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Roma


mozarteum

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  • Amministratori
Inviato

@garmax1   ogni tanto porto qualche mia amica vissuta a lingo fuori roma a fare un giro per la città, luoghu niti e men noti, non bisogna avere fretta bisogna bighellonare e farsi prendere dalla curiosità- certo per chi vine l prima volta san pietro il colosseo eccetera sono imprdibile, ma poi ci sono tantissime altre cose, la basilica di sac clemente, le catacombe di prisuccila, la crypta balbi, snta prassede poi dipende dai gusti, chi prefriesce la rom antica, chi il poe00cristian, chi il romanic0 chi il barocco, chi il razionaoismo, insomma cìè ne è per tutti i gusti, quello che spaventa è l'qbbomdanza delle cose da vedere, non si finsce mai di scoprre qualcosa

  • Thanks 1
Inviato
3 ore fa, claudiofera ha scritto:

Buongiorno.Con la massima sincerità mi  complimento per la tua ironia ,

Non saprei proprio cosa risponderti per farti stare bene. Gli altri amici romani che vivono nella tua stessa citta mi hanno dato una sensazione (dalle loro risposte) di maggior comprensione del problema. 

Comunque non mancherò di segnalarti il mio eventuale arrivo con leopardati indossati. 

Buon anno! 

Inviato
4 ore fa, cactus_atomo ha scritto:

chi prefriesce la rom antica, chi il poe00cristian,

Siamo nella leggenda :classic_biggrin:

  • Haha 1
Inviato
8 ore fa, mozarteum ha scritto:

In questo momento esatto. per andare a studio devo sempre attraversare questa piazza, non mi lamento

image.jpg

Santità, Voi qui... che onore !!!   :classic_biggrin:

  • Haha 2
Inviato

Il golosone cronico -io - fa ' breve cenno della "traversata" di due ore direzione centro,un'andata e ritorno all' ora di pranzo ( si sperava di imbatterci in qualche milionata di persone in meno😜 )Obiettivo uno ,il premiato biscottificio trasteverino(il numero due, che magari  le impressioni soffocanti del mese scorso  fossero almeno un po' frutto del caso) .Ore 13,30 la zona vaticana e quella trasteverina sembravano una Porta Portese gigante-i romani sanno -ovvero mercato  all' aperto con un addensamento di persone tale che : è difficile persino camminare.Trastevere  impressionante, perché sembrava avere più esercizi di ristorazione che abitanti.San Pietro in pratica e'  inavvicinabile, chissà come l' hanno sistemata?boh!non ho potuto vedere nulla.. transenne corridoi e percorsi obbigati ,pensati per "governare" la presenza in contemporanea di un esercito composto da migliaia di individui.Finisco allegramente con la "nuova "piazza Risorgimento che,detto non da me, può sembrare la piazza o peggio la spianata di un centro commerciale.Ma un po' meno cemento,un po' meno commercio,un po'  meno caos..proprio no?

claudiofera
Inviato

Esplicito l'ultimo microconcetto,chiedendo a chi ne sà più di me se ora la povera piazza Risorgimento vi sembra di più 1 il piazzale dei pullman ,direzione la Sgurgola ...oppure 2 la piazza dell'ennesimo centro commerciale ,con a pochi passi quel campione della sovranità alimentare  chiamato  "burger king" , dieci vetrine che hanno preso il posto della libreria Maraldi ?

piazza risorgimento 1 rid.jpg

Fabio Cottatellucci
Inviato

.

Inviato

sono stato 3 giorni a roma, troppe transenne e impalcature...

detto questo è sempre un piacere.

bello e ordinato il concertone, mi son divertito

p.s.

tra la PFM e tonieffe ci corre quanto dalla cappella sistina alla banana di cattelan.

briandinazareth
Inviato

 a me piazza risorgimento piace più ora, con l'area pedonale molto più estesa e meno auto.

