SimoTocca Inviato 8 Ottobre 2021 Autore Inviato 8 Ottobre 2021 Se ne parla in una specifica discussione qui sul Forum, ma ho voluto aspettare ad ascoltare di persona per farmi un’idea. Della Decima sinfonia di Beethoven, o meglio di ricostruire e poi eseguire quei pochi abbozzi musicali lasciati dal Genio di Bonn, si parlava già da molti anni e già nel 1988 (se non sbaglio) uscì un CD (che ho ancora in casa) con l’esecuzione del primo movimento rielaborato dal musicologo Barry Cooper ed eseguito niente meno che dalla London Symphony. Ma ricordo che l’ascolto mi suscitò ben scarso entusiasmo e non ricordo neppure se abbia mai riascoltato quel CD.... Esce invece oggi l’album di cui si parlava nell’apposito Thread qui sul Forum, cioè l’elaborazione degli schizzi della X sinfonia fatta nientepopodimeno che da un SuperComputer.... E... beh... un po’ ad ascoltare il risultato mi sono venuti i “brividi”... Perché ... beh sì... l’Intelligenza Artificiale ne ha fatto un’elaborazione che ha il pregio di una “possibile” maggiore attendibilità musicale. Poi, per carità, ci si potrebbe anche chiedere se davvero con tutta la musica di Beethoven bella e “vera” da ascoltare ci sia bisogno di spendere del tempo con queste operazioni. E... beh, sinceramente prima dell’ascolto vi avrei risposto: no, non serve, è solo tempo buttato via. E invece... ascolto quest’album e mi vengono i brividi... In parte brividi piacevoli, perché è bella musica e ricorda davvero passaggi tipici della musica scritta da Beethoven. In parte brividi a tipo “pelle d’oca”, perché se l’Intelligenza Artificiale (AI) può giungere a questo risultato ...beh il futuro pessimistico previsto da film come Matrix o Terminator è assai più vicino del previsto... Ma forse forse, se ha ragione Asimov con le sue tre leggi della robotica, e quindi con l’AI a servizio fedele e rispettoso della razza umana, l’AI può essere fonte di meraviglie pacifiche.... In attesa di una riposta concreta, che forse io non vedrò come testimone diretto, mi sono ascoltato quest’album e... dico che è bello! Due soli movimenti, che diventano quattro perché ciascuno dei due è elaborato in maniera un po’ diversa, e nel secondo è previsto l’organo.... che accenna, anzi quasi ricalca, la melodia della famosa sonata Patetica. Molto bella l’orchestra di Bonn, e virtuosistico come sempre il famoso organista americano Cameron Carpenter che realizza un dialogo perfetto con l’orchestra di Bonn. Brrrrr...ho ancora la pelle d’oca.... 😬😀😂
SimoTocca Inviato 8 Ottobre 2021 Autore Inviato 8 Ottobre 2021 E.... a proposito di brividi.... ne ho avuti anche ascoltando questa “nuova” uscita.... Il Requiem di Verdi diretto da Muti quarant’anni fa, quaranta!, a Monaco con un cast di solisti da “sogno”. Era il 1981 e le voci sia del giovane Carreras che della giovane Norman erano integre e bellissime... e quelle della Baltsa e Nasterenko, oltre che belle, erano conosciute a menadito da Muti perché sempre presenti nel suo Requiem di Verdi, sia in sala di registrazione che in teatro! Muti ancora nel 1981 manteneva il suo approccio “esplosivo” al Requiem di Verdi, con il Dies Irae tenuto ad una velocità “ancora inaudita”... come si ascolta nella registrazione EMI di pochi anni prima. Nelle registrazioni successive, alla Scala fine anni ‘80 e a.Chicago in tempi assai più recenti, Muti perde questo “scatto giovanile e dá interpretazioni sempre belle ma molto “più convenzionali”. Qui invece si realizza una specie di “magia” e il direttore, ancora giovane, ha acquistato autorevolezza internazionale che mitiga qualche intemperanza dei suoi primissimi anni e fa diventare questa interpretazione bavarese di assoluto riferimento, almeno per me. Rimasterizzata in formato 24/48 dai tecnici BR.... Un gioiellò imperdibile....appunto da brividi...! P.S. Nonnvorrei che tutti questi brividi, oggi, fossero in realtà per il legato a brusco abbassamento delle temperature fra ieri e oggi qui a Firenze .....brrr che freddo! 😉😂😂😆
giorgiovinyl Inviato 8 Ottobre 2021 Inviato 8 Ottobre 2021 55 minuti fa, SimoTocca ha scritto: Della Decima sinfonia di Beethoven, o meglio di ricostruire e poi eseguire quei pochi abbozzi musicali lasciati dal Genio di Bonn, si parlava già da molti anni e già nel 1988 (se non sbaglio) uscì un CD (che ho ancora in casa) con l’esecuzione del primo movimento rielaborato dal musicologo Barry Cooper ed eseguito niente meno che dalla London Symphony. Ma ricordo che l’ascolto mi suscitò ben scarso entusiasmo e non ricordo neppure se abbia mai riascoltato quel CD.... Idem con patate... per fortuna, se ricordo bene, il cd costò poco...
