'attitudine, il  talento e meno spesso il genio nel saper coniugare insieme la pulizia e la precisione techico formale (di per sè "asettica", la virtù imprescindibile degli orologiai  e dei contabili, meno dei musicisti e degli artisti in genere) e i sentimenti umani che la musica esprime (i quali sono generalmente "imprecisi", anzi affatto imprevedibili e variabili, ed è dalla perfetta saldatura di corpo ed anima che fa la sua comparrsa la magia musicale) non sia alla portata di tutti. Quindi tanto di cappello a chi dimostri di essere in grado di mettere armonicamente insieme sullo stesso piano la buona forma e la buona sostanza, il sentimento e lo "strumento" rivelatore in una condizione di salda, felice e  complete communion .

 

Non  è ai confini del jazz questa musica bensì messo ben dentro i territori della musica afroamericana, ma vedo già tanti brani postati che secondo me o sono dentro i "confini" oppure lontani dagli stessi.., spero che mi sia permesso condividere una mia "eccezione" che non si ripeterò spesso.
 

 

 

 

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1 ora fa, analogico_09 ha scritto:

Non  è ai confini del jazz questa musica

 

Spero si noti come il battito dello strumento di Ed Blackwell respiri musicalmente insieme al sentimento che dallo stesso tracimada e così dall'intero quartetto.

Vale ancora che la musica sia non solo forma a ma anche espressione, oppure ci si avvia all'era del suonare per suonare, per fare ottima tecnica?

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1 ora fa, one4seven ha scritto:

A proposito di polacchi... quasi dimenticavo...

"la nuova scena" prevede tra "i migliori" (imho) oltre la fucina inglese, proprio una band Polacca

 

 

Interessante, ricorda un po', sul fronte tonale, le improvvisazioni "atonali" con strumenti multipli dell'album "Free Jazz" di Ornette Coleman ed "Ascension" di Coltrane, con rimandi "obbligati" alle improvvisazioni collettive di Mingus in tonalità misto "broderline".., per così dire.

Qui lo spirito del jazz sopravvive nel secondo passaggio, credo, la derivazione più diretta sia quella delle forme di jazz-fusion, rock-jazz attualizzato.

 

Come il primo brano di questo album di Herbie Mann sembra derivare  dalle suggestioni modali, esotico-etniche di Coltrane e Pharoha Sanders.., e da quel jazz "tribale" che attinge alle radici afro. Qui in forme "esotiche" più immediatamente fruibili rispetto alle spesso impervie impovvisazioni dei musicisti neri.

 

 




 

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48 minuti fa, Plot ha scritto:

nel brano postato sopra mi e' subito venuto in mente Ali Farka Toure', vuoi per il modo in cui  suona vuoi per il timbro della chitarra.

 

A parte le chitarre "arpeggianti", nel "tuo" brano mi pare sentire i cromosomi arcaici del blues, le radici africane, nell'altro non ci sento nulla che sia vicino ai confini del jazz in quella che mi sembra una sorta di "rapsodia" un poco giapponeseggiante con un ostinato ritmico-percussivo tipico della musica orientale un poco reggae con qualche reminiscenze di chitarra new age. Ma potrei sbagliare... 🤷‍♂️

 

 

 

 

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