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Melius Club

Le nuove uscite di classica e di lirica in HiRes


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Inviato
Il 29/7/2022 at 19:44, one4seven ha scritto:

beh sono molto famose tra gli audiofili, gli LP originali quantomeno. Sulla qualità audio non discuto, è ovvio che non sono paragonabili a registrazioni moderne. Però trovo abbiano fatto un buon lavoro, anche dal punto di vista editore, tutte provviste di booklet digitale, tutto molto curato. Insomma... Così si fa. 😉


... iotrovo che la qualità di ripresa, di questa come anche di Mercury etc., siano spesso superiori alle registrazioni moderne avendo, queste riprese "datate", una naturalezza che le moderne talvolta sacrificano a favore del "wow"... Living Presence e Mercury Living migliori di Everest imho... tutto al netto di alcune proposte anche pessime che pur è possibile trovare anche nei cataloghi di queste etichette. Circa la qualità artistica non mi pronuncio, un'esecuzione memorabile che suona come un raglio non fa per me 😉

Inviato

Dipende da quali riferimenti “moderni” si hanno.

i migliori (e sono tanti) superano tranquillamente decca mercury e living.

Ovviamente nel reparto classica ho tutti i mercury rca e decca storici perche’ per l’epoca in cui vennero fatti erano ragguardevoli.

Ma degli anni 50 e 60

ci sono anche Emi e Dg notevolissimi

Inviato
22 ore fa, mozarteum ha scritto:

Dipende da quali riferimenti “moderni” si hanno.

i migliori (e sono tanti) superano tranquillamente decca mercury e living.

 

Non è che superano, il paragone è improponibile.

Inviato
Il 3/9/2022 at 12:34, SimoTocca ha scritto:

Non avevo mai notato nella versione in CD (ne ho una tratta da una rimasterizzazione 24/96 ridotta a 16/44, per la serie Original della Decca) che l’ultima traccia, quella dedicate alla musica del compositore tedesco Moszkowski suona un po’ diversa…..

Nel ricordare a tutti i partecipanti che questa discussione serve a segnalare le nuove uscite di classica in formato in HiRes e non a discutere dei confronti dei diversi formati audio (16/44 vs HiRes vs DSD), anche in considerazione della “mole” di questa discussione proprio per non appesantire il Thread vi invito a aprire nuove discussioni a parte nel caso fosse utile approfondire alcuni aspetti tecnici o audiofili degli album qui presentati.

Fatta questa premessa rispondo volentieri a @mozarteum citando proprio le mie parole: solo ascoltando quest’album che pure conosco bene,  in HiRes mi sono accorto che l’ultima traccia dell’album, quella con la musica di Moszkowski, suona diversa per “lo spazio” in cui è immersa l’orchestra. Cioè, in altri termini, a casa mia e sul mio impianto, la stessa traccia in 16/44 è assai più povera di informazioni spaziali e sembrava registrata nella stessa sala di Londra! 
Ma, più in generale, cosa sento se confronto i file “originali” in 16/44 con questi in HiRes?

Intanto originali che vor dì? Nel mio caso io posso confrontare solo l’album già rimasterizzato dalla Decca in 24/96 e poi scalato a 16/44 (perché ce l’ho in CD rippato da me in flac 16/44 e ce l’ho  identico identico, in 16/44, sui siti di streaming) con questo album in formato 24/88. È assai probabile che si parta da un Master diverso (ma in realtà potrebbe essere lo stesso che la Decca ha concesso in formato 24/96 alla Esoteric per fare il SACD, magari però poi l’Esoteric fa anche un passaggio a DSD… boh? come si fa a dirlo?).

E allora io ho confrontato questo album in 16/44

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con quello che ho segnalato e di cui posto nuovamente la foto più sotto in formato 24/88.

E cosa ascolto? Ascolto un suono molto più bello, perché più “completo” per le armoniche e per i dettagli spaziali rispetto all’album in formato 16/44 (ripeto, senza poter approfondire l’origine diversa del Master e altri importanti fattori, ma solo un banale confronto di A versus B).