SimoTocca Inviato 16 Ottobre 2021 Autore Inviato 16 Ottobre 2021 Sì, lo so... dire che “ve lo avevo detto io” suona sempre un pò male... pretenzioso...autoreferenziale.... Beh, però... ve lo avevo detto io che la Patricia, la numero uno fra i violinisti al momento, con l’Album di Vivaldi si sarebbe accaparrata diversi premi e riconoscimenti! Anche grazie al “supporto” di Antonini e della sua straordinaria orchestra barocca...certo... L’album ha appena vinto l’Opus Award, ex Echo Klassik ..... un bel premione “tetesco di Cermania” per un album sopraffino ..... Ve l’avevo detto io, no? 😉😉😃😃😂😂
SimoTocca Inviato 18 Ottobre 2021 Autore Inviato 18 Ottobre 2021 Antonello Manacorda.... è uno dei casi di artisti italiani famosi all’estero e quasi sconosciuti in patria.... Ricordo la prima volta che lessi di costui: era una nota scritta da Claudio Abbado sul retrocopertina delle sinfonie 5 e 6 di Schubert eseguite con la Chamber Orchestra of Europe. Abbado ringraziava il giovane Antonello, che poi era il suo KonzertMeister della neonata Mahler, per le ricerche degli spartiti originali schubertiani. Ma da allora il Manacorda è diventato a sua volta direttore, un direttore che “furoreggia” in Germania e che è spesso protagonista di registrazioni pluripremiate e bestseller in Germania. Volevo segnalarvi questa dedicata a Mozart, le ultime tre sinfonie, con la sua orchestra di Potsdam. Lo so, lo so, che delle ultime tre sinfonie di Mozart esiste una “letteratura discografica” sterminata... che vede fra i primi “divi” nomi come Abbado, Böhm, Bernstein e Harnoncourt.... Ma ecco, queste interpretazioni mi sono piaciute molto per il raro equilibrio fra essere letture innovative/filologiche e l’essere letture classiche/tradizionali. Un equilibrio raro da ascoltare con soddisfazione, ma che in questo caso è la chiave di lettura che accomuna la “Trilogia”. Semplicità, spigliatezza, ma anche seria e serena meditazione ...Insomma “la fantasia italiana unita alla organizzazione tedesca”... per sintetizzare con una vecchia battuta che girava negli anni ‘70. Vecchia, ma in qualche modo vera e verosimile, nel nostro caso discografico di oggi..😉 L’orchestra tedesca è semplicemente meravigliosa e la Sony fa un lavoro egregio con la registrazione in HiRes...