  • Melius 1
mozarteum
Inviato

E’ stato nel complesso nobilitato tutto il quadrante ovest di Prati, via Ottaviano compresa, che prima era un po’ la cenerentola rispetto al comparto che diventa piu’ pregiato man mano che si va verso il Tevere, nella direzione opposta

claudiofera
Inviato

Punti di vista,ne aggiungo un'altro ,un pò lungo da leggere-  e me ne scuso in anticipo-  ma credo sia significativo .Il mio è che la trasformazione della piazza vada in direzione "supporto"  di Piazza San Pietro e dei suoi turistipiazzarisorgimento2rid.thumb.jpg.eaeced12f2872a7265b699e87b69ebec.jpg....LA TIPICA ROMA Bisogna premettere che è difficile parlare di Overtourism a Roma, una delle città più visitate al mondo da tempi non sospetti, e che necessariamente - data la sua storia - ha sempre ospitato ed accolto genti, finendo per ingrandirsi e proliferare.

Il turista deve vedere le cose uniche, quelle che stanno solo a Roma, quelle per cui è venuto e per cui Roma è famosa in tutto il mondo. Il turista crede fermamente nell'unicità dei luoghi che visita, eppure applica questo concetto solo a selezionate attrazioni che si illude di scegliere. Al contrario, i luoghi che si trovano tra un’attrazione e l’altra figurano come “elementi di passaggio” all’interno di un itinerario composto da una costellazione di luoghi unici.  È questa illusione che incanala i flussi, li alimenta e li muove. Il Turista, in mezzo ad altri turisti, sa di non aver sbagliato. La folla compatta ha la rassicurante presunzione di confermare il suo essere nel posto giusto.

Inoltre, andrebbe considerato come per un turista sia difficile apprezzare la Roma marittima, la Roma delle basiliche fuori le mura, la Roma dei colli. Un turista, che ha poco tempo, deve vedere determinate attrazioni, e difficilmente sceglierà di investire il suo tempo alla scoperta del sistema di fortificazioni del XIX secolo, o delle catacombe.   

La conseguenza, è che pochi ed auto-selezionati visitatori hanno l'estro di spingersi fuori da un centro storico così denso di luoghi unici, e di punti di interesse che facilmente richiamano a quel sentimento di nostalgia italiana che imperversa nei negozi di souvenir. Pochi turisti insomma scopriranno la romanità al di fuori di Trastevere; qualora uscissero dal seminato la patina di nostalgia verrebbe meno, ed il paese reale li potrebbe risucchiare con l’assenza di mezzi, le code, le buche e gli acquedotti.

Il turismo di massa e i suoi itinerari raramente concedono tempo alle deviazioni, anche se di stampo culturale, le alternative – spesso pianificate a tavolino – cedono al senso del dovere che vincola il visitatore a vedere le attrazioni principali, prima di concedersi una qualsivoglia pausa.

Che il centro di Roma sia ormai affare dei turisti, lo affermano i romani stessi, che di fatto non lo frequentano più : è stato "sacrificato" al turismo per la sopravvivenza dell'impero, ed almeno così rimane "pulito" a differenza del resto della città. Tutto questo, per dire che è difficile che un romano si rechi in centro per comprare una maglietta con scritto ROMA o altre suppellettili del caso; tuttavia, potrebbe sempre approfittarne per prendere un gelato.

I cittadini hanno rinunciato a una parte per il tutto del loro spazio urbano, ma ora, vedono espandersi questa parte a minacciare il "loro tutto". Gli affitti brevi hanno ampliato il raggio d'azione del turismo portandolo fuori dai centri storici e dai luoghi di interesse, e così si è rotto il patto sociale che vedeva il turismo in mano prevalentemente ad una categoria, quella degli albergatori. Ora, che anche il nostro vicino di casa è un "addetto del settore" e ne beneficia, è più facile prendersela con i turisti che consumano suolo pubblico e generano immondizia pur distribuendo ricadute più visibili.