Il “CD”, o il file 16/44, suona più “secco”, meno “analogico”, nel senso di meno reale… Non è solo questione degli archi, che nel file rimasterizzato a 24/88 più sotto, sembrano finalmente setosi e pieni di armoniche, ma è anche questione che fiati e legni, vivaiddio, tornano in primo piano, che i timpani finalmente mi “scuotono” anche fisicamente, che le piccole percussioni vibrano nell’aria del mio salotto proprio come se fossero lì…naturali…come in sala da concerto…

Insomma la differenza è così netta, alle mie orecchie e sopratutto al mio cervello che proprio, confesso, dopo aver ascoltato l’album in HiRes, trovo davvero difficile tornare ad ascoltare in formato CD….

No, non ho fatto i confronti con gli altri due album (quello di Ansemet con la sua orchestra Svizzera ce l’ho rippato da un cofanetto..) mi bastano queste impressioni con questo album di Argenta per decretare che sì, finalmente il digitale è diventato adulto e non teme confronti con nessun altro formato…

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Inviato

Vi racconto questo aneddoto illuminante…

Il primo confronto fra i due album, quello in 16/44 e quello in HiRes, l’ho fatto in cuffia, ascoltando una splendida Stax 007 prima serie mentre ero comodamente disteso…

Dopo aver ascoltato Chabrier  in 16/44 ho selezionato lo stesso brano in formato 24/88 … e ho iniziato ad ascoltare ad occhi chiusi…

E… dopo qualche secondo ho iniziato a dirmi: ma stamani mi pare che il suono sia più povero, più simile a quello del CD… vuoi vedere che aveva ragione Moz e gli altri che dicono che in fondo è tutta suggestione… fino a che, dopo quasi 5 minuti di dubbi e “sofferenza”, non ho girato la testa verso lo schermo del Computer che ho di lato a destra e…ho visto che stavo ascoltando di nuovo il file 16/44 e non quello in HiRes.

Avevo sbagliato a premere un pulsante ed era ripartito l’album in formato CD!

Insomma… ho avuto una specie di dimostrazione personale che no, l’effetto Placebo nel mio giudizio c’entra assai meno di quel che si dice… e posso dire che ne sono rimasto positivamente colpito?

Detto questo approfitto per segnalarvi un bellissimo nuovo album del mio giovane-quasi maturo direttore preferito, Daniel Harding, che con la sua orchestra svedese esegue Britten.

Un album bellissimo, sia perché Les  Illuminations è un brano eseguito è registrato di rado, sia perché il direttore inglese, già allievo di Abbado, ha Britten nel sangue…

Molto bella anche la registrazione… anche se non so perché queste registrazioni svedesi di Harding la casa Harmonia Mundi si ostini a farle in formato 24/48 e non 24/96! Boh…???

 

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P.S. Notate l’eleganza di aver iniziato riferendomi ad un aneddoto “illuminante” e poi aver segnalato Les Illuminations di Britten..😉

  • Melius 1
Inviato

E prima del diluvio di novità di domani … vorrei segnalare oggi due album allegri, piacevolissimi da ascoltare in una giornata grigia…per ritrovare il sorriso..

Il primo è quest’album della Alpha (ma che casa discografica straordinaria e intelligente ne è venuta fuori… forse sopratutto grazie allo steaming, perché fino a pochi anni fa era davvero semisconosciuta…), un album che unisce Mozart, due concerti per corno, a brani per corno e orchestra da camera di compositori cubani. Che bello, che ritmo….che allegria…

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Ma divertente e assai particolare anche l’album della Chandos (che si è decisa a mettere tutto il suo catalogo in streaming…!) dedicato a compositori moderni e intitolato Giusy Strings…

Un album, questo, che prima dello streaming, alzi la mano chi lo avrebbe comperato per 20 euro col rischio di rimanere deluso all’ascolto…

E invece, proprio grazie allo streaming, si ascolta un album che è un piccolo capolavoro…

Anche come ripresa sonora…

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Inviato

Si chiama Tristan questo “concept album” del pianista Igor Levit, un artista a tutto tondo che si è fatto notare per la sua registrazione integrale delle sonate di Beethoven per i tipi della Sony.