SimoTocca Inviato 18 Ottobre 2021 Autore Inviato 18 Ottobre 2021 E se vi serve un altro ascolto per rafforzare la vostra “buona opinione” su Manacorda e la sua orchestra tedesca di Potsdam potete sempre ascoltare queste due sinfonie di Mendelssohn, in una interpretazione così “azzeccata” per colore orchestrale, tempi sbarazzini, dialogo armonioso e serrato fra legni, e i legni con gli archi ...così azzeccata che per trovarne un’altra simile si deve tornare ad Abbado a Londra. Abbado... per l’appunto... e non penso sia un caso.... Ascoltare per credere queste due sinfonie, con la magia di suono “romantico”, ma non “romantichese” (cioè non sdolcinato) che l’orchestra di Potsdam evoca...
SimoTocca Inviato 20 Ottobre 2021 Autore Inviato 20 Ottobre 2021 Ecco due registrazioni Bachiane assolutamente “contrastanti”.... La prima è a cura dell’organista americano, la SuperStar della tastiera Cameron Carpenter. Questo “Harry Potter” della tastiera ha trascritto le variazioni Goldberg per organo... E...sì lo so, molti di voi la riterranno una operazione sacrilega ....ma la musica di Bach, pensata per il Clavicembalo, all’organo acquista colori e sapori nuovissimi... davvero interessanti....
SimoTocca Inviato 20 Ottobre 2021 Autore Inviato 20 Ottobre 2021 Dicevo di due uscite bachiane in antitesi fra loro.... Sì, perché tanto arbitrario e libero è l’album di Carpenter, così è rigoroso e attento alla minima “virgola” filologica quello di Fabio Biondi. Il violinista, fondatore dell’orchestra barocca Europa Galante. a sessant’anni si è finalmente sentito maturo per registrare l’Everest della musica per violino barocco, le Sonate e le Partite di Bach. Biondi in questa splendida registrazione Naive, fa ascoltare, come così di rado capita, la magica “polifonia” che Bach riesce a far uscire da un violino solo.... Tanto di cappello, Mr. Biondi.... registrazione magistrale e, per me, di riferimento! 1
Membro_0013 Inviato 20 Ottobre 2021 Inviato 20 Ottobre 2021 Il 16/10/2021 at 11:52, SimoTocca ha scritto: Beh, però... ve lo avevo detto io che la Patricia, la numero uno fra i violinisti al momento, con l’Album di Vivaldi si sarebbe accaparrata diversi premi e riconoscimenti! Anche grazie al “supporto” di Antonini e della sua straordinaria orchestra barocca...certo... L’album ha appena vinto l’Opus Award, ex Echo Klassik ..... un bel premione “tetesco di Cermania” per un album sopraffino ..... Non è per far polemica, perché i gusti son gusti e per fortuna non tutti vediamo (e soprattutto sentiamo) allo stesso modo e con la stessa sensibilità, ma non mi meraviglio che questo album sia stato premiato in un paese la cui cultura musicale - seppure altissima - sia lontana mille miglia dai colori caldi e mediterranei che la musica di Vivaldi evoca. Io ho trovato questa interpretazione inutilmente improntata all'estetica del "famolo strano", con la solita noiosa aggressività ba-rock che in Antonini non si è purtroppo affievolita con la maturità. Piuttosto, della bella Patricia ho apprezzato il Beethoven eseguito con Herreweghe, un direttore che, col suo rigore e la sua temperanza (a volte persino eccessivi) fa da contrappeso al suo temperamento.
Membro_0013 Inviato 20 Ottobre 2021 Inviato 20 Ottobre 2021 Non ho letto tutto il thread e non so se sia stata già segnalata o se valga come "nuova" un'uscita dello scorso febbraio (ma siamo pur sempre nel 2021). Io mi sto deliziando con l'ascolto molto "old fashioned" dei concerti per violoncello di Haydn e Monn (quest'ultimo nella trascrizione di Schonberg) eseguiti dalla London Philarmonic diretta da Sir Barbirolli con il violoncello della povera e grandissima Jacqueline Duprè, in una registrazione del 1969. Un gran bell'ascolto che nei 192 khz della nuova digitalizzazione risplende letteralmente.
peng Inviato 21 Ottobre 2021 Inviato 21 Ottobre 2021 l’Ensemble Intercontemporain - orchestra da camera fondata da Pierre Boulez - interpreta il compositore contemporaneo Matthias Pintsher in questo nuovo e bel disco Alpha.
