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Melius Club

Genocidio sì o no?


CarloCa

Messaggi raccomandati

1 ora fa, albrt ha scritto:

se serve a svegliare anche solo una coscienza. 

Magari. Ma temo non serva.

L'UE "deplora" la ripresa delle ostilità. Questo è il massimo che è stata in grado di partorire. Ed è quella gente che deplora che si legge il fumetto satirico sul giornale e magari gli scappa pure un sorrisino. Se rendo l'idea

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"I soldati israeliani hanno arrestato Hamdan Ballal, regista di 'No Other Land', premiato agli Oscar come miglior documentario. Lo scrive il quotidiano Haaretz spiegando che decine di coloni in Cisgiordania hanno aggredito Ballal ferendo lui e altre persone. Il regista è stato poi fatto salire su un'ambulanza per essere curato, ma quando sono arrivati i soldati israeliani, lo hanno tirato fuori e arrestato, spiega Haaretz. Yuval Abraham, co-regista di 'No Other Land', ha scritto su 'X' che Ballal è stato "linciato" e ha ferite alla testa e allo stomaco. Abraham ha aggiunto che non è ancora chiaro dove si trovi o se stia ricevendo cure mediche."

.

https://apnews.com/article/no-other-land-oscar-israel-palestinians-084c63f33e748a3279646759e9b705c2

https://www.lastampa.it/esteri/2025/03/24/news/esercito_israeliano_arrestato_co-regista_palestinese_no_other_land-15070824/

.

I coloni organizzano i linciaggi, l'esercito li libera delle vittime arrestandole.

Nazisti. Non esiste un altro modo per definirli.

Semplicemente nazisti.

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claravox

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“Se state leggendo questo messaggio, significa che sono stato ucciso - probabilmente come bersaglio - dalle forze di occupazione israeliane. Quando tutto questo è iniziato, avevo solo 21 anni, ero uno studente universitario con dei sogni come tutti gli altri. Negli ultimi 18 mesi ho dedicato ogni momento della mia vita al mio popolo. Ho documentato gli orrori nel nord di Gaza minuto per minuto, determinato a mostrare al mondo la verità che hanno cercato di seppellire. Ho dormito sui marciapiedi, nelle scuole, nelle tende, ovunque potessi. Ogni giorno era una lotta per la sopravvivenza. Ho sopportato mesi di fame, ma non ho mai abbandonato il mio popolo.

Per Dio, ho compiuto il mio dovere di giornalista. Ho rischiato tutto per raccontare la verità e ora sono finalmente in pace, cosa che non ho saputo fare negli ultimi 18 mesi. Ho fatto tutto questo perché credo nella causa palestinese. Credo che questa terra sia nostra, ed è stato il più grande onore della mia vita morire per difenderla e servire il suo popolo.

Ora vi chiedo: non smettete di parlare di Gaza. Non lasciate che il mondo guardi dall'altra parte. Continuate a lottare, continuate a raccontare le nostre storie, finché la Palestina non sarà libera”.

 

Hossam Shabat

 

Quotidien en Palestine occupée, 24 marzo 2025

 

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Israele ha ucciso deliberatamente Hossam Shabat, giornalista di Al Jazeera, dopo mesi di minacce e tentativi di eliminarlo. Testimone della brutalità a Gaza, è stato bersagliato da un drone. Il suo coraggio è un atto d’accusa contro il silenzio dell’informazione occidentale.

Giornalismo sotto attacco: l’omicidio mirato di Hossam Shabat*

Israele ha deliberatamente ammazzato il giornalista di Al Jazeera Hossam Shabat, che per un anno e mezzo ha rischiato incessantemente la vita pur di raccontare all’umanità le migliaia di crimini commessi da Idf nel nord di Gaza.

Hossam era uno dei punti di riferimento fissi per avere informazioni sul genocidio: era rimasto fino all’ultimo nel nord di Gaza, anche durante il primo tentativo di pulizia etnica completa, e aveva seguito da vicino la distruzione totale del campo profughi di Jabalia.

Hossam non era solo un bravissimo giornalista: era molto famoso e aveva un larghissimo seguito sui social network (560.000 follower su Instagram e 165.000 su Twitter). Forse proprio questo seguito è stato la sua condanna a morte.

Israele lo aveva minacciato sin da subito: poco dopo il 7 ottobre 2023, un ufficiale dell’intelligence israeliana lo aveva chiamato al telefono intimandogli di cancellare tutti i suoi post su Facebook posteriori al 7 ottobre e di lasciare immediatamente Beit Hanoun, nel nord di Gaza, pena la distruzione della sua casa. Hossam aveva rifiutato e subito dopo l’aviazione aveva bombardato la sua casa, radendola al suolo.

Israele aveva già cercato di ammazzarlo più volte: a ottobre 2024 l’esercito genocidario aveva affermato di avere “prove” (ovviamente mai mostrate a nessuno) secondo cui Hossam era un cecchino di un battaglione di Hamas e l’aveva messo in una lista di persone da eliminare. Il 20 novembre scorso lo aveva ferito mentre arrivava sulla scena dell’ennesimo bombardamento israeliano su una casa civile.

Ieri pomeriggio Hossam è stato infine ammazzato a Beit Lahia, nel nord di Gaza, da un drone che ha bersagliato l’automobile che usava per lavoro. Il suo ultimo tweet è stato ieri sera: ”A Gaza, il ferito viene ucciso”. Il suo ultimo post su Instagram, immediatamente prima di essere ucciso, è stato il corpo straziato di Mohammed Mansour, altro eroico giornalista giustiziato poche ore prima a Khan Younis insieme alla moglie e al figlio.

 

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