Un pianista che io apprezzo moltissimo per la sua capacità di dire “cose nuove” ma non per la voglia di sorprendere ad ogni costo… solo per la voglia di far conoscere agli altri il risultato della personale esplorazione del mondo musicale, esplorazione condotta con intelligenza sottile e maestria tecnica rara.

Ecco che questo album, intitolato al protagonista di un amore proibito e perciò maledetto fin dall’inizio, quello di Tristan, si apre e si chiude con due brani famosi di Liszt, ma contiene alcune perle raramente udite. La trascrizione del cuore del I (ed unico composto) movimento della X sinfonia di Mahler… morto, si dice, di “crepacuore” dopo aver saputo della relazione della moglie Alma con un famoso architetto (in realtà a Mahler da qualche tempo era stata diagnosticata una cardiomiopatia dilatativa, di quelle che muori anche oggi senza un trapianto di cuore…).

Ma assolutamente da ascoltare è il concerto di Henze per pianoforte e orchestra, perché raramente eseguito è mai registrato se non una volta dal vivo …

È un concerto modernissimo di impianto, ma con soluzioni armoniche e melodiche anche classiche e molti molti rimandi, anche come citazioni letterali, a Brahms oltre che a Wagner.

La Sony ha catturato in maniera perfetta il suono del pianoforte di Levit…ma anche della grande orchestra di Lipsia diretta da Welser-Möst.

Un album bellissimo, questo Tristan,  da ascoltare in “amoroso” silenzio…

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P.S. Solo la copertina è incomprensibilmente bruttina ….😉 

 

  • Melius 1
  • Thanks 1
Inviato

Ad un primo ascolto la musica di Mahler e quella di Mozart sembrano avere davvero poco in comune, ad iniziare dal “gigantismo” orchestrale mahleriano.

E però… e però.. mi sono sempre chiesto il perché del fatto che i più grandi direttori della musica di Mahler siano stati anche fra i più sublimi interpreti della musica di Mozart..

Penso a Leonard Bernstein e a Claudio Abbado, ma penso anche ad un direttore straordinario che li precede e che risponde al nome di Bruno Walter. 
Queste riflessioni mi venivano alle mente mentre ascoltavo la nona sinfonia di Mahler, nella straordinaria interpretazione di Bruno Walter, album “rimesso a nuovo” con la recente rimasterizzazione della Sony in formato 24/192 dell’opera omnia sul podio americano di Walter.

Walter ha avuto la fortuna, rispetto a Toscanini, di avere a sua disposizione una qualità di registrazione audio che è davvero ragguardevole, pensando che solo una manciata di anni separa le registrazioni di Walter dalle ultime di Toscanini (mi riferisco a registrazioni in generale, non parlo della musica di Mahler…. è noto infatti che Toscanini fosse entrato “in guerra” col boemo fin dalle sue prime tournée americane accompagnato da Puccini in persona…).

Ecco, oggi finalmente è possibile ascoltare in forma tecnica smagliante quanto straordinarie siano state le interpretazioni di Bruno Walter per la la musica di Mahler. 
In particolare questa nona sinfonia, che è un album “ad memoriam”, e che vede Walter così coinvolto affettivamente… quasi un addio (il suo) nell’addio (la nona sinfonia di Mahler) alla vita…

Bruno Walter era stato uno dei due giovani discepoli prediletti da Mahler, insieme all’amico/nemico di sempre, Otto Klemperer, un’altro interprete sublime di Mozart oltre che di Mahler.

Ci sono sinfonie dove non si sa chi preferire dei due, Walter o Klemperer dico, per straordinaria capacità di interpretare la musica del loro maestro. Ma non è il caso della nona, dove l’affettuosità di Walter è più profonda. E non perché Walter tenga tempi lenti, anzi! I tempi sono abbastanza spediti, anche nell’ultimo movimento (dove Abbado riesce, a Vienna come.a Berlino a ottenere attimi di sospensione del suono… che sembrano i vuoti spazi siderali fra le galassie nell’universo…).

Però ecco ..in Walter si avverte una tensione emotiva, una partecipazione personale che forse è unica … 

Sì, vabbè, la sua orchestra americana forse non regge il confronto con quelle europee di Bernstein o Abbado… ma perché spaccare il capello in quattro e cercare i difetti quando invece lasciarsi nudare all’ascolto significa farsi coinvolgere da un’onda di emozioni…?