Membro_0013 Inviato 22 Ottobre 2021 Inviato 22 Ottobre 2021 Un'uscita nuova di zecca. Il Requiem di Frantisek Ignac Antonin Tuma datato 1741. Tuma è uno dei tanti compositori boemi ad aver dato lustro alla scena musicale viennese del XVIII secolo, ed è assieme a Wagenseil uno dei maestri "decisivi" nel passaggio stilistico tra Barocco maturo e stile Classico viennese. Il suo Requiem è un capolavoro sorprendente, intriso di un lirismo che in un certo qual modo anticipa i più noti modelli successivi di Michael Haydn e di Mozart. Grande esecuzione, come sempre, quella dell'Ensemble Barocco Ceco diretto da Roman Valek. Registrazione naturale e spaziosa.
SimoTocca Inviato 24 Ottobre 2021 Autore Inviato 24 Ottobre 2021 Il 20/10/2021 at 21:19, Don Giuseppe ha scritto: non mi meraviglio che questo album sia stato premiato in un paese la cui cultura musicale - seppure altissima - sia lontana mille miglia dai colori caldi e mediterranei che la musica di Vivaldi evoca Che la grande violinista susciti sentimenti opposti è del tutto logico e pacifico, considerato il suo modo “nuovo” di guardare ogni famosa composizione, nuovo per la prospettiva diversa in cui si pone questa interprete.A me personalmente piace molto, così come trovo Antonini il musicista più interessante degli ultimi anni, in tutti i sotto generi musicali Rock e B’Rock compresi 😃😉. Fra l’altro approfitto per dire la mia sulle registrazioni di Antonini: suonano splendidamente in formato HiRes! E anche assolutamente fedeli e sovrapponibili a quanto si ascolta dal vivo sia dal Giardino Armonico che dalla sua Orchestra Svizzera (e lo dico perché ho avuto modo di ascoltare entrambi i complessi negli ultimi due mesi). Assolutamente legittimo che i gusti musicali possano divergere e che quello che piace a me possa non piacere ad altri. E però... lasciami dire ...ecco... che sono rimasto stupito nel leggere che per eseguire bene Vivaldi e per capirlo si debba essere “mediterranei”. Perché..ecco... mi pare un concetto un po’ superato... superato non solo dalla cultura attuale ma anche dal principio di realtà. Se penso agli album vivaldiani più belli degli ultimi 40 anni, secondo me e secondo la critica internazionale “di tutte le latitudini”, mi tocca spesso “andare” in paesi non baciati dal Mare Nostrum, il Mar Mediterraneo. Mi riferisco alla “perfida Albione” con Hogwood e il suo complesso AAM, dove è l’oceano Atlantico ad essere il freddo mare delle bianche scogliere di Dover: eppure quanta bellezza nel Vivaldi di Hogwood... Oppure penso alle nebbie londinesi che avvolgevano Trevor Pinnock appena uscito dallo studio di registrazione dove il suo The English Concert aveva messo “su nastro” la più bella edizione delle Quattro Stagioni di sempre...(per la Archiv-DG, ma si sa i tedeschi di Vivaldi ci intendono poco...). E a proposito di Germania quante bellissime interpretazioni vivaldiane ho ascoltato, dal vivo e su “disco” ad opera di complessi barocchi tedeschi e in particolare dalla Akademie für Alte Musik della fredda Berlino. Quanto a Parigi, a poche decine di chilometri dal Mar del Nord, è la città del mondo dove Vivaldi è più eseguito (non c’è una settimana in cui in qualche chiesa, teatro o giardino non sia eseguito un brano di Vivaldi), e la violinista Amandine Bayer con i suoi Incogniti è lei medesima interprete sublime di Vivaldi. Per non parlare della “gelida” Amsterdam, la “Venezia del Nord”, che ha visto interpreti di riferimento assoluto del barocco veneziano fino alla recente giovane violinista Podger. E visto che poi mi viene in mente il Vivaldi, rivoluzionario e ancora attuale, dell’austriaco Harnoncourt e del suo Concentus Musicus Wien, mi viene anche in mente che Vienna, assai poco mediterranea, è stata la città “di elezione” per Vivaldi dopo Venezia... E visto che parlo di Harnoncourt.... posso non segnalare che da ieri è disponibile appena rimasterizzato in HiRes 24/192 il suo primo famoso Requiem di Mozart? No, non posso e allora chiudo questo “pistolotto” con la segnalazione di un ascolto imperdibile. Forse la più bella interpretazione del Requiem di Mozart messa su disco da parte di un musicista rigoroso e rivoluzionario, sia che interpreti Vivaldi che Mozart, o anche Beethoven o magari Strauss... 1
