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Melius Club

Mikhail Pletnev


Grancolauro

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Inviato

@maverick @Alpine71 grazie! Purtroppo quest'anno ho perso MP, che è pianista che ammiro tantissimo. Ho ascoltato il programma presentato, molto intimista, in qualche registrazione giratami da amici e messa online. Mi riconosco molto nell'apprezzamento per le capacità timbriche e coloristiche di Pletnev. Sensazione che mi dà Pletnev: sembra far musica sul momento, che l'interpretazione nasca per intuizioni estemporanee. Certamente non è così, ma la sensazione mia è questa. Diverso Sokolov, che può essere destabilizzante nelle sue scelte, ma che sembra portare nel recital un'interpretazione pianificata e progettata nei dettagli. Sensazioni mie davanti a questi due pianisti, che stanno facendo scelte antivirtuosistiche, o meglio stanno dando un'altra declinazione del virtuosismo pianistico. 

Angelo

  • Thanks 2
Inviato
19 ore fa, maverick ha scritto:

dopo qualche anno il tornare per un concerto, indubbiamente di alto livello (anche se con i limiti che ho voluto segnalare sopra ..) abbastanza svalutato (e fin lì buon per le tasche di tutti) e trovare comunque molti posti liberi, sinceramente mi ha lasciato abbastanza basito

Sembra davvero strano anche a me. Sicuramente il programma del concerto poteva risultare poco attraente, ma che MP non venga valorizzato come merita è davvero assurdo. Potranno piacere o meno le sue scelte artistiche, ma stiamo comunque parlando di uno dei più grandi pianisti viventi, uno dei pocchissimi capaci di aprire l'accesso alla sfera del sublime. Perché snobbarlo così? E mi riferisco non tanto al pubblico, che magari non lo conosce, ma soprattutto ai teatri, alle società concertistiche, a chi gestisce la sua immagine. AL punto che mi vien da pensare, malignamente, che sotto ci sia qualcosa che non c'entra con la musica. Forse i guai personali che hanno fatto scandalo in passato, forse l'essere stato nelle grazie di Putin negli anni d'oro dell'Orchestra Nazionale Russa, forse il fatto che Pletnev stesso, dopo aver preso la cittadinanza svizzera ed essere stato tacitamente "ibernato" in madrepatria, ora preferisca starsene appartato, senza suscitare clamori, in una sorta di esilio volontario anche spirituale, oltre che politico. Difficile dirlo...

 

10 ore fa, Lolparpit ha scritto:

Sensazione che mi dà Pletnev: sembra far musica sul momento, che l'interpretazione nasca per intuizioni estemporanee.

Condivido per certi versi la tua impressione, anche se la descriverei in modo diverso. Non credo che MP faccia musica al momento, in modo estemporaneo. E' come se nel procedere dell'esecuzione di una partitura, vedesse sempre di fronte a sé una pluralità di possibilità. Ad ogni passaggio, ad ogni frase. E ogni volta che esegue quella partitura o quel passaggio, scegliesse di percorrere un via diversa tra quelle possibili. Ma non perché queste possibilità sono il frutto di una sua invenzione: stanno già dentro la partitura, in un certo senso, e il controllo totale della tastiera che MP ha, gli consente di selezionarle e farle emergere a seconda delle occasioni. Più che un approccio intuitivo alla musica, il suo mi sembra quindi un felice intreccio tra controllo e visione. Che poi forse è quello che volevi dire tu, sono espresso in modo incomprensibile :classic_smile:.

 

Inviato
Il 27/4/2023 at 18:59, maverick ha scritto:

Grande cura del dettaglio, programma antivirtuosistico per eccellenza (il Brahms e Dvorak nelle loro composizioni più intime,  quasi da salotto).