Così facendo, si è estesa la materia turistica alla collettività, de-professionalizzando un settore. E' quindi la comunità a pretendere regole e gestione per ciò di cui si è presa carico, ovvero una liberalizzata accoglienza sottoforma di un enorme bed senza breakfast. Inutile dire che la regolamentazione di questa materia risulterebbe una delle prime soluzioni tampone all’insofferenza crescente dei cittadini, ma non sufficiente a contrastare l’eccesso di domanda turistica che vivremo. A margine di ciò, rimane comunque da dimostrare che gli affitti nelle città sotto forte pressione turistica tornino a prezzi ragionevoli, ed in questo frangente, il turismo è il capro espiatorio perfetto.

 

Oceano, il trofeo da esibire.

 

Tornando al mio passeggiare ossessivamente per Roma, mi stavo domandando cosa pensare dell’over-tourism in un mondo già di per sé over-popolato. Scindere il fattore  economico (quello che muove, e muoverà, sempre più persone), da quello demografico-sociologico sarebbe poco lungimirante come una speculazione edilizia.

Presumevo dunque che ogni turista, che ogni presenza, stabilisca il proprio personale concetto di inesplorato. . 

È grazie all’esistenza dei desideri delle genti che i destini dei turisti si incontrano davanti alla fontana di Trevi, non importa se essi siano scesi due ore prima da una crociera a Civitavecchia e se domani saranno a Venezia o a Firenze a fare la stessa cosa. Il turismo è la ragione di viaggio, i luoghi le vittime designate.

Il Turismo è la forza magnetica che muove masse benestanti alla soddisfazione dei loro desideri, scaricando su pochi luoghi designati una forza attrattiva che spingerà turisti di tutti i continenti ad attraversare oceani e catene montuose per assaporare “l’autenticità”, per vivere “esperienze local” e per farsi dei selfie che possano fruttare una settantina di like, nei migliori dei casi.

D'altro canto l'ostinazione di essere gli unici porta il turista ad alterare la percezione di ciò che lo circonda, e viene accompagnata da un sentimento di incompiuto e di disatteso, a maggior ragione se il luogo in questione è in cima alle travel list. Più vi sono aspettative, più queste saranno condivise con altri. Solo arrivando in loco, il turista si renderà conto che l'unicità che caratterizzava quel luogo è stata mercificata  proprio per poterlo accogliere.

In un mondo ipotetico…per accontentare tutti, si deve iniziare ad accogliere alcuni. Allora, ecco che alcuni sono venuti, e si sono distribuiti sopra altri, sovrapponendosi ad ulteriori. Tutti, hanno, ora, aggiornato la loro geolocalizzazione, incrociando le latitudini e le longitudini. È così che tutti - i turisti - muovono le loro presenze nello spazio più di quanto possano farlo i legittimi cittadini. Tutti assediano il centro storico,relegando i romani nelle periferie.

Queta è la sindrome, è il turismo e c’è sempre stato; prima erano visitatori, passanti, residenti, ora sono troppi, over. Ecco arrivato il prefisso che non fa rima con la nostalgia, ma che catapulta il turismo in una nuova era, quella del consumo.Il turismo, come i gelati, bisogna goderselo prima che si sciolga.

Continuando la mia passeggiata, noto come attorno a Trevi, siano sorte talmente tante gelaterie da fare salire il desiderio di gelato, quasi a costringere il passante alla scelta tra cono e coppetta. Sono lì, per soddisfare il modello del turismo, per abituare la domanda. Un modello nel quale ci si ritrova, ed al quale ci si abitua velocemente.

Sono avanzato deciso per ripassare dalla fontana,in mezzo a gruppetti di uomini in giacca e cravatta ,tutti presi nel tentativo di capire come muoversi tra un palazzo di governo e la ricerca di un ristorante che offra un menù stile Impero Romano autentico e nostalgico come la realtà distopica che ovatta il turismo. Un ristorantino, insomma, non troppo costoso ,che accetti i buoni pasto ed abbia almeno una dozzina di calendari dei Carabinieri appesi. 