SimoTocca Inviato 24 Ottobre 2021 Autore Inviato 24 Ottobre 2021 Così come non posso non segnalare quest’album dedicato alle Apoteosi di Couperin (che a sua volta dedica la sua musica a Corelli). Un album che vede Savall alla testa di una specie di Dream Team, di squadra da sogno che comprende le due violiniste barocche “superStar” degli ultimi vent’anni, Monica Hugget e Chiara Banchini fondatrici e “boss” di complessi da camera di prim’ordine, e un “tastierista” da poco...come Ton Kopmann!!! E se spesso, al cinema, i film con troppi nomi famosi nel cast sono deludenti, qui invece.... è un’Apoteosi! E scusate il gioco di parole... Bellissima la registrazione in HiRes 24/88.... 1
Membro_0013 Inviato 25 Ottobre 2021 Inviato 25 Ottobre 2021 @SimoTocca d'accordo sulle registrazioni storiche inglesi di Vivaldi. È ad Hogwood e Pinnock che dobbiamo il superamento di un certo modo italiano di eseguire Vivaldi che all'epoca (più o meno anni '80) era già obsoleto alla luce delle conquiste della filologia... e penso ai Musici e ai Solisti Veneti. Ma in gran parte le loro pur splendide registrazioni sono state superate da modelli italiani. Per le Quattro Stagioni, ad esempio, preferisco il primo Biondi al pur ottimo Pinnock. Ma, sempre nel confronto tra italiani ed inglesi, pur avendo apprezzato le esecuzioni di musica sacra di King e del suo gruppo, permettimi di scrivere che con Alessandrini respiro tutta un'altra aria. E non è un caso che la francese Naive (precedentemente Opus 111), nel suo monumentale progetto discografico di opera omnia vivaldiana si stia rivolgendo prevalentemente a gruppi italiani. Se voglio ascoltare un Vivaldi ben eseguito negli ultimi 30 anni, vado a "ravanare" (piemontesismo) sempre là. E non è un caso che preferirò sempre Biondi o Il Pomo d'Oro o l'Ensemble Zefiro o persino Alessandrini (che pure non digerisco quando si avventura dalle parti di Monteverdi) a qualsiasi interpretazione a Nord delle Alpi, per quanto ottimi siano gli esempi che hai citato... per non parlare della spesso trascurata Arte dell'Arco, che ha realizzato esecuzioni esemplari per la Brilliant. Non è sciovinismo, ma è la peculiarità di Vivaldi, il suo lirismo tutto particolare, la sua "poesia", che richiede - con le debite eccezioni - che chi lo esegue abbia respirato la sua stessa aria. Quanto ad Antonini, non ci posso far nulla: le mie pesanti riserve non si sono sciolte. Dopo che lo hai segnalato ho voluto riascoltare la sua registrazione con la Kopatchinskaya, e sono riuscito a resistere 10 minuti, per poi disintossicarmi con un poetico (e per me infinitamente migliore) Biondi, e più precisamente "I Concerti dell'Addio", una delle migliori tra le ultime realizzazioni vivaldiane del violinista palermitano. Un appunto: la Podger non è così giovane come hai scritto, ma è una signora di 53 anni. Forse siamo tutti noi non più tanto "freschi", me compreso che ho 61 anni, a veder giovani persone che tanto giovani non sono più 🙂 Infine una perplessità. Anch'io ho posseduto, e in vinile, la meravigliosa prima registrazione del Requiem di Mozart diretta da Harnoncourt. Da quel che ricordo è una delle prime registrazioni digitali della Teldec, quindi in 16/44 nativo. Come hanno fatto a riproporlo a 24/192?... a meno che non si trattasse di una registrazione analogica, e sia io a sbagliarmi, ovviamente.