Probabilmente lo stesso programma ascoltato a Verona il settembre scorso , 

https://www.apemusicale.it/joomla/it/recensioni/68-concerti2022/13555-verona-concerto-pletnev-19-09-2022

 

Il 27/4/2023 at 18:59, maverick ha scritto:

E forse non è stata un'impressione solo mia; che fosse un programma un po'  "difficile" l'ha detto proprio Pletnev all'uscita  dai camerini, dove intrattenendo con molta cortesia me e altri 4 giovani che volevano  farsi autografare una partitura ..  ci ha chiesto in perfetto italiano  "È stato tremendo,  vero ?"..

Era una battuta ,  ..  ma forse neanche troppo.

Non solo tua , ma mi ha fatto ascoltare opere di due compositori che molto probabilmente non avrei mai ascoltato in un concerto . 

Inviato

In Italia, teatro alla Scala a parte, sempre pieno nonostante prezzi molto alti, esiste un grande problema di pubblico anche con grandi interpreti.

Se fosse un fenomeno mondiale, penserei a un fatto generazionale. In realta’ e’ un fatto solo italiano che sconta una carenza generale di cultura delle nuove leve (la musica e’ questo).

vuote sale da concerto, il teatro di prosa disertato, poco frequentati i musei, poco letti i libri.

Forse in Italia piace piu’ la vita all’aria aperta non so che pensare

 

Inviato
6 ore fa, il Marietto ha scritto:

Probabilmente lo stesso programma ascoltato a Verona il settembre scorso , 

Assolutamente lo stesso

6 ore fa, il Marietto ha scritto:

Non solo tua , ma mi ha fatto ascoltare opere di due compositori che molto probabilmente non avrei mai ascoltato in un concerto . 

Beh Brahms è molto frequentato, i brani presentati da Pletnev li avevo sentiti molte volte,  soprattutto da Lupu (inarrivabile in questo repertorio), ma anche da Perahia e altri.

Dvorak invece è assolutamente marginale nei programmi,  non conoscevo niente nemmeno io.

Il programma ha una sua ben definita identità,  ed è ovviamente voluto nel dettaglio; da semplice ascoltatore (non da musicista) l'avrei solo proposto in forma più ridotta, ..magari sostituendo la seconda parte con qualche altro brano,  magari di Schubert o Schumann.

Ma io ovviamente,  e per fortuna,  non sono Pletnev.

 

Inviato

@maverick L'impaginazione del programma probabilmente avuto il suo effetto: nonostante la fama del pianista, l'alternanza tra pezzi di Brahms, anche ben noti, e di Dvorak, è parsa meno attrattiva a un pubblico 'generalista', che forse è rimasto dissuaso. Magari un tutto-Chopin come questo avrebbe fatto sold-out:

Tra parentesi: le ottave nella Polacca op. 53 di Chopin? Sono cose da uomo bionico: ma che diavolo di polso ha alla sinistra?

Un saluto a tutti,

Angelo

 

Inviato
Il 29/4/2023 at 07:55, Grancolauro ha scritto:

Forse i guai personali che hanno fatto scandalo in passato, forse l'essere stato nelle grazie di Putin negli anni d'oro dell'Orchestra Nazionale Russa, forse il fatto che Pletnev stesso, dopo aver preso la cittadinanza svizzera ed essere stato tacitamente "ibernato" in madrepatria, ora preferisca starsene appartato, senza suscitare clamori, in una sorta di esilio volontario anche spirituale, oltre che politico.

Tempo fa mi era capitata questa intervista dove accenna ai suoi problemi col governo russo: https://www.riorchestra.org/news/pletnev-interview

Ricordo, quando saltò fuori la faccenda thailandese, dove rischiò di essere arrestato, ma dalla quale fu scagionato, che si vociferava che i suoi veri nemici, suggeritori dello scandalo, fossero a Mosca, dove c'è una lunga esperienza di dossieraggi...ne parlammo anche sul vecchio forum di Videohifi. 

Il 29/4/2023 at 07:55, Grancolauro ha scritto:

Più che un approccio intuitivo alla musica, il suo mi sembra quindi un felice intreccio tra controllo e visione. Che poi forse è quello che volevi dire tu, sono espresso in modo incomprensibile :classic_smile:.