Un dieci e lode ai tecnici della Sony per il lavoro straordinario compiuto con questo album (ascoltato in vinile, un originale della prima uscita, il fruscio nel quarto movimento era davvero fastidioso…adesso in digitale HiRes regna un silenzio che rende quasi reale l’ascolto, come dal vivo…)

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  • Melius 1
Inviato

Segnalo anche questa nuova uscita di musica da camera della DG, che vede coinvolti musicisti particolarmente “glamour”… perché giovani e bellocci… ma a noi importa sopratutto che siano bravi!

E dubbi non ve ne sono, perché ciascuno di loro è un solista di riferimento assoluto …

Se la Wang forse è la più famosa, non si può però ignorare come Capuçon sia ugualmente straordinario al violoncello o Ottesamer al clarinetto…

Come dico spesso, in realtà nella musica da camera conta più “l’affiatamento” del valore dei singoli solisti coinvolti… ma in questo caso questi musicisti suonano davvero molto spesso insieme… ( e la Wang e Capuçon in particolare si vedono così spesso a suonare insieme sul palcoscenico dei più prestigiosi teatri del mondo che se non si sapesse che il violoncellista francese è felicemente sposato..si potrebbe addirittura  pensare che i due stiano insieme anche nella vita privata, tale è l’affiatamento nel suonare insieme!).

Fa piacere, in particolare, che la Wang affronti la musica di Brahms, così poco frequentata dalle giovani stelle del pianoforte di oggi (penso a Trifonov e Lang Lang, ma anche al già maturo Kissin), con un tocco poetico e denso di suono.

Un album davvero bello per avvicinarsi ad alcuni dei più bei capolavori della musica da camera…

Registrazione DG impeccabile in HiRes 24/96…

 

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  • Melius 2
Inviato

Diverse uscite interessanti questa settimana… ne segnalO, perché già ascoltate, ben tre…di cui due abbastanza “rare” controbilanciate dalla terza assai “comune” (le sinfonie di Beethoven 1&3).

Questo primo album che segnalo è abbastanza atipico, in quanto è una combinazione fra una improvvisazione jazzistica di una delle trombe più famose del Jazz che precede un brano barocco eseguito da una famosa orchestra filologica….

Lo so, è una specie di compilation, e questo potrebbe tener lontano diversi “puristi”, ma se si ascolta l’album “senza pregiudizio, si apprezza lo spirito barocco dell’ improvvisazione, spirito rimasto ovviamente alla base della musica Jazz ma quasi estinto (salvo per l’organo) nella Classica.

L’orchestra barocca il Gardellino è una delle mie preferite e la qualità della registrazione della piccola casa discografica Fuga Libera è a dir poco stellare! 
Da ascoltare come un “must” per gli appassionati di musica barocca e di musica jazz come Peppe @analogico_09 (poi semmai facci sapere le tue impressioni se lo ascolti)

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Inviato

Il secondo album è poco comune per la musica eseguita.

Sonomcencerti per Arpa e Orchestra, di cui il primo, quello di Glière è invero abbastanza eseguito ma quello del suo allievo Mosolov no.

Sono rimasto incantato dalla “grazia” di questa musica, molto “romantica” quella di Glière e neoromantica quella di Mosolv, ma davvero bella e da apprezzare.

L’orchestra tedesca suona bellissima sotto la bacchetta di una “signora” musicista, Nathalie Stultzmenn.

Ovviamente Xavier De Maistre con la sua arpa la fa da protagonista assoluto, come sempre.

L’unica cosa che dà un po’ di fastidio è il fatto che nella registrazione l’aria appunto sia davvero un po’ troppo in primo piano, perdendo l’equilibrio con l’orchestra (ma è un po’ il peccato comune degli album Sony con De Maistre, forse perché l’arpista “impone” questi primi piani sul suo strumento, un po’ come la Anne Sophie Mutter col suo violino negli album DG…).