giorgiovinyl Inviato 25 Ottobre 2021 Inviato 25 Ottobre 2021 3 ore fa, Don Giuseppe ha scritto: Per le Quattro Stagioni, ad esempio, preferisco il primo Biondi al pur ottimo Pinnock. Ti cito perché sabato sera ho assistito ad una magnifica esecuzione delle Quattro Stagioni con Biondi e l'Europa Galante nella splendida cornice del duomo di Monreale. La penso come te sul fatto che gli italiani abbiano fatto proprie le "conquiste" filologiche inglesi e ci abbiano aggiunto la fantasia italiana. Però l'imprinting vivaldiano l'ho avuto con le Stagioni Standage Pinnock e l'Estro Armonico Hogwood. Anche io però non riesco ad ascoltare più 10 minuti il disco Kopa... Antonini e dire che invece mi piace moltissimo il suo Haydn o per rimanere a Vivaldi i concerti per flauto. La Patricia va vista però assolutamente dal vivo ha un carisma eccezionale. A proposito di Quattro Stagioni trovo splendida la recente incisione Imaginarium Enrico Onofri che offre una nuova prospettiva di questo capolavoro 1
Membro_0013 Inviato 25 Ottobre 2021 Inviato 25 Ottobre 2021 @giorgiovinyl anch'io ho avuto più o meno il tuo stesso imprinting vivaldiano. Solo che l'Estro Armonico era quello di Pinnock, altrettanto bello di quello di Hogwood. D'accordissimo sui concerti per flauto, forse la migliore realizzazione vivaldiana di Antonini. Quanto all'Haydn di Antonini, io sono un po' diviso. Trovo travolgente e benissimo realizzate tutte le sinfonie del periodo "Sturm und Drang", che ben si addicono allo spirito del Nostro... ma ho trovato piuttosto carenti di umorismo tutte quelle sinfonie che in Haydn lo contengono. Penso, ad esempio a "il Distratto", sinfonia la cui realizzazione antoniniana mi è sembrata più "pugnace" che umoristica. Rimango in attesa, con grandissima curiosità, dei prodotti dell'Haydn più maturo, come le sinfonie Parigine o le Londinesi. In questi casi, rimanendo nell'ambito filologico e senza ricorrere ai modelli storici come Bernstein o Dorati, dovrà confrontarsi con le realizzazioni stupende ed ineccepibili di Harnoncourt e di Bruggen: una bella impresa per Antonini.
SimoTocca Inviato 25 Ottobre 2021 Autore Inviato 25 Ottobre 2021 @Don Giuseppe Beh, sì è vero la Podger non è anagraficamente giovane ma... lo sembra, giovane! Almeno dal vivo.... 😃😉 Quello che contestavo era il tuo ragionamento iniziale: i giornalisti e critici musicali tedeschi hanno premiato il Vivaldi della Kopatchinskaja perché “non sono mediterranei e di Vivaldi non ci possono capire niente”. Io invece ho detto che proprio grazie agli Inglesi Hogwood e Pinnock, agli Olandesi e ai Tedeschi poi è nato il modo italiano di suonare Vivaldi. È evidente che anch’io apprezzi molto Biondi e Alessandrini e il loro Vivaldi ... l'ho scritto millanta volte sul vecchio Forum. Ma se non ci fosse stato Harnoncourt (e Leonhardt) non sarebbe esistiti poi Biondi e Alessandrini. Che poi... il loro Vivaldi pur bellissimo e “Mediterraneo” forse è un pelino addirittura più “freddo” di quello di Hogwood e Pinnock.... Detto questo, vedo che in definitiva siamo abbastanza d’accordo... eccetto che sulla Patricia...
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