Sì, il concetto è questo grossomodo. Ricordo che Rattalino in una recensione parlava di un Pletnev oratore che parla a braccio rispetto a un Sokolov oratore da lectio magistralis, facendo intendere di preferire la comunicazione del primo rispetto al secondo. 

Un altro aspetto, tutto esteriore, che mi affascina di Pletnev è il contrasto tra l'atteggiamento dimesso, l'andatura lenta, l'abito minimale, un po' da impiegato che va in ufficio...e l'audacia dell'interprete, la sua libertà di leggere e ricreare i pezzi, lo strapotere dei suoi mezzi pianistici.

Lo ammiro tantissimo.

Un saluto a tutti,

Angelo 

  • Melius 1
Grancolauro
Inviato
Il 2/5/2023 at 03:25, Lolparpit ha scritto:

Tra parentesi: le ottave nella Polacca op. 53 di Chopin?

Eh sì, lui non ha problemi di elasticità del polso…

Comunque la cosa che a me più colpisce  è l’uso del pedale di risonanza in questo Chopin. Il minimo indispensabile e anche meno. Scelta coraggiosa, da veri duri. Un marchio di fabbrica della scuola di Mosca. Sentita mesi fa la Donvan, e anche lei segue la stessa strada ma con molto meno genio. Dalle parti di Pietroburgo ancora si usa il pedale in Chopin, invece 🙂

 

  • 3 mesi dopo...
Inviato

In tempi recenti è uscito sul Youtube questo video con una performance recente:

Già da come fraseggia e gestisce la dinamica del primo passo in ottave si capisce che Pletnev ne darà una lettura molto personale, decisamente fuori dai sentieri più abituali. Nel complesso l'ho ascoltata con piacere e curiosità, anche se il mio riferimento in questo pezzo rimane Sviatoslav Richter.

Un saluto a tutti,

Angelo

  • 2 settimane dopo...
Inviato

Qui Pletnev in un recital chopiniano. Uno Chopin molto personale, restituito con un suono di grande bellezza. Il pianista si inoltra in sentieri tutti suoi. Io lo trovo molto affascinante...ammetto che sono a metà Polacca-Fantasia, ma ho voluto postarlo lo stesso:

Un saluto a tutti,

Angelo

Inviato

Ciao a tutti. Ricordo in un altro thread (che non saprei recuperare) che qualcuno (non ricordo chi :-)) diceva, ed è vero, che il Nostro era l'unico che suonava le Mazurke evidenziando - come dovrebbe essere - l'accento sul secondo tempo. Alcune di queste Mazurke, suonate così, si trasformano letteralmente.

Inviato

@manta ciao, non so chi abbia parlato delle Mazurke con riguardo a Pletnev. Il tema è interessante ad ogni modo. Per come la vedo io, più che un accento sul secondo tempo questa danza richiede una leggera dilatazione del tempo sul secondo inciso, come una sorta di impercettibile pausa in levare che richiama il movimento del piede di danza che gira su se stesso.

In effetti Pletnev fa questo molto bene, ma non è il solo. Lo stesso fanno ad esempio Rubinstein e Horowitz. Qui la dilatazione del tempo si coglie bene:

 

 

  • Melius 2
Inviato

@Grancolauro  Bene! Sarà interessante fare dei confronti. Con mio figlio lo facciamo spesso: uno fa ascoltare all'altro dei brani "blind mode" e poi ci divertiamo a giudicarli.

Inviato

Questa mazurka horowitziana è insuperabile. Ho rovinato il cd a forza di ascoltarla, tutte le volte mi ipnotizza 

Inviato
Il 31/8/2023 at 17:16, manta ha scritto:

Con mio figlio lo facciamo spesso: uno fa ascoltare all'altro dei brani "blind mode" e poi ci divertiamo a giudicarli.

Fai un bel viaggio allora:

 

 

Ciao

C

  • 2 mesi dopo...
Inviato

Ieri ho visto Pletnev nel secondo di Rachmaninoff con l'orchestra sinfonica siciliana diretta da un giovane direttore americano Ryan McAdams. Concerto sensazionale.

Tra due settimane toccherà al terzo.

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