Curioso il fatto che l’album sia in HiRes, ma “solo” in 24/48… 

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Inviato

Per festeggiare il suo novantesimo anniversario dalla fondazione l’orchestra americana di Washington, la National Symphony, ha deciso di fondare una propria etichetta discografica e la prima pubblicazione (anche in streaming in HiRes, ovviamente) è questo album con la Prima e la Terza Sinfonia di Beethoven. Un terreno “scivoloso” e periglioso, visto il numero esorbitante di registrazioni..

Purtuttavia il bravo (è abbastanza sottovalutato in Patria) Gianandrea Noseda guida la sua orchestra americana (ne è alla testa come direttore principale da 4 anni e passa) in esecuzioni molto classiche ma molto accattivanti. 
Ovvio, non ci si deve aspettare il guizzo di genio di Abbado e la sua rivoluzione gentile con i Berliner (con tempi che nel 2000 e 2001 semplicemente mozzafiato), nè la “aggressività” rapinosa di Chailly con la sua (allora) orchestra di Lipsia.

Ma la terza merita di essere ascoltata davvero perché Noseda,  nel fugato del quarto tempo, riesce a far emergere le singole sezioni orchestrali con una chiarezza davvero inaudita.

Bella anche la qualità della registrazione, live, in formato HiRes 24/96 (ovvio, e che lo dico a fà?)

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Inviato

E diceva proprio Peppe, @analogico_09 nel corso di un’altra discussione, che definisce anche troppo bene l’epoca in cui si vive il fatto di aprire millanta discussioni su vecchi album usciti negli anni molte volte in formati un po’ diversi (che sia Kindle of Blue di Miles Davis o Animals dei Pink Floyd il discorso non cambia) e al contempo quasi ignorare sistematicamente l’ascolto della Musica.

Ecco, questo Thread vorrebbe andare in direzione opposta: valorizzare nuove uscite, per ascoltare musica nuova e nuova interpretazione dei classici….

Eppure un vivace di battute c’è stato solo quando ho segnalato il remaster di due o tre album Decca degli anni ‘60…

Giusto una riflessione….

  • Confused 1
Inviato

@SimoTocca E meno male che tu lo hai compreso che io  marterizzo un colibrì d'amore [musicale] tra i denti... 😬

😅

 

15 ore fa, SimoTocca ha scritto:

Ecco, questo Thread vorrebbe andare in direzione opposta: valorizzare nuove uscite, per ascoltare musica nuova e nuova interpretazione dei classici….

 

 

Mi sembra la via più giusta, più naturale, oserei dire più "logica" di ascoltare le nuove uscite discografiche per "sentire" innanzitutto la musica. 🙂

 

Inviato
16 ore fa, SimoTocca ha scritto:

(poi semmai facci sapere le tue impressioni se lo ascolti)

 

 

Grazie della segnalazione Simo, domani proverò ad ascoltare, immagino sia anche su Tidal.

Inviato

Ho sempre amato la musica di Vivaldi e ho sempre pensato che la “sparata” di Stravinsky su Vivaldi che avrebbe scritto “lo stesso concerto 500 volte”, fosse più una battuta di spirito che il vero pensiero del grande compositore russo (che scelse peraltro di essere sepolto proprio nella città di Vivaldi…!).

Me se solo Stravinsky avesse ascoltato questo album dedicato alla musica del Prete Rosso, Il Mondo a rovescio”, da Amandine Beyer …ecco, forse non avrebbe fatto neppure questa battuta!

Perché già ascoltando il primo concerto ci si stupisce della fatto che in realtà non è altro che il precursore delle sinfonie di Haydn e di Mozart, nientemeno! 
Quest’album è dedicato infatti ai “concerti con molti stromenti” e riserva una sorpresa dietro l’altra, sorpresa che riesce a sfatare la diceria che la musica di Vivaldi sia un po’ tutta uguale…!

Un album meraviglioso, anche grazie all’intelligenza interpretativa di Amandine Beyer che suona il suo violino col suo solito virtuosismo barocco mozzafiato ma che riesce anche a guidare la piccola orchestra barocca Gli Incogniti in una resa così “corale” che è cosa difficile da ascoltare nelle piccole orchestre barocche.

Insomma una album piacevolissimo da ascoltare è registrato in maniera ineccepibile dalla Harmonia Mundi in formato 24/96

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  • Melius 1

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