Ho voluto comunque fare un cenno ad Oceano, un saluto di circostanza. Una cortesia superflua che mi ostino a fare ogni volta che transito da Roma, come se la mia vita fosse una costante gita scolastica. A salutare Oceano (statua del dio Oceano di Pietro Bracci 1759/1762 coperto da un drappo mentre incede sopra un cocchio in forma di conchiglia trainato da cavalli alati...) questa volta, però ho trovato una folla oceanica  e ho cavalcato le onde di tanti gomiti alti intenti a scattare foto.Arrivato davanti alla fontana, l’unica cosa che vorrei non è più un’opinione sull’overtourism o ammirare il suo manifestarsi assieme ai quattro impotenti vigili urbani schierati da Roma Capitale. È in preda a questi pensieri che la mia mente si surriscala ed il pensiero del passato - dell'indefinito prima - prende il sopravvento: mi riconduce a quando la fontana la si poteva vedere e toccare, a quando prima si riusciva a passare liberamente e si scendevano quegli otto scalini. Ci si fermava – seppur per poco – ad osservare l’acqua sgorgare dal travertino e fluire incurante di tutto ed incantando i pochi turisti ammaliati dall'unicità del luogo. A quel punto, si poteva guardare negli occhi la statua di Oceano.E' un ricordo che emerge, una nostalgia comune, non mia, ma condivisa con migliaia di altri che come me davano le spalle alla fontana ed ai suoi cavalli in marmo di Carrara.

Alla dodicesima gelateria, l’unica vuota in quel momento, ho preso un gelato. Un gelato che forse avrei preso anche prima, solo più spontaneamente o più volentieri. Leccando il mio cono realizzo di essere anche io nostalgico di un generico prima, della spontaneità che accompagnava il turismo, quello senza over, senza pressioni.

Siamo solo invecchiati e diventati gelosi dei nostri luoghi? Ne abbiamo riscoperto la loro unicità, grazie al turismo? Si è persa la professionalità nell’accoglienza (turistica) a scapito di quella nel fare i gelati o più in generale nel vendere beni di primo consumo a scapito delle esigenze dei residenti? La verità è che viviamo circondati da luoghi unici, siamo attrattivi e di conseguenza dovremmo essere proattivi e ricettivi onde evitare di continuare a lamentarsi del non-gestito sul lungo termine.

Il timore, insomma, è che non si abbia nemmeno più la garanzia che finisca tutto a tarallucci e vino e che la percezione dello straniero-invasore si applichi anche a contesti economici redditizi quanto complessi. Il rischio dell'eccesso di domanda è che finiscano prima i taralli, e poi, dopo - molto dopo - il vino.

Allora, ci si lamenterà della scarsità, ma prima “annamo a pijà er gelato” che addolcirà gli animi e metterà tutti d’accordo.  

L'Overtourism è una conseguenza non imprevedibile di una gestione dei flussi e della domanda.

L'Overtourism non giova a nessuno, men che meno ai cicli di vita delle destinazioni, le quali dovrebbero premurarsi della loro reputazione.

L'Overtourism è curabile dai turisti stessi con comportamenti accorti (Es: NO condivisioni di location di "luoghi unici" o vulnerabili, NO travel check list da dover assolutamente adempiere, SI essere informati su dove si va e perchè ci si va, SI rilassatezza almeno in vacanza).La commessa del supermercato a Trento, città da cui scrivo, ha detto di "preferire gli orsi ai turisti".

 

 

claudiofera
Inviato

Tranquillo ,questo non è finito.Intanto farà il lavoro per il quale è stato pensato,far diventare un altro  pezzo di Roma l' estensione di piazza San Pietro e dei suoi pii  commerci...per il resto, traguarderà (forse) a fine 2026 .  

Fabio Cottatellucci
Inviato

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Fabio Cottatellucci
Inviato

L'amico @UpTo11, qualche giorno fa, ben postava:



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